Lombardia Film Commission, nelle intercettazioni lo sfogo di uno dei commercialisti arrestati: “Fanno le porcate, dalla LEGA hanno ciucciato montagne di soldi”
“Fanno le porcate, quelli dalla Lega hanno ciucciato montagne di soldi”: a parlare in una delle tante intercettazioni è Michele Scillieri, uno dei tre commercialisti vicini al Carroccio arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulla Lombardia Film Commission. “Non rompessero i coglioni, va bene? Tirano fuori i 25mila euro domani, perché li hanno. E se non li hanno, li rubano come hanno sempre rubato, sennò Luca fa la denuncia e li fa fallire. Fanno le porcate con le società e vogliono anche dettare le condizioni” urla Scillieri con l’avvocato Lapo Becattini, legale del prestanome Luca Sostegni, liquidatore della società Paloschi s.r.l. che avrebbe venduto l’immobile al centro dell’inchiesta ad Andromeda, che a sua volta l’ha rivenduto alla Lombardia Film Commission. Le parole di Scillieri risalgono al 14 maggio 2020 e l’incontro tra Scillieri e il legale viene definito dagli investigatori come “uno degli eventi più rilevanti dell’intera indagine”. Grazie al trojan installato sul telefono di Scillieri, infatti, gli inquirenti ascoltano il commercialista affermare: “Ho imparato che gente sono, che se non stai attento ti rubano il pezzo di carta. Sono fatti così, hanno ciucciato una montagna di soldi dalla Lega, una montagna! Non ti dico 49 milioni, ma non ci siamo lontani sai? Perché una parte li hanno mandati… hanno costituito le leghe regionali e lì hanno mandato dei soldi. 10 milioni, molto meno, una parte li han mandati su e poi son tornati, li han cuccati e una parte se li sono spartiti. Allora dessero i soldi a Luca. Perché io di cose ne so. E vorrei portarmele nella tomba”. Scillieri si lamenta di quanti soldi i suoi colleghi, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, abbiano dirottato verso Francesco Barachetti, considerato nell’inchiesta uno degli snodi dei flussi finanziari della Lega. “Barachetti service.. un milione e mezzo di fatturato verso la Lega in un anno. Cioè questi qua prendono i soldi, di là della Lega e fanno la bella vita. Di Rubba ha messo su un concessionario d’auto spettacolare, sarà costato qualche centinaio di migliaia di euro? Barachetti è un ex idraulico che ha la casa accanto a Di Rubba e che ha deciso un bel giorno di dire ‘adesso divento imprenditore di successo, caro Alberto fammi lavorare’. E Alberto tramite la Lega gli ha dirottato tonnellate.. gli sta dirottando tonnellate di soldi. Non di lavori, di soldi!” Secondo Scillieri, Barachetti è “il loro fornitore di lavori, su tutto quello che riguarda la Lega c’è dentro lui”.
Una destra negazionista per natura
Negazionista per natura. L’involuzione della destra italiana, da storica area culturale e politica alla compagnia di avanspettacolo del trio Salvini, Meloni e Covid Berlusconi ha aggiunto un nuovo carattere biologico ai suoi sostenitori, diventati bastian contrario a prescindere. La pandemia è pericolosa? Ma no, muore poca gente e le mascherine non servono a niente. Con tutti i problemi che ci ha portato il virus, la scuola è partita meglio dell’anno scorso? Neppure per sogno, l’ha detto il presidente della Liguria Toti pubblicando una foto di bambini costretti a disegnare per terra. Il preside dell’istituto ha spiegato chiaramente che in quella foto i piccoli giocavano ed è stata vergognosamente strumentalizzata? Non fa niente, tanto i Belpietro, i Senaldi e i Porro di turno sono così occupati nell’insultare il Governo da non avere tempo per leggere che cacchio dice un preside, e perciò resta buona la bufala del governatore ligure. E ancora: la Lega è nel mirino dei magistrati che ne hanno arrestato tre commercialisti vicinissimi e indagato altre sei persone, portando alla luce giri di soldi in mezzo mondo? Va da sé che queste sono pinzillacchere. E poi se a scriverne sono Pedullà o Travaglio non c’è da fidarsi, perché Sallusti e Capezzone sì che sono veri giornalisti senza padroni e padrini politici, sicurissimamente più credibili di chi non ha mai fatto il parlamentare ed è persino editore del proprio giornale.
La Lega sfiducia Azzolina senza un vero perché. Persino gli alleati si smarcano da Salvini: dubbi di FdI e FI sulla mozione
“Il vero potere non ha bisogno di tracotanza, barba lunga, vocione che abbaia”, scriveva nel 1979 nel suo romanzo Un Uomo, Oriana Fallaci. Giornalista molto amata e spesso citata dal segretario della Lega che però, evidentemente, non ha tratto molto beneficio dalle parole della grande firma fiorentina e continua ad esercitare il suo ruolo di leader dell’opposizione con inutili prove “muscolari”, non prive di uscite di cattivo gusto, come quelle riservate negli ultimi mesi alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. “Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo presentato in Parlamento la mozione di sfiducia al ministro Azzolina che è una sciagura per la scuola italiana”, tuona Salvini. “Ci sono centinaia di migliaia di insegnanti, famiglie e studenti che non sanno cosa fanno, dove vanno, a che ora entrano ed escono, mancano i bidelli, gli insegnanti e i banchi. Non so se avete visto le foto delle scuole italiane coi bimbi che scrivono per terra. Noi, come Lega, è da marzo che avvisiamo il governo per stabilizzare i precari, comprare i termoscanner per misurare la febbre a scuola, senza rompere a mamme e papà. Non hanno fatto nulla”. A parte il fatto che la foto menzionata, quella dei bambini che disegnano sulle sedie invece che sui banchi che sarebbero in ogni caso arrivati dopo ventiquattro ore, si è rivelata un’incredibile strumentalizzazione, l’iniziativa del Capitano trova molto tiepidi anche gli alleati di coalizione. Salvini già martedì chiederà nella conferenza dei capigruppo di palazzo Madama la calendarizzazione del provvedimento, ma FdI e FI tentennano e prendono tempo.
