Cosa succede se a Roma i casi di positivi al Coronavirus continuano ad aumentare? Ieri l’assessore alla Sanità del Lazio ha parlato di obbligo di mascherine all’aperto. Ma c’è anche un piano per creare delle mini zone rosse. Dei lockdown localizzati a piccole aree come condomini e strade. Ieri l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato dichiarava: “Ci aspettavamo una ripresa dei casi. Purtroppo ci sono tanti asintomatici in circolazione. Se la curva dei casi salirà ancora, c’è l’ipotesi di mascherine obbligatorie all’aperto. É una misura classica è già stata messa in atto in altre capitali europee quando sono aumentati i casi in modo esponenziale, penso per esempio a Parigi”. Ma a Roma la situazione è vicina a quella in cui saranno necessarie misure peggiori di quella che prevede di indossare la mascherina anche all’aperto? Pier Luigi Bartoletti, medico e responsabile dell’Uscar, l’ unità speciale della Regione Lazio spiega che al momento non ci sono allarmi. La curva epidemica è sotto controllo ma bisogna tenersi pronti.
Il pericolo attuale sono i contagi nelle famiglie. I cluster familiari infatti potrebbero avere un effetto simile a quello che le case di cura hanno avuto nella prima ondata facendo esplodere i contagi. L’unica misura efficace può essere l’isolamento per i contagiati e gli asintomatici: «Perchè – precisa Bartoletti al Messaggero – solo con una diagnosi rapida possiamo controllare la trasmissione all’interno dei nuclei familiari. Ormai è chiaro che questo virus cambia – spiega – dobbiamo farci trovare pronti a cambiare il protocollo di intervento e la strategia»:
L’ipotesi è procedere con “mini lockdown”. Piccole zone rosse come strade e palazzi dove isolare le famiglie o i pazienti che risulteranno contagiate: «Il piano – sottolinea il responsabile Uscar – è quello di isolare i nuclei familiari e i possibili contatti. In questo momento ci sono diversi cluster che stiamo seguendo, in molti casi si tratta di parenti che si sono contagiati tra loro. Stiamo cercando di contenerli. Per questo stiamo valutando delle “mini” chiusure a zona». Un aumento del numero dei malati, è previsto, ancora, nella prima settimana di ottobre: «L’attenzione ora è nelle scuole – prosegue Bartoletti – sono riprese il 14 settembre. Per capire cosa sta accadendo dobbiamo però attendere almeno 20 giorni. Intanto dobbiamo prepararci con i test e non dimenticare tutte le norme del distanziamento sociale. I ragazzi potrebbero contagiarsi tra loro, con gli insegnanti e poi una volta in casa, infettare i genitori. L’attenzione – dice – deve restare alta».
C’è poi un ulteriore questione: le prime influenze stagionali sono già arrivate con il rischio che possano confondersi con il Covid. «Abbiamo già registrato i primi casi di “rotavirus”, la febbre, ma ora più che mai – aggiunge Bartoletti – dobbiamo essere in grado di distinguere una normale influenza dal coronavirus anche per non sovraccaricare i laboratori. Non appena si registra la temperatura sopra la medi, viene ordinato il test o il tampone. Anche in questo caso, la sola possibilità per non essere travolti da una nuova ondata, è essere rapidi nelle diagnosi e organizzati». Sono comunque partite le prime vaccinazioni contro le infezioni stagionali: «L’obiettivo è di essere preparati e organizzare un piano di intervento che tenga conto non solo delle cure, ma anche della prevenzione».
Ieri nel Lazio si sono registrati 195 nuovi casi di positivi al Coronavirus. Ben 135 solo a Roma. Il presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, Antonio Magi ieri spiegava: “Siamo preoccupati perché l’aumento di casi positivi nel Lazio è rilevante, cosi’ come è rilevante l’incremento nelle terapie intensive: siamo passati in poco tempo da 6 pazienti a 30. Sospettavamo un aumento dei contagi in famiglia causato dai giovani di rientro dalle vacanze, tanto è vero che si sta lentamente alzando l’età media dei positivi- ha continuato Magi- Questa volta, però, conosciamo meglio il virus, sappiamo come intervenire per gestire la malattia anche a domicilio. Le strutture non sono in sofferenza, i posti letto in terapia intensiva ci sono. Ma se i numeri continueranno ad aumentare, allora la preoccupazione sara’ maggiore”.
Ma allora perché i casi aumentano?
«Molti sono la coda delle vacanze, soprattutto i rientri dalla Gallura. Dal 16 agosto, da quando abbiamo iniziato a sottoporre a tampone negli aeroporti e nei drive in chi tornava dalla Sardegna, abbiamo contato 1.300 contagi, che sono entrati nelle famiglie. Poi c’è la ripresa delle attività, del trasporto pubblico, delle scuole». L’assessore D’Amato a Repubblica Roma spiega che la situazione potrebbe peggiorare, ma non paventa, per ora, mini lockdown:Come è la situazione nelle scuole?
«I contagi sono avvenuti fuori della scuola, per sport, feste, famiglia. Sono stati evidenziati perché sintomatici, con febbre superiore a 37,5».Farete tamponi agli studenti?
«Sì. Oggi partono i primi tamponi rapidi antigenici nel liceo scientifico Vian ad Anguillara. Dalla prossima settimana daremo il via ai test salivari in tutte le scuole del Lazio. Cominceremo dagli istituti dove sono stati evidenziati i contagi, poi a rotazione li faremo in tutti. Venerdì lo Spallanzani licenzierà questo tipo di tampone rapido che prevede la risposta in 30 minuti».E i romani che misure devono seguire?
«Le stesse; mascherina, lavaggio frequente delle mani, distanza». Mascherina anche all’aperto? «Sì, e potrebbe diventare obbligatorio se la situazione peggiora».Lei crede che possa peggiorare?
«È possibile. Andiamo incontro alla brutta stagione».
Articolo di NextQuotidiano.it