Covid-19: Liguria, a Genova piazze chiuse «a macchia di leopardo»
Chiusure «a macchia di leopardo» per il territorio della Liguria. È quanto prevede il governatore Giovanni Toti. Sotto osservazione è in queste ore la città di Genova e in particolare alcune zone del centro storico. «Escluderei un coprifuoco generalizzato per tutta la città di Genova, in alcune zone invece limiteremo gli assembramenti» ha detto Toti. Che ha poi annunciato un’altra iniziativa, «la didattica a distanza, a rotazione, per gli studenti delle scuole superiori». «Valutiamo di impedire di poter sostare in alcune piazze e strade affollate in alcuni giorni della settimana. Vedremo le proposte del nostro comitato tecnico scientifico insieme al sindaco di Genova Marco Bucci».
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"Le finestre aperte in classe disperdono fino al 70% di virus": lo studio
Finestre aperte per disperdere fino al 70% delle particelle di virus e schermi protettivi davanti ai banchi per rallentarne la diffusione: così i fisici hanno calcolato come ridurre la circolazione del nuovo coronavirus a scuola, all’interno delle classi. La ricerca, pubblicata sulla rivista Physics of Fluids, si deve ai fisici dell’Università americana del Nuovo Messico. Lo studio del trasporto di aerosol e goccioline di saliva all’interno degli ambienti chiusi può aiutare a stabilire misure efficaci per contrastarne la diffusione del virus Sars-CoV-2. Uno degli ambienti più importanti per acquisire una rapida comprensione della diffusione delle particelle del virus, rilevano gli autori, è l’aula scolastica. I ricercatori hanno utilizzato un modello sulla dinamica delle particelle fluide per esplorare il trasporto di aerosol all’interno di una classe con aria condizionata. È emerso che, la distribuzione dell’aerosol all’interno della stanza non è uniforme, a causa dell’aria condizionata e della posizione della sorgente e che, ha detto uno degli autori, Khaled Talaat, “le particelle possono essere trasmesse da uno studente ai banchi o ai vestiti di altri studenti, anche se tenuti separati da una distanza di 2,4 metri”.
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Lombardia, segrete le sedute della commissione Covid. Lega, FI e FdI dicono no al Pd: “Hanno paura”
I consiglieri del Partito democratico hanno avanzato un emendamento per chiedere che le riunioni siano pubbliche, ma la maggioranza lo ha bocciato. "La giunta non è mai stata così debole, temono la piena trasparenza". Sedute segrete. Ciò che politici, amministratori, medici e tecnici diranno per comporre quel puzzle che la commissione d’inchiesta Covid in Lombardia ha il compito di consegnare alla cittadinanza resterà nelle 19 paia d’orecchie dei consiglieri regionali. Solo loro sapranno cosa emergerà, di volta in volta, nelle sessioni che si riuniranno ogni lunedì, al Pirellone, da qui ai prossimi 12 mesi. Ai tanti lombardi (e italiani) che chiedevano – e chiedono ancora – di fare chiarezza su come le istituzioni abbiano gestito la pandemia da coronavirus alla fine dello scorso inverno e per tutta la primavera rimarrà soltanto la relazione finale.
Piemonte, il governatore Cirio chiude i centri commerciali nel fine settimana. Alle scuole superiori metà delle lezioni a distanza
Il presidente della Regione Piemonte ha spiegato che con la nuova ordinanza in arrivo saranno introdotto restrizioni su tutto il territorio regionale: "Nel weekend teniamo aperti solo alimentari e farmacie, i generi di prima necessità". Obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica online. Il Piemonte chiude nel fine settimana i centri commerciali. L’ordinanza è già pronta e il governatore Alberto Cirio la firmerà “entro questa sera”. Il presidente della Regione ha spiegato che saranno chiusi i centri commerciali non alimentari su tutto il territorio regionale: “Teniamo aperti solo alimentari e farmacie, i generi di prima necessità”. La misura ricalca quanto prevedrà anche l’ordinanza del governatore Attilio Fontana in Lombardia, dove oltre al coprifuoco dalle 23 alle 5 sarà prevista anche la chiusura dei centri commerciali nel weekend. In Piemonte invece è prevista un ulteriore provvedimento all’interno della nuova ordinanza: metà delle lezioni per gli alunni delle scuole superiori si svolgeranno a distanza.