Hanno tagliato 10 miliardi alla scuola pubblica e parlano
Nel giorno in cui più di 5 milioni di studenti tornano finalmente sui banchi di scuola, le opposizioni continuano ad attaccare la Ministra Azzolina e il Presidente Conte. Mi piacerebbe ricordare a tutti da quale pulpito stia arrivando la predica. Sì, perché forse molti di voi non ricorderanno che dal 2008 al 2011, nel Governo Berlusconi IV, c’erano anche Giorgia Meloni (Ministro) e la Lega Nord al gran completo (con Salvini in Parlamento). E vi ricordate quale vergognosa riforma varò quel governo? La riforma della scuola targata Mariastella Gelmini. Con quell’ignobile riforma vennero tagliati 10 miliardi di euro tra scuola e università, bloccando per anni gli investimenti in termini di assunzioni ed edilizia scolastica. Insomma, per colpa di quella riforma la scuola pubblica italiana fu messa in ginocchio, mentre fu favorita la scuola privata. Ecco, gli stessi partiti che permisero quello scempio oggi attaccano il governo che più di tutti negli ultimi 20 anni ha investito nella scuola pubblica, con 7 miliardi di euro messi a disposizione del comparto istruzione. Sicuramente ci sono tanti problemi ancora da risolvere, e tante difficoltà da superare durante questa riapertura, ma una cosa è certa: il Presidente Conte e la Ministra Azzolina stanno dando il massimo per garantire agli studenti italiani un’istruzione all’altezza del loro futuro.
Andiamo avanti, coraggio!
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Gli scandali della Lega e le spallucce
Hanno arrestato tre commercialisti che gestivano soldi della Lega. Un fatto davvero grave. Roba che Salvini dovrebbe essere furioso per l’accaduto ed agitarsi per salvare la propria reputazione e quella del suo partito. Rassicurando i suoi follower e correndo in procura a dire tutto quello che sa sugli arrestati e sui fatti specifici. Dovrebbe essere lui a pretendere subito la trasparenza più assoluta chiedendo alle persone coinvolte di vuotare il sacco. Ed invece Salvini si comporta come dopo ogni scandalo. Come uno che passa di lì per caso. Come se lui fosse talmente in alto che certi conti della serva non arrivassero mai a sfiorarlo. Salvini non sa mai nulla e quel poco che sa lo minimizza e lo benaltrizza confidando che tutto finirà nel solito pugno di mosche. E in effetti finora è andata così. Dai celeberrimi 49 milioni all’affaire russo. Tanto fumo e poco arrosto. Col serpeggiante sospetto siano i magistrati a prendere lucciole per lanterne. L’arresto dei tre commercialisti vicinissimi ai vertici del Carroccio sembra però portare la questione ad un livello più sostanzioso. Lo dicono le carte, lo dicono le intercettazioni anche se Salvini insiste sulla stessa linea spalluccista.
L'anno del ministro Fedeli, tra gaffe, gialli e strafalcioni
La Fedeli e il suo anno al dicastero dell'Istruzione. Ecco tutte le gaffe, gli strafalcioni e i gialli di cui è stata protagonista l'ex sindacalista della Filtea-Cgil. Il ministro Fedeli (del PD) è stato tra i più discussi inquilini del dicastero dell'Istruzione della storia d'Italia. Certamente non "il più migliore". Questa, in sintesi, è la posizione che alcuni stanno assumendo in queste ore, in funzione del termine della legislatura. Tempo di bilanci, insomma, e di giudizi. Il vicedirettore del TG1 - Gennaro Sangiuliano - ha scritto in riferimento alla Fedeli che: "La cultura per l' Italia deve rappresentare un patrimonio nazionale, non solo quella materiale data dalle antichità, ma anche quella immateriale che si sostanzia nella letteratura, nella filosofia, nella musica, nell'eredità di grandi autori. Il decoro delle istituzioni è anche nel rispetto della loro storia e peculiarità". La "ministra" - insomma - avrebbe dovuto fare altro. In principio fu la laurea, poi diventata diploma. Valeria Fedeli ha esordito nel suo mandato dovendo venire a capo di un vero e proprio "giallo". Com'è ormai noto, nella pagina web della "Ministra", era riportato il conseguimento del diploma di laurea in Scienze Sociali. Peccato che - come all'epoca rilevò Dagospia - tale titolo non esistesse prima del 1998 (in via sperimentale a Trieste e Roma) e del 2000, "quando la nostra era già segretaria nazionale del sindacato dei tessili", come si legge qui. Il titolo realmente conseguito dal ministro è il diploma alla Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano. "Posso fare la ministra - ministra, ci tengo - anche senza laurea dopo una vita così intensa nel sindacato, sono stata apprezzata, promossa, chiamata a Roma, poi a Bruxelles a guidare il sindacato europeo dei tessili", tuonò la stessa, che alla fine della fiera pare sia risultata anche priva del diploma di maturità.
