E’ morto il maestro Ennio Morricone. Il premio Oscar aveva 91 anni. Sue le colonne sonore di oltre 500 film. Mattarella: “Artista insigne e geniale”
E’ morto all’età di 91 anni il premio Oscar Ennio Morricone. Nato a Roma, Morricone studia al Conservatorio di Santa Cecilia dove si diploma in tromba. Ha scritto le musiche per più di 500 film e serie tv, oltre che opere di musica contemporanea. La sua carriera include un’ampia gamma di generi compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici e influenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi. Le musiche di Morricone sono state usate in più di 60 film vincitori di premi. Dal 1946 a oggi ha composto più di 100 brani classici, ma ciò che ha dato la fama mondiale a Morricone come compositore, sono state le musiche prodotte per il genere del western all’italiana, che lo hanno portato a collaborare con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, Il grande silenzio, Il mercenario, Il mio nome è Nessuno e la Trilogia del tempo. Dagli anni settanta Morricone diventa un nome di rilievo anche nel cinema hollywoodiano, componendo musiche per registi americani come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols, Oliver Stone e Quentin Tarantino. Morricone ha scritto le musiche per numerose pellicole nominate all’Academy Award come I giorni del cielo, Mission e The Untouchables – Gli intoccabili.
Meno tasse e procedure più snelle. Ecco il Piano nazionale di riforma. Gualtieri: “La finalità principale sarà quella di rimuovere gli ostacoli che rallentano appalti, investimenti e crescita”
Il Pnr prevede forti investimenti nei settori delle telecomunicazioni e dei trasporti, nuovi fondi ammortizzatori sociali, Enti locali e istruzione. Tra gli obiettivi primari: semplificare le procedure amministrative e la pianificazione dei lavori pubblici. “Il Governo è al lavoro su un quarto provvedimento in materia economica, volto a semplificare le procedure amministrative e la pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici. La finalità principale sarà quella di rimuovere gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato non solo gli appalti e gli investimenti pubblici, ma anche, più in generale, la crescita dell’economia”. E’ quanto scrive il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nella premessa al Piano nazionale di riforma. Le semplificazioni, si legge nel documento, rappresentano “il primo passo per attuare il Piano di Rilancio” e “fatto salvo il contrasto alla corruzione” si agirà in tutti i campi, dalla disciplina degli appalti all’accelerazione delle “opere pubbliche già finanziate e in fase avanzata di progettazione” ai tempi di “procedure e iter autorizzativi, senza compromettere le esigenze di tutela dei beni culturali e del paesaggio” alla spinta ai dirigenti pubblici ad “assumere le decisioni”, circoscrivendo “puntualmente il reato di abuso d’ufficio e la responsabilità erariale degli amministratori”. L’esecutivo costituirà una apposita “unità di supporto” per la progettazione.
"Per voi è giusta la galera per chi difende la famiglia tradizionale?” Anziché dire ‘No’, i fan di Salvini rispondono di sì.
Salvini, nel corso del suo comizio a Piazza del Popolo, si è dovuto scontrare con l'ottusità dei presenti. D'altronde, sono sovranisti. Nel corso del suo intervento a Piazza del Popolo, Matteo Salvini ha arringato i suoi fan con i soliti discorsi triti e ritriti sulla famiglia tradizionale, per attaccare la legge Zan contro l'omo-lesbo-bi-transfobia. Ma a un certo punto si è dovuto scontrare con l'ottusità dei presenti: con voce stentorea Salvini infatti chiede "Ritenete giusto rischiare la galera per difendere il concetto di famiglia?". Ovviamente la risposta giusta doveva essere 'No'. Invece la piazza risponde tutta contenta 'Siii'. Il che può voler dire che effettivamente questa gente è disposta ad andare in galera pur di continuare difendere il loro diritto di impedire alle persone di avere una famiglia. Oppure, più probabile, che non hanno capito la domanda.
Meloni e Salvini, in piazza per ‘l’Italia che lavora’, hanno il 70% e il 90% di assenze in Parlamento.
Nel corso del suo intervento, Meloni attacca duramente il governo, colpevole a suo dire di non aver fatto nulla per far ripartire il Paese. Con rabbia e veemenza, Giorgia Meloni dalla manifestazione della Destra a Piazza del Popolo, ha dichiarato: "Noi siamo il popolo, per questo facciamo paura. Facciamo paura a chi il sudore fa schifo. Ma suda chi lavora, a noi il sudore non fa schifo". Giorgia Meloni e Matteo Salvini che è con lei hanno rispettivamente il 70% e il 90% di assenze in Parlamento. Non proprio un ottimo esempio per dire che sono l'Italia che lavora. Nel corso del suo intervento, Meloni attacca duramente il governo, colpevole a suo dire di non aver fatto nulla per far ripartire il Paese: "Di andare a prendere il thè con i pasticcini con il presidente del Consiglio non ci interessa.
