Oltre 100mila occupati in più. Ecco i veri numeri del Reddito di cittadinanza. Finora hanno goduto del provvedimento oltre un milione di famiglie. È stato fondamentale durante il lockdown
Da domani stop di un mese ai primi percettori per verificarne i requisiti. Il Governo punta a migliorare la misura; Destre, renziani e poteri forti ad eliminarla. Insieme alle battaglie anti-casta è il provvedimento che meglio incarna lo spirito riformista del Movimento cinque stelle. Forse era inevitabile: il Reddito di cittadinanza insieme alle battaglie anti-casta è il provvedimento che meglio incarna lo spirito riformista del Movimento Cinque Stelle. Non è un caso che sin dall’approvazione del “decretone” che conteneva al suo interno Reddito e Quota 100, le critiche riservate dagli oppositori dei pentastellati – ieri i dem, oggi i leghisti – sono state feroci. A maggior ragione oggi, nel momento in cui siamo al “giro di boa”: dopo 18 mesi dall’erogazione dei primi assegni, domani 30 settembre scade la prima tranche di chi fece domanda nel 2019. Un traguardo importante, raggiunto il quale è fondamentale capire cosa ha funzionato e cosa noi. Ma è fondamentale stare ai dati senza seguire facili polemiche per capire a che punto siamo. Nessun fallimento. I beneficiari ora lavorano. Il Reddito di cittadinanza porta i nostri giovani a restare sul divano a non far nulla, tanto prendono comunque i soldi. È probabilmente la balla più grande. E lo dicono i dati: secondo l’ultimo aggiornamento (luglio) sono 100.779 i beneficiari di Reddito di cittadinanza con un rapporto di lavoro attivo. In altre parole, sono oltre 100mila le persone che grazie al meccanismo del Rdc hanno trovato un lavoro. Lotta alla disoccupazione. Più lavoro al Sud. Il dato non è assolutamente secondario dato che la Regione in testa per numero di soggetti beneficiari di Rdc con un rapporto di lavoro attivo è la Campania (19.396) seguita dalla Sicilia (14.776). Ciò significa che questa misura – tanto bistrattata – sta dando una mano soprattutto a quei cittadini che vivono in Regioni in cui il tasso di disoccupazione è storicamente più alto.
Tridicoli (tre volte ridicoli). Chi?
Tra un conato di vomito e l’altro per questa ributtante polemica sul non-caso Tridico per lo stipendio di 150mila euro lordi, vorremmo rivolgere un consiglio non richiesto. Non ai politici indignati, che non lo capirebbero (a menare il torrone sono parlamentari perlopiù fancazzisti che prendono 360-400mila euro l’anno, compresi quelli della Lega che ha fatto sparire 49 milioni). Ma ai “giornalisti” che da tre giorni mentono sapendo di mentire e si arrampicano sui vetri pur di tenere il non-scandalo sulle prime pagine, nelle rassegne stampa e sui social: ragazzi, vi state coprendo di ridicolo molto più del solito, perché lo capisce anche uno scemo che non fate più informazione, ma rastrellamenti. Sarebbe molto meno sputtanante stilare una lista di indesiderati da eliminare – chiunque appartenga ai 5Stelle o sia stato nominato dai 5Stelle o piaccia ai 5Stelle o abbia incontrato una volta per caso un 5Stelle – anziché andare a stanarli caso per caso, anzi casa per casa. La gente non è cretina: a furia di vedere dove finiscono le vostre accuse di rubare o truffare o mafiare a chiunque porti quel marchio d’infamia, capisce il giochino. Ci avete provato con Conte: tutte balle. Con Bonafede: tutte balle. Con la Raggi (e la Muraro): tutte balle. Con Di Maio e famiglia: tutte balle. Con la Azzolina: tutte balle. Ora, nel copione dei dieci piccoli grillini, tocca a Tridico: tutte balle.
Cosa sta facendo Roma per la manutenzione del suo verde
Dopo l'affidamento del bando da 48 milioni di euro per interventi di sfalcio e bonifica vegetazionale, sta per concludersi anche la procedura per l'affidamento della gara europea da 60 milioni di euro per la manutenzione degli alberi. La Commissione è al lavoro per valutare le offerte relative all'accordo quadro triennale, in 8 lotti, per gli interventi di potatura su circa 165 mila alberi nelle strade e nelle aree verdi (incluse Villa Borghese, Villa Ada, Villa Pamphilj e Castelfusano) il cui inizio è previsto per novembre. Inoltre, stanno per riprendere le potature programmate nelle vie e nei parchi, dopo la pausa dei mesi caldi nel rispetto del ciclo vegetazionale delle piante. Migliaia quelle effettuate nell'ultimo anno grazie all'appalto da 5 milioni di euro, tutt'ora in corso, per la manutenzione del verde verticale. "Per la prima volta in questa città - dichiara l'assessora alle Politiche del verde Laura Fiorini - investiamo somme mai viste per la manutenzione del verde e lo facciamo dopo lo scempio causato in questo settore da Mafia Capitale.
