Basta frignare. Il post tutto da leggere di Massimo Erbetti, consigliere comunale M5S a Viterbo
Basta frignare. Si basta frignare, basta piagnucolare, basta piangere…Basta! Se solo ascoltaste le vostre parole, se solo vi rendeste conto di quello che dite… "Abbiamo tutti contro, giornali, TV, media…tutti contro di noi…" ma no dai? Davvero? E ditemi: in undici anni, è cambiato qualcosa? In undici anni, qualcuno è venuto a dirvi: "ma che bravi questi grillini…veramente bravi"...ditemi una sola volta che vi è capitato, una sola. Ma ve li ricordate i primi VDay? Mentre radunavamo in piazza centinaia di migliaia di persone, le TV facevano finta che non esistevamo, non una parola, non un commento, niente di niente…solo silenzio e indifferenza…non esistevamo, non eravamo degni di nota…noi eravamo il nulla assoluto. Per cui smettete di piagnucolare perché è stato sempre così, è sempre così e sarà sempre così…anzi vi dico una cosa: il giorno in cui ci daranno una pacca sulla spalla, il giorno in cui ci diranno "bravi, complimenti" dovremmo preoccuparci e anche molto, perché quel giorno saremo diventati "sistema"... Il giorno in cui qualcuno ci appoggerà, sarà il giorno della fine di un sogno.
Il “Sud infettato” il titolo di “Libero” si rivela la solita bufala
La prima pagina del quotidiano “Libero” di oggi, nella solita difesa della Lombardia e della sua disastrosa gestione dell’epidemia, regala un’altra delle sue chicche di razzismo: “Altro che Lombardia, il Sud è infettato”, ci avvisa. E nell’occhiello si legge quasi una nota di compiacimento quando scrive: “Il Covid dilaga nel Mezzogiorno”, per poi scrivere nel sommario che “sono bastati pochi contagi per mandare la sanità da Roma in giù in tilt”. Evidentemente il quotidiano diretto da Feltri (che preferisce dedicarsi alla crociata contro i monopattini nel suo editoriale) e da Pietro Senaldi, non dispone di calcolatrice. Basta andare, per esempio, ai dati di ieri, per constatare che la Lombardia, da sola, contava 1140 su 5724 casi di nuovi contagi (circa il del 20% di quelli registrati in tutta Italia). E il Sud “infetto”? Sommando quelli di Abruzzo (94), Molise (28), Puglia (184), Campania (664), Basilicata (42), Calabria (68) e Sicilia (285), il totale di nuovi casi registrato ieri è stato di 1365 (225 in più della sola Lombardia che “Libero” indica quasi come una eccellenza). Anche volendo fare un confronto con la popolazione residente e l’incidenza su questa dei contagi (uno dei refrain a difesa della Lombardia è di essere la regione più popolosa d’ Italia, con oltre dieci milioni di abitanti), il titolo di “Libero” si rivela la solita bufala.
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Dai Benetton l’ultima presa in giro
Ci hanno messo due anni, ma alla fine i Benetton hanno gettato la maschera. La vecchia politica gli ha dato le autostrade e guai a chi gliele tocca. Certo, c’è quel piccolo dettaglio del ponte Morandi di Genova crollato con 43 morti, ma prima dell’arrivo dei Cinque Stellle al Governo 40 persone avevano perso la vita su un viadotto ad Avellino e con poche eccezioni – come questo giornale – nessuno si era impuntato davvero sulla revoca della concessione, finché la faccenda del bus precipitato in Campania era stata dimenticata, al pari di altri incidenti anche mortali provocati o favoriti dalla carenza di manutenzioni. Stavolta dunque si è andati avanti sul serio. Il ponte di Genova è stato fatto ricostruire a un’impresa diversa da quella dei Benetton e si è avviato in modo rigoroso e legale l’iter per restituire allo Stato la gestione delle autostrade. Un percorso lungo e accidentato perché la società controllata da Ponzano Veneto si è inventata tutti gli ostacoli possibili, compresa l’ipotesi che il ponte di Genova sia caduto per un difetto di fabbricazione o magari per un capriccio degli alieni. Fino all’ultima beffa. Ormai messi alle strette, i manager di Autostrade hanno fatto finta di accettare la cessione a una nuova compagnia con dentro la Cassa Deposito e Prestiti, che avrebbe pagato a prezzi di mercato le azioni, ma poi hanno trovato l’ennesima scusa per tenersi la gallina dalle uova d’oro, da cui hanno tirato fuori solo di dividendi 6 miliardi negli ultimi dieci anni.