Più ore sullo schermo che voti alle urne. Ormai Calenda è Tele-Carletto. La bolla mediatica del leader di Azione. Pompato dai media, ma senza elettori
Carlo Calenda si candida sindaco a Roma anche se aveva detto “se mi candidassi a Roma sarei un cialtrone”. Prendiamo atto – imbarazzati per lui – che ha cambiato idea. Oltretutto la sua autocandidatura è di puro disturbo perché invisa al Partito democratico senza il cui sostegno non ha alcuna speranza di riuscire. Anzi, si tratta di una sorta di violenza visto che l’ex ministro obbliga – come ha dichiarato – il Pd a sostenerlo. Ma la cosa che obiettivamente stupisce, a parte la sconcertante autodichiarazione poi autosmentita, è lo spazio mediatico immenso che gli viene concesso e a cui gli altri candidati non hanno avuto il minimo accesso. Calenda ha dato il suo annuncio salvifico per il mondo addirittura dal programma di Fabio Fazio, Che tempo che fa, su Rai 3. Ed allora una domanda sorge spontanea: come mai il “sistema” pompa così tanto la sua candidatura che obiettivamente è del tutto residuale visti i risultati disastrosi presi dal suo movimentino alle ultime amministrative?
In Lombardia vietato comprare vino dopo le 18, furia consorzio Chianti: “Follia”
Il Consorzio del Chianti boccia le restrizioni decise per la Lombardia: "Un provvedimento incomprensibile, si criminalizza il vino e si colpisce chi fa la spesa dopo il lavoro". “Vietare dalle 18 la vendita del vino nei supermercati, nelle enoteche, in tutti gli esercizi commerciali e artigianali, è una follia, un attacco al buon senso, un provvedimento incomprensibile”. Il Consorzio Vino Chianti, con il suo presidente Giovanni Busi, esprime “lo sconcerto e la rabbia dei produttori per l’ennesima ordinanza che cerca di ridurre i contagi da coronavirus”, in questo caso il regolamento della Regione Lombardia.
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Gimbe: “Ascesa vertiginosa contagi, governo cambi strategia o sarà lockdown”
L’errore che il governo sta facendo è quello di “inseguire i numeri del giorno con uno stillicidio di DpcmPCM che, settimana dopo settimana, impongono la continua necessità di riorganizzarsi su vari fronti”. Questo “spingerà inevitabilmente il Paese proprio verso quel nuovo lockdown che nessuno vuole e che non possiamo permetterci”. Lo afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze), che si occupa di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche. “MISURE TROPPO DEBOLI PER FERMARE ASCESA VERTIGINOSA”. “Davanti ad una curva del contagio che s’impenna ogni giorno di più e ospedali che si riempiono inesorabilmente, come in un déjà-vu nel giro di pochi giorni, il Governo introduce ulteriori misure restrittive nel tentativo di frenare l’epidemia. La necessità di emanare due Dpcm in una settimana conferma che il contenimento della seconda ondata viene affidato alla valutazione dei numeri del giorno con la progressiva introduzione di misure troppo deboli per piegare una curva dei contagi in vertiginosa ascesa“.
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Salvini diceva che il coprifuoco era un’idea strampalata. E ora che invece lo ha deciso Fontana?
Matteo Salvini è fatto così: quando si parlava di un coprifuoco come decisione da parte del governo per contenere i contagi da Coronavirus per il “Capitano” si trattava di un’idea strampalata. Ora che lo ha deciso il governatore leghista Attilio Fontana in Lombardia cerca di buttarla in caciara. Questa mattina si è concentrato nel difendere Trump da Severgnini. E ancora prima, proprio nelle ore in cui Fontana annunciava la restrizioni, aveva pubblicato il video puccioso di un bambino che ballava Jerusalema. Eppure proprio lui appena qualche giorno fa, il 16 ottobre, diceva “Tutti a casa dopo le 9 di sera significa ammazzare la seconda potenza industriale e manifatturiera”. Il coprifuoco – ha risposto Salvini a una domanda su questa eventualità, durante un punto stampa alla fiera Bi.Mu – si fa in tempi di guerra. Non penso che il virus vada a letto alle 21.30. Mi spieghino l’evidenza scientifica per cui posso girare per Milano fino alle 21 e poi devo andare a casa. Mi sembrano cose strampalate e prive di senso”.
