Come fare per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori nella grande distribuzione in una fase in cui i contagi continuano ad aumentare e mancano alcune precauzioni fondamentali? Anche i cittadini devono fare la loro parte. Neanche il nuovo Dpcm chiuderà i supermercati che, quindi, insieme ad altre attività essenziali come le farmacie, rimarranno aperti. Non potrebbe essere altrimenti: in assenza di un sistema di consegna a domicilio gratuito e diffuso su tutto il territorio, andare al supermercato resta l’unico modo per procurarsi del cibo. Oggi più che mai, però, nel focolaio dell’epidemia di coronavirus in Lombardia e a Milano, è a rischio la salute dei commessi e dei lavoratori, che ogni giorno mandano avanti la grande distribuzione e che, come i medici, le infermiere e le forze dell’ordine, sono esposti quotidianamente al rischio del contagio.
Si tratta di un rischio concreto, considerando i buchi che lamentano i sindacati di categoria nel sistema delle precauzioni messe in campo dalle aziende. In un contesto, va detto, in cui è difficile reperire materiale sanitario anche per gli ospedali. «La paura inizia subito quando entro nel mio posto di lavoro, salendo negli spogliatoi dove dobbiamo cambiarci in uno spazio ristrettissimo. Mantenere le distanze diventa difficile», racconta Luisella, 49 anni, cassiera in un grande supermercato nel centro di Milano. «Non vedo sanificazione: mentre nel supermercato c’è più attenzione, negli spogliatoi no».
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dall'articolo di Riccardo Liberatore per Open.online