Il manager veneto che se ne fregava del virus ora è in rianimazione: anche questo è terrorismo mediatico?
È andato in giro con la febbre e anche dopo essere risultato positivo al tampone. Se si continua a dire che il pericolo è passato questi sono i risultati. A noi piacerebbe moltissimo darvi ragione: ci piacerebbe poter dire 'il virus è finito, fate quello che vi pare'. Ma il Sars-CoV-2 c'è ancora, che ci piaccia o meno. E sebbene sia vero che ha diminuito la sua carica virale, è altrettanto vero che fregarsene, fare finta che non sia successo nulla, non indossare la mascherina perché fa caldo e pensare che andrà tutto bene perché 'tanto lo fanno tutti' è pericoloso, quanto credere alle assurde teorie del complotto o dare dei terroristi a chi sta semplicemente riportando i fatti. Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia è - giustamente - furibono perché il manager di Pojana Maggiore che se ne è fregato delle misure di sicurezza adesso è in rianimazione.
Il MES è una fregatura e va abolito
Il MES è una fregatura che non deve essere approvata; anzi, va abolito. Ve la spiego facile. La proposta di istituire MES viene fatta nel 2010, su richiesta di aiuti da parte della Grecia, la cui economia era stata contagiata dalla crisi dei subprime avvenuta negli States due anni prima. Fu la Grecia, avanzando la richiesta di aiuti all’Europa, che mise in moto la macchina che porterà a realizzare il MES.
Roma: pronti ad acquistare altri 80 nuovi autobus per Roma
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Un assalto indecente a Toninelli
Lasciatevelo dire da chi di aggressioni verbali se ne intende, benché essere bullizzato nei talk show televisivi da tutti gli ospiti contro uno, piuttosto che venire coperto da insulti sui social network, è nulla rispetto all’accerchiamento subito qualche giorno fa dall’ex ministro Danilo Toninelli. Per chi ha di meglio da fare che seguire la pagina Instagram di Matteo Salvini, che ne ha pubblicato il video senza prendere minimamente le distanze da una tale schifezza, riassumiamo i fatti. L’esponente più ingiuriato del Movimento Cinque Stelle, in buona compagnia con la Raggi e adesso va di moda la Azzolina, stava prendendo un caffè al centro di Roma quando un gruppo di energumeni rasati e palestrati gli è comparso alle spalle e ha iniziato a provocarlo. Dopo aver provato a rispondere alle contestazioni, Toninelli si è dovuto allontanare, anche perché in pochi attimi si respirava già aria di botte. La scena, diventata virale sulla rete, oltre a un naturale sentimento di sdegno dovrebbe suscitare preoccupazione per lo scadimento dei presupposti di una convivenza civile e democratica. E invece niente.
Centrodestra torna in piazza contro il governo Conte, ma sono diverse le sedie rimaste vuote.
Ha preso il via pochi minuti prima delle 11 la manifestazione del centrodestra a Roma, che ha portato sul palco montato in Piazza del Popolo Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. 4200 i posti previsti in sedie montate rispettando il distanziamento. “Sedetevi, così evitiamo inutili polemiche” ha detto Salvini al pubblico prima dell’inizio, facendo riferimento alla manifestazione del 2 giugno con caos e assembramenti. Nel momento in cui la giornalista Maria Giovanna Maglie ha dato l’avvio all’evento tante sedie sono rimaste vuote. Un’ora dopo, dopo gli interventi di Tajani e Meloni, sul palco è salito Salvini, segretario federale della Lega, ma la situazione in Piazza non è cambiata. Alle tante bandiere tricolore si sono contrapposte le tante sedie rimaste prive di manifestanti.
Mes: cosa è, come funziona e quanto costa all’Italia. E le condizioni potrebbero cambiare in futuro?
