Con l’avvento del Coronavirus, la mascherina è diventata un oggetto di uso comune per la protezione individuale dal contagio. Inizialmente ridicolizzate, poi introvabili oggi sono sempre più diffuse. Per garantire la loro parziale efficacia, però, richiedono un certa cura. Alcune di esse infatti sono monouso e non posso essere riutilizzabili. E per questo stanno diventando anche nuovo elemento di inquinamento. La soluzione a questo problema pare sia stata trovata da un team di ricercatori israeliani che ha inventato una mascherina riutilizzabile in grado di uccidere il virus con il calore assorbendo energia da un caricabatterie per telefoni cellulari con una semplice presa Usb. Il processo di disinfezione dura circa 30 minuti, in quella mezz’ora la mascherina non deve essere indossata perché collegata alla fonte di calore che annienta il virus.
Leggi tutto: La mascherina riutilizzabile che uccide il Coronavirus (e si ricarica con una presa Usb)
Se qualcuno non avesse ancora capito perché il nostro establishment ama i 5 Stelle e il Governo Conte quanto un calcio nelle zone basse può farsi un’idea ascoltando Carlo Bonomi, il presidente di un’associazione che sembrava Confindustria e invece è Confindustria Lega. Nel perfetto stile dei nostri migliori prenditori, Bonomi guida un’organizzazione che campa grazie allo Stato ma non perde occasione per sparargli addosso. Un’abitudine che parte da lontano. Senza le quote associative versate dalle aziende controllate dal Tesoro, i conti di Viale dell’Astronomia sarebbero da anni insostenibili. Eppure a ogni Finanziaria gli industriali non fanno mai mancare le loro critiche, fin quando non ottengono quello che gli serve. Così ci hanno fatto buttare miliardi in fiumi di agevolazioni, spesso mirate su singole imprese. Ora però siamo davanti a uno scenario nuovo. All’orizzonte c’è la montagna di soldi che l’Europa può darci per il Covid, e le grandi imprese vogliono la loro fetta, possibilmente togliendone un pezzo alle aziende di dimensioni più piccole, ai servizi pubblici e alle famiglie.
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Nelle acque di scarico di Milano e Torino c’erano già tracce del Coronavirus a dicembre 2019. Lo dice uno studio in via di pubblicazione dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) realizzato attraverso l’analisi di acque di scarico raccolte in tempi antecedenti al manifestarsi dell’epidemia in Italia. I campioni prelevati nei depuratori di centri urbani del nord Italia sono stati utilizzati come ‘spia’ della circolazione del virus nella popolazione. “Dal 2007 con il mio gruppo portiamo avanti attività di ricerca in virologia ambientale e raccogliamo e analizziamo campioni di acque reflue prelevati all’ingresso di impianti di depurazione”, spiega Giuseppina La Rosa del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha condotto lo studio in collaborazione con Elisabetta Suffredini del Dipartimento di Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità pubblica veterinaria.
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Il Giornale di Belpietro punta il dito sulle “dodici auto blu”, di cui otto vetture e “quattro van blindati” del ministro degli Esteri in Svizzera definendoli “una carovana di mezzi al seguito”. Ma c’è una sorpresa finale. Oggi La Verità racconta in un articolo a firma di Giorgio Gandola della visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in Svizzera puntando il dito sulle “dodici auto blu”, di cui otto vetture e “quattro van blindati” definendoli “una carovana di mezzi al seguito”. La Verità e le 12 auto blu di Di Maio in Svizzera. Nell’articolo si racconta che ilministro degli Esteri si è affacciato al valico di Brogeda, poi si è spinto fino a Mendrisio, neanche fosse un frontaliere comasco impegnato a fare il pieno di benzina e a cercare gli ormai introvabili Moretti della Migros, ritirati per paura di ritorsioni dolciario-razziste.
Leggi tutto: "La Verità" e le 12 auto blu di Di Maio in Svizzera. Ma c’è una sorpresa finale!