Covid, Castaldo (M5S): «Senza parole: focolaio alla cena leghista, ma Salvini gira la Liguria»
«L’atteggiamento di Matteo Salvini mi lascia davvero senza parole. Ma come si fa, dopo tutto quello che ha passato il nostro Paese, a comportarsi senza il minimo rispetto nei confronti di medici, infermieri, operatori sanitari e nei confronti di tutti quegli italiani che hanno perso un proprio caro durante questa pandemia?». Così su Facebook l’eurodeputato del Movimento 5 Stelle Fabio Massimo Castaldo, facendo riferimento alla vicenda al focolaio di coronavirus che si è sviluppato a Terracina, in provincia di Latina, dove lo scorso 25 settembre dopo che si è tenuta una cena elettorale della Lega con Matteo Salvini, sono risultati positivi al Coronavirus due partecipanti: il deputato leghista Francesco Zicchieri e lo speaker della serata. Il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, ha invitato i presenti all’evento a sottoporsi al tampone e ha avvertito che coloro che sono entrati in contatto con i positivi «dovrebbero stare in isolamento. Chi non ha avuto contatti diretti dovrebbe fare il tampone e, fino a che non fa il tampone, dovrebbe stare in isolamento». Salvini compreso quindi, Ma il leader della Lega ha continuato il suo tour elettorale. «Ma soprattutto,» – si è domandato Castaldo – «con quale coraggio Salvini mettere a rischio la salute di migliaia di italiani solo per la sua propaganda? Ma non diceva “Prima gli italiani”?».
Chi è in quarantena è anche in malattia?
L’Inps chiarisce con un messaggio quando è possibile ricorrere alla tutela previdenziale della malattia nei casi in cui il lavoratore sia in quarantena o in sorveglianza precauzionale. In tutti i casi di ordinanze o provvedimenti di autorità amministrative che di fatto impediscano ai soggetti di svolgere la propria attività lavorativa non è possibile procedere con il riconoscimento della tutela della quarantena con la malattia prevista dal Cura Italia “in quanto la stessa prevede un provvedimento dell’operatore di sanità pubblica”. Lo chiarisce l’Inps con un messaggio. Per quanto riguarda i lavoratori fragili la quarantena e la sorveglianza precauzionale “non configurano un’incapacità temporanea al lavoro per una patologia in fase acuta tale da impedire in assoluto lo svolgimento dell’attività lavorativa, ma situazioni di rischio per il lavoratore e per la collettività che il legislatore ha inteso tutelare equiparando, ai fini del trattamento economico, tali fattispecie alla malattia.
Ecco a voi i nuovi sovranisti: ignoranti individualisti e negazionisti che cianciano di dittatura sanitaria
Non sono scettici come vorrebbero definirsi, quello sono altro e sono sale della democrazia: questi sono negazionisti veri e propri, gente che propone tesi contrarie a quelle della comunità scientifica con il solo gusto di andare controcorrente, non hanno nemmeno idee proprie: prendono quelle che secondo loro vanno “per la maggiore” e le invertono, stupidamente, rivendicando le proprie tesi come legittimate dalla ribellione senza nemmeno prendersi la briga di portare prove a sostegno. Provate a ascoltarlo un negazionista: vi dirà di non credere ai virologi che vanno in televisione (perché sono tutti pagati dai famosi “poteri forti” che lui combatte su Facebook, dice) ma in realtà vorrebbe applicare alla scienza un metodo non scientifico, vorrebbe essere pilota di Formula 1 senza patente.
Sapete come Salvini vi prende in giro (per non dire peggio!)?
Salvini dice di non aver mai scaricato Immuni. E ha anche consigliato di non scaricare l’app perché “Gli italiani chiedono garanzia totale sulla protezione e la tutela della riservatezza dei loro dati: quindi, fino a che non ci sarà questa garanzia totale io non scarico assolutamente nulla”. Questo perchè la società milanese Bending Spoons che ha sviluppato l’app Immuni, ha una quota di un investitore di Hong Kong. E la Cina non è una democrazia. Però si scorda di dire che, per intercettare il pubblico più giovane che ignora la Lega, Salvini ha aperto di recente un account su TikTok, di proprietà della ByteDance di Pechino, che è finita varie volte sotto i riflettori statunitensi per questioni gravi di privacy. Qualcosa non mi quadra, o no?
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I Finanziatori di Fratelli d’Italia, tra Palazzinari Romani e Lobby Europee ed Americane
Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, viaggia a gonfie vele. E, soprattutto, viaggia verso la soglia del 16%. Il sogno della leader, è andare oltre quella cifra e attestarsi come punto di riferimento di tutto il centrodestra italiano. Le carte Fratelli d’Italia le ha tutte per realizzare il sogno. Un sogno fatto anche di attestarsi come forza di governo. Un sogno, politicamente parlando, a metà tra quello britannico e quello americano. Chi finanzia il “sogno”? Come riferisce L’Espresso, la macchina di Fratelli d’Italia costa. E tanto. L’ultimo bilancio indica spese per 2,3 milioni, un milione in più dell’anno precedente. E se si seguono i soldi affiorano un po’ di contraddizioni nel partito della Meloni. I nazionalisti italiani si muovono nei salotti giusti belgi e si siedono al tavolo con le multinazionali. C’è poi, una fondazione messa in piedi a Charleroi, 60 chilometri a Sud di Bruxelles. E dal Belgio, grazie all’European Conservatives and Reformists arrivano fondi sostanziosi per l’attività politica.