Cosa è il Mes? Come funziona? Quali condizioni prevede? Quanto costa all’Italia? È rischioso? In questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza sul tema che divide la politica italiana: Pd, Forza Italia e Italia Viva sono a favore; Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia sono contrari; Liberi e Uguali ha al suo interno favorevoli (Bersani) e contrari (Fassina). Cosa è il Mes: Mes è l’acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità e viene spesso indicato con il sinonimo di Fondo salva-Stati dell’area Euro. Il Mes è un’organizzazione internazionale istituita nel 2012 con un Trattato sottoscritto dagli allora 17 Paesi che adottavano come moneta l’euro (oggi sono 19, essendosi aggiunte nel frattempo Lituania e Lettonia). La sua funzione è offrire assistenza (ossia prestare denaro) ai Paesi membri che si trovino in condizioni di difficoltà economica e che, proprio a causa di queste difficoltà, potrebbero minacciare la stabilità finanziare dell’Eurozona. Come funziona il Mes. Il Mes è sostanzialmente un Fondo che presta denaro ai Paesi in difficoltà che lo richiedono. Come si alimenta questo fondo? Attraverso i contributi degli Stati membri: ciascun Paese partecipa in misura proporzionale alle dimensioni della propria economia. Il Mes ammonta a circa 704 miliardi di euro, di cui però solo 80 miliardi sono già stati versati. Gli Stati si sono peraltro impegnati a versare la restante quota con breve preavviso, in caso di necessità. Come viene deciso se prestare o no denaro a uno Stato? Il Mes è gestito da un Consiglio dei governatori, composto dai ministri dell’Economia dei singoli Paesi. Le principali decisioni vengono prese all’unanimità.
Soldi da Parnasi alla LEGA e al PD. I tesorieri rischiano il processo. Chiuse le indagini a Roma su Bonifazi e Centemero. L’accusa per entrambi è di finanziamento illecito
Evidentemente foraggiare la politica per evitare intoppi burocratici era diventata una missione per l’imprenditore Luca Parnasi (nella foto). Un’ossessione per la quale la Procura di Roma, nell’ambito del filone sui finanziamenti illeciti alla politica scaturito dalla maxi inchiesta sul nuovo stadio della Roma, ha chiesto il rinvio a giudizio per Giulio Centemero, attuale tesoriere della Lega, Francesco Bonifazi, ex tesoriere del Pd e ora iscritto a Italia Viva. Stessa sorte anche per lo spregiudicato imprenditore romano che rischia ora rischia un nuovo procedimento penale. Si tratta del filone di indagine che ha al centro degli accertamenti degli investigatori i 250 mila euro finiti nelle casse della fondazione Più Voci, associazione presieduta dal deputato del Carroccio, e i 150 mila euro finiti alla fondazione Eyu, ritenuta vicina al Pd e all’epoca presieduta da proprio Bonifazi.
Lombardia: Camici per medici forniti da ditta della moglie di Fontana: Procura indaga per turbativa d’asta
Mentre la Commissione d'Inchiesta fortemente voluta dal PD rimane impantanata per il veto della destra su Scandella, la Procura di Milano ha individuato l'ipotesi di reato, ma l'inchiesta rimane a carico di ignoti. Il 7 giugno era esploso il “camici-gate”: si tratta del caso, scoperto da Report e anticipato da Il Fatto Quotidiano relativo alla fornitura di materiale medico per un valore di 513mila euro da parte della Dama SpA, azienda controllata da Andrea Dini e da sua sorella Roberta, moglie di Fontana. Gli interessati sostengono che si sia trattato di una donazione e che la fattura inizialmente emessa (peraltro stornata prima del saldo) sia frutto di un equivoco. Per fare luce su quello che è senza dubbio un pasticcio, la Procura di Milano subito dopo la trasmissione del servizio aveva aperto un fascicolo “a modello 45”, ovvero senza ipotizzare un reato. Ora, invece, si sta indagando per turbativa d’asta, anche a seguito di un esposto del Codacons: il reato è stato individuato, mentre l’inchiesta rimane a carico di ignoti.
In Veneto risalgono i contagi. E la prima cosa che fa Zaia è stracciare la ricetta di Salvini. Linea dura: “Tso ai positivi che rifiutano la quarantena”
Torna a salire l'indice di contagio in Veneto e il governatore leghista corre ai ripari con una stretta sulla prevenzione. E sconfessando la cura del Capitano, che anche ieri a Terracina si è regalato un assembramento a colpi di selfie senza mascherina. Mentre il segretario federale della Lega Matteo Salvini in giro per l’Italia nei suoi consueti tour elettorali permanenti fa quasi finta che il virus non esista più e si concede bagni folla e selfie con mascherina rigorosamente abbassata e distanze di sicurezza annullate, il presidente della regione Veneto Luca Zaia, leghista anch’egli ma di ben altra pasta e tempra, mostra ancora una volta responsabilità, capacità di governare e buonsenso. Alle prese con un indice Rt di contagio cresciuto di quattro volte nell’ultima settimana di giugno (da a 0,43 a 1,63 – dove fino al valore 1.00 indica che la diffusione risulta in calo), ha deciso di inasprire nuovamente le misure, annunciando che emetterà da lunedì un’ordinanza più severa, paventando addirittura la possibilità di ricorrere, se necessario, al trattamento sanitario obbligatorio per chi rifiuta la quarantena obbligatoria.