La Sicilia parla lombardo. È cosa fatta, infatti, la riorganizzazione del pronto soccorso 118, che vedrà sparire la gestione della siciliana Seus, a favore della Areu, società che arriverà sull’isola con la denominazione di Areu Sicilia, sul modello sanitario lombardo, negli ultimi mesi al centro di critiche. Si è infatti concretizzato il protocollo di intesa fra le due regioni, firmato nell’ottobre del 2018 da Nello Musumeci e Ruggero Razza (presidente della Regione Siciliana e assessore alla Sanità) e dagli omologhi lombardi Attilio Fontanae Giulio Gallera, in cui si avviava una collaborazione “al fine di mutuarne la positiva esperienza”: all’Areu Sicilia sarebbero passate così le quote appartenute della Seus, delle quali è titolare la Regione in misura del 53,25 per cento.
Leggi tutto: I pronto soccorso in Sicilia? Da oggi li gestisce la Lombardia. Alla faccia del flop sul Covid
I vertici della Difesa sono da tempo coscienti degli enormi rischi a cui vanno incontro i militari esposti all’uranio impoverito nei teatri operativi, ma continuano a inviare militari nelle missioni estere senza le necessarie misure di protezione. A denunciarlo questa volta non sono le vittime, quanti rientrati in Italia sono stati colpiti da tumori, ma per la prima volta è direttamente un alto ufficiale, che ha presentato una denuncia e fatto aprire un’indagine sia alla Procura della Repubblica di Roma che alla Procura militare. Una svolta nella battaglia che va avanti da venti anni su un dramma che, secondo l’Osservatorio militare, è costato la vita a 372 militari e ne ha costretti altri 7.693 a lottare contro gravi patologie. Novità emersa in un’inchiesta andata in onda su Nove, nel programma “Sono le venti”, condotto da Peter Gomez.
Leggi tutto: Militari italiani vittime dell’uranio. Un generale rompe il muro d’omertà. Indagano la Procura di...
Non può che esserci di mezzo un incantesimo, o chissà quale maledizione, per spiegare il disastro di ogni esternazione di Matteo Renzi. Prendiamo l’ultima: “il Reddito di cittadinanza educa i ragazzi a non fare una mazza”. Bene, neppure il tempo di finire questa raffinata analisi ed ecco che arrivano i nuovi numeri dell’Istat sulla povertà in Italia, relativi al periodo pre-Covid. Per la prima volta da quattro anni, compreso quindi il periodo in cui proprio Renzi guidava il Governo, nel nostro Paese diminuiscono le persone in povertà assoluta, con una netta inversione di tendenza rispetto al passato. Nulla da festeggiare, perché ci sono ancora 4,6 milioni di cittadini che non hanno raggiunto la soglia minima di dignità economica, e la pandemia ha peggiorato la situazione, ma proprio grazie al Reddito di cittadinanza si è messa in sicurezza parte degli strati sociali più deboli, alternativamente ignorati o ingannati da una politica che prima dei 5 Stelle ha fatto sempre pochissimo per arginare le disuguaglianze.
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Niente baci, niente abbracci, niente sesso tra le lenzuola. Niente lotta corpo a corpo. E niente scene di massa: quelle verranno ricostruite al computer, con effetti speciali ad altissima definizione. Il cinema ci prova. Ciak, si gira al tempo del Coronavirus. Svezia e Danimarca, dove il lockdown è stato soft, sono state le prime a ripartire. E il 12 giugno è toccato a Hollywood riaprire i primi set, anche se al rallentatore. E con una serie di restrizioni drastiche – un protocollo di 22 pagine – che anche l’Italia sta cercando faticosamente di codificare. Non è semplice. Ma rimettere in piedi l’industria cinematografica (e anche quella delle fiction televisive) è essenziale per un settore che riguarda 200mila occupati fra lavoro...
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Il presidente del Consiglio sta per prendere parte a un delicatissimo Consiglio europeo. L’interesse nazionale richiederebbe il massimo di unità possibile, al di là delle collocazioni momentanee in maggioranza o all’opposizione. Eppure l’Aula di Montecitorio si svuota per un po’ più di un terzo: Lega e Fdi parlano, ma escono dall’Aula, a differenza di Fi che con Renato Brunetta non rinuncia a proporre critiche anche forti, come quella sull’assenza di un voto, ma che resta qui fino all’ultimo. L’immagine del Parlamento dice moltissimo della fase attuale, distinguendo l’opposizione nel sistema da quella che sceglie di essere antisistema, che decide di autoescludersi.