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Anche la LEGA ha il suo caso Tridico: pochi lo dicono ma pure il presidente Inail si è aumentato lo stipendio
Non solo Pasquale Tridico: anche il presidente dell’Inail Franco Bettoni, in quota LEGA, ha ottenuto un aumento di stipendio in seguito al decreto interministeriale dello scorso 7 agosto, firmato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo in accordo col ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Il decreto infatti recita: “Gli emolumenti annui lordi di cui all’articolo 3, comma 11, del decreto legislativo n. 479 del 1994, come modificato dall’articolo 25, comma 1, lett. f), del decreto-legge n. 4 del 2019, da corrispondere al Presidente, al Vice Presidente e ai consiglieri di amministrazione di INPS e di INAIL, sono così determinati: Presidente € 150.000,00 (euro centocinquantamila/00), Vice Presidente € 40.000,00 (euro quarantamila/00) in caso di deleghe € 60.000,00 (euro sessantamila/00), consiglieri di amministrazione € 23.000,00 ciascuno (euro ventitremila/00)”.
Reddito di Cittadinanza, De Masi: «190 mila percettori hanno trovato lavoro: non è affatto vero che è inutile»
«Il Prof. De Masi smonta le bufale sul #RedditoDiCittadinanza! 190 mila percettori del Reddito di Cittadinanza hanno trovato lavoro: non è affatto vero che è inutile, che va ad un numero molto alto di stranieri, che i navigator sono inutili. Contro le bugie, noi rispondiamo con i numeri reali». Così il Movimento 5 Stelle su Facebook condividendo l’intervento del sociologo Domenico De Masi. In un articolo pubblicato su Formiche.net nei giorni scorsi, De Masi ha commentato la vittoria del Sì al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari: «Insieme al “Decreto Dignità”, al Reddito di Cittadinanza, ai bonus e all’estromissione dei Benetton dalla gestione delle autostrade, questo taglio rappresenta il non esiguo gruzzolo di provvedimenti che il Movimento 5 Stelle ricava dalla sua partecipazione al governo e che hanno come comune denominatore una natura se non “di sinistra”, almeno neo-keynesiana e anti neo-liberista».
C’è la data del concorso straordinario per i precari della scuola. Il 22 ottobre ci sarà la prova scritta. Le cattedre disponibili sono 32mila
Potranno affrontare la prova solo i docenti che hanno già maturato almeno tre annualità di servizio con il titolo di studio appropriato. Il concorso servirà ad assegnare 32mila cattedre. E’ tutto pronto per il maxi concorso straordinario destinato ai precari della scuola. Le prove, per lo svolgimento delle quali c’è già una data di avvio, quella del 22 ottobre, saranno rivolte solo a chi ha almeno tre annualità di servizio con il titolo di studio appropriato e finalizzate ad assegnare 24mila cattedre, poi diventate 32mila. Un concorso sul quale, la scorsa estate, si è venuto a determinare un lungo momento di impasse politico, che ha costretto il premier Giuseppe Conte ad intervenire. Le prove, cinque quesiti a risposta aperta e un quesito in lingua inglese, saranno scaglionate e andranno avanti fino al 9 novembre. I candidati sono circa 64mila.
Mentre il Movimento fa la storia, i suoi nemici la raccontano con una marea di menzogne. Operazione verità
Mentre il Movimento fa la storia, i suoi nemici la raccontano. Urge un’operazione verità prima che sia troppo tardi. Il Movimento potrà anche soccombere, ma non sotto una marea di menzogne. Urge un’operazione verità sulle cose fatte dal Movimento come su quelle non fatte. E sul come e sul perché. Sia delle vittorie che delle sconfitte. La trasparenza finanziaria non basta, serve una trasparenza politica sui dossier principali. Solo così il Movimento potrà recuperare la credibilità perduta per colpa dalla propaganda dei suoi nemici. Solo così potrà recuperare la fiducia dei suoi sostenitori che si sono fatti ingannare e si sono allontanati. Milioni di cittadini che hanno votato il Movimento ed hanno il diritto di sapere la verità su come sono andate davvero le cose ad esempio per successi come quello di Genova che altri hanno tentato d’intestarsi.
Caso Tridico: l’aumento deciso da Lega e 5 Stelle
Quando Tridico il 22 maggio 2019 venne, per volere di Di Maio, nominato, dovette dividere l’emolumento di 103mila euro con il vicepresidente (transitoriamente Adriano Morrone), figura reintrodotta su richiesta del leader della Lega, Matteo Salvini, allora al governo, col preciso scopo di “marcare stretto” il presidente, già allora guardato con diffidenza dalla Lega. Così dei 103mila euro, circa 62 mila euro furono attribuiti a Tridico e il resto al vice. A Gennaio 2019 Salvini e Di Maio firmano l’aumento a 150mila euro: si L’adeguamento stipendiale oggi contestato era già stato previsto dagli attuali contestatori con un decreto del governo Conte I (Lega – M5S). A giugno 2019, Di Maio, in qualità di ministro del Lavoro, avviò l’iter per l’adeguamento dei compensi, legato anche alla riforma della governance di Inps e Inail che aveva l’obiettivo di reintrodurre il consiglio di amministrazione nei due enti, cosa in effetti realizzata alla fine del 2019. La proposta di Di Maio prevedeva appunto 150 mila euro per i presidenti di Inps e Inail, 40mila per il vice e 23 mila per ciascuno dei componenti del consiglio di amministrazione. Si fu il ministero di Di Maio a proporre la cifra di 150mila euro, lo stesso che adesso chiede chiarimenti (su quanto da lui stesso fatto). Salvini (quello dei 49milioni di euro) che oggi, con una triste pagliacciata, chiede le dimissioni di Tridico è lo stesso che ha mandato il condannato Bossi al Senato a 20.000 euro al mese. Quelli che oggi vorrebbero le dimissioni di Tridico, sono gli stessi che hanno permesso a un certo Antonio Mastrapasqua di presiedere per anni questo importantissimo istituto. (NdR: uomo da 1.200.000 € lordi annui)
