Ministero dell'Istruzione proporrà l'inizio dell'anno scolastico il 14 settembre
Lo precisa lo stesso ministero in una nota in merito al dibattito in corso sulla data di riapertura delle scuole e la ripresa effettiva delle lezioni. “Il Decreto Scuola, recentemente convertito in legge, stabilisce che dal primo di settembre le scuole potranno riaprire per le attività legate al recupero degli apprendimenti. Per quanto riguarda invece l’inizio ufficiale delle lezioni, come già specificato nella giornata di ieri, la decisione dovrà essere presa insieme alle Regioni, a cui sarà proposta la data di lunedì 14 settembre, con l’obiettivo di tornare alla piena normalità scolastica il prima possibile”.
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Coronavirus Roma, salgono a 17 i positivi nello stabile occupato alla Garbatella. Due casi alla Rai di Saxa Rubra
Altri cinque contagiati, tra cui due bambini, si aggiungono ai dodici rilevati tra i circa 100 abitanti del palazzo in piazza Pecile. Attesi i risultati degli ultimi 40 tamponi, poi verranno eseguiti i test sierologici. C'è grande nervosismo e anche molta paura nello stabile occupato di piazza Attilio Pecile alla Garbatella, da ieri sotto esame del Asl per un focolaio epidemico di Coronavirus che finora ha già totalizzato 17 positivi. Tra i nuovi positivi, venuti fuori oggi, anche due bambini. La Asl sta ancora eseguendo le analisi, e dopo i tamponi - di cui mancano una quarantina di risultati - saranno eseguiti i test seriologici. E intanto la Asl Roma 1 ha reso noto che sono stati trovati tre nuovi casi positivi di cui due tecnici del Centro Rai di Saxa Rubra (in corso indagine epidemiologica, eseguiti 70 test), riferibili al cluster dell'Irccs San Raffaele Pisana". Alcuni residenti del palazzo, che in totale conta circa un centinaio di abitanti, sono stati portati via in ambulanza, altri trasferiti in hotel per mantenere l'isolamento.
Sondaggi, i governatori più apprezzati durante l’emergenza Covid sono Zaia e De Luca
I mesi dell’emergenza Coronavirus hanno modificato sensibilmente il rapporto tra i cittadini e le istituzioni. Il 51 per cento esprime oggi fiducia nel Presidente della propria Regione: è un dato in crescita di 9 punti rispetto al 42 per cento rilevato nel dicembre scorso, ampiamente condizionato dalla forte centralità politica e mediatica assunta in queste ultime settimane da molti Governatori, che hanno gestito l’emergenza sanitaria, con esiti differenti, nei propri territori di competenza. Ma quali sono stati i presidenti di Regione più apprezzati? Secondo l’indagine realizzata per Otto e Mezzo (La7) dall’Istituto Demopolis, sono sette oggi i Presidenti di Regione più apprezzati, che ricevono una valutazione positiva dalla maggioranza assoluta dei cittadini residenti nella Regione. Al primo posto, con il 75 per cento, il governatore del Veneto Luca Zaia, seguito al 62 per cento dal Presidente della Campania Vincenzo De Luca.
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Da Conte una grande lezione per Salvini
Se vale ancora la regola per cui i magistrati non possono parlare delle indagini in corso, il capo della Procura di Bergamo Maria Cristina Rota continua a fare come le pare, e dopo aver sentito il premier Conte e i ministri Lamorgese e Speranza ieri ha smentito se stessa, affermando di non aver dato al Governo la colpa della mancata zona rossa nei Comuni di Nembro e Alzano, i due focolai di Covid nella Val Seriana. Quella valutazione, espressa alcuni giorni fa ai microfoni delle tv, e dunque pesantissima anche per le ricadute politiche, era la conclusione in quel momento parziale di un procedimento che si presta a una penosa strumentalizzazione politica, purtroppo inevitabile quando il livello dei partiti di opposizione all’Esecutivo e dei loro giornalisti da riporto è il più becero di sempre. Adesso la nuova versione della Rota “assolve” Palazzo Chigi, come d’altra parte appare evidente semplicemente leggendo la legge 883 del 1978 istitutiva dei poteri delle Regioni in ambito sanitario, e ripercorrendo gli eventi di quei giorni caotici tra fine febbraio e la prima settimana di marzo, quando i virologi dicevano tutto e il contrario di tutto e ciò malgrado il nostro Governo fu il primo in Europa a decidere il completo lockdown del Paese.