Coprifuoco Lombardia: torna l’autocertificazione. Cosa c’è da sapere
Con l’approvazione della richiesta di coprifuoco da parte della Lombardia torna anche un documento tanto discusso (e odiato) che rimette indietro le lancette dell’orologio: l’autocertificazione. In Lombardia vige il coprifuoco dalle 23 (dalle 18 solo servizio ai tavoli nei locali) alle 5 per tre settimane. In quegli orari si potrà andare in giro solo per motivi di lavoro o comprovata urgenza: sarà il Viminale oggi a fornire tutte le indicazioni con una circolare ai prefetti, scrive il Corriere della Sera. Nel modulo si dovranno specificare ovviamente le proprie generalità e indicare per quale motivo ci si trova in giro oltre le 23. Nel caso si tratti di motivazioni legate al lavoro, nell’autocertificazione si dovrà specificare il luogo di destinazione, mentre in caso di comprovata urgenza bisognerà comunicare anche la durata dell’uscita e il motivo, oltre che la destinazione.
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Calenda e la stampa che piace (a chi?)
In un Paese dove si va continuamente a votare, e migliaia di candidati non hanno neppure un minuto sulle tv locali per presentarsi, il trattamento riservato a Carlo Calenda dice tutto su quanto e come sia schierata la stampa italiana. Anticipato da pagine e pagine di giornali, l’ex ragazzo dei Parioli, ma anche ex collaboratore di Montezemolo, ex candidato alle politiche con Mario Monti, ex ministro di Renzi e Gentiloni, ex europarlamentare del Pd ed ex molto altro ancora, ha avuto il privilegio di ufficializzare la sua discesa in campo per il Campidoglio in diretta da Fabio Fazio, rilanciato il giorno seguente da un mucchio di trasmissioni e interviste generalmente in ginocchio, come sanno fare bene i giornalisti che piacciono alla gente che piace, e a cui naturalmente piace Calenda. E dire che questo signore – di cui si ricordano i dossier Ilva e Alitalia (insieme ad altri 100 e passa) lasciati disastrosamente aperti dopo quasi cinque anni da ministro delle Attività produttive – è accreditato di uno scarso 2 virgola cocci a livello nazionale, e alle ultime regionali è pressoché evaporato.
Il coprifuoco in Lombardia con le forze dell’ordine ed esercito a controllare
Il coprifuoco in Lombardia che sarà in vigore da giovedì è stato esteso a tutta la regione per evitare che chi abita a Milano potesse aggirarlo uscendo dalla zona soggetta a restrizioni. Ci saranno le forze dell’ordine e, se necessario, l’esercito a controllare. Ma per il governatore Fontana si tratta di un provvedimento “simbolico”. L’obiettivo del coprifuoco in Lombardia è “cercare di dare un colpo a una delle cause del contagio che è ripartito e che risiede negli assembramenti, nelle movide, nelle feste, negli incontri in pubblico, nelle piazze, cose che non si riescono a controllare perché non riusciamo ad avere un numero sufficiente di agenti e polizia che possano intervenire. La soluzione migliore credo che possa essere questa, soluzione che è stata presa anche in altri Paesi”. Attilio Fontana, ospite in diretta a ‘Quarta Repubblica’ su Retequattro ha spiegato le misure restrittive che saranno in vigore da giovedì in Lombardia.
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Covid, da venerdì in Campania coprifuoco dalle ore 23. De Luca riapre le scuole elementari da lunedì
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato che si prepara “a chiedere in giornata il coprifuoco, il blocco delle attività della mobilità da questo fine settimana”, dopo la decisione analoga della Lombardia. “Volevamo partire dall’ultimo week end di ottobre, ma partiamo ora, si interrompono le attività e la mobilità alle 23 per contenere l’onda di contagio. Alle 23 da venerdì si chiude tutto anche in Campania, come si è chiesto anche in Lombardia”. “Autorizziamo da subito progetti speciali scolastici per bambini disabili e autistici e da lunedì anche le attività delle scuole elementari”, ha annunciato inoltre il presidente De Luca nel corso della sua visita al Covid residence dell’Ospedale del Mare a Napoli.
“Ci sono più casi solo perché facciamo più tamponi?”. Non è proprio così, positivi quadruplicati
L’Italia della seconda ondata di Covid conosce un numero di contagi mai visto nemmeno durante il lockdown, quando l’epidemia affollava gli ospedali e anche i cimiteri. Il ragionamento che spesso viene condotto in questi giorni è che il picco di casi dipende dal fatto che si effettuano più tamponi rispetto a marzo, diagnosticando anche quei pazienti asintomatici che in un primo momento non venivano tracciati, motivo per cui il contagio sembra più diffuso. Eppure, come fa notare un’analisi di Huffington Post, ad aumentare è anche la percentuale dei positivi sui tamponi effettuati: se il sei ottobre era del 2,68 per cento, il 19 superava il 9 per cento. Una crescita del totale di positivi sui tamponi pari al 200 per cento in meno di due settimane. Significa che i contagi aumentano sia in termini relativi che in termini assoluti. Nei giorni che vanno dal 2 al 4 ottobre la percentuale dei positivi sul totale dei tamponi era del 2,38 per cento, mentre la settimana successiva, dal 9 all’11 ottobre, il dato è salito al 4,55 per cento. E ancora, dal 16 al 18 ottobre, la percentuale media dei positivi rispetto al numero di tamponi è arrivata al 7,07 per cento. Significa che in due settimane si è passati da 2 a 7 positivi ogni 100 tamponi condotti, con un aumento percentuale del 250 per cento.
