E Burioni spiega al “virologo” Salvini che le cure che propone per COVID-19 non funzionano
“Segnalo all’On. Salvini che le evidenze scientifiche sono concordi nel dimostrare la NON EFFICACIA della idrossiclorochina nella cura di COVID-19 e che non esistono prove solide (nonostante studi internazionali su decine di migliaia di pazienti) riguardo all’efficacia del plasma iperimmune”. Con poche parole Roberto Burioni risponde a Matteo Salvini che in versione virologo qualche ora fa aveva proposto l’idrossiclorochina e il plasma iperimmune come possibili soluzioni per contrastare la seconda ondata di Coronavirus. Il leader della Lega aveva lanciato la sua ideona su Facebook: “Altra proposta concreta e costruttiva al governo: il rischio concreto è l’intasamento degli ospedali, per evitarlo l’Agenzia italiana del farmaco deve riattivare il protocollo di cura domiciliare con l’utilizzo di idrossiclorochina o antinfiammatori idonei sospeso il 26 maggio scorso. Si tratta di farmaci che possono agire efficacemente contro il Covid, evitando il ricovero nella stragrande maggioranza dei casi. Il governo non può perdere più tempo. Inoltre, che fine ha fatto la cura al plasma iperimmune? La burocrazia sta rallentando tutto e umiliando il lavoro di medici come il professor De Donno.” Salvini ormai non sa cosa dire: non voleva il coprifuoco in Lombardia e il coprifuoco si è reso necessario. Ha provato in estate a contestare l’uso della mascherina e la mascherina ora è obbligatoria. Ora prova a insegnare il mestiere a chi deve curare COVID-19.
Quando Calenda da ministro boicottava Roma. Il post dell’assessore Calabrese che smonta la propaganda del nuovo idolo dei media
Roma è una città meravigliosa. Per decenni governata da chi ha lasciato solo debiti e disastri, negli ultimi anni però si sta risollevando dalle macerie grazie a un’altra meraviglia, il coraggio e la determinazione di una Sindaca che ha già risolto una marea di questioni “su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo”. E’ il commento che mi è rimasto impresso appena abbiamo iniziato la demolizione della tangenziale a Tiburtina, una delle innumerevoli opere che abbiamo resuscitato dall’oblio, tutte con un lavoro talmente straordinario che, appunto, nessuno ci avrebbe scommesso neanche un centesimo. Certo, c’è ancora molto da fare, ma è indubbio che siamo riusciti laddove altri hanno sonoramente fallito, oltre a gettare le fondamenta, anche economiche, per la città dei prossimi venti anni. Il fatto di non aver aggiunto miliardi di debiti fuori dai bilanci approvati, ed anzi di averne pagati a centinaia, non lo dice nessuno dei nostri avversari. E’ la cosa che gli fa più male di tutte. Preferiscono falsificare ogni nostro risultato, ed ora che si sta aprendo la campagna elettorale succederà sempre di più. Ad esempio, ieri sera è andata in onda un'intervista a Carlo Calenda, un eletto e pagato per fare il parlamentare europeo, che ora ha trovato un altro pretesto per continuare a non fare il parlamentare europeo: si candida a governare Roma, ammesso che sia vero, per rimetterla nelle mani di chi l’ha distrutta. Candidarsi su Roma significa avere la garanzia di essere su tutti i Tg e prime pagine dei giornali, ogni giorno. Lo sa perfettamente, è molto furbo, una parte del sistema mediatico gli è molto vicino, infatti lo sta pompando per lanciarlo come mai visto prima d’ora. Del resto per battere Virginia non hanno alternative. E devono per forza dire bugie, con il solo fine di infangare la Raggi. A volte sono talmente incredibili che non si capisce come facciano a non vergognarsi. Sui trasporti, secondo questo individuo, occorrerebbe un Piano in cui, fra le altre, sia prevista una sostituzione massiccia dei mezzi pubblici di Roma, “che sono vecchissimi”. Ha scoperto l’acqua calda: è esattamente quello che abbiamo fatto e stiamo continuando a fare. Dopo aver messo su strada i primi 150 a febbraio 2017 rimettendo in piedi un contratto sbagliato dai predecessori e oltre ad aver evitato il fallimento di Atac l’anno successivo, il Piano ha concesso di finanziare e ordinare 227 nuovi bus arrivati lo scorso anno, altri 328 entro la fine di quest'anno, e 212 il prossimo. (NdR: sono ben 917 bus nuovi!) Una quantità di mezzi nuovi mai visti da decenni.
“Tu ci chiudi e tu ci paghi”. Proteste in strada contro il coprifuoco deciso da De Luca in Campania
Petardi, fumogeni, forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Tensione e atti violenti davanti alla sede della Regione Campania a Napoli in via Santa Lucia dove è in atto ora, venerdì 23 ottobre, una delle manifestazioni contro il ‘coprifuoco’ alle 23 e l’ipotesi di lockdown ventilata dal presidente della giunta Vincenzo De Luca. Durante la protesta è stato aggredito un giornalista. Ci sono due striscioni in cima a un corteo: “tu ci chiudi e tu ci paghi”, e poi “contro De Luca”. Centinaia di persone hanno prima occupato una parte di lungomare, e poi si sono dirette verso il palazzo dove ha sede la Giunta. Blocco stradale anche nel quartiere di Chiaiano, nei pressi della stazione della metropolitana. Esplosioni di bombe carta, e accesi fumogeni. Presente anche il Reparto Celere della polizia. Lancio di oggetti contro le forze dell’ordine e tentativi di sfondare il cordone di protezione.