La gogna leghista per un’altra donna e quando Zaia raccontava che in Veneto si mangiavano i topi
Ieri sera la Lega ha finito le donne dal nome straniero da insultare dopo Meryem Ghannam e allora è passata alle italiane. La colpevole della serata è Licia Ventavoli, capogruppo PD a Montopoli Val D’Arno, che ha osato dire “purtroppo c’è chi muore di fame. Ricordo i reduci di guerra che venivano a scuola e raccontavano di quando mangiavano topi e bevevano urina”. Insomma, Ventavoli è scandalosa. Chissà se lo è di più o di meno di Luca Zaia, che il 26 dicembre 2018 celebrò sulla sua pagina facebook una foto di Piero De Cian che mostrava alcuni topi messi ad essiccare a Belluno durante “l’an de la fam” nella Prima Guerra Mondiale. E quindi, ohibò, la Lega si scandalizza perché una persona dice che i reduci di guerra raccontavano di mangiare topi esattamente come in Veneto (come, si immagina, nel resto d’Italia) si mangiavano topi durante la guerra. E si mangiavano i topi perché evidentemente erano finiti i gatti. Ma quindi anche Zaia è da condannare con bannerino sulla pagina facebook di questa merda social che la Lega usa per mettere alla gogna avversari politici, o per lui tutto bene?
Il business delle pubblicazioni “predatorie”: riviste chiedono più di 3mila euro per pubblicare articoli sul Coronavirus
La giungla delle pubblicazioni scientifiche a pagamento non si ferma neanche davanti alla pandemia di Covid-19. La prestigiosa rivista scientifica Nature ha pubblicato ieri lo studio condotto a Vo’ Euganeo da Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina Molecolare dell’Università di Padova, e da Ilaria Dorigatti, del Mrc Centre for Global Infectious Disease Analysis dell’Imperial College di Londra. L’indagine, intitolata “Suppression of a Sars-CoV-2 outbreak in the Italian municipality of Vo’” si è concentrata su uno dei primi focolai di Coronavirus in Italia. A garantire sulla qualità del lavoro, oltre ai curricula degli autori, è anche il prestigio di una rivista scientifica certamente tra le più famose del mondo. Nei mesi dell’esplosione della pandemia, tuttavia, le pubblicazioni scientifiche sul Covid-19 sono state numerosissime e non sempre la qualità e il valore delle ricerche veniva garantita dalle riviste su cui erano pubblicate. Anzi, esistono riviste che hanno fatto della pubblicazione degli studi scientifici a pagamento un vero e proprio business e che non si sono fermate neanche durante l’emergenza Coronavirus, arrivando a chiedere il corrispettivo in sterline di quasi 3.300 euro agli autori di studi sul Covid-19, come TPI ha potuto documentare.
Caro Nicola, qualche domanda sul Mes
Si stringe la morsa intorno al Presidente del Consiglio per l’accesso al “Mes sanitario”. Dopo il diplomatico invito della Cancelliera Merkel qualche giorno fa, arriva oggi il perentorio ‘avvertimento’ dal Segretario Nazionale del Partito Democratico: è pronto un favoloso piano di 10 punti per la rigenerazione e lo sviluppo del nostro Servizio Sanitario Nazionale, possibile, a gratis, da “risorse mai viste prima”, ma bloccato dai capricci ideologici del M5S. Nella narrazione dominante, da una parte ci sono gli anti-europeisti, gli “ancorati al passato” come scrive Nicola Zingaretti, finanche gli utili idioti accodati a Salvini e alla Meloni; dall’altra, ovviamente con il Pd, i progressisti, gli europeisti illuminati, gli uomini e le donne aperti a cogliere le “opportunità e le cose possibili da fare per il bene comune”. Caro Nicola, sarebbe utile discutere nel merito, anche su Mes. Sarebbe utile provare a farlo attraverso le risposte ad alcune semplici domande. Prima: perché nessun altro Stato accorre a ritirare il ‘regalo’ offerto dal Mes? Eppure, un significativo risparmio di spese per interessi lo maturerebbero anche Grecia, Portogallo, Spagna, Francia solo per menzionare gli Stati che avrebbero maggior convenienza.
