Salvini si consola al Papeete dopo l’ok al processo del Senato. E tira in ballo Conte: “Era d’accordo”. Ma lui stesso disse di no.
"Tranquillo" ma "un po' incazzato", "non dell'umore giusto" ma "felice". Il segretario della Lega dopo il voto sulla Open Arms si tira su con un bagno sulla spiaggia da cui iniziò la crisi del Conte I e la discesa dei consensi leghisti. Nel merito ripete che "il premier era d'accordo" sul blocco per 20 giorni. Ma in un video diceva il contrario. Alla proclamazione del risultato della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati non ha assistito. E’ partito subito verso il posto che non gli ha portato grande fortuna: il Papeete Beach, dove la scorsa estate iniziò la crisi di governo e dove, soprattutto, la sua curva (di consensi) ha cominciato a scendere fino a perdere almeno una decina di punti. Si è consolato con un bagno in mare a Milano Marittima il segretario della Lega Matteo Salvini, dopo che i suoi colleghi senatori a maggioranza hanno dato il via libera al processo per sequestro di persona. “Scusate – ha detto ai fotografi, finito il bagno con il figlio – Questo non è il momento delle foto né delle dichiarazioni, non sono dell’umore giusto”. E allora in un’intervista a 7 Gold gliel’hanno chiesto di questo umore, perché il Corriere della Sera ci titola pure, “l’umore nero”. Ma lui in 12 ore cambia idea: “Io sono con mio figlio e quindi son felice.
“Quando c’era lui i treni arrivavano in orario”, tutte le bufale sul fascismo smentite una per una.
La dittatura sanitaria e altre bugie
Con la credibilità di chi prima voleva tutto aperto, poi tutto chiuso, adesso tutti in giro senza mascherina perché il Covid è finito, ma a patto che non si tratti di migranti perché spargono il Covid (ma non era finito?), ieri Matteo Salvini ha fatto in Senato un altro show, dopo il delirante convegno negazionista del giorno prima con Sgarbi e il già pentito Bocelli. Prolungare di due mesi e mezzo lo stato d’emergenza, giusto il tempo di non mandare in malora i provvedimenti urgenti presi nei mesi scorsi e vedere se riparte l’altra temutissima ondata del virus, è per il capo del Carroccio la prova della deriva liberticida imposta dall’attuale Governo. Saremmo davvero finiti, insomma, in una dittatura sanitaria, con Conte novello Pinochet e i diritti fondamentali sospesi, anche se il caudillo cileno non risulta che coinvolgesse regolarmente il Parlamento in ogni suo atto.
Altro che esodo di massa di migranti, la Tunisia non è come l’Albania del 1991
Le partenze sono in aumento, ma è sbagliato dire che il paese è al collasso. Chi sono i migranti che partono dalla Tunisia e cosa può fare l'Italia (che per ora sta sbagliando tutto). Stando a quanto riportato da certa stampa, al Viminale c’è chi pensa al momento dalla Tunisia vi sia “il rischio di un esodo tale da ricordare quello dall’Albania del 1991, un problema serissimo da affrontare”. Un paragone storico cosi fuorviante ed un’esagerazione del genere non fa onore, non solo a chi l’ha eventualmente pronunciata, ma anche solo pensata. Che la Tunisia stia affrontando un crinale molto complicato della sua storia recente è innegabile. Che nelle ultime settimane si sia registrato un incremento sostanziale delle partenze – con un’evoluzione problematica della logistica di tali partenze – in particolar modo dalle aree intorno a Zarzis, Sfax, Sousse e Nabeul e dalle isole Kerkenna lo è altrettanto. Che la Tunisia sia sull’orlo del collasso politico-economico sistemico che ha conosciuto l’Albania all’inizio degli anni Novanta, e che ha causato un’ ondata migratoria senza precedenti, quello è invece un tentativo alquanto maldestro di securitizzare ulteriormente una questione che dovrebbe essere invece gestita politicamente, e compresa nelle sue sfaccettature. Che sono molto più variegate di quanto gli italiani pensino.
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Zaia dice ai negazionisti che di Coronavirus si muore ma di Salvini senza mascherina non parla
Oggi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del robot ‘Da Vinci Xi’ all’ospedale di Schiavonia. Zaia si è rivolto ai negazionisti del coronavirus in uno dei centri medici che sono stati più provati dall’epidemia di Covid-19 in Veneto: “Lo dico per i negazionisti: noi qui abbiamo visto i malati e abbiamo visto la gente morire”. Il governatore del Veneto ha parlato ai medici e agli amministrativi presenti, ribadendo come la Regione abbia saputo affrontare con grande professionalità la battaglia alla pandemia. “Il Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia si conferma un ospedale strategicamente importante della rete ospedaliera veneta, capace di dare risposte sempre più qualificate ai cittadini della Bassa Padovana”.