Delirio di Fontana e De Luca. I peggiori della classe ora danno lezioni al Governo. Campania verso il lockdown che vuole imporre in tutta Italia. In Lombardia Salvini furioso col presidente che chiude le scuole
In ordine sparso, ognuno per sé. Così si può definire quello che sta accadendo negli ultimi giorni nel nostro Paese alle prese con una seconda ondata di contagi da coronavirus, che stanno letteralmente facendo esplodere ordinanze regionali e restrizioni locali, senza un ratio e senza coordinamento. A fare da apripista il governatore sceriffo della Campania Vincenzo De Luca, che certo non è nuovo a intemerate e anatemi, seguito a ruota da quello lombardo Attilio Fontana, che certo non può essere annoverato fra quelli che si sono distinti per una gestione ottimale della pandemia nei mesi scorsi. De Luca ha addirittura annunciato di voler ripristinare a brevissimo – l’ordinanza in merito dovrebbe essere firmata già domami – il lockdown totale. “I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. È necessario chiudere tutto, è indispensabile bloccare la mobilità tra regioni e intercomunale. Non si vede francamente quale efficacia possano avere in questo contesto misure limitate”, ha affermato ieri.
Covid, 19.143 nuovi casi e 91 morti: il bollettino del 23 ottobre
Il Ministero della Salute e la Protezione Civile hanno pubblicato il consueto bollettino sulla diffusione del Coronavirus in Italia aggiornato alla data di oggi, venerdì 23 ottobre 2020. Sono 19.143 i nuovi casi e 91 i morti registrati nell’ultimo giorno. È di 186.002 persone attualmente positive (+16.700), 37.059 morti (+91), 261.808 guariti (+2.352), per un totale di casi (+19.143), il bilancio inerente all’epidemia di Coronavirus in Italia emerso dal consueto bollettino quotidiano diffuso dalla Protezione Civile e dal ministero della Sanità. Dei 186.002 attualmente positivi, 10.549 (+855) sono ricoverati in ospedale, 1.049 (+57) necessitano di terapia intensiva, mentre 174.404 (+15.788) si trovano in isolamento domiciliare. Oggi si registra un consistente aumento dei casi: nelle ultime 24 ore, infatti, sono stati segnalati 19.143 nuovi contagi a fronte dei 16.079 registrati ieri. Aumenta anche il numero dei tamponi effettuati: 182.032 contro i 170.392 test realizzati ieri.
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Mondo di Mezzo, per Alemanno confermata condanna a sei anni per corruzione
La vicenda riguarda una presunta corruzione in cui Alemanno è accusato di aver "piegato la sua funzione di sindaco" agli interessi dei "corruttori" Salvatore Buzzi, l'ex 'ras' delle cooperative, e dell'ex Nar Massimo Carminati. Confermata la condanna a sei anni per l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno nell'ambito di un procedimento stralcio sul cosiddetto Mondo di Mezzo. In primo grado, il 25 febbraio 2019, l'ex sindaco era stato condannato a sei anni per corruzione e finanziamento illecito. Nell'udienza di questa mattina il sostituto procuratore generale Pietro Catalani aveva sollecitato, invece, una condanna a 3 anni e 6 mesi per corruzione. La vicenda riguarda una presunta corruzione in cui Alemanno è accusato di aver "piegato la sua funzione di sindaco di Roma" agli interessi dei "corruttori" Salvatore Buzzi, l'ex 'ras' delle cooperative, e dell'ex Nar Massimo Carminati, ottenendo in cambio, secondo l'accusa, circa 223.500 euro, considerato il prezzo del reato di corruzione, che sarebbe avvenuta tra il 2012 e il 2014.
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Cosa vuol dire che la carica virale adesso è alta e perché d’estate era bassa (e non c’entra il caldo)
Chi ha tanto virus in corpo può diffondere in modo più efficiente il virus agli altri, anche se è asintomatico. In una città dove mediamente la carica virale è alta le probabilità di prendere il Covid-19 aumentano moltissimo. Sta salendo a livelli molto elevati la carica virale, ossia il numero delle copie di materiale genetico del nuovo coronavirus presenti in un millilitro di materiale biologico prelevato con il tampone, tanto che «nell’ 80% dei casi positivi è ormai superiore a un milione», ha detto il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano. L’importanza della carica virale per i contagi. Proprio per questo di fronte ai tamponi e alla situazione attuale, varrebbe la pena capire quali hanno il potenziale di contagiare più persone. Solitamente la contagiosità è direttamente proporzionale alla carica virale: più alta è la carica virale misurata in un tampone, più il soggetto può diffondere in modo “efficiente” il virus. «Vale per tutti i virus, più uno produce virus più è contagioso», conferma Paolo Bonanni, epidemiologo e professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze.