Bignami per somari: tutto sullo Stato di Emergenza e sui Dpcm
Piccolo bignami per conduttori di talk show, da usare quando un ospite disinformato e/o esagitato (cioè quasi tutti) attacca il pippone sulla dittatura sanitaria, i pieni poteri del premier tiranno, il Parlamento esautorato, la democrazia sospesa, il bavaglio della mascherina e mena scandalo per lo stato di emergenza e i Dpcm mai visti neppure negli anni di piombo. Stato di emergenza. Regolarmente previsto da una legge dello Stato, la n. 225 del 1992 (Istituzione del Servizio nazionale della Protezione civile), può scattare in occasione di calamità naturali e durare fino a 90 giorni, prorogabili o rinnovabili. Per l’emergenza Covid è stato dichiarato il 31 gennaio 2020, quando i positivi in tutta Italia erano 2 e i morti zero. Il 31 luglio è stato prorogato fino al 15 ottobre e ora sino al 31 gennaio 2021. Non assegna al governo né pieni poteri né maggiori poteri, ma consente ordinanze di Protezione civile (emanate d’intesa con le Regioni coinvolte) per immediati interventi di soccorso e assistenza ai cittadini colpiti, la messa in sicurezza degli edifici, gli approvvigionamenti necessari per far fronte all’emergenza con procedure semplificate e abbreviate.
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Il problema non è solo Montesano (ex geometra) che fa il negazionista, ma chi gli chiede pareri sanitari in piena pandemia
L’ultimo in ordine di tempo è Enrico Montesano, che nei suoi film, qualcuno, ci ha anche fatto ridere con la sua stonatura romanesca e con quel cipiglio sempre pronto: il comico romano si accoda al folto gruppo di no mask, quelli che sono contro la “dittatura sanitaria” perché disturbati dalla mascherina, poverini, e che probabilmente non sanno cosa significhi farsi incastrare un respiratore in gola o hanno avuto la fortuna di non avere mai dovuto subire una colonscopia. Il comico, badate bene ex geometra, è diventata la star della manifestazione dei negazionisti di sabato a Roma, quella che tiene insieme un po’ di complottisti, quelli delle scie chimiche, gli scalmanati del chip sotto pelle e che raccoglie i transfughi più matti dei 5 Stelle (sempre grazie mille per avere contribuito così alla qualità del nostro Parlamento) e quelli che sulla pandemia cercano di ritagliarsi un po’ di visibilità. Dice in un’intervista a La Stampa Montesano che non si fida dei medici e un comico ex geometra che non si fida della scienza dovrebbe rimanere una curiosità da scambiarsi tra quattro amici al bar e invece qui da noi diventa un parere che sfocia perfino nei giornaloni. E vabbè.
Guerra al Reddito di cittadinanza. Con la solita disinformazione, Il Corriere scopre che ci sono più poveri al Sud. E per questo la misura discriminerebbe troppo il Nord
Attenzione, attenzione, in tempi di Nobel per la scienza Federico Fubini scopre l’acqua calda con un articolo sul reddito di cittadinanza per il Corriere della Sera. Infatti, Fubini viene colto da improvvisa folgorazione e si adonta perché il Nord non verrebbe beneficiato dalla misura targata M5S come il Sud. Qui siamo – per grandiosità della scoperta fubiniana – a livelli della Relatività di Einstein. Lo scienziato del verbo, l’araldo della parola infatti non riesce a contenersi e parte con elucubrazioni sgangherate ed avulse dalla realtà, cercando di piegare e piagare i numeri dell’Istat al servizio di quello che vuole dimostrare, appunto una palese ingiustizia nella retribuzione del reddito di cittadinanza. Per fare questo poi, oltre incomprensibili capriole e giravolte numeriche, Fubini ci mette pure la filosofia e cerca di spiegarci che a nord si sta peggio perché un povero del Nord è messo peggio di un povero del Sud. E quindi, a suo dire, i perversi e cinici meccanismi statali penalizzano il ricco ed operoso Nord che a suo dire dovrebbe essere popolato da indigenti a favore ei ricchi e opulenti abitanti del Sud che invece sguazzano nell’oro e si fanno il bagno nei dollari.
Montesano stavolta non fa ridere
Nel film Febbre da cavallo ci ha fatto molto ridere, ma stavolta Enrico Montesano ha sbagliato malattia, e a quanto pare dopodomani sarà in piazza a Roma, alla manifestazione di pochi buontemponi che per non insultarli diversamente definiremo negazionisti. Con ottime compagnie, tipo la deputata No Vax Sara Cunial, quella che ha strappato nell’Aula della Camera i Dpcm e dice di non aver mai messo per principio le mascherine, Montesano dovrebbe farci divertire con la vecchia barzelletta della dittatura sanitaria e di un Governo di pazzi che vuole farci morire di paura per non perdere il potere o altre minchiate del genere.