L’incredibile rivolta dei sindaci. Il Governo gli dà più poteri per fronteggiare l’emergenza Covid e loro protestano
I sindaci prima reclamano più poteri e poi, quando l'Esecutivo glieli concede, protestano. Per non metterci la faccia se c'è da inasprire a casa loro le misure di contenimento dell'epidemia. Tutti pronti a salire sulle barricate quando si parla di autonomie, decisi a conquistare uno spazio in più di libertà per gestire i fondi, e poi tutto uno scaricabarile quando si tratta di prendersi mezza responsabilità. Va avanti così. Da sempre. E non poteva andare diversamente con l’ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte. Da Nord a Sud, da destra a sinistra, questa volta sembrano tutti d’accordo nel cercare di rinviare ad altri la palla per chiudere strade o piazze della movida. Difficile pensare che da Palazzo Chigi possano scrutare tutti gli eventuali assembramenti nei diversi centri italiani. Affidare ai sindaci tale monitoraggio, come previsto nel decreto, sembra avere dunque una logica. Ma per gli amministratori d’Italia no e trovare un’intesa, tanto per dire che le chiusure verranno stabilite dopo un confronto con prefetto e questore, non è stato semplice. Così come, tornando alle responsabilità, davanti a un Paese che lamenta da mesi i pesantissimi effetti del lockdown, anche aver lasciato alle Regioni il potere di adottare misure più restrittive rispetto a quelle stabilite a livello centrale ha una logica. Ma ecco che la Lombardia, come già accaduto all’inizio della pandemia, anziché imprimere un eventuale giro di vite chiede al Governo di emettere al suo posto altri divieti.
Solo i 5S difendono scuole e imprese
Sono davvero forti i governatori di Regione, i politici di ogni calibro e gli opinionisti da salotto tv che chiedono in coro più rigore sul Covid ma senza far danno all’economia. Se le parole non sono fiato in libertà, il maggiore rigore vuol dire chiusure anticipate di molte attività, a partire dai già martoriati bar e ristoranti, sino a possibili nuovi lockdown. Non fare nuovi danni all’economia significa invece l’esatto opposto, e cioè permettere alle imprese di continuare a lavorare convivendo col virus. Dunque delle due l’una: o si chiude o si va avanti come meglio si può, magari smettendo di raccontare che le mascherine non servono e criticando ogni provvedimento per il solo fatto che il Governo è M5S-Pd, e se non piacciono li si contesta a prescindere, pure sulle cose di buonsenso.
Altri guai per i fiscalisti della LEGA. Sigilli alle ville di Di Rubba & C. Per il gip le case sono state pagate con soldi pubblici. Salvini minimizza: non è preoccupato, solo incuriosito
Uno dopo l’altro, si vanno ad incastrare i tasselli dell’inchiesta sulla compravendita a prezzo gonfiato dell’immobile di Cormano. Come in un puzzle complesso e imprevedibile, ieri la Guardia di Finanza ha messo i sigilli alle “due belle ville sul lago” di Garda, come le ha definite il commercialista Michele Scillieri in un’intercettazione, ritenute nella disponibilità dei colleghi Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba. Stando a quanto si legge nel dispositivo di sequestro, gli immobili dei due fiscalisti della Lega, entrambi finiti ai domiciliari per effetto dello scandalo della Lombardia film commission, sono il risultato del peculato a loro contestato. A chiedere questo provvedimento è stata la Procura di Milano, diretta dal procuratore Francesco Greco, che sostanzialmente sospetta che parte degli 800mila euro di soldi pubblici incassati dalla fondazione lombarda, sono poi stati usati per l’acquisto dei due appartamenti – del valore complessivo di 600mila euro – al Green Residence Sirmione di Desenzano del Garda.
Idee chiare: chi ieri invocava la didattica di presenza, oggi chiede di tornare alla didattica a distanza.