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Le accuse sono truffa, peculato ed abuso d’ufficio in concorso con l’allora Presidente della Croce Rossa locale Giovanni Casoni di Fdi: avrebbe fatto confluire parte delle donazioni per i terremotati della cittadina marchigiana sui conti di società sue e di Casoni. Arriva la solidarietà del Carroccio. Il senatore della Lega ed ex sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini è stato rinviato a giudizio per truffa, peculato ed abuso d’ufficio in concorso con l’allora Presidente della Croce Rossa locale Giovanni Casoni di Fdi per i soldi dei terremotati. Secondo l’accusa, ritenuta credibile dal giudice dell’udienza preliminare, avrebbe fatto confluire parte delle donazioni per i terremotati della cittadina marchigiana sui conti di società sue e di Casoni (Sybil Project e Simil Iniziative).
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Nessuno come lui. Di Luca Zaia in queste ultime settimane si è parlato tanto. Se n’è come potenziale rivale addirittura di Matteo Salvini all’interno della Lega; e se n’è parlato come il governatore che meglio di molti altri (e senza ombra di dubbio, secondo molti, del suo “collega” Attilio Fontana) ha saputo contrastare l’emergenza coronavirus. Al di là di come la si veda, c’è un dato certo: sebbene pochi lo sappiano (e magari lo presumano anche) è senz’altro il governatore che ha avuto maggiore spazio sui telegiornali regionali Rai. Che sia soltanto un incredibile caso che il direttore del TgR, Alessandro Casarin, sia stato fortemente voluto dalla Lega? Difficile dirlo. Certo è che in due mesi Zaia ha goduto di 144 minuti. Un minutaggio spaventoso se si pensa che al secondo posto di questa speciale classifica in salsa veneta troviamo un personaggio politico che colleziona solo 15 minuti.
Leggi tutto: Telegiornali regionali, da Zaia a Solinas in onda c’è solo la Lega. Al veneto 244 minuti in due...
“Mi sembra che il mondo imprenditoriale ci sia, e abbiamo anche sottolineato come il governo non abbia alcun pregiudizio ideologico né dal punto di vista pratico controindicazione nell’offrire un sostegno alle imprese e ad intervenire per assicurare maggior produttività al paese”, così il premier Giuseppe Conte al termine della quarta giornata di lavori agli Stati Generali, incentrata sull’incontro con Confindustria. Il presidente del Consiglio sottolinea che “negli ultimi 20 anni non siamo cresciuti affatto in termini di produttività” e che proprio “produttività e prodotto interno lordo ci hanno visti penalizzati al livello europeo”. L’impegno, ha specificato Conte durante i lavori della giornata, “è dedicato al sostegno delle imprese. Preservare l’impresa e metterle in condizione di poter affrontare vigorosamente e in modo resiliente uno shock come questo è una priorità del nostro Paese, altrimenti non andiamo da nessuna parte”.
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Salvini e Meloni avevano fatto sapere che non avrebbero presenziato agli Stati Generali convocati dal governo a Villa Pamphilj perché il luogo del confronto tra maggioranza e opposizione è uno ed uno solo: il Parlamento. Oggi alla Camera si parlava di Recovery Plan. E i deputati di Lega e FdI se ne sono andati. La scorsa settimana Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno fatto sapere che non avrebbero presenziato agli Stati Generali convocati dal governo a Villa Pamphilj perché il luogo del confronto tra maggioranza e opposizione è uno ed uno solo: il Parlamento. Salvini ha spiegato che Villa Pamphilj non è una sede istituzionale e subito dopo si è confrontato con Orietta Berti da Barbara D’Urso. La Meloni, vera artefice del no a cui il resto del centrodestra si è accodato, ha spiegato: “Siamo pronti a confrontarci con il governo in qualsiasi momento, ma soltanto nelle sedi istituzionali. A Palazzo Chigi siamo sempre andati, ma a una kermesse mediatica no, non faremo questo regalo a Conte”. Oggi che Conte è in Parlamento Lega e FdI trovano una scusa per non essere presenti. Ma, a sorpresa, oggi l’Aula della Camera era semi vuota nonostante l’attesa informativa del premier Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio Ue sul Recovery Fund. E semivuote, di conseguenze, erano le nuove postazioni dei deputati nel Transatlantico allestite per compensare gli scranni lasciati liberi in aula per assicurare il distanziamento anti coronavirus. I posti vacanti erano proprio quelli dei deputati di Fratelli d’Italia e Lega. I primi hanno scelto di non essere presenti per l’informativa di Conte lasciando la sola Wanda Ferro a spiegarne le motivazioni e criticare le scelte del governo. I leghisti hanno lasciato la Camera dopo l’intervento del capogruppo Riccardo Molinari, anche lui molto critico con Conte, probabilmente copiando quello che ha fatto FdI visto che da tempo ormai vanno a rimorchio. A presidiare aula e Transatlantico sono quindi rimasti i deputati di maggioranza.