Coronavirus – Gli anestesisti: “Rischio raddoppio ricoveri in 15 giorni, a quel punto sarà crisi”. La Lombardia riduce le operazioni
Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione anestesisti, evidenzia: "Sarà punto di rottura perché la dotazione organica disponibile di anestesisti-rianimatori non sarà sufficiente". Fontana: "Se impennata dei casi continua, possibile lockdown". Il rettore della Normale di Pisa e altri cento professori e scienziati a Mattarella e Conte: "Misure drastiche ora". La prima notte di serrata notturna a Milano e altre regioni che si avviano a sperimentare la misura per arginare la seconda piena di contagi. E la Campania che fa un passo in avanti: “Serve il lockdown nazionale, qui ci sarà a breve“, ha annunciato il governatore De Luca. Il premier Giuseppe Conte però ha specificato di voler “scongiurare un lockdown generalizzato“. L’Italia si avvia verso il primo week end a luci mezze spente e l’onda autunnale del coronavirus incute timore, con gli anestesisti che avvertono: “Con questo trend punto di rottura tra 15 giorni, entreremo in crisi perché la dotazione organica disponibile di anestesisti-rianimatori non sarà sufficiente”.
Covid governo ladro!
Ci siamo sbagliati. Non immaginando che i negazionisti estivi si sarebbero trasformati in rigoristi autunnali, sabato avevamo titolato: “Ora non parlano più”. Invece parlano e danno pure lezioni. I più timorati chiedono che cos’ha fatto il governo per prevenire la seconda ondata, mentre loro la negavano e la favoreggiavano. I più spudorati, tipo Sallusti, chiedono le dimissioni del governo (“Conte vada a casa”) e indicano come modello la Regione Lombardia dei noti serial killer colposi o preterintenzionali. Siccome altri 15 Paesi stanno molto peggio di noi, dovremmo lasciare senza governi mezzo mondo e tutta Europa: ideona per combattere il virus. Ora, noi nutriamo la massima ammirazione per chi persegue fino in fondo le sue idee, purché siano davvero le sue e le mantenga almeno per due o tre giorni di seguito. Per tutta l’estate i partiti e i giornali di destra ci avevano spiegato che Conte faceva apposta a “spargere terrore” su un “Covid clinicamente morto” (Zangrillo) per “salvare la poltrona”, “tenersi pieni poteri e dittatura sanitaria e, da sadico qual è, rovinarci le vacanze e rinchiuderci al più presto in casa. Quando Salvini si presentava smascherinato a un convegno in Senato e se ne vantava (“Non ce l’ho e non la indosso”), poi girava l’Italia sbaciucchiando bimbi e sputazzando sui fan, attaccavano chi lo criticava. E giù interviste à gogo a Zangrillo, che poi almeno ebbe il buon gusto di rettificare, e alla sua versione al pesto: Matteo Bassetti, quello che “a marzo il Covid era una tigre, oggi è un gatto selvatico addomesticabile” (1.6).
De Luca annuncia il lockdown in Campania: “Dobbiamo chiudere tutto per 40 giorni”
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso di una diretta Facebook annuncia il prossimo lockdown in Campania: “Dobbiamo chiudere tutto per 30-40 giorni”. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso di una diretta Facebook annuncia il prossimo lockdown: “Dobbiamo chiudere tutto per 30-40 giorni, oggi siamo ancora in tempo, non siamo alla tragedia, ma siamo a un passo dalla tragedia. Non voglio avere qui i camion militari che portano centinaia di bare di persone decedute. Oggi siamo chiamati a prendere decisioni forti, definitive ed efficaci, per far fronte a una situazione che è diventata pesante. Ogni giorno che passa rischia di aggravarsi in maniera insostenibile la situazione dell’epidemia. Per questo io ritengo che non ci sia più un’ora di tempo da perdere e perfino l’ordinanza che entra in vigore oggi è già superata dai dati del contagio con i quali dobbiamo fare i conti. Io credo che dobbiamo decidere oggi, non domani, non fra una settimana, perché davvero non abbiamo più davanti tempo da perdere”.
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In Italia servono medici specialisti, ma la graduatoria è bloccata: “Ritardo grava su ospedali”
La graduatoria del concorso per le specializzazioni mediche, che doveva essere pubblicata il 5 ottobre, è bloccata a causa dei numerosi ricorsi dei partecipanti. E il ritardo rischia di gravare sugli ospedali. È passato un mese esatto dal giorno in cui oltre 22mila medici hanno partecipato al concorso per l’assegnazione di circa 14.500 borse di studio per le specializzazioni, bandito dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur). Ma della graduatoria, che sarebbe dovuta uscire lo scorso 5 ottobre, non c’è traccia. Così, in un momento in cui gli ospedali tornano ad essere sotto pressione a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19 e il Sistema sanitario nazionale soffre per la mancanza di specialisti, migliaia di giovani professionisti attendono ancora di sapere se avranno la possibilità di specializzarsi o meno. Il ritardo – che è senza precedenti – è dovuto ai numerosi ricorsi intentati nei confronti del bando, che escludeva alcuni di loro dalla valutazione di determinati titoli, al fine del raggiungimento del punteggio, come riporta una nota del ministero pubblicata il 5 ottobre.