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Storia triste del finto scandalo Tridico
Riporto appresso al mio post il "FACT CHECKING" di Marco Palombo, giornalista del Fatto Quotidiano, che fa chiarezza, pezze d'appoggio alla mano, riguardo l'assurda polemica scoppiata in queste ore sull'aumento dello stipendio di Pasquale Tridico, Presidente dell'Inps. Da li potrete rendervi conto delle cazzate fatte girare ad arte in queste ore dalle opposizioni. Ma mi permetto una premessa: Pasquale Tridico, ca va sans dire, sta pagando in queste ore il fatto di essere di nomina grillina, altrimenti non si spiegherebbe il perchè armare tutto 'sto casino per uno stipendio lordo annuo di 150 mila euro dato ad un manager pubblico che gestisce un Ente statale con un bilancio di 300 MILIARDI di euro. Basti solo pensare ad un Bruno Vespa qualsiasi che, per ammorbare gli insonni utenti RAI 4 notti a settimana, si becca, oggi, perchè prima prendeva di più, 1,2 milioni di euro l'anno e lo fa usando un artifizio avallato dai vertici Rai: il suo è un contratto da "artista" (Vespa ? Ma de che?) altrimenti, da giornalista qual'è, per la legge sul tetto massimo agli stipendi pubblici non potrebbe pretendere più di 240mila euro. Soldi nostri ma tutti zitti. Ora torniamo alle strette vicende dell'Inps. Tito Boeri (nomina Pd), predecessore di Tridico, fra stipendio, benefit, diarie e rimborsi, prendeva il suo stesso stipendio. Avete mai sentito qualcuno obiettare qualcosa in merito? Ma adesso viene il meglio: ve lo ricordate il predecessore di Boeri, il tristo figuro rispondente al nome di Antonio Mastrapasqua, il pupillo di Gianni Letta (area Berlusconi), la cui candidatura all'Inps fu appoggiata anche dal Pd? Quello che assommava una mole impressionante di incarichi pubblici e para pubblici (tutti lautamente pagati), e che si è dovuto dimettere quando è finito sotto processo nell'ambito dello scandalo dell'Ospedale israelitico, di cui era D.G. (mentre dirigeva l'Inps) per le fatture gonfiate che si faceva rimborsare dalla Regione Lazio? Ebbene questo paragnosta, in Inps, percepiva uno stipendiuccio l'anno che, sommando benefit e varie, era almeno 10 volte tanto quello di Tridico, almeno fino a quando non è subentrato il tetto massimo agli stipendi pubblici di 240mila euro, prima di doversi dimettere con ignominia. Mi difetta la memoria o, all'epoca, sta cosa se la fecero passare tutti, da destra a sinistra, sopra la testa senza battere ciglio? Peraltro, come riporta il giornalista del Fatto, in Inps, per un Presidente Tridico che solo da oggi prende 150 mila euro annui, ci sono centinaia di suoi sottoposti che prendono più di lui, fino ad arrivare ai 240mila euro di tetto massimo.
“…Prima di dire che qualcuno è morto per salvare me, ca**zate”: il post su Instagram del ragazzo salvato da Aurelio Visalli
A quindici anni di stupidaggini se ne fanno tante, e ne abbiamo fatte tutti. Forse non tutti a 15 anni hanno avuto i social che le rendevano così evidenti, forse in tanti non sono passati per un’esperienza così traumatica come quella di essere a un passo dalla morte, in balia di onde alte sette metri. Eppure, nonostante tutte le attenuanti del caso, il post su Instagram di uno dei due ragazzini salvati dopo essere rimasti intrappolati dalla furia del mare a Milazzo fa impressione. Perché quel salvataggio è costato la vita a un uomo, Aurelio Visalli, il motorista della Guardia Costiera che nonostante non avesse un giubbotto salvagente non ha esitato a buttarsi. I quindicenni sono salvi. E lui no. E uno dei due ha scritto: «Ragazzi apposto, sono sano e salvo. Mentre facevo le capriole in spiaggia, a me e al mio amico ci prende in pieno un’onda e mi trascina al largo, nessuno si è buttato, quindi prima di dire che qualcuno è morto per salvare me, cazzate». Dire attenti “prima di dire che qualcuno è morto per salvare me” è forse una forma di difesa? Infantile quanto si vuole ma deve essere dura pensare che la vita di un uomo non c’è più forse perché ci si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma perché un ragazzino non le racconta ai genitori queste sensazioni invece di pubblicare un messaggio strafottente su Instagram?
Quanto guadagnavano i presidenti dell'Inps?
17 Luglio 2018 ...... D’altronde lo stipendio dei dirigenti pubblici suscita da sempre molta curiosità tra i cittadini e quello di Boeri non fa eccezione; come vedremo di seguito, però, lo stipendio del Presidente dell’INPS è stato notevolmente ridotto negli anni scorsi, anche se persistono alcune agevolazioni. Conti alla mano, Tito Boeri è il Presidente dell’INPS più “sfortunato” tra quelli che ci sono stati fino ad oggi. Pensate, infatti, che il suo predecessore - Antonio Mastrapasqua- aveva uno stipendio 10 volte superiore a quello dell’attuale Presidente dell’Istituto. Nel dettaglio, prima del 2014 lo stipendio riconosciuto a questa importante figura dirigenziale era di 1 milione e 200mila euro l’anno; successivamente però il Governo Renzi ha deciso di tagliare gli stipendi dei manager pubblici, prevedendo un tetto di 240mila euro lordi l’anno. Dopo questa campagna di contenimento il guadagno del Presidente dell’INPS si è notevolmente ridotto, tant’è che lo stipendio di Tito Boeri è di “appena” 102 mila euro lordi l’anno, meno di quanto percepito dagli altri dirigenti della Pubblica Amministrazione. Allo stipendio bisogna aggiungere altre voci relative al rimborso spese.