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Vi ricordate? Era l’inizio di maggio quando Matteo Salvini e Giorgia Meloni gridavano all’invasione per la regolarizzazione dei lavoratori agricoli e delle colf che avrebbe portato 600mila clandestini in Italia secondo il Capitano o avrebbe dato “indiscriminatamente” il permesso di soggiorno per la leader di Fratelli d’Italia. Ebbene, scrive oggi il Manifesto che nelle prime due settimane dall’apertura della procedura telematica, lo scorso 1 giugno, sono arrivate al Viminale quasi 32mila domande di emersione: 23.950 già perfezionate e 7.762 in corso di lavorazione. Sebbene, segnala il ministero, il dato «è in costante crescita», il governo ieri ha comunque annunciato di voler prorogare di un mese – dal 15 luglio al 15 agosto – la scadenza della presentazioni della domande con un apposito articolo nel decreto sulla Cassa integrazione. E chi sono quelli che hanno fatto richiesta?
Leggi tutto: Quando Salvini e Meloni dicevano che erano in arrivo 600mila clandestini
Tutti gli enti sono concentrati in Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata, con la sola eccezione del Comune di Lavagna, in provincia di Genova. Il 28,6% degli enti sciolti versa in condizioni di deficit finanziario. Tra politici che se ne fregano del bene comune e funzionari comunali collusi, con interi territori privi di strumenti di pianificazione e le casse degli enti in profondo rosso, i clan hanno gioco facile a stringere i loro tentacoli, condizionando le pubbliche amministrazioni, facendo ricchi affari e lasciando i cittadini privi di servizi e costretti a pagare il massimo delle tasse per far fronte ai troppi debiti. Sono queste le situazioni in cui più facilmente le mafie arrivano a dettare legge, trasformando i consiglieri comunali, gli assessori e i sindaci in teste di legno utili soltanto alla crescita del business del crimine organizzato.
Leggi tutto: Boom di Comuni sciolti per mafia. Ma è colpa della politica debole. Nel 2019 commissariati 63...
Mentre vanno avanti le indagini per accertare le responsabilità sulla mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, su cui TPI ha realizzato un’inchiesta a puntate, spunta un audio che coinvolge il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: nella registrazione, riportata oggi da Il Fatto Quotidiano in edicola, il presidente della Regione indicava ben 9 comuni da chiudere a causa dell’emergenza Coronavirus. I paesi in questione si trovano tra Lodi e Cremona: tutti erano considerati ad alto rischio a causa dell’insorgenza dei primi focolai. Ma alla fine, come sappiamo, nessuno di essi è stato chiuso se non quando, con il Dpcm dell’8 marzo, il premier Giuseppe Conte ha reso gran parte della Regione zona arancione. Ma già allora era troppo tardi. Alla riunione telefonica, avvenuta il 23 febbraio scorso (lo stesso giorno in cui esplodeva il Covid-19 nel pronto soccorso dell’ospedale di Alzano), erano presenti Fontana, alcuni sindaci, alcuni rappresentanti del Governo e il prefetto di Lodi Marcello Cardona.
Leggi tutto: Spunta un audio di Fontana: parla di 9 comuni da chiudere per l’emergenza Covid. Ma non fu mai fatto
Spazzacorrotti ma non anche spazzafurbetti. La legge voluta con forza dal Movimento 5 Stelle per porre un argine al malcostume storicamente dilagante nella pubblica amministrazione italiana non si sta rivelando un argine sufficiente per evitare opacità e abusi nelle fondazioni, nelle associazioni politiche e nei think tank. In quell’universo da cui proviene larga parte della classe dirigente il modo di aggirare la norma è stato trovato in fretta. Se i controlli rigidi scattano soltanto nel momento in cui al vertice di quelle strutture c’è un politico, hanno subito capito che è sufficiente togliere i politici dalle posizioni apicali, lasciando che continuino a comandare senza far scattare lacci e lacciuoli. Un problema messo a fuoco dalla fondazione Openpolis, che evidenzia la necessità di apportare in fretta dei correttivi al provvedimento.
