L’epidemia di Coronavirus si è diffusa in Europa ben prima di febbraio 2020. A suffragare questa teoria è il caso di Amirouche Hammar, 43enne di Parigi che il 27 dicembre scorso si è presentato al pronto soccorso della capitale francese con febbre alta, mal di testa e attacchi d’asma. Hammar ha raccontato all’emittente Bfmtv: “Alle cinque del mattino ho deciso di prendere l’auto e sono andato dritto all’ospedale. Avevo dolori al torace, mi mancava il respiro”. Per l’uomo, malato di diabete, i medici non erano riusciti a individuare la causa del malore: “Mi hanno detto comunque che quel che avevo era una cosa seria”. Gli era stata diagnosticata un’infezione polmonare, che Hammar è comunque riuscito a superare senza apparentemente contagiare la moglie e i due figli. Oggi i medici hanno scoperto che Hammar è il primo caso di Coronavirus conosciuto in Francia, ben prima che l’epidemia diventasse conclamata in Cina e poi nel resto del mondo.
Per individuare questo caso è intervenuto il professor Jean-Ralph Zahar, capo del laboratorio di virologia dell’ospedale di Bondy. Il virologo ha avuto l’idea di analizzare di nuovo tutte le analisi del sangue e i tamponi naso-faringei dei pazienti con sintomi simili a quelli del Coronavirus dal 2 dicembre al 16 gennaio. Sono stati analizzati i campioni di 14 pazienti, “e uno è risultato positivo al Covid-19”, dice Yves Cohen, capo della rianimazione di Bobigny. Il test è stato ripetuto una seconda volta con una tecnica diversa, ma l’esito è stato lo stesso. “Quando me l’hanno detto non sono rimasto sorpreso più di tanto, visti i miei sintomi”, ha detto Hammar. “Ma l’ultimo viaggio l’ho fatto molti mesi prima, nell’agosto 2019”.
Hammar si è presentato al pronto soccorso il 27 dicembre 2019, proprio il giorno in cui i medici di Wuhan hanno notificato al centro di sorveglianza delle epidemie l’esistenza di due pazienti affetti da una “polmonite atipica”. Amirouche Hammar, nato in Algeria e residente da tempo in Francia, non ha idea di come possa avere contratto il Coronavirus. Un’ipotesi, del tutto teorica, è che il virus possa essergli stato trasmesso dalla moglie, che lavora vicino all’aeroporto Charles De Gaulle, in un supermercato «dove qualche volta vediamo entrare passeggeri con la loro valigia», dice la donna.
ARTICOLO di Lara Tomasetta per TPI.IT