Tridico non deve vergognarsi di nulla: come presidente Inps guadagnava troppo poco
La cosa più incredibile, in questa polemica di finti moralisti indignati per lo stipendio di Pasquale Tridico all’Inps è osservare da che pulpito partono le prediche: direttori che guadagnano fra 500mila e un milione di euro l’anno, si fingono scandalizzati per uno stipendio che in una azienda normale si dà al responsabile della sicurezza, e alla Camera ad un funzionario a metà carriera. Tuttavia, questi altospendenti (e alto-guadagnanti) dall’invettiva facile si calano sul volto una grottesca maschera pseudo-grillina vintage (stile “Vaffa”) diciamo, e gridano allo scandalo, seguiti da un coro di monatti e di ululanti che sui social intonano in coro: “Vergogna! Vergogna!”. Ma di cosa Tridico si debba vergognare, in realtà non è chiaro. Forse, provenendo anche lui dall’area del M5s, di una certa eccessiva prudenza nel difendersi, come se avesse anche lui da metabolizzare uno strano senso di colpa inconscio. Come se temesse giudizio dei suoi compagni e colleghi. Io la notizia la racconterei persino al contrario: dirigendo l’Inps, che dal punto di vista dei volumi è il più grande ente di previdenza d’Europa, Tridico guadagna adesso quanto un caporedattore centrale de Il Giornale, o come il responsabile vendite della Folletto. Guadagna 70mila euro in meno di quello che l’algoritmo con cui si stimano gli stipendi della pubblica amministrazione valutava che potesse percepire in linea teorica. Guadagna meno dei suoi direttori generali o dei funzionari che dirige.
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Fino ad oggi Salvini ha guadagnato il triplo di Tridico, presidente dell'Inps
Nota del redattore: Lo stipendio annuo del presidente dell'Inps è stato portato a 150.000 € lordi l'anno. Fino ad oggi ha preso 62.000 € lordi l'anno. L'aumento era stato deciso dal governo Conte 1 di cui faceva parte come ministro anche lo stesso Salvini. Che oggi si lamenta.
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I cani fiutano la covid?
Alcuni cani addestrati all'aeroporto di Helsinki sembrano riconoscere i casi di covid (anche asintomatici!) con una certa accuratezza. Come fanno? I passeggeri dell'aeroporto di Helsinki (Finlandia) che vogliono sottoporsi ai controlli anti-covid hanno in questi giorni la possibilità di scegliere un test più piacevole del classico tampone, che vede protagonisti quattro cani e il loro fiuto sopraffino. I quadrupedi fanno parte di un programma pilota dell'Università di Helsinki per capire se i cani possano percepire all'olfatto un'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 in corso, ed essere impiegati nelle attività di screening. Finora i risultati sono incoraggianti: secondo gli scienziati a capo della ricerca i cani potrebbero costituire un valido aiuto per test rapidi, efficaci e accurati. QUESTIONE DI NASO. Il test dura circa un minuto. Ai viaggiatori, viene chiesto di asciugarsi il sudore del collo con un'apposita salvietta, che viene poi riposta in una scatola e collocata dietro a una parete scura, insieme ad altre sostanze odorose usate come controllo. Qui inizia il lavoro dei cani: se il campione appartiene a un passeggero affetto da covid, Fido se ne accorge in una decina di secondi e si mette a guaire o a toccare con le zampe la parete. Se il "test" è negativo, l'animale non mostra alcuna reazione.
Chissà se Titanic oggi vincerebbe l’Oscar
Probabilmente no, considerate le regole in arrivo a Hollywood. Dal 2024 i film candidati dovranno rappresentare adeguatamente donne, comunità Lgbtq, minoranze etniche, disabili. Vera inclusione o eccesso di politicamente corretto? "Se rispetti tutte le regole, ti perdi tutto il divertimento" diceva Katharine Hepburn. Chissà cosa penserebbe dei nuovi canoni di Hollywood, lei che era la più contemporanea delle dive della Golden Age. Magari le abbraccerebbe a piene mani, convinta che sia proprio questa la modernità; oppure le considererebbe un passo indietro, qualcosa che - appunto - toglie il gusto del cinema.
Ultimatum del governo ad Autostrade
Revoca della concessione se entro il 30 settembre non arriveranno risposte da Atlantia per procedere su Aspi pubblica con l'ingresso di Cdp. Avanti con la revoca della concessione ad Autostrade, se da Atlantia entro il 30 settembre non arriveranno risposte che consentano di portare avanti il percorso deciso a luglio dal governo per rendere Aspi pubblica con l’ingresso di Cdp. E’ la linea del governo emersa, a quanto si apprende, da un vertice che si è svolto nella notte di ieri a Palazzo Chigi. Il premier Giuseppe Conte, come anticipato da alcuni quotidiani, si è confrontato con i ministri Roberto Gualtieri e Paola De Micheli. Con loro il segretario generale di palazzo Chigi Roberto Chieppa e i capi di gabinetto dei ministeri dell’Economia Luigi Carbone e delle Infrastrutture Alberto Stancanelli. Ne sarebbe emersa, a quanto spiegano fonti di governo, la valutazione di una situazione “sempre più compromessa” e una posizione unitaria in favore dell’avvio della procedura di revoca, se non arriveranno le risposte sollecitate nei giorni scorsi anche in uno scambio di lettere con l’azienda.