Leggi tutto: Furbetti e allergici alla trasparenza. Per le fondazioni c’è l’escamotage. Ai politici bastano...
Intervento del premier alla Camera in vista del prossimo Consiglio Ue. "L'Italia sta faticosamente uscendo dall'emergenza ma non possiamo permetterci di tornare allo status quo precedente alla crisi". “L’unica risposta possibile ed efficace è una risposta europea ambiziosa in grado di dare una forte scossa all’economia del continente. Lo sforzo italiano è divenuto un consenso a 27 sul riconoscimento del recovery fund come misura necessaria per superare una crisi straordinaria”.
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Prende il via mercoledì 17 giugno la maturità 2020, che quest’anno si svolgerà con differenti modalità per via dell’emergenza Coronavirus. I ragazzi, infatti, sono stati chiamati a svolgere un elaborato scritto entro il 13 giugno, il quale sarà discusso in sede di colloquio orale con i professori. Ma come sono andati gli esami di maturità per i membri del governo? Che scuole hanno fatto e che voti hanno preso i nostri politici, quando gli è toccato affrontare questa prova così importante? Il Corriere ha raccolto le votazioni e le esperienze di diversi esponenti dell’esecutivo e delle istituzioni. Partendo dal premier, Giuseppe Conte è stato uno studente di liceo classico (Pietro Giannone a San Marco in Lamis) e alla maturità ha ottenuto il massimo, che allora era 60, mentre anche l’attuale ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha brillato agli esami di maturità sostenuti nel liceo Leonardo Da Vinci di Floridia (Siracusa), riuscendo a ricevere 100/100 e anche la menzione d’onore. 100/100 anche per Luigi Di Maio, ex leader del M5s e attuale ministro degli Esteri, che ha raccontato di aver sostenuto la maturità “con un anno di anticipo rispetto ai canonici 18 anni”.
Leggi tutto: Maturità, come sono andati i nostri politici? Da Conte a Salvini, ecco tutti i voti
Se la destra italiana non fosse ridotta alla macchietta di se stessa, incapace di fare altro che non sia propaganda, avrebbe evitato di allungare il palmarès delle sue brutte figure cavalcando la storiella dei soldi gentilmente recapitati ai Cinque Stelle da Maduro. Una balla talmente esagerata da essere stata completamente rimossa dalla memoria generale, visto che era già uscita – senza farci cascare nessuno – diversi anni fa. Fin troppo facile capirne l’assoluta falsità. Nel 2010 il regime di un Paese già all’epoca alla fame avrebbe regalato milioni a forze politiche appena nate e prive di alcun potere, come il Movimento di un ex comico che strillava nelle piazze, o lo spagnolo Podemos. Una vicenda che nel caso italiano diventa ancora più illogica, a meno che qualcuno sappia spiegare per quale motivo accettare 3,5 milioni in nero e poi rinunciarne a decine attraverso le restituzioni dei contributi pubblici. Più che sospetta anche la fonte che rilancia la fake news, cioè un giornale di destra simile ai gemelli italiani pieni di fesserie, e il momento in cui il presunto documento dei servizi segreti di Caracas – tra l’altro visibilmente contraffatto – viene tirato fuori, proprio mentre la discussione sulla leadership dei pentastellati rischia di frantumare il principale sostegno del Governo.
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L’identità dei due non è nota ma l’ipotesi di reato è quella di epidemia e omicidio colposi. Intanto l’ospedale di Lodi, mai chiuso, diventava uno dei più importanti focolai d’Italia, libero di potersi propagare fino a Milano. Ci sono due iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Bergamo per la mancata chiusura del nosocomio di Alzano Lombardo mentre stava scoppiando l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. L’identità dei due non è nota ma, scrive oggi il Corriere della Sera, l’ipotesi di reato è quella di epidemia e omicidio colposi. Due indagati per l’ospedale di Alzano e un dubbio: perché la Regione Lombardia disse no alla zona rossa a Lodi? Nessun dirigente e nessun medico dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Seriate, competente su Alzano, avrebbe ricevuto al momento informazioni di garanzia secondo Armando Di Leandro e Desirée Spreafico che firmano il pezzo. Come persone informate sui fatti erano stati sentiti, già prima di metà maggio, l’ex direttore della Sanità regionale Luigi Cajazzo, il direttore generale dell’Asst di Seriate Francesco Locati e il direttore sanitario Roberto Cosentina.
