L’ultima fake news. Un piano giallorosso contro la Raggi. Poteri forti scatenati contro la sindaca di Roma. Veleni montati ad arte per attaccarla
L'ultima bufala sui 5S ha dell'incredibile: c'è un patto tra M5S e Pd per far saltare la ricandidatura della Raggi in cambio della presidenza alla Regione Lazio. Naturale che così gli elettori fuggano dal Movimento. Altro colpo basso nei confronti di Virginia. Non c’è mai stato un sindaco di Roma così inviso ai poteri forti come la Raggi. La notizia di una sua ricandidatura ha mandato nel panico salotti e caminetti romani. Ecco così, subito dopo l’election day e il rafforzamento del Governo giallorosso, il retroscena giornalistico di un accordo tra dem e pentastellati per far fuori dalle elezioni del 2021 la prima cittadina. Niente di più falso. L’ipotesi è stata smentita immediatamente e con forza dal Movimento 5 stelle e dalla stessa sindaca.
Elezioni regionali e referendum, ultime notizie: alle ore 12 affluenza sopra il 12%
Ore 13,45 – Affluenza, dato consolidato: alle 12 ha votato il 12,24% per il referendum e il 12,76% per le elezioni regionali – Sono disponibili i dati consolidati sull’affluenza alle urne aggiornati alle ore 12 (il dato – fornito dal Viminale – tiene conto di tutti i seggi sul territorio nazionale). Per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari ha votato il 12,24% degli aventi diritto. Per le elezioni regionali si è presentato alle urne in media il 12,76% dei votanti: 11,32% in Campania, 13,95% in Liguria, 12,04% in Puglia, 14,75% in Veneto, 17,66% in Toscana, 13,43% nelle Marche, 17,66% in Valle d’Aosta.
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A Firenze per la Ceccardi. Destre unite solo per un giorno. La coalizione punta al colpaccio per la spallata a Conte. Ma dal referendum al Mes sono divisi su tutto
E’ un testa a testa sofferto e al fotofinish quello tra il candidato a governatore della Toscana sostenuto dal centrosinistra, Eugenio Giani, e la candidata leghista, sostenuta dal centrodestra Susanna Ceccardi (nella foto). E proprio su quest’ultima i tre leader della coalizione hanno deciso di puntare le fiches, presentandosi in blocco alla manifestazione di chiusura della sua campagna elettorale ieri in piazza della Repubblica a Firenze. Sul palco Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Silvio Berlusconi, ancora convalescente per il Covid, che è intervenuto telefonicamente. A pochi metri di distanza e più o meno alla stessa ora, le 18 e 30, in piazza Santissima Annunziata il centrosinistra ha chiamato a raccolta i suoi (c’era Matteo Renzi, per ovvi motivi, ma non il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, presente però in Toscana il giorno prima per un tour elettorale), per sostenere il comizio del vice presidente uscente del consiglio regionale Giani. Conservazione verso cambiamento, dunque, il certo per l’incerto, in una regione che incrollabile roccaforte rossa lo è sempre stata e rischia di non esserlo più. Firenze caput mundi per un giorno, in una regione che viene indicata da più parti come l’Ohio italiana: non si decidono le sorti dell’elezione alla presidenza come negli States, ma l’esito della consultazione avrà comunque un risvolto importante per molti attori politici.
Marco Baruffaldi e la lotta contro il bullismo.
Nella vita esistono una serie di piaghe che distruggono il benessere comune che ci fanno pensare male della vita, creano delle barriere insormontabili, una di queste è il bullismo che ci fa ascoltare delle storie davvero assurde e surreali. Vite rovinate, famiglie distrutte, individui che smettono di vivere una serenità quotidiana spezzata dalla cattiveria orrenda di quei bulli che non si curano del benessere comune, del diritto di ognuno di noi di condurre una vita felice. In questo articolo non siamo qui però a parlare di come il bullismo distrugge la vita delle persone, siamo qui a parlare di quegli eroi che combattono questa orrenda piaga, prendono il toro per le corna e diventano un esempio di coraggio da seguire. Lui è Marco Baruffaldi un ragazzo down che con la sua musica e le sue iniziative ha intrapreso una vera e propria battaglia. Marco è un musicista di grande spessore oltre che una persona sensibile e piacevole, un ragazzo che ha subito bullismo e che grazie alla sua musica ha trovato il coraggio di rialzarsi e di dare forza a coloro che purtroppo si trovano a combattere questa atroce battaglia.
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LEGA, l’alert dell’Antiriciclaggio: “Al partito di Salvini 100mila euro dalla società del cognato di Galan. Che ha una produzione da 20mila”
Tra le carte dell'indagine della Guardia di Finanza sui commercialisti del Carroccio ci sono anche diverse segnalazioni dell'Uif, l'Unità di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia. Alcune si concentrano sui movimenti di un conto corrente del partito, al quale arrivano erogazioni liberali anche da Coseco, del cognato dell'ex governatore del Veneto: ha donato cinque volte il valore della sua produzione annuale. Centomila euro di erogazione liberale da una società che però, nei bilanci, annota come valore della sua produzione annua poco più di ventimila euro. Come se uno facesse diecimila euro di beneficienza, guadagnandone duemila. C’è anche questo nelle migliaia di pagine dell’indagine sui commercialisti della Lega, finiti ai domiciliari con l’accusa di aver venduto a prezzo “gonfiato” un capannone dalle parti di Cormano, periferia nord di Milano.
