Alcuni cani addestrati all'aeroporto di Helsinki sembrano riconoscere i casi di covid (anche asintomatici!) con una certa accuratezza. Come fanno? I passeggeri dell'aeroporto di Helsinki (Finlandia) che vogliono sottoporsi ai controlli anti-covid hanno in questi giorni la possibilità di scegliere un test più piacevole del classico tampone, che vede protagonisti quattro cani e il loro fiuto sopraffino. I quadrupedi fanno parte di un programma pilota dell'Università di Helsinki per capire se i cani possano percepire all'olfatto un'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 in corso, ed essere impiegati nelle attività di screening. Finora i risultati sono incoraggianti: secondo gli scienziati a capo della ricerca i cani potrebbero costituire un valido aiuto per test rapidi, efficaci e accurati. QUESTIONE DI NASO. Il test dura circa un minuto. Ai viaggiatori, viene chiesto di asciugarsi il sudore del collo con un'apposita salvietta, che viene poi riposta in una scatola e collocata dietro a una parete scura, insieme ad altre sostanze odorose usate come controllo. Qui inizia il lavoro dei cani: se il campione appartiene a un passeggero affetto da covid, Fido se ne accorge in una decina di secondi e si mette a guaire o a toccare con le zampe la parete. Se il "test" è negativo, l'animale non mostra alcuna reazione.
Nelle loro prime prove "sul campo", i cani hanno fiutato i casi positivi con un'accuratezza del 100%, anche quando asintomatici: sembrano infatti riconoscere la malattia in una fase ancora più precoce rispetto ai tamponi analizzati con la tecnica della PCR, e ci riescono a partire da un campione più piccolo (bastano 10-100 molecole contro le 18 milioni necessarie di solito).
COME FANNO? L'olfatto canino che negli aeroporti viene già usato per sniffare la presenza di esplosivi, droghe e materiali di contrabbando viene anche impiegato con successo per individuare i casi di diabete, malaria e alcuni tipi di cancro. Durante la pandemia, agli scienziati che lavorano in questo campo è quindi venuto spontaneo provare ad addestrare i quadrupedi a riconoscere l'infezione da CoViD-19, abituando gli animali a fiutare sudore e urina dei pazienti contagiati e a ricevere un premio ad ogni individuazione corretta. Lo scorso luglio, un gruppo dell'Università di Medicina Veterinaria di Hannover (Germania) aveva scoperto che dopo un training di una settimana, i cani distinguono i campioni di saliva infettata da SARS-CoV-2 con un'accuratezza del 94%.
LA COVID HA UN ODORE SPECIFICO? È chiaro insomma che i cani fiutano qualcosa. Che cosa, esattamente, non si è ancora compreso. Diversi gruppi di scienziati stanno cercando di capire se le persone affette da covid emettano un odore riconoscibile (come accade a chi soffre di altre malattie, come il Parkinson). Uno studio francese pubblicato a giugno aveva concluso che la fragranza corporea di chi è affetto da CoViD-19 cambia in un modo che i cani potrebbero percepire.
Entro fine novembre, i cani in forze nello scalo di Helsinki potrebbero diventare una decina, ma esperimenti simili sono in corso anche in Francia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna e a Dubai. Dato il numero comunque limitato di cani e addestratori, non possiamo pensare che questo divenga il metodo di screening principale, ma potrebbe semplificare le cose in futuro nei contesti affollati - se mai ritorneremo a muoverci nelle folle.
Articolo di ELISABETTA INTINI per Focus.it