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I danni sociali della riforma Moratti-Gelmini
Da 30 anni, l'alternarsi di governi sia di destra che di sinistra ha portato avanti una politica di tagli, tesa all' impoverimento dell' istruzione, all’espulsione e alla precarizzazione dei lavoratori. Col cambio di maggioranza seguito alle elezioni del 2001, la riforma Berlinguer (che già aveva sviluppato l’idea della scuola/azienda) è stata interamente abrogata dalla legge 53 del 2003, meglio nota come riforma Moratti, la quale a sua volta ha seguito la stessa sorte con l’abrogazione a opera del successivo governo di centrosinistra; il quale, senza emettere un provvedimento sostitutivo, ha lasciato l’onere al governo piduista di Berluska, che il 29/10/2008 ha portato ad approvazione la legge 169/2008, la cosiddetta riforma Gelmini. In data 2/8/2001, i Ministri Moratti e Tremonti sostengono la tesi di Buttiglione-Casini, (democristiani di centrodestra), di una manovra economica e finanziaria per favorire le posizioni della chiesa cattolica, sostenendo l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche e assicurando finanziamenti a quelle cattoliche. Ricordiamoci che nel periodo del fascismo la chiesa stava con mussolini (patti lateranesi).
Il piano del ministro Gelmini per devastare la scuola statale
Venerdì 19 settembre 2008 verrà ufficialmente presentato alle organizzazioni sindacali il piano programmatico del Ministro Gelmini che attua l'art. 64 della legge 133/08. Tale articolo pianifica la cancellazione di 130.000 posti di lavoro nella scuola nei prossimi 3 anni, fra docenti e personale ATA secondo le seguenti quantità: 87.000 docenti in meno da ottenere tramite un intervento sugli ordinamenti, sulla didattica e sull'organizzazione delle scuole, 44.500 ATA in meno , corrispondente ad un taglio del 17% dell'attuale organico. Si tratta dell'attacco più violento portato al sistema della scuola pubblica statale, che mai sia stato fatto. Un attacco su cui occorre distogliere l'attenzione dei cittadini, che potrebbero preoccuparsi e dissentire dall'operazione, per distrarre dunque, parlando d'altro, si scarica una mole di paccottiglia ideologica che si spaccia per riqualificazione della spesa per la scuola, senza alcun pudore di esibire incompetenza e arroganza, facendo piazza pulita di tutto ciò che la ricerca pedagogica ha prodotto in questi anni. Siccome la scuola italiana non è priva di criticità, soprattutto nel settore della scuola secondaria di primo e secondo grado, è fin troppo facile impugnare le sue problematiche per giustificare interventi draconiani.
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Scuola: la Lega presenta al Senato la mozione di sfiducia contro la ministra Azzolina
Il gruppo della Lega al Senato ha presentato una mozione di sfiducia individuale contro il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. “La disastrosa gestione della scuola del Ministro Azzolina- si legge nel testo- sta tenendo in tensione famiglie, studenti e personale, un Ministro che ha perso molti mesi preziosi in chiacchiere, senza fornire alcuna certezza sul proprio destino a 8 milioni di studenti. Il Governo non ha alibi e l’incapacità di chi lo rappresenta pesa ormai irrimediabilmente sulla vita e sulla formazione dei nostri ragazzi. Servono risposte immediate, non c’è più tempo e senza ripartenza in sicurezza della scuola non riparte l’intero Paese”, per questo “visto l’articolo 94 della Costituzione e visto l’articolo 161 del Regolamento, esprime la propria sfiducia al ministro dell’istruzione, onorevole Lucia Azzolina, e la impegna a rassegnare le proprie dimissioni”. Seguono le firme di tutti i senatori della Lega.
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Perché Giorgia Meloni è senza mascherina nel locale dove si prepara la pizza?
Giorgia Meloni si decide a mettere la mascherina, nonostante sia in un ambiente chiuso e dove si preparano alimenti, solo quando prepara la pizza. E se la toglie anche dopo per fare le foto. Tutti sanno infatti che il Coronavirus quando vede una macchina fotografica scappa! Giorgia Meloni sembrava aver imparato: il giorno stesso in cui si era parlato della sua visita alla SOP di Polignano senza mascherina aveva pubblicato un intero set fotografico in cui indossava il dispositivo anche quando non era necessario, all’aperto e a debita distanza da tutti. E invece no. La leader di Fratelli D’Italia poco fa ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una diretta di quelle “simpatiche” in cui si cimenta in un locale a Napoli nella preparazione della pizza: Peccato che all’inizio del filmato la Meloni nonostante si trovi in un ambiente chiuso e nel quale vengono preparati degli alimenti preferisca rivolgersi verso la videocamera senza indossare niente.
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Lega, Salvini: “I 49 milioni? Spesi in manifesti elettorali e corrente elettrica”
“I 49 milioni della Lega sono stati spesi in manifesti elettorali”: lo ha dichiarato Matteo Salvini nel corso del programma Di Martedì, rispondendo alla domanda del conduttore Giovanni Floris su dove fossero finiti i rimborsi elettorali tra il 2008 e il 2010 dall’allora Lega Nord. “I 49 milioni sono stati spesi in iniziative, affitti di sede, corrente elettrica e campagne elettorali. Cercano soldi che non ci sono. Se li trovate ditelo anche a me che mi interessa” ha dichiarato Salvini nel corso della trasmissione in onda su La7. “Sono anni che cercano i soldi in Russia, i soldi in Svizzera, i soldi in Lussemburgo, ma non hanno mai trovato niente – ha aggiunto il leader del Carroccio – Perché non abbiamo nascosto soldi da nessuna parte”. L’ex ministro dell’Interno poi ha affermato di avere “piena fiducia nella magistratura” riferendosi alle ultime indagini della procura di Genova e all’arresto di tre commercialisti considerati vicini alla Lega, che Salvini ha dichiarato di ritenere “persone corrette”.
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Salvini ne ha per tutti, ma tace sulle sue grane. I leghisti attaccano Zingaretti sulle mascherine e Grillo sul figlio ma fanno scena muta sui loro scandali !