Vota Antonio!
Chissà quanti cittadini se ne staranno spaparanzati sul divano anche questa volta. Senza rendersi conto della scelta politica che in realtà compiono aderendo al grande partito degli astensionisti. Un partito invisibile e silenzioso ma drammaticamente decisivo. Tra loro molti pigri ma anche tanti menefreghisti. Cittadini che una vita pubblica non la vogliono. Gli basta quella privata e così si tengono alla larga da una politica che gli fa ribrezzo o addirittura paura. Troppo astio, troppa volgarità, troppa ipocrisia che sgorga dalla bocca di certi leader e dalle pagine di certi giornali. Con a questo giro pure la scusa del virus per lavarsene le mani. Per ora la maggioranza dei cittadini italiani si reca ancora alle urne anche se con motivazioni sideralmente divergenti. Vi sono quelli che votano lo stesso partito da sempre. Magari quello dei loro genitori o nonni. Clienti fissi che in genere seguono poco l’attualità perché per loro il voto è più che altro un modo per riaffermare la propria identità. Nera, rossa, violacea. Sono gli elettori che permettono ai poltronosauri di vantare carriere giurassiche perché qualsiasi porcheria combinino li votano lo stesso. Per fortuna questi elettori son sempre meno.
Salvini e la foto degli studenti seduti per terra (ma sui vetri c’è il riflesso dei banchi)
Ieri Matteo Salvini ha pubblicato su Twitter una foto di studentesse sedute per terra in una scuola, con libri e quaderni poggiati sulle sedie, commentando “La scuola ai tempi della Azzolina…”. Il segretario della Lega (che ovviamente, non dice dove questo disagio si sarebbe verificato) Salvini pubblica su Twitter una foto di studenti seduti per terra, ma il fotografo dimentica le finestre aperte e sui vetri si vedono riflessi i banchi. Dietro la fila di ragazze sedute per terra. tutte, toh, nella identica posizione (è quello che di solito accade quando un fotografo allestisce un set e impartisce le direttive ai soggetti da fotografare) si vede una ragazza tranquillamente seduta al suo banco. Si tratta di una bufala? Lasciando aperte le finestre dell’aula, i vetri hanno riflesso quello che l’obiettivo non inquadrava. E cosa si vede riflesso? Altri studenti, regolarmente seduti al loro banco. Perché sono stati inquadrati solo quelli per terra? Si potrebbe pensare che si è voluta far vedere solo una parte della realtà. Ieri, la propaganda social di Salvini si è letteralmente scatenata in vista delle elezioni amministrative
Taglio dei parlamentari: ecco cosa prevede la riforma e come funziona il referendum
Il 20 e 21 settembre è in programma un referendum costituzionale attraverso il quale i cittadini italiani saranno chiamati a confermare o meno la riforma sul taglio dei parlamentari approvata dal Parlamento nel 2019: di seguito, nel dettaglio, viene spiegato cosa prevede la legge, qualora dovesse entrare in vigore, e come funziona il quesito referendario. Cosa prevede la riforma sul taglio dei parlamentari. Approvata in via definitiva dal Parlamento l’8 ottobre 2019, quando la Camera con 553 voti favorevoli e 14 contrari ha dato il via libera alla legge, la riforma prevede un taglio dei parlamentari dagli attuali 945 a 600. I componenti elettivi di Camera e Senato si riducono del 36,5 per cento con 230 deputati e 115 senatori in meno. I deputati, infatti, scendono dagli attuali 630 a 400, mentre i senatori calano dagli attuali 315 a 200. Qualora la riforma venisse confermata, dunque, cambierebbe il rapporto tra parlamentari eletti e abitanti con l’Italia che diventerebbe uno dei Paesi con la peggior rappresentanza in Europa.
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La ministra Azzolina nel mirino degli hacker. Colpiti i social e le strutture informatiche del ministero dell’Istruzione
Dopo le furiose polemiche politiche per la riapertura delle scuole, ci mancava solo l’attacco hacker nei confronti del ministro Lucia Azzolina. Eppure è proprio quello che è accaduto ieri quando alcuni cybercriminali hanno colpito i profili social della grillina e anche le strutture informatiche del Ministero dell’Istruzione. Un assalto che, stando a quanto trapela in queste ore, sarebbe iniziato almeno due giorni fa e che è stato denunciato alla Polizia Postale che ha immediatamente iniziato ad indagare. Attacchi portati avanti con incalcolabili richieste di cambi di password o azioni per introdursi nella gestione dei profili social e delle caselle email, che sono avvenuti proprio all’avvio del nuovo anno scolastico. Una curiosa coincidenza che, comunque, non ha intimorito la Azzolina. Anzi, con un post su twitter, la ministra dell’Istruzione ha dichiarato che “non ci spaventiamo e non ci faremo fermare neanche da questo tipo di aggressioni.