Appello di oltre cento scienziati a Mattarella e Conte. Servono misure drastiche nei prossimi 2-3 giorni. A breve l’epidemia potrebbe causare 400-500 morti al giorno
Oltre cento tra scienziati e docenti universitari hanno rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier Giuseppe Conte, un appello affinché vengano prese misure drastiche nei prossimi 2-3 giorni. I ricercatori fanno riferimento alle stime diffuse da presidente dei Lincei, Giorgio Parisi (nella foto), secondo cui il raddoppio nei decessi che si sta osservando ogni settimana potrebbe portare a breve a 400-500 morti al giorno. Secondo i ricercatori per ferma l’avanzata dell’epidemia è necessario “assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni” per “evitare che i numeri del contagio in Italia arrivino inevitabilmente, in assenza di misure correttive efficaci, nelle prossime tre settimane, a produrre alcune centinaia di decessi al giorno”. Tra i firmatari dell’appello figurano i nomi del Rettore della Normale di Pisa, Luigi Ambrosio e dell’ex presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Fernando Ferroni.
Coronavirus: politici e virologi dove trovano il tempo di andare in tv?
Succede una cosa molto strana. Io sono una persona abbastanza impegnata. Diciamo anche molto. Ho la radio, il giornale, il sito, un programma tv nel weekend con trasferta annessa, un figlio adolescente, un fidanzato, se avanza tempo un parrucchiere ogni tanto, più varie ed eventuali. Però insomma, non eseguo operazioni a cuore aperto e se faccio qualcosa così così il mondo se ne fa una ragione. Mi è però difficile incastrare altro, nelle mie giornate. Ricevo, ogni settimana, diversi inviti in tv in qualità di opinionista/intervistata, ad eventi ed altro. A qualcosa mi piacerebbe anche dire sì, ma mi trovo nella spiacevole condizione di dover dire quasi sempre no o “più in là” attendendo tempi migliori, per un semplice, banale motivo: non ho tempo. Qualcuno si è anche offeso e me ne dispiaccio, ma fare l’opinionista di professione e spalmarsi su tre, quattro, cinque programmi a settimana in orari diversi, interrogati su tutto, richiede tempo ed energie che puoi avere se non fai altro, o quasi. Perché se vai in studio devi arrivare almeno mezz’ora prima, farti microfonare, tornare a casa. Partono ore. Se fai il collegamento da casa, ti si piazza qualcuno in salotto un’ora prima, prove luci e audio e così via. Il collegamento Skype è più rapido, ma insomma, fai la prova, ti trucchi, ti dai una sistemata e va via sempre un sacco di tempo. E qui vengo al punto.
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I giudici europei promuovono il taglio dei #vitalizi
I giudici europei promuovono il taglio dei #vitalizi che il @Mov5Stelle ha sempre voluto e poi realizzato. Bocciato il ricorso degli europarlamentari che li rivolevano come prima. La Corte Europea ha stabilito che non esiste violazione di alcun diritto, il taglio è legittimo!
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I numeri smontano le balle sull’Inps. Erogate 20 milioni di prestazioni. Da inizio pandemia Cig pagata a 6,5 milioni di persone. Tridico alla Camera: uno sforzo enorme per i cittadini
Ieri, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha fatto il punto – in commissione Affari sociali della Camera, dove è stato audito in merito alla delega al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia – su quanto fatto dal suo istituto. Da quando ha avuto inizio pandemia Covid-19, l’Ente previdenziale da lui guidato ha erogato un totale di circa 20 milioni di prestazioni di cassa integrazione, in particolare 12 in modo diretto e 8 a conguaglio dopo anticipo delle aziende, a beneficio di 6,5 milioni di lavoratori. Per quanto riguarda invece gli autonomi/partite Iva l’Inps ha erogato 4,1 milioni di bonus 1,15 milioni di bonus e congedi famiglia, 212mila bonus per domestici, 600mila Redditi di emergenza ai nuclei familiari e ha finanziato un incremento del 25% di accessi al reddito di cittadinanza. In totale, ad oggi, l’Inps ha servito 14,3 milioni di cittadini per sostegno all’emergenza Covid. Naturalmente, come aveva fatto anche notare il premier Giuseppe Conte solo qualche tempo fa, occorre occuparsi anche dei singoli casi che sono rimasti fuori da chi ha beneficiato di queste misure.