Fratelli d'Italia, birra e salsicce: la Meloni minaccia di commissariare Roma
Candidati a sindaco di Roma? Per Fratelli d'Italia c'è ancora tempo, prima parte l'offensiva per rimettere ordine nella fila di un partito la cui crescita l'ha portato ad un 16 per cento a livello nazionale ma ha evidenziato tutta l'inadeguatezza delle seconde e terze file. E Roma, in particolare, c'è chi parla addirittura di un commissariamento da parte di Giorgia Meloni. Secondo quanto risulta ad affaritaliani.it, a far saltare i nervi di Giorgia Meloni, sarebbe stata un'iniziativa organizzata a Roma per questo fine settimana, quella Piazza Italia prevista a piazza Bologna, che sarebbe una sorta di Festa dell'Unità in stile centrodestra. Una due giorni di birra e salsiccia con “stand, musica, politica, spettacolo, volontariato, sport, cibo di strada, enogastronomia e pub” che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe essere l'avvio di una campagna su Roma, in grado di far dimenticare i panini con le salsicce di quello che una volta era il Pd. Tutto, nella zona di piazza Bologna, già al centro dei controlli per la movida selvaggia e in piena crisi da seconda ondata di coronavirus. Una specie di cluster in embrione che potrebbe addirittura surclassare l'effetto Covid scatenato a Terracina dal comizio della Lega. Così giovedì è arrivato il primo avviso, propedeutico al commissariamento.
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Feltri e il virus come giusta punizione per chi non vuole spendere soldi per il tampone
Pagate e tamponatevi. È questa la tesi, edulcorata, sostenuta da Vittorio Feltri nel suo editoriale pubblicato oggi, venerdì 9 ottobre 2020, su Libero Quotidiano. L’ex giornalista ha parlato delle code a Roma e Milano per sottoporsi ai test effettuati dalle Asl per verificare il contagio da Coronavirus. Nel suo pensiero fa riferimento alla Salute, che secondo lui deve essere interesse privato e personale (e non dello Stato) e ai costi per sottoporsi agli esami di rito. Vittorio Feltri sui tamponi gratuiti è categorico: se sei tirchio, è giusto che il virus ti punisca. Nel suo editoriale pubblicato su Libero Quotidiano, Feltri sottolinea che nel nostro Paese ci siano 4/5 milioni di poveri. Secondo lui sono loro – e solamente loro – a dover usufruire del tampone gratuito. I restanti 56 milioni di cittadini, invece, dovrebbero pagare di tasca propria il test, evitando di creare code ai drive in (fa riferimento a quelli di Roma e Milano, come mostrato da alcuni servizi ai telegiornali) e snellire le procedure.
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Coronavirus, Ricciardi: “Seconda ondata più pericolosa, in Campania e Lazio ospedali quasi pieni”
"Non voglio colpevolizzare le Regioni ma bisogna lavorare tutti insieme" dichiara Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell'Oms e consulente del ministro della Salute. “È stato sottovalutato il fatto storico che tutte le pandemie hanno una seconda ondata più pericolosa della prima”. Lo dice Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell’Oms e consulente del ministro della Salute, in un’intervista a Skytg24. “Non voglio colpevolizzare le Regioni, so che alcuni presidenti si sono risentiti per le mie dichiarazioni – premette Ricciardi – ma voglio sottolineare che di fronte a una pandemia da virus respiratorio bisogna lavorare tutti insieme e basare le decisioni sull’evidenza scientifica. Nel momento in cui si ignora il messaggio che bisogna approfittare dei mesi estivi per prepararsi, allora si sbaglia”, ha aggiunto ancora l’esperto. “Non possiamo pensare che il virus non giri, – aggiunge Ricciardi – questo è un virus insidiosissimo che sta di nuovo riempiendo gli ospedali. Non siamo al collasso no, ma siamo in una situazione di grandissima pressione”. “Gli ospedali Covid in Campania e Lazio – aggiunge Ricciardi – sono quasi pieni e mi preoccupano molto non tanto le terapie intensive, di cui si parla, ma le terapie subintensive perché ci sono i pazienti infettivi che devono essere curati in un certo modo e i posti si stanno saturando già adesso. Figuriamoci quando arriverà l’influenza cosa succederà”, ha detto.
Padani allo sbando. Meloni isola Salvini e punta a un polo conservatore moderno sulle orme di Fini
C’è un grande assente nella storia sociale e politica dell’Italia: la borghesia. La classe che altrove ha guidato le innovazioni (tecnologiche, ma soprattutto sociali e culturali) e che ha promosso le grandi trasformazioni degli ultimi tre secoli, in Italia è rimasta a traino. Ha preferito accomodarsi, accucciata vicino al tepore del camino di casa dello Stato/Governo che elargiva prebende, tanto materiali quanto simboliche-identitarie. Anziché essere classe dirigente la borghesia italiana ha fatto da stampella al potere, un po’ meretrice, un po’ ruffiana e giullare di corte. Con le dovute eccezioni di rito, appunto. La conseguenza sistemica di questo miscuglio di funzioni e ruoli, ha sostanzialmente rallentato, e forse impedito, che maturassero due poli, uno conservatore e uno socialdemocratico.