Matteo Salvini ha una tattica da consumato attore di varietà che utilizza ogni qual volta è sotto attacco: scarica sugli avversari politici attacchi su altre vicende molto meno rilevanti della sua. Ma procediamo con ordine. La Lega deve avere un problema con i denari visto che deve restituire ben 49 milioni di euro che sono non un tesoretto ma un vero tesorone; soldi degli italiani cioè di tutti noi. Poi, con cadenza pressoché regolare, i suoi amministratori rimangono invischiati in storie sempre di soldi. Per citarne il penultimo è quello della fornitura di mascherine alla Regione Lombardia da parte di suo cognato che vede penalmente coinvolto anche il governatore Fontana. E poi il fuoco di artificio dei nuovi arresti. Secondo il gip di Milano Di Rubba, Scillieri e Manzoni hanno condotto in “modo occulto” una operazione di grande abilità per vendere a prezzo gonfiato un capannone della Lombardia film commission. Uno scandalo che è piombato dritto dritto nella sede nazionale della Lega a via Bellerio. I tre sono citati anche nell’inchiesta sui 49 milioni di euro di cui dicevamo e a Di Rubba e Manzoni – quest’ ultimo è stato a cena con Salvini – il tesoriere e parlamentare della Lega Giulio Centemero ha consegnato anche le chiavi della contabilità del partito.
Meloni & C. vogliono le poltrone
Capiamo i leader della vecchia politica e quelli che il blog di Grillo chiama i dinosauri (del Palazzo), signori a cui nemmeno passa per la testa di segare l’albero sul quale stanno seduti da decenni o sognano di riprendersi uno strapuntino. Un ceto politico che perlomeno ci ha messo la faccia – seppure di bronzo – per impedire il taglio del numero dei parlamentari. Con argomentazioni bizzarre, quando non palesemente inventate, come la riduzione della democrazia e della rappresentanza, si giocano quel poco di credibilità che si illudono gli resti, in cerca di qualche tonto che ci caschi e voti No al referendum. Stiamo parlando di Prodi, Casini, Formigoni, Bonino e altri giovanotti che per sommare tutti gli anni di ”onorato” servizio nelle istituzioni avrebbero bisogno di un pallottoliere monumentale. Un po’ meno riusciamo a capire quelli che riconoscono i vantaggi di un Parlamento meno pletorico, come il leghista Giorgetti, ma se ne fottono perché è meglio lasciare le cose come stanno pur di non fare un favore al Governo. Premesso che il taglio dei seggi l’hanno votato praticamente all’unanimità anche Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, questi sostenitori del No con finalità di disturbo alla maggioranza giallorossa sembrano quei mariti che per fare un torto alle mogli si tagliano il gingillo del piacere. Chi resta invece del tutto incomprensibile è chi dice di votare Sì e poi sottobanco spinge per il No, come Salvini e la Meloni.
Operazioni sospette della Lega. L’ex banchiere vuota il sacco. In Procura il teste parla di movimentazioni illogiche. E Bankitalia chiede accertamenti
Si allarga l'inchiesta sui milioni spariti del Carroccio. Mentre piovono segnalazioni dall'Antiriciclaggio su nuove operazioni sospette, un ex banchiere ammette di aver insabbiato numerosi movimenti per favorire il fiscalista arrestato vicino al Carroccio, Di Rubba. Piuttosto che segnalare all’anticorruzione le operazioni anomale effettuate dai commercialisti vicini alla Lega, l’ex direttore della filiale Ubi di Seriate, Marco Ghilardi, preferiva nasconderle sotto il tappeto. Insabbiature volontarie come ha spiegato lo stesso manager, sentito in qualità di testimone dai pubblici ministeri di Milano, coordinati dal Procuratore Francesco Greco, secondo cui si è trattato di “operazioni prive di valide ragioni economiche che, aldilà degli importi, non mi è capitato di vedere in tutta la mia carriera. E ho lavorato in banca quasi trent’anni”.
La malafede di Tiziana Panella su La7
"Il tuo conto è stato azzerato": cosa succede ai clienti Unicredit
App e sito sono ancora in tilt. Un altro giorno da incubo per i correntisti: conti "azzerati" e pagamenti impossibili. Non c’è pace per i clienti di Unicredit. Un altro giorno di passione per i correntisti del credito bancario che già nella mattinata di ieri, lunedì 14 settembre, ha avuto notevoli problemi. Dopo l’ora di pranzo sembrava tutto risolto. E invece questo martedì non sembra andare meglio. Ancora una volta down l’accesso al sito di home banking. Non tutti i clienti riescono a entrare e quelli che dopo vari tentativi ci riescono, hanno una brutta sorpresa: il loro conto risulta azzerato. Tranquilli, i vostri soldi non sono andati persi per sempre. Si tratta più che altro di un problema di rappresentazione informatica. Nessun hacker è riuscito a violare il sito e a impossessarsi dei soldi. Sono al sicuro, solo che per il momento sono in stallo e non possono essere toccati. Ieri il problema sembrava essere stato risolto e invece oggi siamo daccapo.
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Lega ladrona l’Italia non perdona
Salvini non ha fatto in tempo a riprendersi dal terribile attentato di Pontassieve che finiscono agli arresti tre commercialisti vicini al Carroccio. Potrebbe trattarsi dei primi effetti della maledizione vudù che l’intrepida antifascista congolese ha lanciato contro il leader padano. Poraccio. Come se non bastasse la sfiga nera che lo sta perseguitando dalla sbornia del Papeete. Quando era ad uno sputo dai pieni poteri. Sembrava che perfino la Madonna di Medjugorje votasse per lui. Bei tempi davvero. Oggi su Salvini piovono pomodori e coloriti improperi non appena mette il naso fuori di casa. Succede soprattutto a sud del Po. Invece che essere i cani a scappare dalla puzza, è lui a dover tornarsene da dove è venuto. A consolarlo ci pensa la sua fervente fede cristiana. Lo sa anche lui che chi semina vento raccoglie tempesta. E così sia. Amen. Son tempi davvero duri per la superiore razza padana.