Coronavirus, gli asintomatici sono contagiosi? La fondazione Gimbe fa chiarezza
Secondo i dati analizzati, il 40/45% delle persone infette non sviluppano sintomi ma restano contagiose per più di 14 giorni. ...... Ma “cosa dicono oggi le evidenze scientifiche raccolte in maniera sistematica su questo tema di grande rilevanza per la sanita’ pubblica? Lo scorso 3 giugno Daniele Horan ed Eric Topol hanno pubblicato sugli Annals of Internal Medicine una revisione che sintetizza le migliori evidenze disponibili sull’infezione asintomatica da SARS-CoV-2″. Dall’analisi dei dati di 16 coorti, tra cui quella italiana di Vo’, emergono le seguenti conclusioni: circa il 40-45% delle persone infette da SARS-CoV-2 risultano senza sintomi, suggerendo un elevato potenziale del virus di diffondersi nella popolazione in maniera silenziosa ed estesa. Considerato che nelle varie coorti non e’ sempre possibile distinguere gli asintomatici dai pre-sintomatici, i ricercatori riportano in maniera conservativa che gli infetti che non sviluppano alcun sintomo sono almeno il 30%. I soggetti asintomatici possono trasmettere il virus per un periodo prolungato, verosimilmente anche maggiore di 14 giorni.
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Mascherine chirurgiche e bambini: la Società italiana di pediatria sfata 5 ‘FALSI’ miti
Alcalosi, ipossia, alterazione della flora intestinale. Sono solo alcuni dei ‘FALSI’ rischi associati all’uso delle mascherine per la salute dei bambini. Per fare chiarezza, in aiuto delle famiglie, la Societa’ italiana di pediatria (Sip) sfata in un video i cinque falsi miti che circolano in questo momento: 1 – L’uso prolungato della mascherina nei bambini porta ad alcalosi? “Falso- assicura la Sip- la quantita’ della propria anidride carbonica respirata da un bambino sano che indossa la mascherina chirurgica e’ pressoche’ impercettibile”. 2 – L’uso prolungato della mascherina nei bambini porta ad ipossia? “Falso- continua la Sip- i bambini sani che indossano la mascherina chirurgica per piu’ ore al giorno non rischiano la carenza di ossigeno, ne’ la morte per ipossia”.
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Stati generali al via, Conte: “Investire nella bellezza dell’Italia”
Al via con l’intervento introduttivo del Presidente Conte la serie di incontri ‘Progettiamo il rilancio’. Sono presenti tutti i ministri. In collegamento la presidente della commissione Ue Von der Leyen, il presidente del Parlamento europeo Sassoli, il commissario europeo Gentiloni, la presidente della Bce Lagarde. Presente anche il governatore di Bankitalia Visco. CONTE: PROGETTIAMO RILANCIO INVESTENDO SU BELLEZZA. “Nell’ambito di questo progetto rientra anche l’investimento nella bellezza del nostro Paese. La scelta di questa location che è apparsa a qualcuno inusuale, del Casino del Bel Respiro del parco di Villa Pamphili, è proprio un omaggio alla bellezza italiana. Nel momento in cui progettiamo il rilancio dobbiamo far in modo che il mondo intero possa avere concentrata la sua attenzione sulla bellezza del nostro paese“. Così il premier, Giuseppe Conte, aprendo gli stati generali dell’economia.
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L’indice di contagio sale a 0,9 in Lombardia, Lazio e Puglia
In testa con zero contagi resta la Basilicata mentre in coda c’è la Puglia con un Rt a 0,94 contro lo 0,78 della settimana precedente, seguita dal Lazio a 0,93 contro lo 0,75 della scorsa settimana e la Lombardia con lo 0,9 (0,91). I casi dei nuovi focolai e il rischio di ulteriori provvedimenti. L’indice di contagio nelle regioni italiane vede tre situazioni preoccupanti: Lombardia, Lazio e Puglia. Le tre regioni sono vicine alla soglia di rischio che equivale a 1 e quindi rischiano di trovarsi in una situazione difficile e di tornare alle prime fasi dell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Il periodo di riferimento riguarda i casi con data prelievo/diagnosi settimana dell’1-7 giugno (aggiornati al 9 giugno) confrontati con la settimana del 25-31 maggio. In testa con zero contagi resta la Basilicata mentre in coda c’è la Puglia con un Rt a 0,94 contro lo 0,78 della settimana precedente, seguita dal Lazio a 0,93 contro lo 0,75 della scorsa settimana e la Lombardia con lo 0,9 (0,91). Con pochi contagi anche la Calabria a 0,09.