Giorgia Meloni è completamente fuori dal mondo?
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Le 10 Regioni a rischio lockdown
Qualche giorno fa il Piano da 123 pagine messo a punto da Cts, ministero della Salute, Iss e Regioni descriveva la situazione in cui ci possono essere dei lockdown a livello locale. Si tratta del terzo scenario, quello in cui l’indice RT si trova tra 1,25 e 1,5. In questo momento le regioni con un RT in quel range sono 10. Nel report settimanale sulla situazione del Coronavirus in Italia l’Istituto Superiore di Sanità porge un”invito alle Regioni, “in raccordo con il ministero della Salute, a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di valutare il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle aree maggiormente affette”. Scrive La Stampa:
Chiusure sparse qua e là che potrebbero essere solo l’antipasto della stretta che si profila per mezza Italia, perché il Report del monitoraggio settimanale di Iss e ministero della Salute indica che ben 10 regioni sono a un livello di rischio «moderato», ma «ad alta probabilità di progressione rapida». Ossia stanno scivolando velocemente verso quell’area rossa del rischio «alto», che fa poi scattare lockdown locali e chiusure progressive delle attività produttive.
Sul filo del rasoio stanno in questo momento camminando Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta, quest’ultima con l’Rt più alto ( 1,53), seguita dal Piemonte con un Rt a 1,39 . Del resto, come scritto nel Report, oramai «si evidenzia una nuova fase epidemiologica con un sovraccarico dei servizi territoriali, che potrebbe riflettersi in breve tempo in un sovraccarico dei servizi assistenziali».
E alla fine lo hanno fatto: gli sceriffi governatori scavalcano il governo e chiudono le scuole (per colpa loro)
Alla fine ce l’hanno fatta. I governatori stanno decidendo da soli: Vincenzo De Luca in Campania ha chiuso le scuole primarie e secondarie fino al 30 ottobre e Attilio Fontana in Lombardia vuole fare un provvedimento per la didattica online per tutti gli studenti dell’ultimo anno del liceo, come TPI ha potuto anticipare. I due presidenti regionali ci hanno spiegato che le smentite di queste ore erano tutte palle. I governatori volevano chiudere, e lo hanno fatto. Sembra la trama di Assassinio sull’Orient Express di Agata Christie: tutti hanno dato il loro contributo, a riprova che spesso la destra e sinistra diventano solo infrastrutture per mascherare scelte comuni. Zaia lo ha proposto, Stefano Bonaccini lo ha chiesto in conferenza Stato-regioni (“Era solo una ipotesi estrema”, mugolava il suo staff in una nota lamentosa di due sere fa) e alla fine i due sceriffi hanno firmato l’ordinanza. Altri seguiranno.
Uno Stato che non spia ma ci tutela
La mattina accusano il Governo di varare norme liberticide, scavalcando il Parlamento col continuo ricorso ai Dpcm, e la sera protestano perché lo stesso Governo preso a schiaffi non li coinvolge nelle sue decisioni. Salvini e Meloni, in perenne sindrome da dottor Jekyll e Mister Hyde, continuano ad ignorare la realtà, col nuovo record dei contagi, gli ospedali che tornano a riempirsi velocemente, Parigi che ordina il coprifuoco alle 21 e mezzo mondo che si avvia a nuovi lockdown. Pur di mettere in croce un Esecutivo che sta facendo il possibile e anche di più per aumentare la prevenzione senza paralizzare la scuola in presenza e le attività economiche, i leader dell’opposizione con l’orchestra delle tv di riferimento dicono tutto e l’esatto contrario, spesso riuscendo a smentirsi grossolanamente.
Governatori peggio del Covid
Mentre litigavamo in tv con quei mattacchioni della destre per cui le mascherine non servono a niente e Conte ci ha imposto una dittatura sanitaria, il virus ha fatto il suo corso e ora che siamo a quasi novemila contagi al giorno la situazione rischia di sfuggire di mano. I più irrequieti sono i governatori, che hanno un’occasione in più per appagare il loro protagonismo, decidendo ciascuno per conto proprio chi va a scuola e chi no, minacciando di chiudere bar e ristoranti prima di quanto previsto dall’ultimo Dpcm (se n’è discusso in Lombardia, ma Fontana ha poi smentito), oppure di chiuderli dopo (La Provincia di Bolzano si è rifiutata di recepire il decreto del Presidente del Consiglio). Così si sta generando nuova confusione e un’ulteriore senso di smarrimento nei cittadini, malgrado sia evidente che il Covid non conoscendo confini nazionali a maggior ragione non può conoscere quelli regionali. Dunque a che serve avere regole diverse a distanza talvolta di pochissimi chilometri?