Decreti Sicurezza, nessuna cancellazione grazie ai 5 Stelle
A proposito del "parapaponzi" innescato dalla "cancellazione" dei 2 decreti sicurezza Salvini, sostituiti dal nuovo decreto varato dal Governo 2 giorni fa, (alimentato anche, haime', da una parte della base 5 Stelle...), una volta ancora mi tocca constatare che ci si ferma "alla prima cantina" e si apre bocca senza approfondire, rincorrendo la propaganda mediatica della dis-informazione di centro destra, ma anche le roboanti dichiarazioni del centro sinistra, in testa Zingaretti, su questa azione di Governo ci vuole mettere il cappello. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato chiaro: non ci sono né porti chiusi né porti aperti, ma solo una disciplina più coerente con la Costituzione, la sicurezza e il diritto di protezione dei migranti». E in effetti andando a leggere il nuovo decreto (o basta anche un sunto di esso), ci si rende conto che ricalca in larga misura le orme dei 2 precedenti (quelli a suo tempo approvati anche con l'ok sofferto dei 5 Stelle). Il provvedimento nasce dalla mediazione fra 5 Stelle e Pd e poggia le sue basi sull'opera di un tecnico come Luciana Lamorgese, avulsa da qualsivoglia condizionamento di partito come la sua storia professionale dimostra. Il provvedimento ha recepito in toto i rilievi mossi dalla Corte Costituzionale e dal Presidente della Repubblica espressi dopo la promulgazione dei 2 decreti Salvini, in particolare le multe alle ONG e il divieto di iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo.
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Salvini, la scoppola di Reggio Calabria e Floscia Italia
Se a Lecco, Legnano, Corsico e Saronno, che non insistono propriamente lungo l’Altopiano Silano, canni clamorosamente il ballottaggio, non puoi frignare per la caduta vertiginosa dell’indice di gradimento in quel di Reggio Calabria, che, notoriamente, non confina con Gardone Val Trompia. L’audience, inesorabilmente, si assottiglia in ogni dove. E si fa sempre più prossima al numero di telespettatori ipnotizzati da un episodio de “La casa nella prateria”, in onda a ferragosto su Telescasazza. Pare, insomma, che il brand Salvini non attizzi più. A causa di ragioni difformi. A nord, per esempio, devono aver sospettato che la vigorosa parola d’ordine del Capitano (molto pre-Papeetica) sulle “autonomie”, nel senso di uno scorrimento orrizzontale dei poteri, si sia, ormai, irreversibilmente ammosciata. Fino ad eguagliare la medesima, nerboruta incisività della strofa svenevole di un pezzo di Romina Power. Lo stesso mordente virile e celodurista di una liturgia televisiva, targata Lorena Bianchetti, all’ora di pranzo, su Rai Uno. D’altro canto, se disobbedisci a Cacciari, che ogni giorno ti scassa i maroni con la “translatio imperii”, di federalismo non hai capito una cippa. A sud, le cose si mettono peggio. Per il semplice fatto che non basta, con triplo salto mortale acrobatico all’indietro, rinnegare l’armamentario secessionista, ampollista, Valbrembanico e muovere a difesa di valori patriottici, precedentemente dileggiati, per farsi il figo in riva allo Stretto di Messina. Lì tu hai a che fare con un elettorato che di “Dio, Patria e Famiglia” detiene il copyright.
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Tamponi, tracciamento fai-da-te e il Covid che galopperà sempre più veloce: diario personale di un sistema che, così, non può reggere
Le cose sono due: o il sistema cambia, e diventiamo un esercito di tracciatori, oppure così com'è fatto collasserà. La mia esperienza para-normale con il Covid degli ultimi 10 giorni. Ormai siamo in piena “Tamponopoli”: mezza Italia in fila nei Coronavirus Drive In, o in caccia del sospirato tampone, migliaia di classi bloccate nelle scuole (come quella di mio figlio). Quello che segue è un piccolo racconto dell’orrore e dell’assurdo, ovvero di quello che può capitare a qualsiasi genitore italiano, se finisce nel tritacarne oggi, dati i protocolli sanitari (pieni di bachi) attualmente in vigore. In parte era inevitabile, in parte no, e provo a spiegare perché a partire dalla mia esperienza di avventura estrema (uguale a quella di migliaia di italiani, in queste ore) nel “circo Orfei” che è stato determinato da questa nuova fase della Pandemia. Il motore primo di questo caos di procedure e autorità è prodotto – come è noto – dal solito genere di prima necessità che scarseggia ormai da otto mesi: i test. Il primo volano moltiplicatore della necessità dei tamponi (era già chiaro a tutti) sono stati i “ritorni” dalle vacanze. Il secondo volano (e sapevamo anche questo) la riapertura delle scuole: due eventi inevitabili, previsti, e addirittura normali (in linea teorica) dalle autorità sanitarie. Non stanno aumentando i positivi: stanno aumentando i controlli fra quelli che in primavera non abbiamo controllato: i più giovani. La stragrande maggioranza dei casi, tuttavia, sono positivi asintomatici, e anche questo è noto.