L’estate di Matteo Salvini: un anno dopo il Papeete, com’è cambiato il Capitano (con vignetta)
Matteo non lo capiamo. Consapevolmente sta portando su di sé una croce culturale, quella della trasformazione antropologica del maschio italiano. Da ducetto di famiglia a orsacchiotto tout court. È in realtà una potente strategia comunicativa. Ha sempre avuto un fascino Teddy ma ora La bestia si muta compiutamente in peluche. Inforcati gli occhiali, tinta la barba di grigio, sta cercando sconfitte ovunque per redimere il peccato di aver scambiato l’Italia per il Papeete. L’unica cosa che non riesce a perdere è il peso. Ma indiscrezioni ci raccontano che anche questo è strategia. Basta dirette sul cibo, ultimamente ha postato solo una foto con due fichi testicoloformi in mano (li ha tagliati da solo). E ha provato una esilarante finta candid camera da divoratore di ciliegie. Con la Verdini gioca solo a racchettoni. Da capitan Confindustria è diventato semplicemente capitan Findus. Ha abbandonato l’Italexit per mancanze di porte d’uscita. Ha sempre accanto la Meloni, fa team, fa diversità, fa destra 2.0. Prima la teneva per mano, ora è lei che lo tiene per i maroni.
Lombardia: Fontana nomina commissione di saggi: “Se commessi errori, pronti a riconoscerli”
“Siamo tutti quanti pronti a riconoscere degli errori, qualora fossero stati commessi, sottolineando il fatto che ci siamo ritrovati all’interno di un cataclisma che nessuno pensava potesse verificarsi”: con queste parole il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha annunciato l’istituzione di una commissione di saggi per l’evoluzione del sistema sanitario della Regione. Il presidente, travolto nei giorni scorsi dalle polemiche per la sua presenza alla cerimonia in onore dei morti per il Coronavirus di Bergamo, ha risposto anche a Luca Fusco, presidente del comitato vittime “Noi denunceremo”: “Non ho incontrato Fusco, che non conosco, ieri. Mi sembra di aver già detto tutto quello che c’era da dire”. “Queste personalità – ha continuato Fontana a proposito della commissione di saggi – fanno riferimento a me e non incidono sulle altre commissioni che già esistono e che continueranno nel loro lavoro.
La Verità che sa di balla
Cari lettori de La Notizia, giovedì scorso abbiamo saputo che non esistete nemmeno, perché il direttore di un giornale nato alcuni anni dopo di noi ha sentenziato così, svicolando in questa maniera dalla balla di un milione di cassa integrati non pagati dall’Inps, e soprattutto dalla vergogna del ripristino dei vitalizi per gli ex senatori. Ospite della trasmissione di Del Debbio, a dire il vero ho temuto di non esistere neanch’io, perché firmo da otto anni un quotidiano che non c’è. A raccontarci questa storiella – che chiunque può facilmente smontare accedendo all’archivio dell’edicola digitale sul nostro sito web – è il fondatore di un quotidiano che si chiama La Verità, Maurizio Belpietro, che molti conoscono perché insieme ai suoi giornalisti sta da tre anni tutte le ore su tutte le reti tv, a partire da quelle Mediaset, a supportare platealmente la Lega e i partiti del Centrodestra.
Prove d’inciucio sul Mes. Berlusconi, Zingaretti e Renzi agli ordini della Merkel. No di Conte e Cinque Stelle. Patuanelli: “La nostra posizione non cambia”
Il partito del Mes bacia la pantofola alla Merkel e chiede l’attivazione immediata del Salva Stati. Ma il premier e il Movimento Cinque Stelle fanno muro, mentre Lega e Fratelli d’Italia scaricano il Cavaliere. Sui giornali, a colpi di interviste e interventi, e fuori continua il braccio di ferro tra Pd e M5S sul Mes. Sul Corriere della Sera Nicola Zingaretti scrive che non è più tempo di tergiversare: il Mes ci serve. E include un decalogo sulle direttrici su cui puntare per rafforzare il sistema sanitario. Sullo stesso quotidiano Stefano Buffagni, viceministro pentastellato al Mise, ammonisce che “il Pd dovrebbe prima spendere i soldi che i loro ministri hanno in portafoglio e che i loro presidenti di Regione hanno per la sanità e non stanno spendendo”.