M5S: Luigi Di Maio ad Accordi&Disaccordi (Nove): “No a conflitto con Di Battista. Né noi né Zingaretti parliamo di alleanze strutturali”
“Io non ho mai parlato di alleanze strutturali, neanche Zingaretti: nessuna delle due forze politiche di governo sta lavorando a una legge per le alleanze organiche. Tutt’altro: stiamo lavorando a una legge proporzionale”. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ospite di ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi, con la partecipazione di Marco Travaglio, sul Nove tutti i venerdì alle 22.45, risponde alle dichiarazioni del “ribelle del Movimento”, l’ex deputato Alessandro Di Battista che aveva dichiarato di non volere un’alleanza organica con il Pd. “Non ho intenzione di entrare in conflitto con Alessandro: siamo sempre stati diversi e questa diversità è sempre stata la nostra ricchezza, però trovo che la scelta dei nostri iscritti di fare le coalizioni nei comuni questa estate è stata una scelta sacrosanta”.
Crisanti all’attacco: «Il controllo si è sbriciolato con i numeri così alti: per tornare sotto i 2 mila casi serve il lockdown di Natale»
Il professore dell’Università di Padova parla di un intero impianto in difficoltà che, alla luce di una seconda ondata prevista da tempo, suona ora come una mancanza ancora più grave. Più il numero dei contagi da Covid-19 aumenta più diminuisce la capacità del sistema di far fronte al monitoraggio. Una proporzione per nulla rassicurante su cui il professore dell’Università di Padova Andrea Crisanti invita a far luce parlando di «un sistema ormai sbriciolato». L’accusa dello scienziato sulle pagine del Corriere è forte. Secondo quanto spiega, l’intero impianto di controllo del virus sarebbe finito schiacciato sotto il peso dei numeri in continua crescita. Una condizione che, alla luce di un’ondata numero due prevista da tempo da parte di tecnici ed esperti, suona ora come una ancor più grave mancanza.
Ue: in arrivo il salario minimo europeo: cosa cambia per l’Italia
L’Unione Europea è pronta ad approvare la legge sul salario minimo per i lavoratori. Andiamo a vedere quali sono le novità per l’Italia. Dopo una direttiva di Ursula von der Leyen, la commissione dell’Uniona Europea sarebbe pronta a far diventare realtà il salario minimo europeo. La grande novità infatti riguarda proprio l’Italia, che non trova posto nei 22 paesi Ue in cui il salario minimo è previsto per legge. Secondo alcuen indiscrezioni, la norma potrebbe essere approvata il prossimo 28 ottobre, una vera bella notizia per tutti i lavoratori dipendenti italiani. Un analisi attenta del parlamento europeo ha fatto constatare che il provvedimento è necessario, specialmente dopo il periodo di crisi evidenziato dal Coronavirus. Infatti in Europa sono milioni i lavoratori sottopagati, con l’Ue pronta a mettere fine a questo problema ch persiste anche in paesi sviluppati, come appunto l’Italia. Secondo i report, il provvedimento riguarderebbe addetti alla logistica e alle pulizie, commessi, camerieri, lavoratori dei trasporti pubblici e operai ecologici. La direttiva europea terrà conto delle diverse realtà nei vari paesi. Inoltre il provvedimento non sarà vincolante e si va nella direzione di non intervenire direttamente sul livello dei salari minimi, ma verranno rispettate le tradizioni locali. Infatti stando alla situazione italiana, verrà comunque tenuto conto dei vari sindacati e della libertà della contrattazione collettiva.