Referendum: con il Sì rimettiamo al centro i cittadini
In queste settimane il dibattito sul referendum è stato molto ampio e credo che i cittadini siano dalla parte di chi ben ha spiegato le ragioni del sì. Lo abbiamo visto nelle piazze, giorno per giorno, dove in ogni occasione i cittadini ci hanno dimostrato che stiamo andando nella giusta direzione. Quest’anno abbiamo affrontato una crisi enorme che sotto moltissimi punti di vista ci ha messo di fronte a scelte che non avremmo mai pensato di dover fare. Il nostro Paese ha reagito e il suo storico ‘immobilismo’ burocratico e procedurale è stato stravolto da eventi più grandi. Credo, facendo un parallelo, che sia anche giunto il momento di scegliere di avere una rappresentanza democratica più snella e forte. Seicento parlamentari elettivi sono un numero adeguato per rappresentare tutte le idee politiche degli italiani e tutti i territori di cui il nostro Paese si compone. Il Parlamento sarà più efficiente, il dibattito più concentrato sul merito delle questione e i parlamentari saranno più riconoscibili, più responsabili verso gli elettori, più capaci di rappresentarli e dunque più forti nei confronti del Governo.
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Referendum, l'Agcom ha ordinato a Rai, Sky e La7 di assicurare il riequilibrio delle posizioni nei notiziari e nei programmi
L’Agcom con una delibera ha ordinato alla Rai di «procedere nei notiziari diffusi dalle testate ad essa facenti capo ad una immediata e significativa inversione di tendenza garantendo un’informazione equilibrata e un effettivo e rigoroso rispetto del principio della parità di accesso e di trattamento tra i soggetti politici». Agcom ha anche chiesto «l’equa rappresentazione di tutte le opinioni politiche, nel rispetto dell’autonomia editoriale e giornalistica e della correlazione dell’informazione ai temi dell’attualità e della cronaca politica, nonché la puntuale distinzione tra l’esercizio delle funzioni istituzionali, correlate alla completezza dell’informazione, e l’attività politica in capo agli esponenti del Governo nei termini di cui in premessa, evitando sovraesposizioni ingiustificate». La delibera ha lo scopo «di garantire la correttezza dello svolgimento della rappresentazione delle posizioni politiche e istituzionali e del confronto politico, su cui si fonda il sistema democratico, in considerazione in particolare dell’imminente chiusura della campagna elettorale».
La voce dei padroni dei giornali: “Voto No perché non voglio più vedere i 5Stelle”
La voce dei padroni squilla forte e chiara a edicole unificate. “No”, dice il Sole 24 Ore (Confindustria). “No”, tuonano Repubblica, Stampa, Espresso, Secolo XIX, Huffington Post e giornali locali Finegil (Agnelli-Elkann-Fca). “No”, strilla il Giornale di B.. “No”, ripetono Messaggero, Mattino e Gazzettino (Caltagirone). “No”, pigola Domani, giornale senza padroni nel senso che ne ha uno solo (De Benedetti). “No”, spara Libero (Angelucci). “No”, ringhia il Riformista (Romeo). “No”, fa eco Avvenire (vescovi). I problemi nascono quando lorsignori devono spiegare perché mai si oppongano alla riduzione dei parlamentari, promessa e voluta da tutti per 40 anni, in linea col resto d’Europa: si arrampicano sugli specchi, violentano la logica, dicono e contraddicono, sommano le mele con le patate, agitano fantasmi e spaventapasseri, sparano supercazzole che oggi Zagrebelsky smonta a una a una nella magnifica intervista a Silvia Truzzi (pagine 2 e 3). Più parlano e meno convincono. Perché si capisce benissimo che dietro i loro No non c’è né la difesa della Costituzione, della democrazia, del Parlamento, della rappresentanza, dei territori, del popolo, tutti valori che la riforma non sfiora neppure.
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L’incubo Covid sul voto, gli scrutatori “scappano” dai seggi: boom di rinunce in Puglia e Liguria
L’incubo Covid-19 rischia di complicare non poco il voto di domenica 20 e lunedì 21 settembre. Nelle ultime ore si segnala un elevato numero di rinunce da parte di scrutatori e presidenti di seggio, che temono il contagio. Le prefetture sono al lavoro per sopperire alle assenze attingendo agli elenchi delle “riserve” oppure affidandosi ai volontari della Protezione civile. Ma si temono lunghe code ai seggi e rallentamenti nelle operazioni di spoglio delle schede elettorali. Domenica e lunedì, come noto, l’Italia è chiamata alle urne per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Si vota anche per sette elezioni regionali e per le amministrative in oltre mille Comuni. Il protocollo anti-Covid prevede accessi contingentati, percorsi distinti di entrata e di uscita, distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori, oltre ovviamente all’uso della mascherina (che dovrà però essere momentaneamente tolta al momento del riconoscimento). Le precauzioni di legge, tuttavia, non sembrano aver tranquillizzato molti degli scrutatori.