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Devo ammettere: quando ho visto la foto la prima volta mi è subito tornata in mente Baby Jane, ormai simulacro di se stessa, che tiene in mano la bambola che la rappresenta bella e malinconica nel suo momento di gloria (anche se lungi da me paragonare la protagonista di questa storia all’immenso talento di Bette Davis). Sto parlando di Giorgia Meloni che, qualche giorno fa, ha postato su Instagram un “simpatico regalo ricevuto da una fan” che le ha fatto recapitare un funko pop con le sue sembianze. ............ Inizialmente lo spauracchio: può un’azienda che ha creato un immaginario così chiaro come quello dei Funko Pop, sposare la causa della Meloni? Dubbio presto sedato: no. Semplicemente c’è la possibilità, nel sito ufficiale, di creare il tuo pupazzo personalizzato. E così è nata “Io sono Giorgia”, seguita da migliaia di like sul profilo di Giorgia, quella vera. Questo pupazzo però è il capitolo numero due di un racconto perfetto: il manifesto involontario della nostra idiozia. Tutti ci siamo cascati, tutti qualche mese fa abbiamo ascoltato il remix di quel “discutibile” discorso della presidente di Fratelli d’Italia in Piazza Del Popolo a Roma dove cantilenava il suo “sono una donna, sono una madre, sono cristiana”. In pochi pensavano che quella canzoncina, nata come una presa per i fondelli, sarebbe diventata un inno.“Volevamo girarlo in chiave ironica: in un discorso a favore della comunità lgbt”, dicono MEM & J, i creatori del tormentone. Appena ho letto questa dichiarazione mi è subito sorto un dubbio: dove ha vissuto questa gente negli ultimi vent’anni?
Leggi tutto: Questa foto dimostra perché siamo tutti complici del successo di Giorgia Meloni
Una valigetta piena di soldi per stringere un patto tra Nicolas Maduro e il Movimento 5 Stelle. Poi una nota dei servizi segreti venezuelani in cui ci sarebbero le prove del pagamento che finisce al quotidiano Abc, vicino alla destra del Paese, il quale pubblica il presunto scandalo in prima pagina. Gli ingredienti per un film di serie b ci sono tutti, peccato che il dossier degli 007 sud americani sarebbe un falso costruito ad arte, come spiega l’ambasciata di Caracas a Roma, e che l’intera vicenda, secondo Davide Casaleggio, sarebbe una montatura per la quale sono pronte le querele. Diventa un caso l’articolo del quotidiano spagnolo secondo cui l’attuale presidente del Venezuela Maduro, all’epoca dei fatti Ministro degli Esteri, “diede nel 2010 la sua autorizzazione all’invio di una valigia che conteneva 3,5 milioni di euro al Consolato venezuelano a Milano per finanziare in nero il M5s”.
Leggi tutto: La balla della mazzetta di Maduro a Casaleggio. Siamo all’Abc delle fake news. Non c’è una prova,...
Diventa un caso la notizia pubblicata dal quotidiano spagnolo. In un presunto documento dell’intelligence Militare di Caracas si ricostruisce la storia di un finanziamento in nero approvato da Maduro (allora ministro degli Esteri di Chavez) per il M5s. L'ambasciata venezuelana: "Si tratta di un’informazione falsa e assurda, documento contraffatto. Adiremo le vie legali". Nel 2010 l’attuale presidente del Venezuela, allora ministro degli Esteri di Hugo Chavez, Nicolas Maduro (nella foto), secondo quanto ha raccontato il quotidiano spagnolo Abc citando un documento dell’intelligence venezuelana, avrebbe finanziato il Movimento Cinque Stelle spedendo al consolato venezuelano di Milano una valigetta con 3,5 milioni di euro. Il denaro, sempre secondo il quotidiano spagnolo, era destinato al cofondatore 5S, Gianroberto Casaleggio, per finanziare segretamente il movimento di Beppe Grillo. “Tutto totalmente falso. E’ una fake news uscita più volte, l’ultima nel 2016. Dalle smentite ora passeremo alle querele” ha commentato, all’Adnkronos, Davide Casaleggio. “Quella dei presunti finanziamenti del Venezuela al Moviemento 5 Stelle – ha detto invece il capo politico del Movimento, Vito Crimi – è una fake news semplicemente ridicola e