Mezzi pubblici strapieni e code infinite ai drive-in. Ecco l’altra emergenza. Troppi atti e scartoffie da riempire. Così dilaga pure il virus burocratico
I numeri ci condannano: la situazione sta lentamente e progressivamente precipitando. Ecco perché se da una parte è fondamentale rispettare tutte le prescrizioni, è altrettanto doveroso interrogarsi sulle criticità ancora da risolvere. Premessa necessaria da fare. L’impennata di contagi cui stiamo assistendo è preoccupante e non può essere affrontata in maniera superficiale. Secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, sono stati 4.458 nelle ultime ventiquattro ore, a fronte dei 3.678 nuovi casi registrato due giorni fa: il totale sale così a 338.398. Le vittime di ieri sono 22. Nessuna regione è oggi a zero contagi. I numeri ci condannano: la situazione sta lentamente e progressivamente precipitando. Ecco perché se da una parte è fondamentale rispettare tutte le prescrizioni e gli obblighi impartiti dalle istituzioni, è altrettanto doveroso interrogarsi sulle criticità che ancora restano e che, dunque, bisognerebbe risolvere.
Di chi è la Banca d’Italia? è degli Italiani?
Di chi è la Banca d’Italia? Beh, sorge spontanea la risposta: è degli Italiani, no? Verifichiamo. La Banca d’Italia è un ente di diritto pubblico che ha come compito principale quello di assicurare la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria, requisiti indispensabili per un duraturo sviluppo dell’economia. “La Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana; è un istituto di diritto pubblico, regolato da norme nazionali ed europee. È parte integrante dell'Eurosistema, composto dalle banche centrali nazionali dell’area dell’euro e dalla Banca centrale europea.” ecc. Allora abbiamo capito bene? La Banca d’Italia appartiene a tutti noi? Chi possiede la Banca d’Italia? Controlliamo sul dettagliato sito della Banca d’Italia alla voce Organizzazione: niente. Forse alla voce Storia? Niente anche qui. Ma di qualcuno sarà questa Banca. Cerchiamo ancora sul sito alla voce Trasparenza, sembrerebbe molto adatta. Nessun riferimento. Allora iniziamo a incaponirci e arriviamo alla voce Governance. Sarà quella giusta? Infatti c’è un capitoletto adatto: Partecipanti al Capitale. Qui certamente ci sarà la risposta! Leggiamo attentamente. “Il capitale della Banca d'Italia è di 7.500.000.000 euro rappresentato da quote nominative di partecipazione il cui valore nominale, determinato per legge, è di euro 25.000 ciascuna.” ecc. Controllate anche voi e leggetevi tutto il testo qui. Si parla di assemblee, collegio sindacale, ecc., perfino di distribuzione degli utili (ma non doveva essere un Ente che perseguiva solo finalità d’interesse generale? Che utili potrebbe avere? Non è già tutto pagato da noi cittadini?). Ma non si dice chi è il proprietario. A chi vanno allora questi utili? Li percepiranno i cittadini italiani, sarà l’Erario, sarà qualche organo dello Stato? Il MEF Ministero dell'economia e delle finanze? No.
Matteo Salvini ridimensiona il peso politico di Giorgia Meloni in Europa: «Parliamo sempre di opposizione»
Il leader della Lega parla della nomina della leader di FdI alla guida del partito dei Conservatori. Contare come il due di coppe quando regna bastoni. È un Matteo Salvini molto caustico nel commentare la posizione di leadership assunta da Giorgia Meloni in Europa. La segretaria di Fratelli d’Italia, a fine settembre, è stata eletta alla guida del partito europeo dei Conservatori e Riformisti. Una notizia che sembrava aver mandato in visibilio tutto il centrodestra che ha rivendicato questo successo. Matteo Salvini su Meloni leader Ecr party, però, da una visione ben diversa che ridimensiona l’entusiasmo. Nella sua intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il leader della Lega è stato chiamato a rispondere a questa domanda: «Giorgia Meloni si è conquistata un ruolo visibile in Europa. E lei che fa?». E la sua risposta ha spento gli entusiasmi del centrodestra: «Sempre di opposizione parliamo. In Europa comandano popolari e socialisti. Al di fuori di lì, non fa grande differenza. Siamo d’accordo, invece, sul fatto che si debba pesare di più».