Coronavirus, in Basilicata chiusi centri commerciali e didattica a distanza
Sono le novità contenute nella nuova ordinanza del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi per contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus Covid-19. Centri commerciali chiusi sabato e domenica e didattica a distanza nelle scuole superiori, tranne che per le classi del primo anno. Sono le novità contenute nella nuova ordinanza del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi per contenere e contrastare i rischi sanitari derivanti dalla diffusione del virus Covid-19. L’ordinanza, la numero 3,9 è pubblicata sul Bur speciale n. 92 del 21 ottobre e sul sito istituzionale ed è valida dal 23 ottobre al 13 novembre. L’ordinanza dispone nelle giornate del sabato e della domenica “la chiusura al pubblico delle attività commerciali di vendita al dettaglio ricomprese nei centri commerciali, ad esclusione delle attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie“. Sono comunque consentite le vendite a mezzo ordinazione tramite e-commerce e telefono, con consegna a domicilio. È vietato l’accesso alle strutture delle unità di offerta residenziali e di lunga degenza della rete territoriale, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative per anziani, autosufficienti e non, da parte di familiari o caregiver ovvero dei visitatori dei pazienti, salvo autorizzazione del responsabile medico della struttura stessa e, comunque, previa rilevazione della temperatura corporea all’entrata e l’adozione di tutte le misure necessarie ad impedire il contagio da Covid-19.
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Crisanti a TPI: “Il Veneto sta scoppiando: numeri neri e terapie intensive in affanno”
Preoccupa l’andamento dell’aumento di contagi per Coronavirus. Il boom di casi più significativo è quello che si registra in Veneto con 1.422 nuovi casi nelle ultime 24 ore e un totale di 11.433 soggetti attualmente positivi. Il dato è nettamente peggiore rispetto a quello di ieri, quando i nuovi casi erano stati 490. I decessi sono cinque (sette nelle 24 ore), i ricoverati in area non critica 524 (439 positivi e 85 negativizzati) e quelli in terapia intensiva sono 66 (56 positivi e 10 negativizzati). Per capire meglio la situazione abbiamo intervistato il virologo e professore ordinario di Microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti. Professore, parliamo del Veneto: è stato riaperto anche il Covid Hospital di Schiavonia e i casi continuano a aumentare. Come è messa la Regione? “Ci sono decine di pazienti ricoverati e la situazione è critica. Il Veneto sta per scoppiare: le terapie intensive sono sotto pressione, e ci sono più di 1400 casi nell’ultimo giorno, questi sono numeri neri. Prospetta malissimo”. Il direttore di pneumatologia Vianello dice che i medici sono tornati in trincea: è cosi? “Assolutamente sì. Stiamo tornando come ad Aprile. Sta davvero scoppiando”.
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L’ultimo disastro lumbard. Salvini contro il coprifuoco e Fontana se ne frega. Il leader della Lega ha tentato di ostacolare lo stop. Il governatore però ha firmato l’ordinanza
Alla fine l’ordinanza in Lombardia è arrivata. Il governatore Attilio Fontana, nonostante il tentativo di frenata da parte del leader della Lega Matteo Salvini, ha firmato il provvedimento che prevede il coprifuoco dalle ore 23,00 alle 5,00 a partire da giovedì 22 ottobre fino al 13 novembre 2020. Nel pomeriggio di ieri, dunque, la querelle in salsa leghista è terminata: il presidente della regione ha firmato anche l’ordinanza che dispone, nei giorni di sabato e domenica, la chiusura in tutta la Lombardia “delle grandi strutture di vendita” e degli esercizi commerciali al dettaglio presenti all’interno dei centri commerciali, fatta eccezione però per quelli che si occupano di generi alimentari, alimenti e prodotti per animali domestici, prodotti cosmetici. LA GIORNATA. Una sconfessione, quella di Fontana a Salvini, che ovviamente in casa Lega tutti hanno subito minimizzato. Ma il dato politico resta. Il leader leghista già due giorni fa al termine del vertice con gli altri esponenti del centrodestra, si era fatto sentire: “Le misure in Lombardia? Ho una riunione adesso con gli assessori, i consiglieri e il governatore Fontana per capire. Perché a me piace capire le cose”. Ma, a poche ore di distanza, ieri mattina, la Regione ha fatto sapere di aver lavorato fino a sera tardi con il ministro della Salute, Roberto Speranza, per la parte di competenza ministeriale. Poi c’è la parte dell’ordinanza relativa alle competenze del presidente della Regione, Attilio Fontana.
Covid, quante probabilità abbiamo davvero di ammalarci?
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LIGURIA SOTTO STRESS - A Genova più casi che a Roma
Aumento notevole di casi Covid negli ultimi giorni. Il sindaco del capoluogo: "Ci aspettano scelte difficili". Il governatore: "Divieto assoluto di assembramento e didattica a distanza al 50% in tutta la regione". Via Luccoli segna il confine di una delle zone maggiormente sotto osservazione per la diffusione del Covid a Genova. Pieno centro storico, è tra le vie del commercio ma anche tra “i quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”, come cantava Fabrizio De André in uno dei suoi brani più noti. La prima caffetteria che si incontra ha affissi ben tre cartelli per ricordare a chi entra di indossare la mascherina, di non avvicinarsi troppo agli altri clienti. Sono avvisi di cui è piena l’Italia, da tanti mesi a questa parte, ma che tra i vicoli di Genova in questi giorni sono più necessari che mai. Un dato su tutti rende l’idea di quanto il coronavirus si stia diffondendo, da giorni peraltro, nel capoluogo ligure: ieri, 20 ottobre, sono stati registrati più casi nell’area metropolitana di Genova che a Roma. 762 casi - la stragrande maggioranza delle 907 positività su 6062 test segnalate in tutta la Liguria - su un territorio che conta poco più di 800mila abitanti, contro i 625 casi della capitale d’ Italia.
