E perché è più che sufficiente per rimuovere il virus dalle nostre mani: un piccolo ripasso di chimica, insomma. Una delle indicazioni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le istituzioni italiane stanno diffondendo per contrastare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2) è lavarsi le mani spesso, a lungo e per bene, con acqua e sapone. Si può usare anche un disinfettante a base alcolica, nel caso non si abbia a disposizione l’acqua corrente, ma il sapone resta la scelta migliore perché fa benissimo il suo lavoro.
Le molecole di sapone, una volta in acqua, si comportano come ioni negativi e si possono considerare divise in due parti: una “coda” formata da atomi di idrogeno e carbonio (si chiama così per la sua struttura allungata) e una “testa” carica negativamente. La coda è idrofoba, cioè respinge l’acqua, mentre la testa è idrofila: la sua carica negativa fa avvicinare gli atomi di idrogeno delle molecole d’acqua e fa sì che acqua e sapone si possano mescolare. A livello molecolare ciò che succede è che le molecole di sapone formano delle piccole sfere, dette micelle: la superficie esterna è costituita dalle teste idrofile delle molecole, mentre le code idrofobe stanno all’interno delle sfere, per “sfuggire” all’acqua.
Quando acqua e sapone entrano in contatto con altre sostanze, per esempio lo sporco che si accumula sulle mani, quello che succede è che lo sporco, in quanto sostanza grassa, viene inglobato nelle micelle. Le sostanze idrofobe sono generalmente anche lipofile, cioè si legano bene ai grassi: le code idrofobe del sapone circondano lo sporco, mentre le teste idrofile rimangono all’esterno delle particelle inglobate. Dato che continuano a stare bene con l’acqua, quando ci si risciacqua le mani sporco e sapone insieme se ne vanno.
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dall'articolo de IlPost.it