Inchiesta sui fondi della Lega. Soldi anche a Morisi e Foa junior. Fondi sospetti usati per pagare lo staff di Salvini. Si stringe il cerchio dei magistrati attorno al Capitano
C’è da chiedersi per quanto tempo sarà ancora possibile bollare l’inchiesta sui fondi della Lega come una bazzecola. Già perché partita dall’immobile di Cormano, acquistato a prezzo gonfiato dalla Lombardia film commission, l’indagine continua ad ingrossarsi tanto che ora spunta una nuova segnalazione di operazioni sospette, redatta dall’Uif di Bankitalia nel 2019, in cui si legge che: “Operatività non coerente è stata rilevata tra diverse società, coinvolte nei più disparati settori economici e spesso con lo stesso indirizzo, e il partito politico Lega Nord” molte delle quali “riconducibili a (…) dottori commercialisti” di Bergamo e Milano. E poi, prosegue l’atto: “Operazioni di accredito, spesso connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, (…) seguite da operazioni in segno contrario in favore di professionisti e società sempre riconducibili al (…) partito politico”. Nel rapporto si sottolinea anche che “a fronte di fondi ordinati” dal partito e “dal gruppo Lega Salvini premier” a favore di entità collegate “sono stati disposti pagamenti a favore di Luca Sostegni”, ossia il presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri.
Dal Recovery Fund a Dublino. La svolta della von der Leyen porta la firma dei 5 Stelle
L’Italia canta vittoria in Europa. Anche i partiti più euroscettici e sovranisti devono ammettere che l’epoca dell’austerità e delle spallucce di Juncker è dimenticata, e con la presidenza della von der Leyen il nostro Paese ha un ascolto mai visto prima. Dal superamento del regolamento di Dublino che ci ha ridotto a campo di accoglienza dei migranti in transito verso qualunque confine d’Europa, al pieno di miliardi del Recovery Fund, il conto tra dare e avere con Bruxelles è per la prima volta positivo. Ma se abbiamo ottenuto questa svolta non è per caso. A far eleggere la von der Leyen e a dare di conseguenza un peso specifico enorme al nostro premier Conte, è stata la decisione in quel momento sorprendente dei Cinque Stelle. Pur arrivando all’Europarlamento sull’onda di una proposta politica fortemente eurocritica (all’epoca a Palazzo Chigi era in piedi la maggioranza gialloverde), la delegazione di 13 eletti M5S ebbe il coraggio di rompere con i colleghi leghisti, che all’ultimo momento decisero di restare all’opposizione, preferendo diventare marginali insieme alla Le Pen e all’estrema destra. Da quella scelta Salvini ricavò un rilevante dividendo politico, continuando a sbraitare contro l’Europa arcigna e anti-italiana, quando invece le cose stavano cambiando e adottando la linea del dialogo ci preparavamo a portare a casa i primi veri risultati.
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Scuole senza prof: perché l’assegnazione delle cattedre è (anche quest’anno) in ritardo
Dalle "cattedre vuote" alle nomine dei supplenti, dalle call veloci ai "contratti Covid", il punto su cosa sta succedendo nelle scuole italiane. Sta per chiudersi la prima settimana di scuola dopo la sospensione delle lezioni in aula dovuta all’emergenza Covid-19. Il ritorno in classe degli studenti, atteso e temuto, è avvenuto in gran parte del Paese lo scorso 14 settembre (anche se alcune regioni hanno preferito attendere il 24 settembre per prepararsi al meglio ed evitare di chiudere e riaprire in occasione delle votazioni del 20 e 21 settembre). In questa prima settimana tra i temi ancora aperti sull’organizzazione scolastica c’è quello delle cosidette “cattedre vuote”, ovvero dei posti mancanti nell’organico scolastico, destinati a essere coperti da docenti precari con contratti di supplenza a scuola già iniziata. Non si tratta in realtà di una questione nuova: ogni anno, sistematicamente, alcuni posti disponibili per le immissioni in ruolo rimangono vacanti. Ma per quali ragioni? Di quanti posti si tratta esattamente quest’anno? Quando e come saranno coperti? È corretto parlare di boom di supplenti? Come ha influito l’emergenza Covid-19 sulla questione? TPI ha provato a rispondere a queste domande e a fare il punto della situazione.