Il disastro di Solinas (Lega): per tutelare le discoteche ora la Sardegna ha perso anche la Rolex Cup
A fine giugno era arrivata la bella notizia: la Maxi Yacht Rolex Cup e la Rolex Swan Cup, due tra le più importanti regate veliche del mondo, si svolgeranno regolarmente a settembre, a Porto Cervo. “Lo Yacht Club Costa Smeralda riaprirà i battenti a luglio, si annunciava”. Insomma, una grande sollievo per organizzatori, sponsor, partecipanti, addetti al settore, lavoratori coinvolti. L’annuncio specificava anche che il tutto si sarebbe svolto tenendo conto dell’emergenza, dunque iscrizioni digitali, premiazioni all’aperto con poca gente in platea, vietati i party nello Yacht Club ma concesse le cene degli armatori, naturalmente rispettando il distanziamento. Addirittura, si prometteva di evitare la sovrapposizione dei due eventi velici per non ritrovarsi tutti gli equipaggi presenti sul posto nello stesso momento. Insomma, promesse virtuose. Promesse non proprio mantenute, visto che a Ferragosto, la musica proveniente dallo Yacht club a momenti si sentiva fino ad Olbia: i clienti, tutti adulti, ballavano come se niente fosse, tanto da creare malumore in qualche iscritto (un paio di imprenditori hanno dato le dimissioni nei giorni seguenti). Il 25 agosto, allo Yacht Club, c’erano tre membri dello staff positivi, degli iscritti non si è saputo nulla. Come siano poi andate le cose nel resto della Costa Smeralda lo sappiamo. Discoteche all’aperto e al chiuso affollate, nessuna mascherina, dichiarazioni strafottenti di alcuni gestori di locali e il presidente di regione che non ha messo uno stop a tutto questo. Perché diciamolo: quel Solinas che ora vuole denunciare non si sa bene chi per aver danneggiato mediaticamente la Sardegna e aver provocato danni irreversibili al turismo, dovrebbe, al limite, auto-denunciarsi.
Il Capitano scaricato dal Carroccio
Nelle messe cantate di Porro e Del Debbio sugli straordinari meriti del Centrodestra e della Lega non se n’è mai parlato, e meno che meno nelle sacre scritture di Belpietro e Sallusti perennemente contro Conte e i 5 Stelle, ma sul fronte dell’opposizione è in arrivo l’Apocalisse. Per il Covid e per ovvi motivi anagrafici Berlusconi è destinato a cedere altra leadership, ma chi sta messo persino peggio è Salvini. Al di là del risultato alle Regionali, che sarà comunque importante, il Carroccio gli è scappato di mano. In Veneto la lista di Zaia recupera e probabilmente aumenta i voti fuggiti dal partito, che nel trend nazionale sono crollati di 15 punti in un anno, se si considera il 38% a cui era accreditata la Lega nei giorni del Papeete e il 23% attuale. E vedremo se l’arresto dei commercialisti di fiducia in via Bellerio o le contestazioni come quella di Torre del Greco di ieri toglieranno qualcos’altro. Per invertire questa rotta, il Capitano – come si fa chiamare dai suoi fan e dai troll a libro paga sui social network – punta a trasformare in una passerella il processo di Catania sulla faccenda Gregoretti, ma anche tra i suoi fedelissimi è chiaro che questi show funzionano sempre meno ed è ormai gara aperta nel mollarlo al suo destino. Prima erano stati colonnelli come Claudio Borghi a smentirlo apertamente sul voto al referendum tagliapoltrone, ma ieri a certificare la spaccatura è arrivato un generale del calibro di Giancarlo Giorgetti. La Lega, insomma, è pronta per un nuovo leader.
Indagati a quota 9. L’inchiesta sui fiscalisti della LEGA si allarga. Tre top manager nel mirino dei pm. Per tutti l’accusa è di peculato
Sono giorni di fuoco per la Lega a causa dell’improvvisa accelerata dell’indagine sull’immobile di Cormano che, giorno dopo giorno, assomiglia sempre più al vaso di Pandora. Una vicenda imprevedibile e in cui stanno emergendo sempre più punti di contatto con l’inchiesta di Genova sui 49 milioni di euro spariti nel nulla, nel cui fascicolo salgono a 9 gli indagati nella compravendita a prezzo gonfiato del capannone da parte della Lombardia film commission. Oltre ai tre commercialisti Michele Scillieri, Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, al prestanome Luca Sostegni e all’imprenditore Francesco Barachetti, spuntano anche i nomi di Pierino Maffeis, Elio Foiadelli e Vanessa Servalli. Si tratta di tre amministratori di società, tutte riconducibili ai tre professionisti, accusati dal procuratore Francesco Greco (nella foto) di peculato. Un’accelerata che si percepisce soprattutto degli sviluppi dell’indagine che ora punta alla Fiduciaria svizzera Fidirev a cui sarebbero andati parte degli 800mila euro spesi per comprare il capannone a Cormano. Di questi, 500mila euro sarebbero andati ai tre commercialisti e 250mila euro alla Fidirev, poi da qui sarebbero stati trasferiti su conti svizzeri di altre società, una di queste con sede a Panama. Un flusso di denaro per il quale è stata già chiesta una rogatoria in Svizzera in quanto sono stati gli stessi indagati Scillieri e Sostegni “a indicare che il denaro con il quale è stato pagato l’immobile venduto a Immobiliare Andromeda da Paloschi srl non è confluito nelle casse della Paloschi, ma è stato dirottato sul mandato ficuciario Fidirev dopo essere transitato su conti personali di Sostegni. Dal conto della fiduciaria il denaro è stato trasferito quindi in Svizzera”.