Avanti col Reddito di cittadinanza. Pure la Corte dei Conti promuove la riforma del Movimento: per i magistrati contabili il sussidio ha contribuito ad arginare la povertà
Promosso a pieni voti. Checché ne dicano i più intransigenti detrattori. A cominciare da quelli del Centrodestra. Perché come rilevano i Cinque Stelle, “anche la Corte dei conti, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha di recente evidenziato l’enorme contributo del Reddito di cittadinanza nell’arginare la condizione di povertà di oltre 1,2 milioni di famiglie”. Un verdetto che, secondo il Blog delle Stelle, fa giustizia “delle menzogne delle opposizioni e, in particolare, di Giorgia Meloni. La deputata, famosa per il vizietto di assentarsi dai lavori parlamentari, si è permessa di dire che il reddito di cittadinanza equivale a ‘strapagare le persone per stare a casa senza fare nulla’…”. Parole, prosegue il post, “profondamente irrispettose verso 2,8 milioni di persone che grazie a questo strumento di sostegno possono permettersi oggi di fare la spesa e sono uscite da una condizione di povertà”. Ma non è tutto. “Il pronunciamento della Corte dei conti è solo l’ultima conferma dell’efficacia della nostra misura: già l’Istat aveva registrato nel 2019 una diminuzione della povertà assoluta, a partire dall’introduzione del reddito di cittadinanza, per oltre un milione di famiglie che hanno sperimentato un aumento della capacità di spendere, con effetti positivi anche sull’economia e sulla ripresa dei consumi”.
Emilio Mola: il 31 gennaio nessuno protestò come ora sullo Stato d’Emergenza, eppure la situazione era molto meno grave
Curioso se ci pensate no? Voi li ricordate i titoli allarmati dei giornali italiani quando il 31 gennaio scorso Conte dichiarò lo Stato d’Emergenza? Non li ricordate? E ricordate almeno Salvini e Meloni denunciare in quei giorni il Colpo di Stato di Conte che instaurava la dittatura? Niente? Non ricordate nulla di tutto questo? Già. Perché nulla del genere accadde. Semplicemente a nessuno venne in mente l’idea idiota di scandalizzarsi per quella dichiarazione dello Stato d’Emergenza, che infatti sembrò a tutti una scelta precauzionale giusta. Mentre oggi un insopportabile abuso di potere. Qualcuno dirà: sì ma allora l'emergenza c'era, oggi no. E allora rinfreschiamoci la memoria. Perché allora, in Italia, non c’era un solo caso di coronavirus. A parte due turisti cinesi l’Italia non aveva mezzo contagiato. Nessun ricoverato. Nessun morto. Nessuno in terapia intensiva. Insomma: nessuna emergenza. Non solo: il coronavirus non c’era nemmeno in Europa o in America, confinato com’era dall’altra parte del globo: ovvero in Cina, Giappone e Corea del Sud. Eppure a nessuno venne in mente di gridare allo scandalo per la dichiarazione dello Stato d’Emergenza.
Un comitato scientifico da paura: Salvini, Sgarbi e Bocelli
Se vi hanno appassionato le giravolte dei virologi, il nuovo comitato tecnico scientifico presieduto da Salvini, Sgarbi e Bocelli vi entusiasmerà ancora di più. I luminari, notoriamente esperti di virus e pestilenze, ieri ci hanno informato che ancora oggi milioni di persone fanno finta di contagiarsi nel mondo, perché prendersi il Covid deve essere diventato di moda, giusto perché – signora mia – cosa ci raccontiamo dopo mesi chiusi in casa a guardare la tv e a credere a quei burloni dei telegiornali? È chiaro che solo menti eccelse come quella del segretario leghista potevano scoprire che la pandemia è stata tutta una macchinazione di Conte, il premier che per restare in sella ci obbliga alla prudenza, con la complicità di tutti gli altri governanti del pianeta, che pure loro fingono di avere in casa migliaia di morti solo per rendere credibile la sceneggiata di Giuseppi.