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Paracadutati in Parlamento. E la chiamano rappresentanza. Dalla Boschi a Salvini, Boldrini, Rotondi, Siri & C. Eletti a centinaia di chilometri dal proprio territorio
Alla Camera dei deputati come al Senato sono circa una sessantina i casi in cui i parlamentari appartenenti ad un determinato territorio sono stati eletti da tutt’altra parte. Tagliare il numero dei parlamentari? Non sia mai, verrebbe meno la rappresentanza del territorio. E’ una delle principali obiezioni dei fautori del no al referendum che si voterà domani e lunedì. Gli italiani saranno chiamati a decidere se ridurre i 630 deputati a 400 ed i 315 senatori a 200. Sembrerebbe anche un’obiezione corretta, se non fosse che alla Camera dei deputati come al Senato sono circa una sessantina i casi in cui i parlamentari appartenenti ad un determinato territorio sono stati eletti da tutt’altra parte. La più nota? è la toscana Maria Elena Boschi di Italia Viva che da Arezzo è stata eletta in Trentino Alto Adige. Oppure un parlamentare di lungo corso come Gianfranco Rotondi, nato ad Avellino, ed eletto in Abruzzo che alla Notizia dichiara che non importa quale sia il territorio che si rappresenti, l’importante è farsi portavoce delle esigenze. E di fatto in passato è stato candidato anche in regioni come la Lombardia. Ma allora la rappresentatività che fine ha fatto? Poi ancora Lucia Annibali di Italia Viva, nata ad Urbino ed eletta in Veneto. Oppure Laura Boldrini del Partito democratico, nata a Macerata, eletta in Lombardia e residente a Mergo (Ancona). Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, nato a Pisa, eletto in Piemonte e residente a Foligno (Umbria). Anche i senatori non sono da meno. E’ il caso di Teresa Bellanova di Italia Viva, nata e residente a Lecce ma eletta in Emilia Romagna. Oppure Giulia Bongiorno della Lega, nata a Palermo, candidata ed eletta in Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio e Sicilia, alla fine proprio per la regione natia sebbene residente a Roma. Seguendo l’esempio del leader della Lega, Matteo Salvini, nato e residente a Milano ma pluricandidato, oltre che in Lombardia, anche nel Lazio, in Liguria, Sicilia e Calabria, dove alla fine è stato eletto. Ma non finisce qui. Giovanbattista Fazzolari, di Fratelli d’Italia, nato a Messina eletto in Piemonte e residente a Fiumicino. Ancora, Gaetano Quagliarello, del gruppo misto, nato a Napoli, eletto in Abruzzo e residente a Roma. Ma anche il leghista Armando Siri, che in questi giorni ha ben altri grattacapi a cui pensare (l’inchiesta di Milano nella quale è indagato per corruzione), nato a Genova, eletto in Emilia Romagna e residente a Milano.
Castaldi (M5S): “Su Colleferro e il reddito di cittadinanza strumentalizzazione penosa. Ma i controlli devono aumentare”
“Far passare chi prende il reddito di cittadinanza per un delinquente è pietoso, perché questo accade quando gli episodi di cronaca vengono strumentalizzati a scopo politico e si stravolge il senso delle cose”. A parlare a TPI è Gianluca Castaldi, senatore M5S e Sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, che dice la sua sul polverone innescato dalla notizia del reddito di cittadinanza indebitamente percepito dai 4 aggressori di Willy Monteiro Duarte. I fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia percepivano il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto. I quattro sono stati così denunciati alla Procura della Repubblica di Velletri e segnalati all’Inps di Colleferro per il recupero delle somme indebitamente percepite. Una notizia che ha trovato eco nell’opinione pubblica e che ha scatenato l’indignazione di alcuni esponenti politici.
Inchiesta sui fondi della Lega, operazioni sospette tra società e partito: “Anche per pagare lo staff di Salvini”
Alcuni dei movimenti sospetti che sono al centro dell’inchiesta sui fondi della Lega sarebbero serviti per pagare anche lo staff di Matteo Salvini, in particolare la cosiddetta “bestia”, vale a dire i collaboratori che si occupano dei social. È quanto emerge da una informativa di Bankitalia e finita agli atti dell’inchiesta milanese sulla Lombardia Film Commission. I soldi serviti per pagare tra gli altri Luca Morisi, Matteo Pandini e Leonardo Foa (figlio quest’ultimo del presidente della Rai) non sarebbero stati drenati da quelli usati per pagare il capannone di Cormano, ma arriverebbero da altri società, tra cui la Valdolive, una società del settore pubblicitario già comparsa negli atti dell’inchiesta. “Operatività non coerente rilevata tra diverse società, coinvolte nei più disparati settori economici e spesso con lo stesso indirizzo, ed il partito politico Lega Nord” molte delle quali “riconducibili a (…) dottori commercialisti” di Bergamo e Milano. E poi “operazioni di accredito, spesso connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, (…) seguite da operazioni in segno contrario in favore di professionisti e società sempre riconducibili” al movimento.
Basta falsità nei confronti del MoVimento 5 Stelle. Grillo e Di Maio pubblicano il video che smentisce l’aggressione all’inviato di Rete4
Il fondatore del Movimento Cinque Stelle era stato accusato da diversi media di aver aggredito, sulla spiaggia di Marina di Bibbona, l'inviato della trasmissione "Dritto e rovescio" condotta da Del Debbio. “Beppe non è mai stata una persona violenta e questo video, diffuso qualche ora fa proprio da lui, lo dimostra. L’attacco che gli è stato rivolto nei giorni scorsi è vergognoso. Basta falsità e aggressioni nei confronti del MoVimento 5 Stelle”. E’ quanto scrive su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, pubblicando il video che scagiona il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, dall’accusa, che gli era stata rivolta da diversi media, di aver aggredito, sulla spiaggia di Marina di Bibbona, l’inviato della trasmissione di Rete4 Dritto e rovescio, Francesco Selvi. Il video inizia con la frase: “Attenzione! Le immagini che seguono potrebbero urtare la sensibilità dei giornalisti onesti”. “Quanto svelato dalle telecamere di sorveglianza rivelano la bassezza – scrive il Movimento Cinque Stelle -, la frode e la totale decadenza a cui è arrivata la presunta informazione targata Del Debbio e Retequattro.