Bonafede (M5S) firma il decreto per ampliare le piante organiche della magistratura. In arrivo 600 giudici. E’ il più consistente aumento degli ultimi vent’anni
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato il decreto che ridetermina e amplia le piante organiche degli uffici giudiziari di merito, in attuazione dell’incremento complessivo di 600 unità del personale della magistratura ordinaria previsto dalla Legge di Bilancio per il 2019. “Si tratta – riferisce via Arenula – del più consistente aumento della dotazione organica realizzato negli ultimi vent’anni. L’intervento, che si inserisce nel più generale sforzo di potenziamento delle politiche assunzionali del Ministero, mira a migliorare l’efficienza del servizio giustizia, in vista di una riduzione dei tempi con cui viene assicurata ai cittadini la risposta giurisdizionale”. Delle 600 unità aggiuntive previste complessivamente, 70 sono già state assegnate alla magistratura di legittimità con l’incremento delle piante organiche della Corte di cassazione e della relativa Procura generale disposto dal decreto firmato dal Guardasigilli il 17 aprile dello scorso anno.
Inchiesta fondi Lega, quei 19 milioni finiti a Cipro e alle Cayman
La procura di Genova indaga su un maxi bonifico fra due notai in orbita leghista. Nuova puntata dell’inchiesta sui fondi della Lega: questa volta le indagini della procura di Genova battono la pista di 19 milioni di euro scomparsi e le cui tracce portato soprattutto a Cipro e in seconda battuta alle isole Cayman. Sotto la lente dei magistrati un bonifico sospetto fra due notai vicini al partito di Matteo Salvini. Come scrive Repubblica:
Nel 2013 la Lega Nord studia come creare un trust su cui far confluire il patrimonio del partito: svuotare i conti correnti bancari in modo che, in caso di azioni giudiziarie, i creditori e soprattutto i pm che indagano sulla sparizione dei 49 milioni di euro della truffa allo Stato messa in atto dall’ex tesoriere Francesco Belsito e dall’allora segretario Umberto Bossi, non trovassero nulla.
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I GENITORI SBUGIARDANO TOTI
I genitori non ci stanno: “Noi non siamo in campagna elettorale”. La scuola è una cosa e il voto regionale di domenica e lunedì in Liguria è un’altra. Questo è il day after nell’Istituto Castelletto di Genova, diventato un caso dopo che il governatore Giovanni Toti, che aspira al secondo mandato, ha pubblicato una foto che ritrae i bambini della classe III C inginocchiati a terra mentre usano la sedia come base d’appoggio per scrivere in mancanza dei banchi monoposto. “Proviamo profondo dispiacere”, scrivono i genitori, “per la strumentalizzazione e le considerazioni denigratorie nei confronti di una scuola, la nostra, di cui ci sentiamo profondamente orgogliosi” poiché ha fatto “di tutto per poter aprire in sicurezza nonostante i ritardi, le varie ‘assenze’, di oggetti ma anche di interesse pubblico”.
“Siamo stati noi a chiedere che la scuola riaprisse anche senza i banchi”. I genitori di Genova increduli per la polemica di Toti
“Tutto è partito giovedì, quando ci hanno comunicato che l’inizio della scuola sarebbe slittato 48 ore pe run ritardo di un giorno nella consegna dei nuovi banchi in alcune aule. Abbiamo insistito perché fosse garantito comunque un momento di festa per i nostri bambini". Gli insegnanti: "Ridicolo assistere a polemiche elettorali". Il giorno dopo, alla scuola Mazzini di Genova, c’è più incredulità che indignazione. Il tweet di Toti con la foto dei bambini inginocchiati davanti a sedie usate come banchi, scattata da una maestra, ha fatto il giro dei social e dei giornali. Ma, a sentire i familiari degli alunni, non si è trattato di una doccia fredda, tanto che l’apertura della scuola, pur senza i nuovi banchi, era stata richiesta dai genitori stessi. “Tutto è partito giovedì – spiegano i genitori all’uscita della scuola – quando ci hanno comunicato che l’inizio della scuola sarebbe slittato 48 ore per permettere che arrivassero i banchi e il personale ausiliario per iniziare serenamente l’anno scolastico”. Come ricostruito da ilfattoquotidiano.it, a fronte di una levata di scudi di alcuni genitori e di pressioni arrivate dal Provveditorato per iniziare ugualmente nella giornata di ieri, i genitori erano stati anche avvertiti che per garantire il servizio con le forze a disposizione avrebbero garantito solo due ore per i primi giorni, e in alcune sezioni i bambini sarebbero stati ancora senza banchi, con attività didattica ovviamente garantita e personalizzata per offrire un momento di festa ai bambini per celebrare l’atteso ritorno in classe. “La speculazione di Toti è cascata male – chiarisce Enrica Origo, maestra della scuola – la nostra è una buona scuola e rimandiamo al mittente ogni strumentalizzazione elettorale, soprattutto se fatta sulla pelle dei bambini”. “Siamo noi ad aver chiesto alle insegnanti di ripartire lo stesso, sapendo benissimo che i banchi sarebbero arrivati solo oggi e perfettamente consapevoli che le maestre hanno le competenze e l’esperienza per gestire al meglio i bambini per due ore, due giorni, anche senza il banco” così difendono il corpo docente e la scuola i genitori dei bambini finiti sulle prime pagine di tutti i giornali.