“Salvini sbaglia, è l’autonomia del Nord la vera battaglia. E a sostenerla c’è solo Zaia”. Il vice di Brugnaro lascia la Lega dopo 27 anni
Massimo Sensini, 67 anni, presidente di Federsanità veneta e consigliere comunale: "Non mi riconosco più in questa squadra. La Lega da partito 'locale', radicata sul territorio, si è buttata sulla strada nazionale, diventando la brutta copia di Fratelli d'Italia. Il segretario tiene comizi in tutta Italia, senza proporre le problematiche fondanti: autonomia su 23 materie amministrative e questione fiscale. L'immigrazione è problema di secondo piano". “Per me Salvini sbaglia, l’immigrazione è un sotto-problema. Il primo vero problema, la madre di tutte le battaglie come dice Luca Zaia, è l’autonomia. Quando avremo ottenuto quella, sarà naturale risolvere gli altri problemi”. Massimo Sensini, 67 anni, presidente di Federsanità veneta, non è un leghista qualsiasi. Ha la tessera dal 1993. Ha fatto il sindaco di Fossalta di Piave per dieci anni. Da consigliere comunale è stato eletto alla carica di vicesindaco della Città Metropolitana di Venezia, che nel 2015 si è sovrapposta alla Provincia. Eppure ha deciso di dimettersi dalla carica in consiglio comunale, quindi di decadere da quella di vice del sindaco metropolitano Luigi Brugnaro. E non rinnoverà l’iscrizione alla Lega, perché non si riconosce più nel partito plasmato da Salvini.
Lega, il «sistema Bondeno» utilizzato per nascondere i 49 milioni?
L’ipotesi degli inquirenti è che quella somma sia riconducibile a una tranche dei 49 milioni che il partito ha indebitamente percepito di rimborsi elettorali e per i quali la Lega ha ottenuto una comoda dilazione di 80 (ottanta) anni per la restituzione. Giovedì scorso i militari della Guardia di Finanza di Genova, su disposizione della Procura del capoluogo ligure, hanno effettuato una perquisizione nel Comune di Bondeno (Ferrara) per acquisire la documentazione su una strana donazione arrivata all’ente. Si tratta di 900mila euro che la Lega Emilia Romagna (una delle entità nelle quali è stata suddivisa la Lega negli ultimi anni) aveva fatto arrivare nelle casse comunali come donazione dopo il terremoto che nel maggio 2012 colpì l’Emilia. L’ipotesi degli inquirenti è che quella somma sia riconducibile a una tranche dei 49 milioni che il partito ha indebitamente percepito di rimborsi elettorali e per i quali la Lega ha ottenuto una comoda dilazione di 80 (ottanta) anni per la restituzione.
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Salvini si lamenta dell’aumento di Tridico che è stato deciso quando al governo c’era lui
Di Maio chiede chiarimenti per l’aumento di stipendio di Tridico ma gli stipendi di oggi dei vertici di Inps, ma anche di Inail, sono frutto di un patto Lega-M5S siglato con l’altro vicepremier Matteo Salvini e avallato dal premier Conte. Poi fu tutto bloccato dalla crisi del Papeete. La storia dell’aumento di stipendio di Pasquale Tridico non è certamente edificante. Nonostante venga minimizzata dai 5 Stelle era naturale che Matteo Salvini prendesse la palla al balzo per chiedere la testa del presidente dell’Inps: “Inps, non ho parole. Invece di aumentarsi lo stipendio, prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta”. Ma se l’aumento è diventato effettivo con il decreto della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo del 7 agosto scorso, la decisione è stata presa durante il Conte 1, quando il Capitano era al governo.
Una speranza chiamata Movimento
Con l’avvicinarsi della manovra è ripartita la caccia al Reddito di cittadinanza. Niente di nuovo per i nemici di sempre – destra, associazioni industriali e giornali al guinzaglio – ma adesso a questo coro stonato si aggiungono esponenti di sinistra, come il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, che rianimati dal risultato delle Regionali vogliono riscrivere l’agenda di Governo. Sempre in questi giorni, tra l’altro, il beneficio che resta una delle bandiere dei Cinque Stelle scade per circa il 30% dei beneficiari, quelli che furono i più veloci a chiedere il sussidio. A volte non ci si accorge come passa veloce il tempo, ma sono già 18 mesi che quasi un milione dei circa cinque milioni di poveri che abbiamo in Italia ha qualcosa per mangiare, vestirsi, pagare le più basilari cure mediche. Se per loro e poi per gli altri 2 milioni che si sono aggiunti successivamente ci sarà ancora un gancio in mezzo al cielo dipenderà esclusivamente dalla tenuta del Movimento, ora più che mai sotto assedio.
