In attesa del farmaco decisivo che curi il Coronavirus e, soprattutto, del vaccino che possa prevenire l’insorgere della malattia, la soluzione per rendere più sicura la Fase due potrebbe essere quella di un test rapido che permetta di individuare istantaneamente la positività scattando la fotografia del momento. Una sperimentazione arriva dall’Università dell’Insubria, a Varese, dove un team di ricercatori ha realizzato un test salivare che consente, in un tempo che va dai 3 ai 6 minuti, di capire se una persona ha contratto il Covid-19. Mauro Fasano, professore di Biochimica e referente per l’innovazione dell’Università, ne ha parlato al Messaggero. “Un’azienda di Reggio Emilia è già al lavoro per realizzare i primi prototipi, nel giro di due settimane saranno pronti. Sceglieremo quello che ci pare più promettente, faremo nuove sperimentazioni e se, come pensiamo, i risultati confermeranno quelli che abbiamo già ottenuto, il test potrebbe essere validato e utilizzabile prima dell’estate. Non significa che potrà essere venduto al supermercato o in farmacia, per quello serviranno due anni, però potrà essere utilizzato con la presenza di un medico”, ha dichiarato Fasano.
Il test consiste in una “scatoletta in cui si inserisce la saliva, con le due strisce di reagenti”. “Se entrambe diventano rosse, significa che c’è l’infezione”, spiega il professore.
Il principio è lo stesso del test di gravidanza. L’idea è venuta a un ricercatore di odontoiatria, Lorenzo Azzi, che ha realizzato il prototipo insieme al professor Fasano, sperimentando il test sui pazienti dell’ospedale di Varese. “I risultati sono molto incoraggianti perché tra i negativi c’è un margine di errore di solo il 10 per cento, tra i positivi un po’ più alto. Diciamo che su cento che risultano positivi, una ventina in media sono falsi positivi. Ma con il prototipo contiamo di migliorare ulteriormente l’attendibilità della risposta”, ha dichiarato Azzi.
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dall'articolo di Marta Vigneri per TPI.it