“Le mafie stanno puntando ai miliardi del Recovery. C’è già un incremento delle infiltrazioni, vigilare”. L’allarme dell’Europol sui fondi per la ricostruzione
La direttrice esecutiva Catherine De Bolle chiedere di monitorare attentamente le mosse dei clan in vista dell'erogazione delle risorse Ue per sostenere la ripresa dell'economia, fiaccata dai mesi di lockdown e dalle restrizioni per contenere la diffusione del coronavirus: "Incremento infiltrazioni già in atto, lo saranno ancora di più". Il direttore della Criminapol: "Se qualcuno pensa di essere immune, è miope. Se si arriva in ritardo, danni irreparabili all'economia". Sarà necessario monitorare i soldi del Recovery Fund perché le mafie hanno già preso di mira le risorse economiche messe in campo per fronteggiare la pandemia di coronavirus e i miliardi per la ricostruzione scateneranno ancora di più gli appetiti dei clan.
Ma dove sta la foto della figlia di Salvini con il plexiglas a scuola?
Ieri è stato il primo giorno di scuola anche in Lombardia, dove vive la piccola Mirta, la figlia di Matteo Salvini. Se ricordate il Capitano ha passato l’estate a dire che ci sarebbe stato il plexiglas a scuola e lui la figlia così non ce l’avrebbe mandata: «E se io devo mandare mia figlia a scuola, chiusa nel plexiglas senza un contatto con i suoi amici e le sue maestre io a scuola non ce la mando»: Matteo Salvini a Codogno continuava a diffondere bufale che poi ribadiva anche a Mezz’ora in più: “Pensare di mettere il plexiglas per dividere bimbo tra bimbo e bimbo con la maestra è un fallimento educativo”. E ancora: “I numeri fortunatamente dicono che il virus di adesso non è il virus di febbraio e quindi mi rifiuto di pensare che le scuole riaprano a settembre fra plexiglas, mascherine e classi chiuse”. Salvini ora che è iniziata la scuola forse si è finalmente accorto che nelle linee guida per la scuola che il governo ha presentato non c’è traccia di plexiglas. Perché di foto della figlia ingabbiata con il plexiglas non ce ne sono, nonostante lui ne proponga tante sui suoi social.
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La propaganda del Capitano entra in classe. Un numero WhatsApp per segnalare inefficienze in barba alla privacy
Mentre tutti, dalle istituzioni alle famiglie, stanno facendo la propria parte affinché l’anno scolastico, iniziato ieri per oltre 5 milioni e mezzo di studenti, possa svolgersi in sicurezza nonostante la complessità del momento e le inevitabili criticità, la propaganda salviniana non si ferma ed entra a gamba tesa con una discutibile iniziativa. È lo stesso leader Matteo Salvini, a presentarsi in diretta domenica sera su La7, nel corso di una puntata speciale de L’Aria che tira dedicata alla riapertura delle scuole, per mostrare un cartello con un numero WhatsApp “SOS scuola” messo a disposizione “di studenti, docenti e famiglie per segnalare problemi e difficoltà indicando nome, comune e nome della scuola”, come si può leggere anche in vari post nei profili social che fanno capo a Salvini. In rete però le polemiche non hanno tardato ad esplodere: in sostanza basterebbe scrivere un messaggio al numero indicato per segnalare alla Lega (a chi di preciso non è dato sapere) eventuali problemi del proprio istituto scolastico e situazioni di malgestione relativi alle procedure di contenimento della pandemia in classe. Dunque, Salvini e il suo partito vogliono venire incontro a quanti, anche minori, utilizzeranno questa utenza. Come interverranno in concreto per provare a risolvere le eventuali anomalie? E ancora, sono stati presi in considerazione gli aspetti legati alla tutela della privacy e dei dati dei minori? Una questione che sembrava stare molto a cuore al Capitano quando si trattava di dissuadere gli italiani dallo scaricare la App Immuni per il tracciamento dei contagi, poiché avrebbe comportato, secondo il leader della Lega, un pericolo per la privacy.
Parlamentari a tempo perso. Uno su tre è da Chi l’ha visto? Sono 182 gli eletti con meno del 60% di presenze. Oltre 300 quelli che non arrivano al 75%
I sostenitori del No al referendum tagliapoltrone parlano di attentato alla rappresentanza. Ma il 90 per cento dei gruppi alla Camera e l'83,33 per cento di quelli al Senato ha la maggior parte dei membri che produce meno della media. Il referendum sul taglio dei parlamentari si avvicina e siamo alla resa dei conti. Sì, soprattutto i conti delle presenze in Aula di senatori e deputati. Perché il monitoraggio continuo di OpenParlamento sull’attività dei rappresentanti del popolo in carica non lascia certo spazio ad interpretazioni fantasiose. Le percentuali sono calcolate non sulle sedute, ma sul totale delle votazioni svolte da inizio legislatura. Alla Camera il primato tra gli assenteisti spetta a Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia), che dal 2018 ha partecipato soltanto a 78 votazioni su 6.304. Risultato? Il tasso di assenze è del 98,76 per cento. Ci si avvicina molto Antonio Angelucci, re delle cliniche private, che supera il 94 per cento di assenze a Montecitorio. Più distante, ma sempre sul podio dei meno presenti, troviamo Vittorio Sgarbi, tornato in Parlamento dopo 12 anni ma senza far troppo l’abitudine all’Aula: OpenParlamento riporta un 79,77 per cento di assenze alle votazioni. Tra accese discussioni ed ospitate tv, avrà di certo avuto altro da fare.