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Roma: nuovo focolaio di Coronavirus: 12 positivi in un palazzo occupato alla Garbatella
È di almeno 12 positivi il bilancio di un nuovo focolaio di Coronavirus esploso a Roma, in un palazzo occupato alla Garbatella. Secondo quanto ricostruito, tutto ha avuto inizio nella giornata di venerdì 12 giugno quando in uno stabile occupato in piazza Attilio Pecile alla Garbatella, dove vivono senzatetto e immigrati, una famiglia di origine peruviana è stata trovata positiva al Covid-19. Il caso nasce dal piccolo della famiglia, un bambino di appena 7 mesi, ricoverato da alcuni giorni al centro Covid Palidoro dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Il piccolo è stato trovato positivo al Coronavirus, così come il padre, la madre e la sorella di 12 anni. Immediatamente lo stabile in cui viveva la famiglia è stato isolato e circondato dagli agenti del commissariato Colombo, che ne impediscono sia l’ingresso che l’uscita. L’indagine epidemiologica, partita nella serata di venerdì 12 giugno, ha permesso di scovare altri 8 positivi al Covid-19, facendo salire il totale dei contagiati dunque a 12.
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Boom di produzioni esterne in Rai. E molti assunti non sanno cosa fare. Oltre 5mila le ore di trasmissione appaltate a terzi. Con altri costi che si aggiungono a quelli del personale
Tra Consiglio di amministrazione, dirigenti e direttori di rete tutti sono concordi su un punto: per troppo tempo ci si è affidati ad esterni, è ora di puntare sulle maestranze e sul personale interno. Come si sa, però, la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzione. È dunque necessario affiancare all’impegno un passo concreto, azioni mirate e propositive. Ad oggi, però, ancora tanto dev’essere fatto come riconosciuto dalla stessa Rai in risposta ad un’interrogazione presentata in Commissione Vigilanza Rai dal leghista Massimiliano Capitanio. Secondo i dati forniti da Viale Mazzini, “RaiUno dedica alla produzione esterna il 24,6% delle ore di prima trasmissione (1.823 ore rispetto ad un totale netto di 7.424 ore), RaiDue dedica il 26.21% (2.158 ore rispetto ad un totale netto di 8.237 ore), mentre Rai Tre dedica alla produzione esterna il 14,66% di ore (953 ore rispetto ad un totale netto di 6.505 ore)”. Dati interessanti che, se sommati, portano ad oltre 5mila ore realizzate da società esterne.
Il programma #Italiaveloce per la TAV in tutto il paese
Una «alta velocità di rete» (200 km/ora contro i 300 della rete Av principale) praticamente in tutta Italia potenziando e raddoppiando la linea ferroviaria adriatica da Pescara a Lecce, collegando con Roma sia Genova che Pescara, portando l’alta velocità sino a Reggio Calabria (e poi collegandola con Taranto) ed in tutta la Sicilia, da Catania a Palermo e da Messina a Siracusa. La Stampa racconta oggi in un articolo a firma di Paolo Baroni il nuovo piano delle infrastrutture e dei trasporti che il governo si appresta a varare. Al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno ribattezzato questo programma #Italiaveloce, un progetto molto ambizioso di investimenti per il rilancio del Paese che spazia dalle strade alle autostrade, dalle ferrovie a porti ed aeroporti sino alle ciclovie e che verrà presentato ufficialmente la prossima settimana agli Stati generali dell’economia diventando di fatto uno dei pilastri del piano di rilancio del Paese.
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Assalto leghista alla Costituzione. Per aprire la strada all’Italexit. Cinquanta senatori padani vogliono cambiare la Carta. Equiparando trattati internazionali e leggi ordinarie
Quanto piace ai leghisti l’Italexit. In realtà neppure loro sembrano disponibili a rompere con l’Unione europea e a gestire le difficilissime conseguenze dello strappo. Ma l’antieuropeismo è un tema formidabile per raccogliere like sui social, riempire le piazze e ottenere consensi dai mille scontenti in servizio permanente effettivo. Ecco dunque che, nel momento in cui la Bestia non morde più e i sondaggi danno il Carroccio in costante calo, la Lega ha tirato fuori dal cilindro un disegno di legge costituzionale con cui scagliarsi contro Bruxelles. Una di quelle iniziative sostanzialmente irrealizzabili. Ma questo il popolo dei social di solito non lo sa e chi vota non ci fa caso. Avanti dunque con la norma-spot. PROPAGANDA SENATORIALE. Il disegno di legge costituzionale è stato presentato da cinquanta senatori leghisti. Per cercare di ridare un po’ di smalto al Capitano, rimasto orfano dei gradi sulla spiaggia del Papeete, il senatore Tony Chike Iwobi (nella foto) ha depositato l’atto alla presidenza di Palazzo Madama. E a firmare quel disegno di legge sono stati subito altri 49 colleghi, tra gli ex ministri Roberto Calderoli ed Erika Stefani, i soliti Alberto Bagnai e Massimiliano Romeo, e una fedelissima di Matteo Salvini come Lucia Borgonzoni. La pattuglia verde sostiene una modifica all’articolo 117 della Costituzione, per sopprimere i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.