COVID D’OLTRALPE SEMPRE PEGGIO. Francia: più di 10.000 contagi. Regno Unito: lockdown per 10 milioni di cittadini
Salgono drasticamente i contagi in Francia e nel Regno Unito, dove vengono istituiti nuovi lockdown locali. La crisi da coronavirus in Francia è sempre più allarmante. Nelle ultime ventiquattro ore sono state infatti registrati più di 10.000 nuovi contagi (10.593, per la precisione). Le vittime sono 50, per un totale di 31.095. Situazione in crescita rispetto a ieri, quando i casi si fermavano a poco meno di 9.800. Non migliore la situazione nel Regno Unito. Seppur i positivi odierni si fermano a quota 3.395 (tanti, ma non quanto i francesi) e i decessi sono 21, a preoccupare sono i focolai locali. Dalla mezzanotte di oggi, quasi dieci milioni di persone saranno nuovamente in lockdown, come riporta il Corriere della Sera. Nel resto del paese pub e ristoranti sono le attività più colpite, costrette a chiudere non oltre le dieci di sera e non sarà possibile incontrare più di sei persone.
Sciacalli bocciati.
Scommettevano sul disastro, volevano un disastro. Ed invece la scuola è ripartita alla faccia loro. Che ci fosse qualche disagio era annunciato e scontato visto le dimensioni del rientro e la sua complessità. Ma la macchina si è sostanzialmente rimessa in moto e gli sciacalli han dovuto accontentarsi delle briciole e di qualche bufala virale. Ci son rimasti male. Speravano nel caos in modo da ottenere il loro vero obiettivo e cioè la testa dell’Azzolina e magari pure di tutto il governo. In prima fila le opposizioni seguite a ruota dall’informazione lobbistica. Sempre più in sintonia nel tentare di boicottare il cambiamento e tornare ad una stagione per loro più redditizia. Tra tutti gli sciacallaggi che hanno costellato la pandemia italiana, quello sulla scuola è certamente il più vergognoso. Invece di dare una mano o perlomeno invece di non dare fastidio in una fase così delicata, gli sciacalli nostrani hanno passato mesi a spargere panico e malcontento e paure su una montagna di menzogne. Farneticando di lager e plexiglas e rotelle e classi pollaio e sicuri focolai in strutture fatiscenti.
Fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli: i genitori denunciati. “Devono restituire il RDC”
Ruggero Bianchi, il padre di Marco e Gabriele, arrestati con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Willy Monteiro Duarte, è stato denunciato per frode all’Inps, scrive Repubblica. E anche i genitori di Belleggia e Pincarelli sono sono stati segnalati alla procura di Velletri per lo stesso reato. La denuncia sarebbe arrivata «per aver omesso di indicare i dati dovuti creandosi in tal modo le condizioni per accedere al beneficio» del reddito di cittadinanza. Come si è arrivati a scoprire tutto? La Guardia di Finanza di Colleferro dopo l’omocidio di Willy Monteiro Duarte ha iniziato un’indagine dopo aver osservato il comportamento social degli arrestati. Il reddito di cittadinanza era stato richiesto e ottenuto da Ruggero Bianchi con un modello Isee che non corrisponderebbe ai veri redditi percepiti in famiglia. Ad esempio i figli venivano indicati a carico.
Perché votare Sì contro l’establishment e la monarchia editoriale
Che i diritti e gli interessi degli italiani siano scarsamente rappresentati da organi o poteri dello Stato è fuori di dubbio. Tuttavia, che il problema della rappresentanza venga posto da molti solo ora, ovvero alla vigilia del referendum sul taglio del numero dei parlamentari, è ridicolo. Vogliamo ragionare sul serio della questione della rappresentanza in Italia? Benissimo, facciamolo a tutto tondo, non solo adesso che sono in pericolo le carriere di politici terrorizzati dall’imminente riduzione di poltrone a loro disposizione. I politici italiani rappresentano idee e pulsioni dei cittadini che con il loro voto gli affidano l’onore di rappresentarli? Salvo rare eccezioni la risposta è no. E ciò non dipende dal numero degli eletti ma da due ormai preistoriche questioni che non sono state risolte: il ritorno alle preferenze e la soluzione dei conflitti di interessi. I parlamentari potranno essere 945, 600, 1500, 3500 ma fino a quando non verranno eletti direttamente dai cittadini ma nominati dalle segreterie dei partiti sempre pronte a premiare fedeltà e a punire l’indipendenza intellettuale, al Popolo verrà impedito di esercitare il potere ovvero il principio fondante della Democrazia resterà solo sulla carta. Inoltre fino a che non verrà impedito per legge a parlamentari o membri del governo di coltivare interessi personali accettando maxi-consulenze per loro o per i loro amici e familiari o barattando l’approvazione di una norma in cambio di una futura assunzione nel settore privato, la sovranità popolare resterà un concetto solo sbandierato durante le campagne elettorali. Sono soprattutto i conflitti di interessi a minare la possibilità da parte dei cittadini di vedersi riconosciuti quei diritti sanciti dalla Costituzione.