Toti e la propaganda sui bambini di prima elementare senza banchi a Genova. «Quella di Toti una fake news», dice il papà di un bimbo
Bambini costretti a fare lezione senza banchi a Genova? Dopo il preside dell’Istituto comprensivo “Castelletto”, al quale la elementare “Mazzini” fa capo, anche uno dei genitori dei bambini nella foto spiega cosa è successo veramente! A Giovanni Toti, presidente di centrodestra della Liguria, in corsa domenica prossima per la riconferma a governatore, l’assist fornitogli dall’ingenuità di una maestra della scuola elementare “Maria Mazzini” di Genova non deve essere sembrato vero. La foto di bambini di prima seduti per terra che disegnano con i figli poggiati sulle sedie perché in classe non ci sono banchi era un’occasione fin troppo ghiotta per l’ex forzista per non sferrare un attacco alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel giorno in cui in tredici regioni gli istituti scolastici hanno riaperto per 5,6 milioni di studenti. La foto era stata scattata in mattinata da una maestra e postata in un gruppo WhastApp dell mamme, ma il post di Toti è pubblicato su Twitter alle 17,21 di ieri, e non indica né la città né la scuola a cui l’immagine si riferisce. Toti la pubblica e scrive (senza prima informarsi! ndr): «Cara Azzolina, dove sono finiti i banchi che avevate promesso? Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia». Ma cosa è successo veramente in quell’aula di scuola elementare ieri mattina? A spiegarlo è stato il dirigente dell’Istituto comprensivo “Castelletto” di Genova, al quale la elementare “Mazzini” fa capo. Il preside, Renzo Ronconi, lo ha spiegato in un comunicato: «La foto ritrae bambini che stanno disegnando sereni in libertà. Un’ingenuità da parte di una maestra farla girare: voleva mettere in risalto il lavoro fatto il primo giorno di scuola nonostante le mille difficoltà. Ma è sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando con essa tutti i bambini, in una giornata in cui avevamo riscontrato solo grande entusiasmo senza nessuna criticità. I banchi, ordinati con largo anticipo, arriveranno oggi pomeriggio (lunedì, ndr)». Come riporta La Stampa, «giovedì scorso, negli incontri con le famiglie, le maestre hanno spiegato ai genitori che per il problema dei banchi e per la mancanza di bidelli, la scuola avrebbe potuto ritardare l’apertura da lunedì 14 a mercoledì 16 settembre. Ma la protesta delle famiglie non si è fatta attendere».
Recovery Fund, Di Maio: “Tutti vogliono mettere le mani sul bottino. Da come e con che velocità spenderemo questi soldi dipende il nostro futuro”
“Stiamo lavorando al Recovery Fund, ci sono tantissimi soldi da spendere in pochi anni per la ripartenza. Tutti vogliono mettere le mani su questo bottino, vedo tanti malintenzionati che sperano di spendere una fetta di questi 209 miliardi di euro che ci siamo sudati in Europa”. E’ quanto ha detto il ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio. “E’ chiaro che, come per ogni calamità naturale – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo -, ci sono dei fondi per la ricostruzione. Noi abbiamo sensibilità come green economy e sostenibilità, ma da come e con che velocità spenderemo questi soldi dipende il nostro futuro”.
Sulla scuola un caos criminale
L’inizio della scuola è da sempre un Far West. Proteste, insegnanti che mancano, studenti che non si sa dove mettere. Politica e sindacati ci sguazzano, ma poi la campanella suona e si pensa a studiare. Un diritto che quest’anno si sta mettendo in pericolo con l’antologia più aggiornata delle brutte lezioni. Gestire il rientro in classe in mezzo a una pandemia è di per sé un’impresa, soprattutto se i partiti dell’opposizione se ne sbattono dei ragazzi e per attaccare il Governo spargono a piene mani false informazioni, bullizzano la ministra, creano letteralmente il panico tra i giovani e le famiglie. A tutto questo va aggiunto il caos generato dalla dirigenza scolastica. Dopo aver chiesto niente di meno che lo scudo penale, i presidi si stanno sbizzarrendo nel dettare misure di prevenzione fai da te, mai previste nelle linee guida ministeriali. Basta farsi un giro sui gruppi whatsapp o sulle chat di classe. Scopriamo così che ci sono bambini delle elementari costretti a portare quaderni e astucci dentro le buste di plastica e non negli zaini, oppure a lasciare fuori dagli istituti le giacche autunnali, che potranno rimettere solo all’uscita, magari dopo aver attraversato un cortile al freddo e sotto la pioggia.
Vertice a Palazzo Chigi sulla scuola. Il sistema ha retto. Bene anche i trasporti. Entro fine ottobre arriveranno 2 milioni di banchi monoposto
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è riunito questa sera con i ministri Speranza e De Micheli e in videocollegamento con i ministri Azzolina e Boccia, il commissario Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, per fare il punto sull’avvio dell’anno scolastico. “Si è preso atto – riferisce una nota di Palazzo Chigi -, con soddisfazione, che la scuola è ripartita e che le attività scolastiche sono riprese in modo ordinato, nel rispetto delle regole sanitarie. Sono stati affrontati tutti i vari nodi relativi all’organizzazione e alla ripartenza della scuola, dai trasporti alle modalità di ingresso e uscita dagli istituti scolastici, dalla fornitura di banchi e mascherine fino alle questioni più strutturali che riguardano il mondo scolastico”. Sono stati aggiornati i numeri del materiale distribuito finora: “Ad oggi – prosegue la nota di Palazzo Chigi – sono state fornite gratuitamente 136 milioni di mascherine chirurgiche nelle scuole di tutta Italia e, inoltre, 445mila litri di gel igienizzante. Ogni giorno verrà assicurata la distribuzione gratuita di una mascherina chirurgica ad ogni studente. La distribuzione proseguirà con cadenza settimanale.
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