Clima, il parlamento Ue vota il taglio delle emissioni di Co2: il centrodestra italiano “negazionista”
Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia contrari all'iniziativa per tagliare le emissioni inquinanti entro il 2030. Il Parlamento europeo ha dato luce verde a un emendamento alla European Climate Law che indica un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 60% al 2030 rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di un netto aumento rispetto al 40% attuale. Piu’ ambizione degli europarlamentari rispetto alla Commissione europea a guida von der Leyen, quindi, che ha invece indicato un target del 55%. Hanno votato a favore il gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei democratici, il gruppo dei Verdi-Alleanza Libera Europea, il gruppo Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica e numerosi europarlamentari del recente gruppo Renew Europe. Per quanto riguarda le delegazioni italiane hanno votato no Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre hanno votato a favore gli europarlamentari di Pd, M5s e Italia Viva. “L’essere umano non e’ una minaccia per l’ambiente ma strumento per tutelare l’ambiente”.
Vent’anni di Grande Fratello: la storia del reality che ha cambiato la tv
Il 14 settembre del 2000 si aprivano per la prima volta le porte degli studi del Grande Fratello. E per la prima volta andava in onda il reality show che sarebbe diventato il più celebre e longevo nel suo genere. I concorrenti erano dieci ed erano persone comuni. Per 99 giorni nella cosiddetta “casa” del Grande Fratello furono costantemente ripresi dalle telecamere di Canale 5. Sul loro destino nel programma venne inaugurato il meccanismo di eliminazione attraverso il televoto. Fu soltanto una delle tante novità del reality che ha rivoluzionato completamente il modo di fare televisione. Il programma venne importato da Endemol Shine Italy e basato sull’olandese Big Brother. Il nome venne preso dal romanzo distopico di George Orwell, 1984, nel quale un regime totalitario monitora costantemente la vita dei cittadini senza lasciare loro il minimo spazio di libertà e privacy. I concorrenti del Grande Fratello venivano infatti costantemente ripresi attraverso le telecamere con il fine di rappresentare la loro vita reale all’interno della casa trasformandola in una forma di intrattenimento.
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La Borsa Italiana cambia padrone per 4.325 miliardi
London Stock Exchange Group ha siglato un accordo per cedere Borsa Italiana alla cordata guidata da Euronext e partecipata da CdP e Intesa Sanpaolo. L’operazione, recita una nota del gruppo borsistico britannico, è stata concordata sulla base di un equity value di 4,325 miliardi di euro. L’accordo, che conclude le trattative in esclusiva avviate il 18 settembre scorso, prevede anche che Lse riceva un ulteriore corrispettivo legato alla generazione di cassa registrata da Borsa Italiana fino al perfezionamento, previsto nel primo semestre dell’anno prossimo ma subordinato a un’altra operazione. Lse prevede, infatti, di completare l’acquisto di Refinitiv tra la fine dell’anno e l’inizio del 2021. Da questa transazione dipende anche l’esito della vendita di Borsa Italiana. “L’operazione – sottolinea la società britannica – è condizionata, tra le altre cose, al disinvestimento di Borsa Italiana o di qualsiasi sua parte rilevante (inclusa Mts) come condizione per qualsiasi decisione di autorizzazione della Commissione Europea sulla transazione Refinitiv”.
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Papeete voodoo
Noi, per carità, non crediamo a certe cose. Infatti nel 2013 ci facemmo una grassa risata quando Calderoli, noto per essersi sposato con rito celtico davanti al druido, sostenne che il padre della Kyenge gli aveva fatto la macumba nel suo villaggio in Congo perché lui aveva simpaticamente paragonato la figlia ministra a un orango. La scena, mutatis mutandis viridibus, s’è ripetuta il mese scorso, quando Salvini di passaggio a Pontassieve è stato aggredito da una tizia di origini africane che gli ha strappato la camicia e il crocifisso urlandogli “Io ti maledico!” e l’autorevole il Giornale ha scritto che non era il gesto di una fuori di testa, ma un “rito voodoo di magia nera”. E noi di nuovo giù a ridere, anche perché la collezione di rosari sbaciucchiati e il filo diretto con la Madonna di Medjugorje ci parevano sufficienti a immunizzare il Cazzaro da simili diavolerie. Ora però stiamo riconsiderando la nostra posizione alla luce degli ultimi eventi.
Toti e Carfagna in fuga da Forza Italia?
Toti e Carfagna prima di chiudere la loro operazione devono capire quante adesioni raccolgono. I due, con il coordinamento di Osvaldo Napoli, sono pronti a mollare Forza Italia anche in protesta con le due reggenti Gelmini e Bernini. Gianni Letta, che sostiene l'operazione-Carfagna da mesi, si muove come sempre su due piani: un po' con quelli che vogliono fare la stampella del governo Conte e un po' con quelli che non vogliono mollare la coalizione di centrodestra. Il ragionamento di A-Mara e dell'orsacchiottone ligure, che fino a dieci minuti fa (fino alla rielezione) era una specie di salviniano infiltrato, è che se bisogna entrare al governo serve un nuovo soggetto che sia controllato da loro e si allinei a un convinto europeismo anti-sovranista. Per occupare quel solito e mitologico centro che ormai non attira più i voti di una volta…
È colpa della RAGGI? NO, di SALA!