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Italia Viva fa slittare l’ok alla legge per il voto ai 18enni per il Senato
Ed è bagarre con il Partito Democratico. Quello che sembrava essere un semplice passaggio parlamentare si è trasformato, per l’ennesima volta, in una frattura per la maggioranza. A litigare oggi sono Partito Democratico e Italia Viva. Lo scontro si è consumato (e si sta consumando con una serie di dichiarazioni al vetriolo e accuse) sul tema del voto diciottenni al Senato: una riforma che va a toccare una parte della Costituzione. Il partito di Matteo Renzi giustifica la sua posizione parlando di piano di riforma più ampio e scelta di un programma condiviso. I dem, invece, attaccano parlando di tentativi per forzare il rimpasto di governo. La conferenza dei capigruppo alla Camera ha stabilito questa mattina il rinvio del voto a Montecitorio per la legge sul voto diciottenni al Senato. Il motivo è la posizione di Italia Viva, confermata anche dalle parole di Maria Elena Boschi:
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Roma: Orgasmi & ganasce
Per la prima volta, ho provato sentimenti di umana pietà per Monica Cirrinnà. È stato quando ho letto sul sito di Repubblica che “Calenda schiaccia gli altri candidati nella corsa per il Campidoglio”. Il pensiero dell’esile deputata pidina che stramazza al suolo esanime sotto il peso del corpulento leader di Azione mi ha fatto riflettere sulle dure e impietose leggi della politica e sull’esigenza di porvi qualche limite di cristiana misericordia o di laica solidarietà. Anche perché le primarie romane del centrosinistra sono talmente affollate che non ci si meraviglierebbe di veder piovere dal cielo pure Mario Adinolfi. E lì sarebbero cavoli amari per tutti, non solo per la Cirinnà. Ma almeno si smetterebbe di chiamarle “le primarie dei sette nani”. Per fortuna, al momento, di schiacciante c’è solo la maggioranza dei giornaloni e dei retrostanti padroni del vapore che fanno il tifo per Calenda ancor prima che si candidi a sindaco. Anzi, più che un tifo, è una serie di orgasmi multipli a mezzo stampa, pari a quelli che si registravano ai tempi del Giubileo, dei Mondiali di Nuoto e delle candidature olimpiche (fortunatamente sventate da Monti e dalla Raggi). Con una particolarità: invece dei tradizionali sospiri e gridolini di piacere, gli orgasmi capitolini hanno come colonna sonora un sinistro rumore di ganasce, che va da Repubblica degli Agnelli-Elkann al Messaggero di Caltagirone. Per la serie: daje che se rimagna.
Cominardi (M5S): 'Perché se un furbetto del reddito di cittadinanza viene beccato la notizia è in prima pagina, mentre delle migliaia di imprese scovate dall'antifrode dell'Inps non se ne parla'
“Ammontano a 88 miliardi di euro i finanziamenti del governo per l’industria”. Così si legge in un post pubblicato da Claudio Cominardi sul proprio profilo Facebook. Nel dettaglio: Contributo a fondo perduto 6 miliardi, Debiti commerciali Comuni Regioni e Province 12 miliardi, Fondo garanzia per liquidità 7,8 miliardi, Superbonus energia e sicurezza sismica 10 miliardi, Ricerca e transizione digitale 7 miliardi, Innovazione Green e Cassa Integrazione 30 miliardi, inoltre “a fine anno saranno 100 miliardi di euro e sono in arrivo in Legge di Bilancio ulteriori risorse per le imprese” ha fatto sapere il Parlamentare del M5S. “Certo, considerata la crisi economica non sono sufficienti. Le imprese inoltre hanno il sacrosanto diritto di avere risposte rapide e concrete. Per non parlare della burocrazia che le incatena alla lentezza dell’apparato amministrativo. Tutte questioni sulle quali si è già in parte intervenuti e si continua a lavorare. Premesso ciò, vorrei anche la si smettesse di dire che nessun aiuto è stato previsto per il mondo produttivo e che si agevolano solo i percettori di reddito di cittadinanza” ha osservato l’esponente pentastellato. “I numeri si commentano da soli. Poi qualcuno mi dovrà spiegare perché se un furbetto del reddito di cittadinanza viene beccato diventa la notizia da prima pagina, mentre quando vengono scovate dall’antifrode dell’Inps migliaia di imprese che impropriamente beneficiano di centinaia di milioni di euro di cassa integrazione a discapito della maggior parte delle imprese corrette, di questo non ne parla proprio nessuno” ha concluso Cominardi.