Opere diffuse e rivoluzione green. Il piano M5S per i cantieri. Parla la capogruppo in Commissione Ambiente, Deiana: “Il Ponte sullo Stretto non può stare nell’agenda politica”
No alle grandi opere inutili, sì alla riqualificazione urbana e alla rigenerazione del territorio, snellendo le procedure autorizzative. Da qui si parte per avere cantieri immediati e infrastrutture che realmente servono al Paese. Perché, come dice la parlamentare Paola Deiana, capogruppo M5S in Commissione Ambiente, “nel 2020 non possiamo avere una nazione che va a velocità diverse o regioni scollegate”. Definitivamente archiviato il Codice Appalti, dunque? Già con lo Sblocca Cantieri, durante il governo Conte I, abbiamo dato uno slancio per velocizzare i tempi delle opere, senza mai venir meno ai necessari controlli, innanzitutto ambientali e di legalità, e mettendo sempre al primo posto la sicurezza dei cittadini. È il principio messo in pratica con la realizzazione del Ponte Morandi, simbolo della rinascita del Paese, anche se lì si sono presentate alcune condizioni difficilmente ripetibili nell’ordinarietà dei lavori pubblici.
Chi lavora e chi sa solo scappare
“Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, Dovunque te ne vai, Tu sempre pietre in faccia prenderai”. Ma ve la ricordate questa vecchia canzone? Non la cantava Giuseppe Conte, ma Antoine, anche se oggi nessuno saprebbe interpretarla meglio del nostro premier. Prendete gli Stati Generali dell’economia. Da sempre tutti i partiti, i professoroni, i grandi imprenditori e i loro giornalisti di complemento ci raccontano che l’Italia non possiede una politica industriale. Facciamo un po’ di tutto ma non eccelliamo in niente, se non per le singole iniziative di poche menti brillanti. E se dovessimo rispondere a un marziano che ci domandi dove sta la nostra maggiore forza economica non sapremmo che dire, in quanto abbiamo il turismo e non lo sfruttiamo, siamo proprietari di una quantità sterminata di capolavori artistici e i nostri musei sono superati per visitatori da quelli di mezzo mondo, la manifattura ce l’invidiano tutti ma il costo del lavoro la rende sempre meno competitiva, l’agroalimentare non lascerebbe spazio a nessuno però noi stessi compriamo le arance in Israele e i pomodori in Spagna.
Family Act: cosa prevede e qual è l’importo dell’assegno unico per i figli
Con la legge delega si vara un assegno universale mensile che verrà corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno di età di ciascun figlio, tramite una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito d’imposta. Nel caso di figli successivi al primo, l’assegno subirà una maggiorazione del venti per cento. Ieri Giuseppe Conte in conferenza stampa ha annunciato il varo della legge delega del Family Act, che prevede entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge di delega un decreto legislativo istitutivo dell’assegno universale recante il riordino e la semplificazione delle misure di sostegno economico per le figlie e i figli a carico, nonché uno o più decreti legislativi per la istituzione e il riordino delle misure di sostegno all’educazione delle figlie e dei figli. “Entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge – dice la nota di Palazzo Chigi – arriveranno uno o più decreti legislativi di potenziamento, riordino, armonizzazione e rafforzamento della disciplina inerente i congedi parentali, gli incentivi al lavoro femminile, le misure di sostegno alle famiglie per la formazione delle figlie e dei figli e per il conseguimento dell’autonomia finanziaria”.