CONTAGIO. Dedicato a chi non usa la mascherina: ecco le foto che dimostrano che cosa diffondi
Un medico Usa ha tossito, cantato e starnutito su piastre di coltura di batteri con e senza mascherina e i risultati sono immediati ed esplicativi, nonostante non si tratti del virus SARS-CoV-2. Mentre sembra che in alcuni contesti le mascherine siano state dimenticate e si attende lunedì la decisione della Regione Lombardia sul mantenimento dell’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto, in scadenza il 30 giugno, una “dimostrazione” empirica (ma molto efficace) del potere filtrante delle mascherine viene sui social da Richard Davis, Direttore del laboratorio di microbiologia clinica al Providence Sacred Heart Medical Center in Spokane, Washington. Il professore ha studiato un esperimento che è diventato virale. Cantare, tossire, starnutire. «Cosa fa una maschera - ha scritto Davis su Twitter -? Blocca le goccioline respiratorie provenienti dalla bocca e dalla gola. Due semplici dimostrazioni: in primo luogo, ho starnutito, cantato, parlato e tossito verso una piastra di coltura di agar con o senza mascherina. Le colonie di batteri mostrano dove sono atterrate le goccioline. Una mascherina le blocca praticamente tutte». La dimostrazione è riportata nella foto qui sotto. Ovviamente in questo caso si tratta di batteri che normalmente sono presenti nelle goccioline respiratorie delle persone (quelle grandi e pesanti) e non si tratta di virus SARS-CoV-2, ma si può vedere come una mascherina chirurgica blocca la maggior parte di droplets.
Bonus vacanze, la nuova app Io Italia: come funziona e cos’è lo Spid
È in arrivo il bonus vacanze, che aiuterà gli italiani a coprire parte delle spese fatte per le ferie trascorse in alberghi, agriturismi e bed & breakfast nell’estate 2020. Contenuto nel Decreto Rilancio, può arrivare fino a 500 euro ma solo per chi ha l’Isee sotto i 40 mila euro. Non può essere usato, però, per le vacanze prenotate con le piattaforme online come Airbnb e Booking, ma è valido solamente per i pagamenti diretti agli alberghi o ad altre strutture ricettive autorizzate, senza intermediari per la prenotazione. Come si fa a richiederlo?
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Roma, cade calcestruzzo da un cavalcavia dell’autostrada A12: chiusa la carreggiata nord, in corso verifiche ad un giunto
Sul posto sono intervenuti subito i tecnici dei vigili del fuoco e dalle prime verifiche è emerso un leggero dissesto in prossimità di un giunto. La carreggiata nord dell’autostrada A12 è stata chiusa questa mattina dopo che alcune parti di calcestruzzo del cavalcavia di via Poggio Bellavista a Santa Marinella, vicino a Roma, si sono staccate finendo sulle corsie. Sul posto sono intervenuti subito i tecnici dei vigili del fuoco e dalle prime verifiche è emerso un leggero dissesto in prossimità di un giunto. Per questo, in attesa di più approfonditi esami, anche strumentali da parte del gestore, si è deciso di disporre la chiusura della carreggiata direzione nord al chilometro 48,60. Il traffico è regolato a senso unico alternato sull’altra carreggiata. Il cavalcavia, secondo quanto si apprende, non è gestito dalla concessionaria della Roma-Genova ma da Anas, che ha assicurato un intervento per il ripristino dell’infrastruttura entro mercoledì prossimo.
Non si può andare a scuola con il raffreddore: come funziona la regola dei tre giorni
Si deve stare a casa se si ha più di 37.5 di febbre o una «sintomatologia respiratoria». Fuor di linguaggio tecnico: non si può andare a scuola se si ha la tosse o il raffreddore. Tra le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico per la scuola c’è anche la regola dei tre giorni per il raffreddore: in aula si starà con la mascherina ma a fine agosto si valuterà un alleggerimento con l’abolizione per le elementari, mentre per i banchi vale la regola delle rime buccali: Nelle linee guida sono contenute le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile, che sulla questione delle condizioni di salute per andare a scuola, sono molto chiare: non solo bisogna non aver incontrato persone positive al Covid nei 14 giorni precedenti né essere stati in isolamento. Si deve stare a casa se si ha più di 37.5 di febbre o una «sintomatologia respiratoria». Fuor di linguaggio tecnico: non si può andare a scuola se si ha la tosse o il raffreddore. Non solo, nel caso l’alunno abbia avuto questi sintomi deve restare a casa per tre giorni. È vero che le scuole potranno avvalersi di un medico per tutte le emergenze, ma queste riguardano più i casi di contagio che non le normali influenze o infiammazioni della gola che affliggono i bambini specialmente durante l’inverno. Chi controllerà allora?