Il ritorno delle code davanti ai supermercati
Per ora è solo un accenno, ma da quando la parola lockdown è tornata di uso quotidiano si cominciano a vedere le prime code davanti ai supercati a orari di solito tranquilli. Oggi Repubblica Firenze descriveva la situazione in città. Le code davanti ai centri commerciali per fortuna ancora non sono la norma. Se al centro commerciale di Gavinana viene descritta una situazione diversa dal solito in altri supermercati fiorentini c’è ancora calma piatta:
La sirena d’allarme è suonata, si fa per dire, ieri mattina fuori dal centro commerciale di Gavinana della Coop: la fila d’ingresso, più lunga di quelle che quotidianamente si verificano tutti i giorni, ha reso necessario – spiega Unicoop Firenze – «scaglionare gli accessi, una misura a tutela di tutti». Si torna alla psicosi dei giorni del lockdown? Qualche ora dopo, intorno a mezzogiorno, la preoccupazione sembrava svanita. Fila fisiologica, sui cinque minuti d’attesa e calma piatta, agitata solo da una donna che vorrebbe saltare la coda: «Devo solo comprare il parmigiano grattugiato», dice. «Anche noi», le rispondono. Nessun filtro ma neppure code, a quell’ora, in altri negozi cittadini, dall’Esselunga Masaccio alla Conad di via Scipione Ammirato, qualcosa negli store più grandi. Ma le catene della Gdo dicono di essere preparate ad una nuova ondata di corsa all’accaparramento. «Le misure anti contagio sono quelle già messe in campo nei mesi scorsi, come distanziamento, accessi limitati, gel e mascherine», dicono ad Unicoop dove sono pronti a ripristinare i filtri anche nei negozi minori se la ressa dovesse alzarsi.
Lombardia, la nuova ordinanza: didattica a distanza parziale, bar e ristoranti chiudono alle 24
Dalla mezzanotte di sabato 17 ottobre e fino a venerdì 6 novembre 2020, quindi per tre settimane, entra in vigore la nuova ordinanza firmata dal governatore della Lombardia Attilio Fontana per contenere l’avanzata dell’epidemia di Coronavirus in Regione, dopo il confronto con i sindaci della regione e con il prefetto di Milano. L’ordinanza è stata sottoposta al ministro della Salute Roberto Speranza. Ecco le principali misure. Le attività di somministrazione di alimenti e bevande sia su area pubblica che su area privata (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, pizzerie, chioschi) sono consentite sino alle ore 24; in tali attività dopo le ore 18 il consumo di alimenti e bevande è consentito esclusivamente ai tavoli; la misura di cui al presente punto non si applica agli esercizi situati lungo le autostrade e nelle aerostazioni; È vietata la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica da parte di tutte le tipologie di esercizi pubblici, nonché da parte degli esercizi commerciali e delle attività artigianali dalle ore 18. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio.
Azzolina: “Oggi gli studenti della Campania non sono nelle aule ma in giro nei centri commerciali e non credo siano luoghi più sicuri delle scuole”
“Il ministro della scuola da solo non può impugnare un provvedimento regionale, e non ho il potere di aprire o chiudere le scuole, la decisione. Eventualmente sarà di tutto il governo. Il mio problema ora sono gli studenti”. E’ quanto ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, tornando a parlare dell’ordinanza di chiusura delle scuole firmata ieri dal governatore Vincenzo De Luca. “La scuola è una priorità per il paese? Per me è una priorità assoluta. Le scuole chiuse – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo – rischiano di allargare il divario sociale. Non ho sentito il governatore De Luca ma sono disponibile a dialogare con tutti ma chiedo che ci sia la massima attenzione alle nuove generazione. Chiusure le scuole in Campania? Io guardo i dati e i dati ci dicono che le scuole sono posti sicuri. Oggi gli studenti della Campania non sono nelle aule ma in giro nei centri commerciali, e non credo che questi siano luoghi più sicuri delle scuole”.
Coronavirus, Calderoli: “Io immunodepresso, vi prego indossate mascherina”. Lo dice al suo capo Matteo Salvini?
Il politico leghista Roberto Calderoli ha lanciato un appello su Facebook alla popolazione invitando a fare il possibile per rispettare le norme anti-Covid. Il politico leghista Roberto Calderoli ha scritto un post su Facebook per invitare la popolazione a rispettare le norme per il contenimento e la diffusione del coronavirus imposte dal governo. Lo ha fatto spiegando di essere “ultrasessantenne e quindi per età anagrafica sono a rischio. Io sono immunodepresso per le conseguenze delle terapie anti tumorali e quindi sono ancora più a rischio”. Calderoli ha poi affermato che essendo bergamasco, si è trovato a vivere da vicino la tragedia vissuta dalla città a Marzo a causa della pandemia. Momenti drammatici, in cui a un certo punto purtroppo, sono finiti persino i posti nei cimiteri per il numero elevato di morti. Da qui il suo appello agli italiani a rispettare le regole: “vi supplico, anche in ginocchio, di rispettare la richiesta di mettere la mascherina, quella vera, non uno straccio che copra il naso e la bocca, di mantenere il minimo distanziamento, ma distanziamento vero, di non creare assembramenti anche nel fine settimana, quando sembra scattare il ‘tana libera tutti’.
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