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Marco Travaglio: Il Protocazzaro
E niente, non si riesce a stargli dietro. Questo Fontana è un’iradiddio: spara più balle delle macchinette automatiche lanciapalle con cui si allenano i tennisti. Di questo passo il record del Cazzaro è in serio pericolo. Riavvolgiamo il nastro. A mia insaputa. “Non sapevo nulla della procedura e non sono intervenuto in alcun modo” (8.6). Falso. Il suo assessore Raffaele Cattaneo dichiara a verbale di aver informato Fontana della fornitura di 75mila camici per 513mila euro affidata dalla regionale Aria Spa alla Dama Spa (l’azienda di suo cognato e di sua moglie, Andrea e Roberta Dini) fin da subito, cioè dal 16 aprile. E lui intervenne per trasformare il contratto oneroso in donazione solo il 20 maggio, quando Report aveva scoperto tutto. Date ballerine. “Solo il 12 maggio sono stato informato che la fornitura di camici da Dama era a titolo oneroso” (in Consiglio Regionale, 27.7). Falso: oltre alla smentita del suo assessore, c’è quella dell’ex ad di Aria Spa, Filippo Bongiovanni: “Comunicai la fornitura di Dama alla segreteria di Fontana il 10 maggio”.
Re Mida al contrario: il Capitano ormai è peggio di Medusa. Chi segue Salvini resta pietrificato: da Bocelli e Cassese al crollo della Lega nei sondaggi
Matteo Salvini dalla mitica svolta del Papeete di Milano Marittima non ne ha azzeccata più una. Giusto un anno fa aveva in mano l’Italia e con i sondaggi ai massimi storici aveva cominciato ad avere apparizioni mariane, tipo quella del “datemi pieni poteri”. Ora ha perso tutto. Matteo Salvini dalla mitica svolta del Papeete di Milano Marittima non ne ha azzeccata più una. Giusto un anno fa aveva in mano l’Italia e con i sondaggi ai massimi storici aveva cominciato ad avere apparizioni mariane, tipo quella del “datemi pieni poteri”. Ora ha perso tutto, a breve infatti perderà anche le commissioni parlamentari.
Camici e scudo fiscale: Fontana dica la verità, una volta per tutte. O rischia di inguaiarsi ancora di più
È un harakiri istituzionale leghista, in presa diretta, che merita di essere studiato, quello a cui stiamo assistendo. Se c’è un aspetto davvero singolare nella vicenda dei camici della Regione Lombardia, e nella strategia comunicativa del presidente Attilio Fontana, infatti, è questo: più il presidente parla, e più si mette nei guai. Se avesse ammesso, come appare in maniera sempre più evidente, che quella della società di suo cognato era una fornitura, che avveniva in deroga a ogni disposizione deontologica sul conflitto di interessi, se avesse spiegato che questa deroga avveniva per via dell’emergenza che colpiva le aziende sanitarie lombarde (e se avesse dimostrato che veniva rispettata la quotazione di mercato), probabilmente Fontana avrebbe avuto molti meno guai rispetto ad oggi, per via di tutte le contraddizioni in cui è caduto – senza volerlo – per negare che quella fattura fosse stata effettivamente emessa. Non solo: dopo che tutta la sua strategia difensiva era stata fondata sulla negazione della fornitura, e a sostegno della teoria secondo cui i camici erano “una donazione benefica”, dopo aver negato di essere a conoscenza della transazione (invece è provato che fosse informato), i fatti emersi nelle ultime ore mandano completamente in tilt la linea del governatore della Lombardia.
Salvini dice che vuole andare a processo a testa alta: ma allora perché poi ogni volta scappa?
A parole adora fare lo sbruffone probabilmente perché ritiene che così la sua audience sia più felice. Il dato di fatto però è che Salvini poi alla prova dei fatti tende a fuggire dai processi. “Ringrazio chi mi manda a processo, perché mi fa un regalo: ci vado a testa alta e con la schiena dritta”: anche oggi durante il suo intervento in Senato il segretario della Lega Matteo Salvini è tornato a dire che non vede l’ora di andare a processo per Open Arms. Lo fa abitualmente perché a parole adora fare lo sbruffone probabilmente perché ritiene che così la sua audience sia più felice. Il dato di fatto però è che Salvini poi alla prova dei fatti tende a fuggire dai processi. Salvini dice che vuole andare a processo a testa alta. Ma allora perché poi ogni volta scappa? Ad esempio ad aprile si è lamentato che il suo processo per il caso Gregoretti ricominciasse il 4 luglio, sostenendo che ci fossero ragioni politiche dietro la fissazione del calendario d’Aula. Non esattamente la polemica di chi non vede l’ora di andare a processo. In ogni caso il processo è stato ulteriormente procrastinato a ottobre.