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Altro che lockdown: durante il Covid Europa inondata di droga, traffici raddoppiati. Tutti i numeri e le rotte
COVID E COCAINA: INCHIESTA A PUNTATE, PRIMA PARTE. La crisi economica provocata dal Coronavirus non tocca il mercato della droga. Anzi, durante il lockdown i traffici dall'America Latina verso l'Europa sono sensibilmente aumentati. Le nuove rotte, i numeri, le voci dell'Europol e dei magistrati che combattono i narcotrafficanti: così, durante la pandemia, la cocaina arrivava nei nostri porti. Caravelle ricche di oro bianco in arrivo dal Nuovo Mondo. Durante il lockdown, le rotte marittime commerciali e le aree portuali europee non sono mai state chiuse, allo scopo di garantire l’approvvigionamento alimentare degli Stati membri. All’interno di alcune “caravelle” – altro non sono che mastodontiche navi cargo – sono stati trasportati ingenti quantitativi di cocaina stipati in quei containers corrosi e sbiaditi dalla salsedine dell’oceano Atlantico. Le forze di polizia europee sono sempre state pronte a dare battaglia, mettendo a segno numerosi sequestri a danno di alcune grosse spedizioni in arrivo da oltre oceano, ma in generale gli arrivi dall’America Latina non sono mai diminuiti. Anzi, la criminalità organizzata internazionale sembra aver scelto il lockdown e le settimane immediatamente precedenti, per realizzare consistenti operazioni di traffico via mare.
Il blackout del sito dell’Inps durante il click day del 1° aprile fu causato da un massiccio attacco hacker. Ora qualcuno dovrebbe chiedere scusa a Tridico
Il sito dell’Inps, in occasione del click day del 1° aprile per il bonus da 600 euro, non andò in tilt a causa di un problema tecnico nella rete informatica dell’Istituto di previdenza diretto da Pasquale Tridico, bensì per un massiccio attacco hacker. La circostanza si verificò nell’ambito delle “campagne Ddos”, che consistono nel “provocare la paralisi di un servizio web, reso non più operativo attraverso richieste (interazioni) massive indirizzate ad uno specifico server”. Dunque il blackout del sito dell’Inps, secondo quanto è contenuto nel Report 2 dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sui rischi di infiltrazione nell’Economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, fu una di queste azioni. “Le specifiche evidenze acquisite – si legge nel report – infatti, hanno consentito di ricollegare a tale tipologia di attacco ai sistemi, le difficoltà di accesso, al sito dell’istituto, registrate durante il cosiddetto click day dello scorso 1 aprile, difficoltà che, in una prima fase, hanno ostacolato il perfezionamento della procedura necessaria all’erogazione dei benefici economici accordati dal governo per il sostegno del reddito dei lavoratori autonomi e subordinati”.
Per Conte la verità sulle stragi è una priorità. “Non devono esserci più veli a coprire le pagine più tragiche della nostra storia”
L'Esecutivo vuole fare chiarezza su quanto accadde nel cielo di Ustica il 27 giugno 1980 ma anche su tutte le altre pagine buie che hanno segnato la storia della Repubblica. Al lavoro su una nuova direttiva che consenta di allargare il perimetro delle desecretazioni. “La strage di Ustica, che 40 anni fa costò la vita a 81 persone, è una delle ferite più profonde nella storia del nostro Paese. L’impegno del Governo e delle istituzioni nella ricerca della verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia”. E’ quanto ha scritto su Facebook il premier, Giuseppe Conte, a proposito delle celebrazioni di ieri per il quarantennale della strage di Ustica (27 giugno 1980, 81 morti).
La foto di Salvini in treno senza mascherina e sul posto vietato: polemica
“In viaggio verso la splendida terra di Puglia, il treno va e leggo un po’ di vostri commenti e messaggi”: un post di Matteo Salvini su Facebook è stato bersagliato dal popolo dei social perché il leader della Lega si è fatto immortalare senza mascherina e su un posto vietato per evitare il diffondersi del Coronavirus. In poche ore, il post si è riempito di migliaia di commenti che attaccavano il segretario del Carroccio, nelle scorse settimane già finito nella bufera per aver violato più e più volte le regole sul distanziamento sociale.