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Epidemiologo La Vecchia: "Preoccupa l’aumento della carica virale. Alcuni asintomatici ce l’hanno altissima"
L’ipotesi che la carica virale dei positivi oggi sia molto più alta rispetto ai mesi estivi è verosimile. Lo dice Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all’Università degli studi di Milano, intervistato dal Corriere della Sera.
“Ci sono soggetti che diffondono il virus molto più facilmente di altri, tenendo però presente che anche la “predisposizione” ad essere contagiati cambia. Misurare la carica virale su vasta scala richiede ancora tecnologie sofisticate e costose. In più la moltiplicazione delle molecole Rna del virus varia da soggetto a soggetto; ad esempio ci sono asintomatici con carica virale altissima. È quindi difficile, su base scientifica, correlare l’alta carica virale al numero dei ricoveri”.
Si affaccia l’ombra della zona rossa per le grandi città: lo spettro del lockdown nazionale oltre i 2.300 ricoveri nelle terapie intensive
Atteso entro domani il nuovo report dell'Iss sull'andamento dell'indice Rt, che si avvicina da due settimane alla soglia d'allerta di 1,5. Occhi puntati sulle terapie intensive sempre più sottopressione. Lo scenario da scongiurare è quello del lockdown nazionale. Lo ripete da giorni il premier Giuseppe Conte ribadendo che quella sarebbe una soluzione da evitare fino all’ultimo, consapevole poi che gli effetti sull’economia del Paese sarebbero devastanti, come non mancano di ricordare da Confindustria a Confesercenti, a cominciare dal capo degli industriali Carlo Bonomi che già a inizio del mese aveva avvertito che: «Un altro lockdown non possiamo permettercelo». Il tempo però tiranno, così la curva epidemiologica che solo ieri ha fatto registrare il record di contagi di Coronavirus oltre i 15 mila, mentre Regioni come Lombardia seguita dal Lazio procedono a imporre per ora il coprifuoco notturno e nuove restrizioni in Liguria, Campania e Basilicata.
Coronavirus, in Lombardia didattica a distanza per tutte le scuole secondarie
Le misure sulla scuola, precisa Palazzo Lombardia, sono attuate in accordo con tutti i sindaci, e con Anci e Upi. Didattica a distanza in tutte le scuole secondarie della Lombardia dal 26 ottobre. E’ il contropiede lanciato sul governo da Regione Lombardia per limitare il coronavirus. La sorpresa, tenuta riservata finora in tutte le comunicazioni ufficiali, è arrivata al termine della giornata in cui la giunta Fontana ha portato a casa il coprifuoco dalle 23 da domani in un testo firmato anche dal ministro della sanità Roberto Speranza. Inoltre, pur restando sospese gare e competizioni locali, provinciali e regionali per gli sport di contatto dilettantistico, potranno essere svolti gli allenamenti in forma individuale a condizione che siano osservate le misure di prevenzione del contagio. Le misure sulla scuola, precisa Palazzo Lombardia, sono attuate in accordo con tutti i sindaci, e con Anci e Upi. BUSSETTI: DAD ALLE SUPERIORI? SITUAZIONE LO IMPONE. “Credo che tutti siano a favore della presenza in aula dei nostri ragazzi ma la situazione di oggi impone a chi ne ha l’autorità di adottare misure come la didattica a distanza (DAD).
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La bufala del tampone per il Coronavirus che causa danni al cervello
Chi sono i no-swab? da diverse settimane sui social network si sta infatti diffondendo la notizia che il test del tampone per il Coronavirus danneggerebbe la barriera ematoencefalica del cervello, portando a infezioni cerebrali. Ma è una fake news. Dottoremaeveroche, il sito ‘anti – fake news’ messo in campo dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) spiega chiaramente che si tratta di una bufala: “Diciamo subito che diversi medici hanno smentito la notizia, rassicurando che il tampone è completamente sicuro e che non riesce a raggiungere la barriera ematoencefalica – premettono i dottori antibufale -.
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Galli a TPI: “A Milano la situazione è sfuggita di mano. Coprifuoco? Ormai è tardi”
Le recenti misure restrittive adottate dalla Regione Lombardia potrebbero non salvare la città meneghina dal lockdown. Ne è convinto l'infettivologo Massimo Galli, direttore/responsabile del reparto Malattie Infettive all’Ospedale Luigi Sacco di Milano, che in un'intervista a TPI ha spiegato qual è la situazione dei ricoveri ospedalieri e cosa andava fatto per evitare la seconda ondata. L’Italia è nel pieno della seconda ondata di Coronavirus: la Lombardia registra sempre più casi, mentre Milano ora sembra essere l’epicentro dell’epidemia. Un incubo che si ripropone a distanza di pochi mesi e che rischia di rivelarsi addirittura peggiore di quello della prima ondata, quando il nostro Paese è stato letteralmente travolto dall’epidemia di Covid-19. “Una situazione stranamente simile a quella di marzo” la definisce Massimo Galli, direttore/responsabile del reparto Malattie Infettive all’Ospedale Luigi Sacco di Milano, che in un’intervista a TPI spiega qual è la situazione dei ricoveri ospedalieri nella città meneghina, quali sono le misure da prendere per evitare il lockdown e cosa andava fatto per evitare questa situazione di “déjà vu”.