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Denunciati all’Inail oltre 47mila infortuni sul lavoro legati al Covid. La Lombardia la regione più colpita. Il maggior numero di casi nella sanità e nel settore dell’assistenza sociale
Le denunce di infortunio sul lavoro legate all’epidemia di Coronavirus pervenute all’Inail al 31 maggio sono 47.022, 3.623 in più rispetto al monitoraggio precedente del 15 maggio. I casi mortali sono 208 (+37), pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati all’Istituto nel periodo preso in esame e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (40%) e aprile (56%). A rilevarlo è il quarto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, che rispetto ai precedenti si arricchisce di un approfondimento a livello territoriale, con la predisposizione di 21 schede relative ai casi registrati nelle 19 regioni italiane e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, che saranno aggiornate con cadenza mensile. Più della metà delle denunce (55,8%) e quasi sei casi mortali su 10 (58,7%) ricadono nel Nord-Ovest. La Lombardia, in particolare, si conferma la regione più colpita, con il 35,5% delle denunce di contagio sul lavoro e il 45,2% dei decessi.
Zona Rossa, la pm Rota a TPI dopo aver sentito Conte: “Spettava al Governo? Ad oggi non ho altro da aggiungere”
All’uscita da Palazzo Chigi dopo l’audizione del premier Conte e dei ministri Lamorgese e Speranza nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata chiusura dei comuni di Alzano Lombardo e Nembro, la pm di Bergamo Maria Cristina Rota ha risposto alla domanda della giornalista di TPI Veronica di Benedetto Montaccini. La nostra inviata ha chiesto a Rota se fosse pentita di quanto dichiarato il 29 maggio scorso, quando ha affermato che la mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca “era responsabilità di Roma”. Oggi la pm dichiara a TPI: “Io avevo detto che dalle dichiarazioni che avevamo in atto in quel momento emergeva quello, ma oggi non ho altro da aggiungere”. Rota ha inoltre dichiarato: “Oggi abbiamo sentito alcune persone informate sui fatti, il presidente del Consiglio, il ministro della Salute e degli Interni. Le audizioni si sono svolte in un clima di massima collaborazione istituzionale e ora andiamo a completare il nostro lavoro”.
Cassa integrazione: scoperte 2.500 richieste truffa all'Inps
Circa 2.500 truffe sono state sventate sul fronte delle domande all'Inps, da parte delle aziende, di accesso alla cassa integrazione. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, a Radio Anch'io su Rai Radio 1. "Abbiamo scoperto 2.500 fruizioni irregolari, richieste irregolari", ha detto il ministro elencando alcune tipologie: "lavoro fittizio, aziende inesistenti". A proposito di cassa integrazione, la ministra ha dichiarato che "con la cassa integrazione adesso per fortuna siamo entrati a regime, sono state già erogate più di 7 milioni" e "nei prossimi giorni si cercherà di arrivare a pagare tutti coloro per i quali è già stata inviata l'ultima documentazione che riguarda i dati dei lavoratori".
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CORONAVIRUS: I familiari delle vittime: “La Lombardia vietò ai medici di fare le visite”
Il comitato che ha fatto aprire l’indagine per cui saranno sentiti Conte, Speranza e Morgese: «Abbiamo altre 150 denunce da depositare». Le loro 42 denunce hanno portato alla convocazione in procura del premier Giuseppe Conte e di alcuni ministri che dovranno rispondere del mancato allargamento della zona rossa ai comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Ora, però, il comitato “Noi denunceremo” dei parenti delle vittime del Covid 19 non si ferma e ha già pronte altre 150 denunce. «Ci sono arrivate le richieste di deposito – spiega Consuelo Locati, la coordinatrice del pool di sei avvocati che segue il Comitato – tra fine giugno e inizio luglio sceglieremo un altro “Denuncia Day”». Anche l’avvocato ha perso il padre a causa del coronavirus e ora si dice contenta di come stanno andando le cose dopo le denunce: «Ieri c’è stata la nomina di un nuovo direttore generale della sanità lombarda: può essere un piccolo risultato che abbiamo ottenuto».
Digitalizzazione, Italia ultima in Ue per competenze. “Solo il 13 per cento ha accesso alla banda ultralarga. Un cittadino su tre non ha preparazione di base”
Il nuovo rapporto della Commissione: il 42% della popolazione ha solo una competenza di base, i laureati in discipline Ict sono l'1%. E arranca lo sviluppo della rete veloce. "L'entità dell’intervento pubblico messo in campo avrebbe dovuto condurre a risultati ben diversi", ha commentato l'amministratore delegato di Infratel, incaricata dell'attuazione della Strategia Italiana per la banda ultralarga. L’Italia resta sempre più indietro in Europa nel grado di digitalizzazione dell’economia e della società, anche a causa della scarsa educazione tecnologica. L’edizione 2020 del rapporto europeo Desi, appena diffusa dalla Commissione, vede la Penisola scivolare di una posizione nella classifica dei Paesi Ue, scendendo dal 24esimo al 25esimo posto.