Un branco di sei cinghiali finiti nel Naviglio fuori città, ha seguito la corrente del canale è si è avventurato fino a Milano, arrivando in Darsena nel cuore della metropoli. Lo hanno comunicato i Vigili del fuoco. I cinghiali erano stati segnalati già poco prima di mezzanotte a una decina di chilometri, nel comune agricolo di Gaggiano, ma stamani sono stati notati da alcuni passanti in Darsena, dove sono usciti cominciando a girovagare. Al loro inseguimento si sono messi i Vigili del fuoco, che ne hanno catturati due. Sono state allertate le varie forze dell'ordine per collaborare alla 'caccià. I Vigili del fuoco hanno dovuto narcotizzare i due esemplari in attesa dei veterinari.
Annalisa Chirico e la sessualità nel periodo del Covid
Siamo a Oggi è un altro giorno, il programma di Serena Bortone in onda su Rai 1. Si parla di coronavirus, degli effetti psicologici della pandemia e di come ha cambiato le nostre abitudini. Anche nel sesso. E a parlarne, ospite in studio, ecco Annalisa Chirico, la quale spiega: "È chiaro che un virus che ti impedisce il contatto con l'altro sta cambiando la nostra vita, a partire dal saluto con gli amici. È molto sfidante sul piano privato e personale - premette -. Anche la sessualità è cambiata, quando senti parlare di mascherina anche all'aperto ciascuno è preso da dubbi e assilli con il compagno o il marito. Quindi c'è una ricerca interessante che dà nuovi consigli in tempo di Covid. Tipo, nel campo dell'autoerotismo, molto in crescita in questa fase, bisogna lavarsi bene le mani. E ancora, è inutile usare la mascherina durante il sesso".
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Un cane a cui è stata salvata la vita non smette di abbracciare tutte le persone che incontra
Toro è arrivato al rifugio «Town of Hempstead Animal Shelter» lo scorso ottobre, dopo essere stato salvato da un gruppo di persone che l'ha visto muoversi avanti e indietro in una casa abbandonata. Era legato ad una staccionata, e deve avere probabilmente vissuto in questo modo per molti anni da quando i suoi precedenti proprietari hanno lasciato l'abitazione. I suoi soccorritori hanno subito pensato che avrebbe impiegato molto tempo ad abituarsi a un nuovo ambiente, e infatti all'inizio è stato così. «Appena è arrivato era molto chiuso e nervoso, mentre adesso si sta abituando un po’ di più a stare con le persone», ha detto Melissa Fogarty, una donna che lavora al rifugio. Ma nonostante le sue paure Toro voleva dare amore, ed è quello che ha dimostrato dopo qualche settimana iniziando ad abbracciare i suoi soccorritori.
Decreto emergenza Conte, ben vengano la proroga e il confronto democratico che il premier attuerà concretamente
Conte ha annunciato che chiederà al Parlamento la proroga dello stato d’emergenza al 31 gennaio 2021 dello stato di emergenza che, già rinnovato il 31 luglio, è in scadenza il 15 ottobre. Cosa diranno tutti quelli che hanno sempre accusato il premier di anti-democraticità? Se l’Italia ha meno contagiati di altri Paesi europei è proprio grazie al rigoroso lockdown che abbiamo avuto, al contrario dei comportamenti degli altri. E questo grazie alla fermezza esibiti dal governo, dopo una esitazione inziale. Se fosse per Salvini e la Meloni avremmo contagi stellari. Si è visto quello che è accaduto in Brasile con Bolsonaro e negli Usa con Trump. Dunque ben vengano la proroga – che permetterà di agire con tempestività – e il confronto democratico che il premier attuerà concretamente.
La destra mai tanto forte e mai tanto ininfluente
Mi ricordo sempre di uno sketch di Corrado Guzzanti su Bertinotti. Era il tempo in cui Rifondazione Comunista veleggiava sull’8% ed era fondamentale per i governi di centrosinistra presieduti da Prodi. Nello sketch si vedeva un Bertinotti festaiolo che voleva stare all’opposizione ad ogni costo, anche a costo di mandare in crisi il Governo Prodi da loro stesso sostenuto. Il risultato finale di questa politica fu un’implosione di Rifondazione e una crisi sistemica della Sinistra. Il Movimento 5 Stelle aveva anch’esso una vocazione di opposizione. Come non ricordare la frase della senatrice Taverna quando affermò che la vittoria della Raggi a Roma era un “complotto per farli vincere”. Con molta responsabilità però Di Maio ha accettato la sfida di governare alleandosi prima con la Lega e poi anche con il PD con cui aveva polemizzato aspramente in campagna elettorale. Ha pagato duramente in termini di consenso elettorale ma ha ottenuto la possibilità di esprimere un premier come Conte, ha ottenuto il dimezzamento dei parlamentari e ha ottenuto il reddito di cittadinanza. La Destra invece ha scelto la strada dell’opposizione. La svolta di Salvini al Papeete, quando ha chiesto i pieni poteri, ha portato tutti gli altri partiti a coalizzarsi contro la Destra.
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