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Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna: la risalita dell’indice di contagio e le tre regioni sopra l’1
Non ancora nel conteggio i focolai di Mondragone e Bologna. Un centinaio i focolai nella settimana presa in considerazione per il calcolo dell’RT. Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno attualmente un indice di contagio superiore a 1 mentre la Toscana è a 0,96. Il monitoraggio settimanale della cabina di regia di ministero alla Salute e Istituto superiore di sanità spiega che bisogna fare molta attenzione: «La presenza di focolai, anche di una certa rilevanza numerica, mostra come il virus continui ad essere in grado, nelle attuali condizioni, di trasmettersi in modo efficace. Questo conferma che l’epidemia non è affatto conclusa in Italia», scrivono i tecnici guidati dal presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro. Spiega La Repubblica:
Parole che si riferiscono alla settimana dal 15 al 21 giugno, quindi non tengono conto di due importanti focolai scoperti successivamente, proprio in questi giorni. Quello di Mondragone e quello della Bartolini di Bologna. Tra lavoratori di questa azienda e loro familiari, l’Ausl ieri è arrivato a contare 95 persone positive (contro le 64 di giovedì), per la gran parte asintomatiche.
Gallera dorma pure sonni tranquilli, noi lombardi un po’ meno
Nei finanziamenti alla campagna elettorale dell'assessore regionale al Welfare da parte di esponenti della sanità privata non c'è nulla di irregolare. Semmai bisognerebbe discutere delle norme sulle erogazioni liberali. E soprattutto di come risolvere i problemi evidenziati dal sistema sanitario.
Caro Gallera, dormi sonni tranquilli. Ricambio volentieri l’ormai celebre carineria che un mese fa l’assessore lombardo al Welfare ha riservato a noi di TPI e all’eurodeputato del PD Pierfrancesco Majorino, nel maldestro tentativo di mettere una pezza all’altrettanto celebre gaffe dei due infetti che, a suo dire, sarebbero stati necessari per contagiarlo. Quella volta l’aveva sparata davvero grossa e a dirlo non sono io, che sono reo di aver scritto a quattro mani con Majorino l’instant book “La resa” sul tracollo del sistema lombardo di fronte alla pandemia, ma l’immunologa Antonella Viola.
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Terrorismo su Inps e pandemia
Ci sono molti modi di fare terrorismo. Conosciamo bene quello politico e religioso, mentre la novità è quello sanitario, di gran moda nel crescente numero di scettici sul Covid. Non avevamo idea però di arrivare al terrorismo assistenziale. A tirare le bombe sono da settimane alcuni giornali, immancabilmente rilanciati nei talk show televisivi, quasi tutti ormai orientati contro il Governo. A fronte della pandemia – si sostiene – il bazooka promesso dal premier Conte sta sparando a salve, e la prova regina sono un milione di poveri cassa integrati che aspettano ancora i soldi di marzo. Una balla sesquipedale, perché l’Inps ha pagato quasi tutte le posizioni dovute anche per aprile e maggio (non si arriverebbe a 25mila casi, comunque da sanare con urgenza), mentre solo per giugno i lavoratori in attesa sono meno di 150mila, e tutti legati a quattro casi particolari: i piccoli imprenditori iscritti al Fondo Artigiani e ai Fondi bilaterali (che hanno appena ricevuto un miliardo per saldare tutto), i dipendenti delle aziende plurilocalizzate (cioè con più sedi sparse nel Paese) e poche categorie in deroga, che hanno scontato l’iniziale ritardo delle Regioni, oggi peraltro in gran parte recuperato.
Salvini provoca M5s: lancia l'opa sui senatori e lo sbandiera
Timori nella maggioranza per i numeri del Senato sempre più risicati. Si assottigliano i numeri in Senato. Le parole di Matteo Salvini, che suonano come una prova di forza, fanno saltare i nervi ai 5Stelle. Che ci sia un’opa ostile leghista verso il Movimento 5 Stelle è cosa nota ma sbandierarlo così è un’altra cosa: “Nei prossimi giorni nella Lega ci saranno diversi ingressi di persone specchiate, che porteranno il loro valore aggiunto, arriveranno dai 5 Stelle ma non solo”, annuncia l’ex ministro. Circolano diversi nomi e cresce nella maggioranza la paura in vista del voto sul Meccanismo europeo di stabilità. Potrebbe essere quello il momento dello strappo, della mini scissione grillina di cui si parla con sempre più insistenza soprattutto nei corridoi del Senato. Inizia così un botta e risposta al vetriolo tra il capo delegazione M5s Alfonso Bonafede e il leader leghista.
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- Scuola, lockdown mai finito per famiglie con disabili: “Costretti a fare caregiver e insegnanti di sostegno”. “Classi interrotte a febbraio e ora il rientro fa paura”
- Mondragone, Bartolini, Val Seriana: tra profitto e salute indovinate chi vince col Covid
- Le regole per il ritorno a scuola dal 14 settembre
- Perché questa fase di impasse rischia di logorare più Salvini e Meloni che la maggioranza giallorossa
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