Il Governo vara il super-bonus da 3mila euro. A chi spetta e come ottenerlo
Fino a 3mila euro per coloro che utilizzeranno la carta per le proprie spese. In un’intervista a la Stampa, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato come funzionerà il piano cashback elaborato dal governo per contrastare l’evasione fiscale. Il cashback (rimborso del 10% su quanto speso con la carta) partirà dall’1 dicembre 2020 e prevede rimborsi fino a 300 euro all’anno. Ma, oltre al rimborso del 10%, arriva anche un super cashback “fino a 3mila euro” ai primi 100mila cittadini che avranno passato più volte la carta per i propri acquisti a prescindere dalla cifra spesa e sarà rimborsato ogni sei mesi. “Inoltre ci saranno fino a 50 milioni di euro in palio con la lotteria degli scontrini”, ha precisato Conte, “solo per chi usa la moneta elettronica”. Il governo ha pensato di elaborare un piano cashless per combattere l’evasione fiscale e per ridurre l’uso del contante a favore dei pagamenti tracciabili.
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Inps: fu il governo M5s-LEGA (di Salvini) ad avviare l’aumento di stipendio di Tridico
È stato il governo gialloverde, composto da Lega e Movimento Cinque Stelle, ad avviare nel 2018 le procedure per l’aumento di stipendio del presidente Inps Pasquale Tridico. È quanto rivela oggi un’inchiesta di Repubblica. “Gli stipendi di oggi dei vertici di Inps, ma anche di Inail, sono frutto di un patto Lega-M5S siglato con l’altro vicepremier Matteo Salvini e avallato dal premier Conte -scrivono Valentina Conte e Giovanna Vitale – Lo dicono le carte. La legge che ha istituito Reddito di cittadinanza e Quota 100 prevede che le retribuzioni siano fissate con decreto del ministro del Lavoro. Una nota dell’allora capogabinetto di Di Maio, Vito Cozzoli — ora presidente di Sport e Salute, spa del ministero dell’Economia — datata 12 giugno 2019, lo dimostra. Con tanto di cifre: 150 mila euro al presidente, 100 mila euro al vicepresidente e 23 mila euro ai tre consiglieri dei due consigli di amministrazione ancora da nominare”. “La nota era indirizzata alla Direzione generale per le politiche previdenziali dello stesso ministero del Lavoro e per conoscenza al premier, al ministro del Tesoro Giovanni Tria e al Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta” ed era “espressione di un accordo faticosissimo raggiunto tra Di Maio e Salvini per spartirsi sia l’Inps che l’Inail”.
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Salvini nega, ma le inchieste cominciano a pesare. Dall’affaire Savoini alla vicenda Siri. Il camicigate e i tre commercialisti. Gli elettori della Lega iniziano a farsi delle domande
La Lega è ancora il primo partito in Italia. E questo è un fatto, lo sono però (fatti e non opinioni) anche la fallita spallata al governo, l’improvvido pronostico fatto da Matteo Salvini sulla vittoria del centrodestra 7-0 che ha creato aspettative poi disattese, il calo di consensi spalmato in tutto il Paese ma evidente più che mai al sud e la bruciante sconfitta della leghista Ceccardi in Toscana. Non è un fatto ma una supposizione, invece, quella espressa ieri da Salvini in un’intervista a Radio24: “Io indebolito dentro la Lega? È il desiderio di qualche giornalista”. I giornalisti fanno il loro lavoro, che è quello di riportare i fatti, analizzarli e darne una lettura. Per fortuna, hanno altri desideri che non sono legati alle sorti del leader della Lega o a quelle di qualunque altro esponente politico. Che poi all’interno della Lega e dell’intera coalizione si sia aperta una riflessione è difficile da smentire, come lo è l’emorragia di consensi per il Carroccio, trend evidente già con le regionali dello scorso gennaio in Calabria e in Emilia Romagna.
Linciaggio continuo contro i Cinque Stelle
Archiviati i risultati di Referendum e Regionali, a destra hanno capito tutti tranne Salvini che il problema è proprio il Capitano. Meloni e Berlusconi lo accusano di non aver sostenuto a dovere i loro candidati (perdenti) in Puglia e Campania, e lui ricambia prenotando per la Lega i sindaci di Roma e Milano. A partire dal processo di Catania per il caso Open Arms, che gli varrà l’Oscar per la migliore interpretazione della povera vittima dei migranti, prepariamoci a vederne delle belle. A sinistra Zingaretti si è rafforzato, ma ci sono montagne di conti da regolare, a partire da Renzi e Calenda costretti da ora in poi a inventarsene ogni giorno una, non sia mai che gli elettori si dimentichino di loro come se ne sono scordati nelle urne. Per non parlare dei cattivi consiglieri che spingono il segretario dem a mettere alle corde Conte con rimpasti di cui solo loro sentono il bisogno. Nei Cinque Stelle c’è però la situazione più complessa. Stasera si riuniscono i gruppi parlamentari di Camera e al Senato per mettere a fuoco le ragioni del calo dei consensi. Tutti hanno ormai chiaro che gli Stati Generali vanno fatti prima possibile. La decisione più importante resta quella sul rapporto col Pd, e non c’è dubbio che piuttosto di finire in un’alleanza organica potrà esserci chi andrà via, forse verso un partitino del 4-5%. Senza questa scelta – qualunque sarà – resterà difficile riconquistare gli elettori. Molto più facile, invece, analizzare le altre ragioni della sconfitta. C’è chi parla di assenza sui territori, chi degli attivisti lasciati soli, chi di identità perduta. Può essere, ma il vero danno l’ha fatto un linciaggio mediatico senza precedenti.