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La Camera è ridotta a un lazzaretto. Ma il voto a distanza resta tabù. Da Destre e renziani veto sulle procedure telematiche. Le solite scuse per mettere in difficoltà il Governo
A Montecitorio sono ormai una settantina i parlamentari positivi o in quarantena. Si vota da tempo all'interno del Transatlantico, diventato un prolungamento dell'Aula. Cosa non si fa pur di cercare di mettere i bastoni tra le ruote al Governo. Con il Parlamento ridotto a un lazzaretto, considerando che sono ormai una settantina i parlamentari positivi o in quarantena, le destre, con l’appoggio della solita Italia Viva, continuano a fare muro contro la proposta del voto a distanza. Si vota da tempo all’interno dello stesso Transatlantico, diventato un prolungamento dell’aula della Camera, ma quando si parla di una soluzione per garantire comunque che vadano avanti attività fondamentali per il Paese, Forza Italia, sovranisti e renziani si mettono di traverso avanzando dubbi sulla segretezza delle operazioni.
Lombardia, Salvini fa resistenza sul coprifuoco serale. Gori: “Fontana non ceda”. M5s: “Una grave ingerenza”. Il dossier riservato: “Milano doveva già essere chiusa”
E’ attesa in queste ore l’ufficializzazione delle misure in Regione. Ieri in serata il leader del Carroccio ha voluto incontro il presidente e gli assessori e ha frenato sulla decisione. L’appello del sindaco di Bergamo: “In gioco la salute”. l sindaco di Bergamo dopo la convocazione del governatore da parte del leader della Lega e il testo mancante a poche ora dal momento in cui dovrebbe entrare in vigore: "Scienziati chiari, i sono numeri confrontabili con la prima parte di marzo, situazione preoccupante". Il capogruppo pentastellato in Regione: "Se vince l'ex ministro, Fontana risulterebbe una marionetta nelle sue mani". Il Pd: "No ai diktat di Salvini". E la Regione assicura: "In mano ai sindaci per la condivisione". Matteo Salvini mette il freno ad Attilio Fontana sul coprifuoco in Lombardia e la politica si ribella, dopo che il provvedimento era stato annunciato, chiesto al governo e aveva ottenuto il via libera da parte del ministero della Salute. Ma il leader della Lega è scettico, ritiene la misura “strampalata”, e così martedì sera ha ‘convocato’ il presidente della Regione per farsi spiegare sulla base di cosa la ‘sua’ Lombardia chiuderà tutti i giorni alle 23 per riaprire alle 5. Una “ingerenza” vera e propria per il M5s lombardo.
L’assessore Pietro Calabrese risponde alle falsità pubblicate su Il Messaggero
L'ennesima sparata priva di fondamento. Secondo “Il Messaggero” a Roma mancherebbero i progetti per poter realizzare opere pubbliche come le nuove tranvie. Chi scrive fa finta di dimenticare che i finanziamenti per queste e altre opere li abbiamo già: ce li ha accordati il Ministero delle Infrastrutture sulla base di progetti già presentati ed evidentemente ritenuti validi. Che siano “ferme al palo” quindi è a dir poco inverosimile. Parliamo di progetti realizzati a partire dall'inizio di questa consiliatura, rispetto ad una totale assenza di progettualità delle amministrazioni precedenti. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, lo ribadisco, abbiamo già ottenuto finanziamenti dal Ministero per la realizzazione di progetti presentati a dicembre 2018, come la linea tranviaria da Termini a Tor Vergata in sostituzione della ferrovia Roma Centocelle, e le nuove linee tram su viale Palmiro Togliatti e via Tiburtina. Per il tram Termini Vaticano Aurelio citato nello stesso articolo, invece, si tratta di un progetto che doveva essere realizzato per il Giubileo del 2000: lo abbiamo ripreso e aggiornato all’attuale normativa, in modo da poter richiedere il finanziamento al Mit, così come programmato per il prossimo gennaio. A riguardo invece dei lavori di ammodernamento e manutenzione straordinaria delle linee metro A e B, così come anche relazionato in commissione mobilità di ieri, vorremmo ricordare che i progetti sono in parte conclusi o in fase di chiusura per procedere alle gare di appalto, in relazione al finanziamento del Mit di 425 milioni, convenzionato a gennaio del 2019. Come da ultimo incontro tra la sindaca Virginia Raggi e la ministra Paola De Micheli, inoltre, abbiamo già pronti i progetti per la futura stazione Venezia e la tratta T2 della Metro C. Nessun blocco o congelamento dei progetti quindi, ma piuttosto il contrario: abbiamo gettato le basi, e non solo, per realizzare quello che la città attendeva da decenni.