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Il vero sfregio alla democrazia sono le bufale del No. Ecco perché le obiezioni al taglio dei parlamentari non stanno in piedi
Quando Nilde Iotti sottolineava – già negli anni ’80 – come il numero di 945 parlamentari fosse eccessivo alla luce della creazione delle Regioni (1970), del Parlamento europeo, e di importanti corpi rappresentativi intermedi, buona parte degli italiani auspicava che le sue parole si trasformassero in realtà. Ma perché ciò avvenisse, benché praticamente tutte le forze politiche a turno si dicessero decise ad agire, è servito l’intervento del Movimento Cinquestelle. È bene ricordare che il taglio dei parlamentari su cui i cittadini si esprimeranno il 20 e 21 settembre, modifica un numero che non venne deciso dai padri costituenti, ma da una legge di riforma costituzionale voluta nel 1963 dalla DC di Fanfani, che tradì le parole di Luigi Einaudi sostenitore dell’inefficienza di assemblee legislative troppo numerose. Chiunque abbia un minimo di confidenza con il Parlamento, le commissioni, gli emendamenti e le problematiche che troppo spesso rallentano l’iter legislativo, sa benissimo che snellire non la democrazia, ma una macchina sovradimensionata ed inefficiente, farà solo bene all’Italia.
Il voto del M5S a favore di Ursula von der Leyen è stato vincente. Salvini e la Meloni sono i perdenti.
Oggi ci rendiamo conto che schierandosi a fianco di Ursula, facendole capire che solo col voto del MoVimento 5 Stelle, ago della bilancia, poteva arrivare a diventare la nuova presidente della Commissione europea, è stata una mossa vincente per i grillini e per Conte. La Lega e Fratelli di Italia, invece, si sono schierati contro la politica di Ursula von der Leyen. Ed oggi risultano perdenti... Ursula è il nuovo «cambiamento dell’Europa» per quanto riguarda la politica del Regolamento di Dublino che tanto ha penalizzato l'Italia. Conte ed il M5s hanno scelto l’Europa. Ed oggi l'Europa restituisce loro il favore. Eliminare il vecchio e tanto contestato Regolamento di Dublino, che costringe principalmente l'Italia a gestire l'eccessivo flusso di migranti, tanto nemico, almeno a parole, di Salvini e della destra, è oggi una grande vittoria invece per il Movimento 5 Stelle. Ciò dimostra che non sono le parole spesso dette al vento a vincere, ma una politica fatta di richieste valide, interventi nel parlamento europeo, incontri e discussioni portando avanti le proprie convinzioni. Non battute o proclami senza senso: i voti si conquistano con le azioni determinanti portate avanti per il bene della Nazione!
Migranti, assist di Ursula Von der Leyen all’Italia: “Aboliremo il Regolamento di Dublino”
È una vera e propria svolta quella di Ursula Von der Leyen (votata dagli europarlamentari del MoVimento 5 Stelle, contro: Lega e Fratelli di Italia - ndr) sul tema dei migranti con l’annuncio dell’abolizione del Regolamento di Dublino (adottato fin dal governo Berlusconi 2 con la Lega Nord - ndr) arrivato a sorpresa nella giornata di mercoledì 16 settembre nel corso del suo primo discorso sullo Stato dell’Unione dinanzi al Parlamento europeo, a Bruxelles. La presidente della Commissione Ue, che regala un prezioso assist all’Italia, uno dei paesi più penalizzati dal Regolamento di Dublino, ha dichiarato che il vecchio e tanto contestato Regolamento verrà sostituito da un “nuovo sistema di governance, avrà una struttura comune per quello che riguarda gli asili ed i rimpatri, ed avrà anche un meccanismo di solidarietà molto forte e incisivo”. La Von der Leyen, inoltre, ha ricordato che “La crisi migratoria del 2015” ha avuto gravi conseguenze che rappresentano “una ferita ancora aperta”. Con il Nuovo patto Ue per la migrazione e l’asilo, che la Commissione annuncerà la settimana prossima, “noi assumeremo un approccio umanistico e umano”, ha aggiunto.