fantasiosa. Sulla questione non c’è altro dire, se non che del lontano 2010 ricordo quando ero candidato presidente alle regionali in Lombardia. Anche allora, così come negli anni a seguire, quella che realizzammo fu una campagna elettorale fatta con pochissime risorse e mezzi, frutto di micro donazioni dei cittadini italiani. Per il resto, valuteremo se adire alle vie legali. Certamente non ci lasciamo distrarre da certe sparate o intimidire”. “Il ministero degli Esteri del Venezuela sta valutando azioni legali da intraprendere” riferiscono all’agenzia Dire fonti interne all’Ambasciata del Venezuela a Roma. E nel giro di breve arriva la smentita. L’Ambasciata del Venezuela a Roma, contattata dall’Ansa, ha subito smentito la notizia: “Si tratta di un’informazione falsa e assurda, adiremo le vie legali“. Ad essere falso è proprio il documento: “Ci sono tanti punti incongruenti in una nota che è falsa e contraffatta“. La fonte diplomatica riferisce tra l’altro che nel 2010 il M5s era appena nato ed era quindi “completamente sconosciuto in Venezuela” e che all’epoca il console venezuelano a Milano – da cui secondo la ricostruzione di Abc sarebbero passati i 3,5 milioni – era appena arrivato in sede. La stessa fonte, ricordando che lo stesso quotidiano nel 2016 scrisse le stesse cose a proposito del movimento spagnolo Podemos (in quel caso il finanziamento presunto era di 7 milioni di euro),
Leggi tutto: L’ultima balla delle destre per affondare il Movimento 5 Stelle: “Valigia di soldi da Maduro a...
Secondo il giornale conservatore, che pubblica in prima pagina anche lo stralcio del documento riservato dei servizi venezuelani, il denaro venne consegnato in contanti direttamente a Gianroberto Casaleggio attraverso il console venezuelano a Milano. “Il chavismo finanziò il Movimento 5 Stelle che oggi governa in Italia”. Questo il titolo di oggi – lunedì 15 giugno – del quotidiano spagnolo Abc. Lo scoop emerge grazie ai documenti secretati della Direzione Generale dell’Intelligence Militare di Caracas e, secondo quanto rivela il giornale, nel 2010 il ministero degli Esteri del regime di Chavez Nicolas Maduro avrebbe fatto inviare 3.5 milioni di dollari al consolato venezuelano a Milano per finanziare il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. ................... Fonti diplomatiche di Caracas smentiscono la veridicità del documento di Abc: “Un falso”.
Leggi tutto: Il quotidiano spagnolo Abc: "Nel 2010 il Venezuela di Chavez finanziò il M5S con 3,5 milioni di...
Nel 2010 l’attuale presidente del Venezuela, allora ministro degli Esteri di Hugo Chavez, Nicolas Maduro (nella foto), secondo quanto ha raccontato il quotidiano spagnolo Abc citando un documento dell’intelligence venezuelana, avrebbe finanziato il Movimento Cinque Stelle spedendo al consolato venezuelano di Milano una valigetta con 3,5 milioni di euro. Il denaro, sempre secondo il quotidiano spagnolo, era destinato al cofondatore 5S, Gianroberto Casaleggio, per finanziare segretamente il movimento di Beppe Grillo. “Tutto totalmente falso. E’ una fake news uscita più volte, l’ultima nel 2016. Dalle smentite ora passeremo alle querele” ha commentato, all’Adnkronos, Davide Casaleggio. “Quella dei presunti finanziamenti del Venezuela al Moviemento 5 Stelle – ha detto invece il capo politico del Movimento, Vito Crimi – è una fake news semplicemente ridicola e fantasiosa. Sulla questione non c’è altro dire, se non che del lontano 2010 ricordo quando ero candidato presidente alle regionali in Lombardia. Anche allora, così come negli anni a seguire, quella che realizzammo fu una campagna elettorale fatta con pochissime risorse e mezzi, frutto di micro donazioni dei cittadini italiani. Per il resto, valuteremo se adire alle vie legali. Certamente non ci lasciamo distrarre da certe sparate o intimidire”. “Il ministero degli Esteri del Venezuela sta valutando azioni legali da intraprendere” riferiscono all’agenzia Dire fonti interne all’Ambasciata del Venezuela a Roma.