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In Liguria vietato stazionare per strada in più di una persona e rotazione per gli studenti delle scuole superiori
Il governatore Toti ha firmato ieri sera un'ordinanza che prevede il divieto totale di assembramento. Divieto totale di assembramento e di manifestazioni in tutta la Liguria. E’ quanto previsto nell’ordinanza che il governatore Giovanni Toti ha firmato ieri sera dopo il nuovo picco di contagi registrato in Liguria, con 907 positivi emersi in un giorno a fronte di 6.062 tamponi. “Si può uscire di casa, ma è vietato stazionare all’aperto in più di una persona. Servono massimo rigore e massima attenzione”, afferma il governatore Giovanni Toti, spiegando i contenuti dell’ordinanza regionale, condivisa con il ministro della Salute, Roberto Speranza, prima della firma. Nel provvedimento è previsto anche che i circoli possano rimanere aperti per la sola attività di somministrazione di alimenti e bevande, ma non per le attività ricreative, dalle 5 alle 24. Sale giochi, sale scommesse e bingo saranno aperte solo dalle 5 alle 18. Le misure entreranno in vigore alle 12 di oggi.
Palestre chiuse e limiti a bar e ristoranti: governo verso un nuovo Dpcm entro domenica sera
Chiusura di palestre e piscine, limiti agli orari dei centri commerciali nel fine settimana, coprifuoco notturno su tutto il territorio nazionale dalle 23 alle 6 del mattino: sono queste le misure al vaglio del governo, che si prepara ad annunciare entro domenica un nuovo Dpcm dopo che – secondo le proiezioni che circolano a Palazzo Chigi – la curva epidemiologica crescerà in modo esponenziale tra oggi e venerdì. Con la pressione sugli ospedali che aumenta. Serve una reazione e operazioni di mitigazione, perché quelle di contenimento da sole non sono sufficienti a limitare i contagi di Covid. Così, dopo i coprifuochi imposti da Lombardia, Piemonte e Campania, anche la Liguria si prepara a varare misure simili: lockdown mirati a Genova e didattica a distanza al 50 per cento per le scuole superiori. La Puglia e il Lazio, allo stesso modo, pensano a una stretta, e Zingaretti valuta l’ipotesi d’introdurre lezioni a distanza nelle Università, ad eccezione delle matricole del primo anno. Sul piano nazionale invece, si prevedono limitazioni agli orari di apertura e chiusura di bar, ristoranti e centri commerciali nel week end.
Alla faccia della trasparenza. La Destra in Lombardia secreta gli atti della Commissione regionale sul Covid. Insorgono M5S e Pd. Ma la maggioranza a trazione Lega non ne vuole sapere
Il Centrodestra a Roma accusò il premier Conte di voler nascondere i verbali del Cts. Ora però fa lo stesso in Lombardia. L'ennesima prova di coerenza delle Destre. Che la regione Lombardia, la cui giunta è presieduta dal leghista e fedelissimo salviniano Attilio Fontana non abbiano saputo fronteggiare al meglio la pandemia nei mesi scorsi non è un segreto. Ma ad essere segrete, d’ora in poi, saranno le sedute della Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid, insediatasi lo scorso 21 settembre. Le riunioni proseguiranno dunque a porte chiuse ogni lunedì, al Pirellone da qui ai prossimi dodici mesi e ai tanti lombardi e italiani che chiedono delucidazioni su come sia stata gestita la pandemia da coronavirus alla fine dello scorso inverno e per tutta la primavera scorsa, rimarrà soltanto la relazione finale.
Un burattinaio dietro al presidente. Report colpisce ancora Fontana. Il forzista Caianiello sarebbe l’uomo ombra del governatore. Ma il capo del Pirellone nega e minaccia querele
Passano le settimane ma non i guai che coinvolgono, in modo più o meno diretto, il governatore Attilio Fontana. Dopo la lunga pausa estiva, la trasmissione Report è tornata all’assalto del Pirellone sviscerando la vicenda dei camici e trovando nuovi spunti investigativi. Già perché dietro allo scandalo della fornitura di 75mila dispositivi di protezione individuale, affidata senza gara ma con una negoziazione diretta del valore di 500 mila euro alla società del cognato Andrea Dini e della moglie di Fontana, in queste ore starebbe emergendo anche un sistema di potere che da anni avvolgerebbe la Lombardia. Un mondo oscuro fatto di appalti truccati, nomine pilotate e addirittura, sempre secondo la trasmissione Rai diretta da Sigfrido Ranucci, infiltrazione della ‘ndrangheta. Alla base di questo sistema, da cui emerge una presunta rete di corruzione messa in piedi tra Varese e Milano, torna un nome già noto alle cronache giudiziarie ossia quello di Nino Caianiello. Si tratta di una delle eminenze grigie più potenti della Lombardia, soprannominato il Mullah e legato a Marcello Dell’Utri, che secondo Report avrebbe svolto un ruolo di consigliere occulto del governatore Fontana nella formazione della giunta regionale come testimoniato anche da un’intercettazione tra i due politici.
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