Stati Generali del MoVimento 5 Stelle
Più il Movimento fa, più perde voti. Dal 4 marzo in poi il Movimento ha perso tutte le elezioni possibili e i consensi di allora sono solo un bel ricordo. Davvero bizzarro. Se avesse rubato, se non avesse concluso nulla, se avesse addirittura tradito, allora il crollo di voti sarebbe più che comprensibile. Ma in soli due anni di governo il Movimento ha realizzato più riforme dei vecchi partiti in venti. Tra una bandiera e l’altra il Movimento ha pure gestito egregiamente una pandemia dimostrandosi una forza solida ed affidabile. Certo, si registrano anche delle sconfitte dolorose come ad esempio quella della TAV, ma anche lì non c’è stato tradimento. Il Movimento ha semplicemente perso. Quanto agli errori ve ne son sempre a bizzeffe quando si governa, ma quelli del Movimento sono stati in buona fede e non sembrano tali da giustificare una così devastante emorragia di voti. Emorragia che però si è verificata in elezioni locali. Dove prevalgono logiche clientelari e baronali, leggi elettorali truffaldine e dove il Movimento di fatto non esiste. Per questo è prematuro farsi prendere dal panico. Alle politiche sarà tutt’altra partita e il Movimento potrà presentarsi alla nazione con un bilancio di legislatura da far vergognare i vecchi partiti oltre che con una condotta irreprensibile. Ci son state mele marce e traditrici ma in una quantità fisiologica. Il grosso del Movimento ha mantenuto standard di moralità inattaccabili. Il Movimento paga di sicuro l’avere contro l’intera stampa lobbistica del vecchio regime. Una disonestà intellettuale martellante che ne ha corroso l’immagine soprattutto tra la maggioranza dei cittadini che segue la politica da lontano. Una conseguenza del non essere riusciti a mettere mano ai conflitti d’interesse, alla riforma dell’editoria e a quella della televisione pubblica. Peccati d’ingenuità e di eccessiva fiducia karmica ma anche colpa degli alleati di governo che il vecchio andazzo lo vogliono cavalcare invece che riformare. Son comunque passati solo due anni dall’ascesa al potere. Davvero poco tempo che il Movimento ha speso concentrandosi sulle cose da fare e sul vivere l’impegnativa vita istituzionale.
Non capire come voterà il Paese è umano. Ma non capire come ha votato il Paese è diabolico. Ce la pagherete.
Non capire come voterà il Paese è umano. Ma non capire come ha votato il Paese è diabolico. Eppure ci riescono in tanti. Lasciamo perdere gli opinionisti, che capiscono benissimo ma devono scrivere l’opposto per contratto. Ma i politici sul voto degli elettori dovrebbero costruire il loro futuro. Cos’hanno detto gli elettori? Intanto che i parlamentari sono troppi, in perfetta quanto rara sintonia col Parlamento che aveva approvato – pur obtorto collo, su pressione e per paura dei 5Stelle – quella riforma col 98%. Quindi, se quella riforma era populista, ha stravinto il populismo e tutte le analisi sulla fine o sul calo del populismo sono baggianate. Ora, che chi puntava al No finga di non accorgersene, passi. Ma che non se ne accorga chi puntava al Sì è deprimente. Per questo l’uscita di Di Battista che frigna per “la più grande sconfitta M5S di sempre”, è suicida sia nei tempi sia nei contenuti. Nei tempi, perché il referendum è stato una delle più grandi vittorie M5S di sempre e andava festeggiato almeno per un paio di giorni, anziché fare gné gné a Di Maio e agli altri che, diversamente da Dibba, si sono spesi nella campagna del Sì. Nei contenuti, perché le Regionali i 5Stelle le perdono sempre, da quando sono nati, anche quando vincevano le Politiche nel 2013 e le stravincevano nel ’18 e intanto venivano battuti in Sicilia e Lazio.
Le mini zone rosse a Roma
Cosa succede se a Roma i casi di positivi al Coronavirus continuano ad aumentare? Ieri l’assessore alla Sanità del Lazio ha parlato di obbligo di mascherine all’aperto. Ma c’è anche un piano per creare delle mini zone rosse. Dei lockdown localizzati a piccole aree come condomini e strade. Ieri l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato dichiarava: “Ci aspettavamo una ripresa dei casi. Purtroppo ci sono tanti asintomatici in circolazione. Se la curva dei casi salirà ancora, c’è l’ipotesi di mascherine obbligatorie all’aperto. É una misura classica è già stata messa in atto in altre capitali europee quando sono aumentati i casi in modo esponenziale, penso per esempio a Parigi”. Ma a Roma la situazione è vicina a quella in cui saranno necessarie misure peggiori di quella che prevede di indossare la mascherina anche all’aperto? Pier Luigi Bartoletti, medico e responsabile dell’Uscar, l’ unità speciale della Regione Lazio spiega che al momento non ci sono allarmi. La curva epidemica è sotto controllo ma bisogna tenersi pronti.
Codice della strada, ecco le ultime novità: giallo di 3 secondi, casco per gli under 12 in bici e per il cellulare multa fino a 1697 euro
Ci siamo: alla Camera è ripartito l'esame della riforma del Codice della strada, ma subito è stato deciso il ritorno in Commissione Trasporti, da dove era arrivato. ...... Una vera storia infinita visto che il progetto va avanti da oltre un decennio, trascinandosi senza risultati tra i due rami del Parlamento senza vedere la luce. ..... Ecco intanto tutte le novità. ...... La cosa più importante è che arriva il concetto di utenza vulnerabile, che ricomprende anche i conducenti di ciclomotori e motocicli, nochè delle persone con disabilità, oltre a pedoni e ciclisti. Gli attraversamenti pedonali potranno essere rialzati al piano di marciapiede, vengono previsti marciapiedi colorati, con l’introduzione nel codice di “percorsi pedonali”. I sindaci potranno istituire stalli di sosta per i veicoli delle donne in stato di gravidanza o con un bimbo di età non superiore a due anni, munite con il nuovo “contrassegno rosa” e per i veicoli in condivisione. Nella segnaletica verticale potranno essere inseriti messaggi sociali e di sensibilizzazione, finalizzati alla tutela e alla sicurezza della circolazione e alla tutela della sosta delle persone con disabilità e delle donne munite del permesso rosa.