Salvini è fatto così: se la Procura di Bergamo convoca Fontana è una vergogna, se chiama Conte «giustizia è fatta»
Il Capitano chiude l’inchiesta di Bergamo condannando Conte, Speranza e Lamorgese per la storia della mancata istituzione della zona rossa. Peccato che due settimane fa dicesse il contrario. E che si capisca benissimo perché è così nervoso: basta riepilogare i fatti. Eccoli. Oggi il Corriere della Sera ha scritto che i pm di Bergamo sentiranno, come persone informate sui fatti (ovvero: come testimoni), il premier Giuseppe Conte e i ministri della Salute Roberto Speranza e dell’Interno Luciana Lamorgese. Secondo quanto scrive il quotidiano l’audizione, che potrebbe essere anche fatta a Roma, verterà sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo. Salvini e la giustizia che è fatta se ascoltano Conte a Bergamo. Come sappiamo, sulla storia della mancata istituzione della zona rossa i magistrati hanno già ascoltato Giulio Gallera e Attilio Fontana – che è stato oggetto di una contestazione dopo la sua testimonianza – e in particolare l’assessore al Welfare al pool di magistrati che indagano per epidemia colposa nel territorio più martoriato dal Coronavirus ha ribadito: «Noi aspettavamo Roma, fino all’inizio di marzo avevamo sempre proceduto d’accordo con il governo su quel tipo di provvedimenti». Gallera, come ha scritto all’epoca il Corriere, ha però anche confermato ai pubblici ministeri di aver verificato, tempo dopo, che anche la Regione avrebbe potuto procedere alla chiusura di sua iniziativa: «Ma in quella fase ci eravamo sempre relazionati con l’esecutivo e con l’Istituto superiore di sanità».
«La Regione Lombardia ha secretato i dati sui morti di Coronavirus per provincia»
Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori dice che la Regione Lombardia non comunica più i dati sui morti per Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 per provincia: “Da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di più di quelli ufficiali, hanno secretato i dati per provincia”.
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A morte le statue
In poche ore vandalizzate quattro statue di Cristoforo Colombo negli Usa. Dal Regno Unito al Belgio, si allunga la lista dei monumenti colpiti da Black Lives Matter. Riverberi anche in Italia: nel mirino l'effige di Montanelli. Cade un’altra statua, buttata giù dalla rabbia dei manifestanti. L’ultimo episodio ci riporta negli Usa, a Minneapolis, dove tutto è cominciato: davanti al Campidoglio è stata abbattuta la statua di Cristoforo Colombo, figura già finita nel mirino delle proteste a Richmond, Boston, Saint Paul. A Richmond, in Virginia, la statua è stata buttata giù dal suo piedistallo nel Byrd Park meno di due ore dopo che i manifestanti vi si erano radunati. È stata trascinata a terra con delle corde e al suo posto è stato issato un cartello con la scritta: “Colombo rappresenta il genocidio”. La statua è stata poi incendiata e gettata nel lago del parco, come documentano le immagini.
Salvini e la fregnaccia della disoccupazione più alta in Germania che in Italia quando non c’era l’euro
Matteo Salvini a DiMartedì ha dato per l’ennesima volta dimostrazione del fatto che quando parla di economia è meglio che parli di altro. Il Capitano è tornato a parlare della bella Italia che fu e dei bei tempi andati all’epoca della lira sostenendo che l’Italia fosse davanti alla Germania e che ci fosse “più disoccupazione in Germania che in Italia” prima dell’arrivo dell’euro. “Negli anni Ottanta si lavorava più in Germania che in Italia, c’erano stipendi più alti in Italia che in Germania e gli italiani compravano più case rispetto ai tedeschi. I giovani di oggi stanno erodendo quella ricchezza che i nostri nonni e i nostri genitori hanno messo da parte perché non lavorano come lavoravano i nostri genitori e i nostri nonni”.
“George Floyd e il poliziotto che l’ha ucciso si conoscevano”: la rivelazione shock.