Dai sovranisti abruzzesi zero aiuti alle imprese. La giunta Marsilio prima promette e poi dimentica aziende e partite Iva
Il contributo a fondo perduto promesso da Regione Abruzzo per imprese, esercizi commerciali e partite Iva non è ancora arrivato a destinazione. A denunciarlo il vicepresidente del Consiglio regionale abruzzese Domenico Pettinari (M5S). “Abbiamo circa 22mila partite Iva che aspettano ancora che l’ente regionale si dia una mossa”, ha detto. Tali ritardi non sono del resto una novità per la giunta sovranista di Marco Marsilio (Fratelli d'Italia), che persino sul Cura Abruzzo è ormai alla terza stesura, viste le precedenti bocciature del governo per mancanza di coperture finanziarie. La Regione dovrà modificare le correzioni delle revisioni già riviste. Non è uno scioglilingua, ma l’amara realtà di una proposta di legge regionale riproposta peggio di quella impugnata dal Consiglio dei ministri. “Ogni giorno annunci e vuota propaganda da tutto il centrodestra, eppure, a mesi di distanza dalla parte più acuta dell’emergenza, nessun abruzzese ha ricevuto un solo euro dal fondo perduto promesso dalla Giunta
LEGA, il commercialista intercettato: “Se parlo io è un bel casino. Mosse tonnellate di soldi”. L’ex centralinista: “Contabili avevano ufficio”
Francesco Bonora, per 17 anni centralinista nella storica sede del Carroccio, fa parte dei 77 dipendenti licenziati dal Centemero e Salvini: "Non dico cosa mi girano a leggere le notizie di questi giorni". Su Di Rubba e Manzoni: "Mi era stato detto chiaramente che potevano accedere agli uffici e infatti Salvini non ha potuto non ammettere che questi due li conosceva". Altro che i commercialisti “vicini” alla Lega. Altro che professionisti di “area Carroccio“. In via Bellerio, storica sede milanese della Lega, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni erano “praticamente di casa”. Di più: i due professionisti finisti agli arresti domiciliari avevano a disposizione “un ufficio d’appoggio” nella “casa” del partito di Matteo Salvini. “È per questo che non può fare finta di non conoscerli e deve manifestare fiducia nei loro confronti, nonostante siano ai domiciliari”, dice al fattoquotidiano.it Francesco Bonora, che nella storica sede del Carroccio ha fatto il centralinista per 17 anni lunghi anni: dal 1998 al 2015. Poi è stato licenziato insieme a 77 colleghi: quasi tutti i dipendenti del partito di Alberto da Giussano. “A cacciarci furono Centemero, Di Rubba, Manzoni e Giorgetti. E su Giorgetti invito a fare attenzione: lui nella Lega c’è, c’è sempre stato e sempre ci sarà. Anche dopo Salvini: non c’è dubbio. Si è già un po’ smarcato”, dice Bonora.
Arresti referendari
Tetragono sul Sì fino all’altroieri, confesso che inizio a titubare. Più passano i giorni e più il fronte del No si popola di personaggi di preclara moralità che mi inducono a ripensarci. Come si fa a votare Sì quando Silvio B. (4 anni definitivi per frode fiscale, senza contare il resto), Roberto Formigoni (5 anni e 10 mesi per associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito), Paolo Cirino Pomicino (1 anno e 10 mesi per finanziamento illecito e corruzione) e Vittorio Sgarbi (6 mesi e 10 giorni per truffa allo Stato e falso) tifano No? Vabbè, faccio finta di niente. Poi però mi imbatto, sul “Riformatorio”, in uno straziante appello dei “socialisti per il No” contro “questo taglio reazionario” e “illiberale che ha in sé l’indebolimento dello Stato di diritto”. Tra i firmatari, i migliori ragazzi dello Zoo di Bettino. Nel ramo incensurati, spiccano Acquaviva, Boniver, Cazzola, Cicchitto (la tessera P2 numero 2232 che combatte i “tagli reazionari” è sempre uno spasso), Covatta, Bobo Craxi & C. Segue la sezione pregiudicati (per tacere dei prescritti e dei miracolati): Carlo Tognoli (3 anni e 3 mesi per ricettazione), Paolo Pillitteri (4 anni per corruzione), Stefania Tucci vedova De Michelis (3 anni definitivi per la maxitangente Enimont), Beppe Garesio (8 mesi per corruzione e finanziamento illecito), Luigi Crespi (6 anni 9 mesi in appello per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio, annullati dalla Cassazione per ridurre la pena dopo la controriforma Renzi), a cui Bobo ha voluto aggiungere la buonanima di papà Bettino che “se fosse vivo voterebbe No” (10 anni definitivi per corruzione e finanziamento illecito). Più che un appello, un’ora d’aria.
Salvini: “Il voto delle regionali non avrà conseguenze sul governo”
“E’ un voto che entra nelle case, e’ concreto e non ideologico e non avra’ conseguenze sugli equilibri di governo. Non useremo quel voto e una eventuale vittoria per chiedere qualcosa a Conte“. Cosi’ Matteo Salvini, leader della Lega, ospite di ‘Unomattina’ su Raiuno. “Vi chiedo di risvegliare le coscienze dormienti. Vi chiedo, da qui a domenica, di svegliare i liguri che ancora non hanno deciso, che stanno a casa. Avete tre giorni prima del voto: trovate una persona al giorno”. Cosi’ Matteo Salvini nel corso di un comizio elettorale a Loano, nel savonese.
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