Giada Masi ospite d'onore al concorso nazionale Ragazza Cinema OK
La giovanissima attrice Giada Masi (nella foto), l'enfant prodige di 16 anni che parla 4 lingue e recita Shakespeare in inglese come pochi, è stata l'ospite d'onore della 38° edizione del concorso nazionale Ragazza Cinema OK. Il famoso concorso, che si è svolto per la prima volta presso il mitico Teatro 5 degli studios di Cinecittà dedicato al grande maestro Federico Fellini, è stato presentato dal popolare giornalista sportivo Amedeo Goria. La giovane Giada Masi, che era anche una giurata del concorso, ha avuto nel corso della serata la possibilità di mostrare a tutti i presenti le sue eccezionali doti di recitazione e di ballo. Insomma ci sono tutti gli ingredienti e tutte le premesse perchè Giada spicchi definitivamente il volo verso il successo. Ricordiamo che Giada è anche la testimonial del progetto per la salvaguardia del nostro pianeta "Aiuto Fermati", un vero e proprio grido d'allarme rivolto ai potenti della Terra. Starà nascendo una nuova stella? se lo chiedono in tanti e l'attesa è tanta. Ai posteri l'ardua sentenza!
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Come la Lega vuole diventare un partito normale (e imbavagliare Salvini?)
Ieri il varo della nuova segreteria politica per una gestione più collegiale del partito. Con l'obiettivo di costruire un solido sistema di relazioni con le maggiori cancellerie internazionali e un rapporto più stretto e non conflittuale con l’establishment europeo“. Ufficialmente si tratta soltanto del varo di una nuova segreteria. Che prevede anche il ritorno di molti volti già noti e portati nella Lega proprio dal Capitano. Ma ufficiosamente si può capire che il resto del Carroccio ormai non segue più Matteo Salvini come fosse il messia e la grande vittoria alle elezioni europee è ormai acqua passata. Sì, perchè dietro il nuovo organigramma con cui la Lega si presenterà ai prossimi appuntamenti elettorali - Alberto Bagnai all’economia; Claudio Durigon al lavoro; Giulia Bongiorno alla giustizia; Giancarlo Giorgetti agli esteri; Lucia Borgonzoni alla cultura; Gian Marco Centinaio all’agricoltura e turismo; Roberto Paolo Ferrari alla difesa; Vannia Gava all’ambiente; Nicola Molteni alla sicurezza e immigrazione; Guido Guidesi alle attività produttive; Erika Stefani all’autonomia - c'è la presa d'atto del fatto che le elezioni regionali non hanno portato l'auspicata (da Salvini) spallata al governo, ma anche che il Carroccio è in ritardo nello sbarco a Sud che il Capitano ha preparato in questi mesi.
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Sondaggi politici elettorali oggi 23 settembre 2020: chi andrebbe in Parlamento se si votasse oggi
Col taglio dei parlamentari appena passato con il referendum confermativo del 20 e 21 settembre e la riforma elettorale con il proporzionale sbarrato al 5 per cento che hanno in mente Pd e Movimento Cinque Stelle, se si votasse tra poco, entrerebbero alla Camera solo cinque partiti: Lega (25,2 per cento), Pd (20,2 per cento), M5s (15,8 per cento), Fdi (15 per cento) e Fi (7,1 per cento). La maggioranza andrebbe al centro-destra con 227 seggi. Salvini e Meloni, da soli, ne avrebbero 193. Le percentuali attribuite a ciascuna formazione sono quelle degli ultimi sondaggi.
Tre lezioni che arrivano dalle urne
Cronache dalle urne. 1) Gli italiani hanno tanta fame di riforme da non farsi più fregare dagli opportunisti di destra e sinistra, con i poteri forti e i loro giornaloni schierati platealmente contro il taglio dei parlamentari. Il Movimento Cinque Stelle ci ha creduto fino in fondo, e a differenze di chi promette dai tempi di Matusalemme di cambiare il Paese e poi non ha concluso mai niente, con la sforbiciata a un Parlamento pletorico ha dimostrato che se si vuole davvero le riforme si possono fare. E di cose da cambiare ce ne sono a non finire. 2) Il Centrodestra ha un problema di leadership. Salvini ha finito di incantare le folle e non gli sarà facile fare di meglio con i magistrati che stanno inseguendo un fiume di soldi della Lega all’estero. Forza Italia ha un leader che non ha voluto eredi e la Meloni cresce ovunque ma sa bene che questo Paese salirà sulle barricate piuttosto che vedere l’estrema destra alla guida del governo. Per vincere, alla destra non resta che diventare sul serio liberale e moderata, con un profilo alla Zaia per intenderci, ma il Capitano, il Cavaliere e la ducetta non sembrano intenzionati a lasciargli il passo. 3) Nei giallorossi le fusioni a freddo non funzionano, e dire il contrario davanti all’esperienza di Sanza in Liguria significa mentire o illudersi.
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