Leggi tutto: Valigia di soldi da Maduro a Casaleggio. L’ultima fake news contro il Movimento arriva dagli 007...
A cinque giorni dall’avvio delle sperimentazioni in 4 regioni, l’app registra i primi casi di positività al Covid-19. Lunedì l’avvio ufficiale in tutta Italia. Il sistema di tracciamento dei contagi, in Italia, può ufficialmente essere definito attivo. A cinque giorni dalla partenza delle sperimentazioni di Immuni, sono stati annunciati i primi tre casi di persone positive che hanno scaricato l’applicazione creata da Bending Spoons. E che dunque potranno permettere ora di informare tutti coloro che si sono trovati a contatti con loro negli ultimi giorni della possibilità di essere stati contagiati. Tutti e tre gli utenti si trovano in Liguria, una delle regioni dove sono stati avviati i test insieme a Abruzzo, Marche e Puglia. Lo ha riferito lo stesso governatore Giovanni Toti, nel punto stampa serale: «Tre soggetti risultati positivi al tampone e che avevano scaricato la app Immuni sono stati forniti dalla nostra Asl del codice numerico per inserire l’allarme all’interno della app e, coloro che l’hanno attivata, ovviamente ne saranno avvisati. Credo sia uno strumento in più, utile a tracciare il contagio e tenerlo sotto controllo».
Leggi tutto: App Immuni, i primi tre casi registrati in Liguria
Oggi, sabato 13 giugno 2020, al casino del Bel respiro di villa Pamphili a Roma è andata in scena la prima giornata degli Stati generali sull’economia dell’Italia tanto voluti dal premier Giuseppe Conte. Ma cosa ha detto Conte? Di seguito le parole del presidente del Consiglio ai media prima, durante e dopo gli Stati generali. Alle ore 18, al termine della prima giornata degli Stati generali, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato in conferenza stampa. “Si è conclusa un’intensa giornata di lavoro, molto proficua. Abbiamo avuto un confronto con i massimi rappresentati europei e mondiali. Abbiamo discusso sullo stato attuale e sulle prospettive di crescita complessive. Abbiamo scelto questa villa perché vogliamo richiamare l’attenzione del mondo sulla bellezza. Vogliamo investire sulla bellezza – le parole di Conte -. Abbiamo tanti progetti concreti. Ci confronteremo. Questa settimana sarà molto intensa. Confido in un confronto anche con le forze di opposizione. Siamo aperti anche se c’è stato un primo rifiuto. Giornata che è stata molto utile. Siamo qui e lavoreremo intensamente per il Paese. Faremo in modo di non sprecare nessun euro che non sia per il rilancio del Paese. Non ci accontenteremo di ripristinare una normalità. Noi vogliamo migliorare il nostro Paese e le nostre performance”.
Leggi tutto: Conte: "Recovery fund? L'opposizione ci aiuti con i governi di destra in Europa"
È quanto emerge da uno studio americano coordinato dal premio Nobel per la chimica Mario J. Molina dell’Università della California a San Diego. Grazie all’uso delle mascherine in Italia sarebbero stati evitati oltre 78mila contagi tra il 6 aprile e il 9 maggio. Questi i risultati di uno studio americano coordinato dal premio Nobel per la chimica Mario J. Molina dell’Università della California a San Diego. La ricerca, pubblicata sulla rivista dell’accademia americana delle scienze (Pnas), mette a confronto le strategie di contenimento del nuovo coronavirus attuate nel nostro Paese con quelle di New York e Wuhan, dimostrando che l’obbligo della mascherina nei luoghi pubblici è lo strumento più efficace per fermare la diffusione di Covid-19.
Leggi tutto: “Senza le mascherine in Italia oltre 78mila contagi in più solo tra aprile e maggio”
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Ci hanno messo un po’ i parlamentari per capire cosa stesse leggendo Alessandro Giuli. Convocato in audizione, alla Camera, per esporre le linee...
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La Fotografia è morta, proprio mentre stiamo vivendo nell'epoca dell' immagine compulsiva che ci accompagna 24 ore su 24 come mai era accaduto...
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In una ricerca le ragioni di ogni 8 marzo. Lavoro e diritti: pochi i passi avanti.
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In bianco e nero. La manovra fiscale annunciata dall’assessore regionale al Bilancio del Lazio, Giancarlo Righini, accoglie solo in parte le...
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24-11-2024 09:29
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