Derek Chauvin sta valutando di dichiararsi colpevole, lo rende noto Abc News segnalando che i procuratori della contea di Hennepin stanno trattando sulla sua dichiarazione di colpevolezza rispetto alle accuse di omicidio e di violazione dei diritti civili. Nelle ultime ore, Thomas Lane, uno degli agenti accusati di favoreggiamento e di aver contribuito alla morte dell’afroamericano George Floyd, è stato rilasciato su cauzione. La cauzione era stata fissata a un milione di dollari. Lane è uno dei quattro agenti che ha fermato Floyd con l’accusa di aver usato una banconota contraffatta da 20 dollari. George Floyd, l’afroamericano ucciso durante un fermo a Minneapolis lo scorso 25 maggio, e Derek Chauvin, l’agente responsabile della sua morte, si conoscevano “piuttosto bene”. Lo rivela David Pinney, un uomo che dichiara di aver lavorato con loro nella discoteca El Nuevo Rodeo Club di Minneapolis, durante un’intervista alla Cbs. I due si conoscevano “piuttosto bene” e c’erano state delle frizioni. “Si sono scontrati, aveva molto a che vedere con il fatto che Derek fosse aggressivo nel club con alcuni clienti, cosa che rappresentava una problema”, ha raccontato David Pinney, riecheggiando le dichiarazioni dei familiari dell’afroamericano ucciso, convinti che la morte sia stata in parte una questione personale oltre che razziale. La proprietaria del locale, Maya Santamaria, interpellata da Cbs, ha detto che Chauvin era “spaventato e intimidito” dalle persone di colore. El Nuevo Rodeo è stato incendiato durante le proteste contro il razzismo scatenate dalla morte di Floyd.
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Bravi a farsi soltanto gli autogol
Durante la fase acuta del Covid ci hanno fatto la testa come un pallone, accusando il Governo di cialtronaggine per le imposizioni sul distanziamento sociale, le autocertificazioni e le poche deroghe agli spostamenti concesse solo ai congiunti. Li abbiamo visti tutti, no? I più autorevoli esponenti delle opposizioni, con la solita folla di ascari travestiti da giornalisti e commentatori, h24 ad edicole e le reti tv unificate, dopo ogni genere di sarcasmo ci hanno lasciato intendere che se fosse toccato a loro stare a Palazzo Chigi, allora sì che le regole sarebbero state chiare e agevoli per tutti. Poi è arrivata la fase della ripartenza e finalmente è toccato alle Regioni stabilire le linee guida sui loro territori, e il passaggio dalla protesta alla proposta ci ha confermato che dobbiamo tenerceli cari quegli incompetenti di Conte e dei suoi ministri, perché quelli sedicenti bravi sono delle schiappe inarrivabili. Più di un sospetto di tutto questo, diciamo la verità, l’avevamo avuto dal primo momento, semplicemente osservando quanto si diffondeva velocemente il virus in Lombardia, presidiata dal duo Fontana-Gallera (nella foto), a differenza di quasi tutte le altre regioni.
PROCESSI SOMARI di Marco Travaglio
Avete presente il cosiddetto caso Bonafede-Dap-scarcerazioni? E due mesi di “Non è l’Arena, è Salvini” sul ministro, su Basentini e sui loro parenti vivi o morti fino al sesto grado? E i processi al Guardasigilli & C. nel question time, nella mozione di sfiducia e in inutili audizioni in quella parodia di commissione Antimafia ridotta a succursale di casa Giletti (ma senza Salvini, latitante da due anni per non rispondere sui rapporti con Siri e Arata, socio occulto di Nicastri amico di Messina Denaro)? Bene, buttate pure tutto nel cestino. Erano tutte balle, fuffa, armi di distrazione di massa per colpire il ministro che ha bloccato la prescrizione e affibbiargli la colpa delle scarcerazioni di 350 mafiosi e malavitosi (50 già tornati dentro), che ovviamente sono responsabilità esclusiva dei giudici di sorveglianza che le hanno firmate. Basta leggere l’ordinanza di quello di Sassari che ha riesaminato, alla luce del decreto anti-scarcerazioni, gli arresti domiciliari da lui stesso concessi a Pasquale Zagaria il 23 aprile in piena pandemia. E li ha confermati, sollevando questione di legittimità costituzionale contro il decreto.
"Ha contenuti razzisti": Hbo Max toglie dal catalogo Via col vento
La decisione della piattaforma di film in streaming, mentre in America continuano le proteste per la morte di George Floyd. Via col vento non sarà più nell’elenco dei film della piattaforma di pellicole in streaming Hbo Max. Almeno per il momento. La decisione, mentre in America continuano le proteste per la morte di George Floyd e contro le discriminazioni delle persone di origine africana, per i suoi contenuti che rimandano al razzismo. L’idea è di farlo tornare la pellicola del 1939, ma contestualizzandola. Un portavoce di Hbo Max ha dichiarato al sito Variety che Via col vento è “di un prodotto del suo tempo e raffigura alcuni dei pregiudizi etnici e razziali che, purtroppo, sono stati all’ordine del giorno nella società americana.
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La soddisfazione di Libero: «Arrestati 59 napoletani»
Renato Farina su Libero oggi firma un articolo dal titolo davvero interessante: “Retata anti-camorra – Arrestati 59 napoletani”. Il sommario cita gli appalti truccati ma non i papaveri e i papi, la donna cannolo e una lacrima sul visto (cit.), ma siccome il visagista delle dive è truccatissimo (idem) ma qui il concetto è invece più stocastico nonché interessante ed è sottolineato alla fine: “Ma lo sport nazionale è attaccare Fontana”. Ora, non sia mai che voi pensiate che Farina e Libero stanno – appunto – cercando di cambiare discorso per non parlare di come l’acquisto di camici per 533mila euro di Regione Lombardia venduti dall’azienda della moglie e del cognato di Fontana sia diventato una donazione dopo che Report ci ha ficcato il naso. Queste sono assolute casualità e honni soit qui mal y pense. Si tratta invece di una ponderata argomentazione di cui vi postiamo soltanto una piccola anteprima:
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Uno studio rivela: le persone con il gruppo sanguigno di tipo 0 sono meno vulnerabili al Coronavirus, quelle con gruppo A le più a rischio
La ricerca è stata effettuata dalla società di test genetici 23andMe su un campione di 750.000 test. Secondo uno studio effettuato da una società di test genetici, il gruppo sanguigno potrebbe influire sulla positività o meno al Coronavirus. Secondo quanto raccontato dal quotidiano spagnolo El Mundo, la ricerca è stata realizzata dalla società di test genetici 23andMe e si è basata sull’analisi dei fattori genetici di 750.000 test al fine di determinare perché alcune persone che contraggono il Coronavirus non presentano sintomi, mentre altre si ammalano gravemente. Gli scienziati hanno confrontato i dati emersi dalla loro ricerca con uno studio simile preliminare effettuato in Cina lo scorso aprile, secondo cui le persone con gruppo sanguigno A possono essere più vulnerabili al Covid-19, mentre quelli del tipo O sembrano più resistenti.
Immuni: pronta la soluzione per smartphone Huawei
I problemi di Immuni con i terminali Huawei potrebbero essere prossimi ad una soluzione. La novità giunge direttamente dalla Cina, infatti, e da poche ore è a disposizione degli sviluppatori per poter portare il contact tracing sui terminali ancora incompatibili. La soluzione sta in una sigla: HMS, ossia Huawei Mobile Services. Il problema è noto fin dal rilascio dell’app: in molti casi i terminali Huawei non erano in grado di supportare le richieste di app come Immuni a causa di una aggressiva gestione dell’autonomia del dispositivo, tale da disattivare il Bluetooth quando lo smartphone è in stand-by e disinnescando pertanto il potenziale di tracciamento reti dell’app. Ciò ha creato grave imbarazzo tanto ad Immuni, quanto agli utenti che intendevano installare ed utilizzare l’app.
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Report smaschera Fontana. L’unica prova a discarico del governatore è la censura. La trasmissione di Rai 3 non si piega e va in onda. L’opposizione chiede al presidente di riferire in Aula
Più che l’inchiesta sui camici in sé, in queste ore a far discutere è il tentativo di mettere un bavaglio alla trasmissione Report da parte del governatore Attilio Fontana. Dopo l’annuncio dei contenuti della puntata, andata in onda ieri sera su Rai 3, il presidente della Lombardia ha pensato bene di querelare il programma tv condotto da Sigfrido Ranucci (nella foto), diffidando la Rai dal mandare in onda il servizio. Poi, per non farsi mancare nulla, ha querelato pure Il Fatto Quotidiano che, due giorni prima, ha anticipato i contenuti del servizio. Una mossa che, come spesso accade in casi simili, rischia di trasformarsi in un boomerang perché anziché calmare le acque, ha fatto insorgere praticamente tutti. A partire dal consigliere di amministrazione Rai, Riccardo Laganà, che su Twitter ha tuonato: “Continua l’insopportabile tentativo di bavaglio da parte di alcuni politici allergici al giornalismo di inchiesta e del #serviziopubblico #Rai. @reportrai3 non si può e non si deve recintare. Sono certo che anche il Presidente della #Rai si esporrà a tutela di #Report”.
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