Premio Nobel Krugman sul NYT: «Non possiamo fare altro che guardare con invidia al successo dell’Italia nel contenimento del coronavirus»
«Perché gli Stati Uniti di Donald Trump non possono essere come l’Italia nella gestione della pandemia di coronavirus?». Se lo è chiesto l’editorialista del New York Times e premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, secondo il quale il confronto con il modello italiano «fa vergognare» gli Stati Uniti. «Gli ospedali erano sovraffollati; il conto iniziale delle vittime era terribile. Tuttavia, la curva ha raggiunto un picco dopo poche settimane e ha poi iniziato un ripido declino. La Casa Bianca sembrava ritenere che gli Stati Uniti avrebbero seguito un simile percorso». «A questo punto, non possiamo fare altro che guardare con invidia al successo dell’Italia nel contenimento del coronavirus: i ristoranti e i bar sono aperti, anche se con delle restrizioni; la vita è tornata in buona parte alla normalità e il tasso di mortalità dell’Italia è attualmente meno di un decimo di quello degli Stati Uniti. In media, in base ai dati recenti, per Covid-19 muoiono oltre 800 statunitensi e circa una decina di italiani ogni giorno». “Sebbene Donald Trump continui a vantarsi del fatto che la nostra risposta al coronavirus è stata la migliore del mondo, e sebbene alcuni sostenitori ci credano anche, io credo che molta gente sia perfettamente consapevole che la nostra gestione della pandemia è stata tragicamente più scarsa di quella, per esempio, della Germania.
"Salvini un cazzaro dozzinale". L'attacco di Dibba sul caso camici, citando Almirante
L'esponente M5S contro il leader leghista per la sua difesa di Fontana. "Giorgio Almirante, politico ammirato da molti sostenitori di Salvini, diceva: ‘Un ladro va messo in galera. Se il ladro è uno dei nostri deve avere l’ergastolo’”. Alessandro Di Battista attacca il leader della Lega Matteo Salvini dopo le dichiarazioni dell’ex ministro sull’inchiesta camici in Lombardia. ”‘Siamo stufi di queste indagini ad orologeria’. Così Salvini - uno degli uomini più banali, politicamente vili e conformisti d’Italia - ha appena commentato l’inchiesta che coinvolge il leghista Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia. L’inchiesta riguarda un appalto assegnato proprio da Regione Lombardia ad una società che produce camici e che appartiene al cognato di Fontana (la moglie di Fontana detiene il 10% della stessa società).
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Tutti i guai di Salvini: le indagini sulla Lega
Non solo Fontana: mentre la bomba del Sistema Lombardia rischia di scoppiare in mano alla Lega, costretta oggi, dopo aver preteso liste pulite e al di là di ogni sospetto in luoghi come la Campania, a difendere un governatore che ha avuto un ruolo nella storia dei camici ben al di là rispetto a quello che ha detto all’opinione pubblica, cominciano a diventare molte le inchieste sul Carroccio e tutte puntano al centro di potere più importante di Matteo Salvini: la Lombardia. Tutti i guai di Salvini: le indagini sulla Lega. Se all’inizio della storia dei 49 milioni il Capitano poteva gettare la croce addosso a Umberto Bossi e alla “vecchia” Lega, oggi la partita si gioca su tavoli a cui Salvini non può dirsi estraneo, anche se ci prova. Il Fatto ricorda oggi che mentre l’accordo con lo Stato prevede un pagamento dilazionato in 76 anni, con rate da 600 mila euro, prosegue la ricerca del “tesoro” padano: il secondo fascicolo è tuttora aperto con l’ipotesi di riciclaggio (il primo indagato è l’assessore lombardo Stefano Bruno Galli).
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Il Consiglio UE ha richiamato l’Italia per le disparità uomo-donna.
Il Consiglio UE ha richiamato l’Italia per le disparità uomo-donna.
Gli uomini hanno dovuto fare una legge per far dare un voto alle donne.
Ma le donne elettrici, che sono la maggioranza, NON VOTANO LE DONNE, noi che possiamo farci?
Forse le DONNE non si fidano delle DONNE IN POLITICA?
Partiti, Confindustria e giornaloni. Il grande assalto alla diligenza dei fondi europei. Ma Conte resiste
I miliardi del Recovery Fund non sono ancora arrivati ma è già partito l’assalto alla diligenza. Vecchi partiti e Confindustria con i soliti giornaloni al seguito guidano la carica e invocano l’attivazione immediata del Mes. Ma Conte e i 5 Stelle resistono. Un asse trasversale che va dal Pd a Forza Italia passando per Renzi e Bonino. I fan del Mes a tutti i costi non si rassegnano. Non si sono mai rassegnati, anzi ne sono ossessionati. Che la disputa sul Salva Stati sia ampiamente di carattere politico ed ideologico lo testimonia il fatto che, mentre si stavano per concludere un difficile – e storico – negoziato per l’approvazione del Next Generation Eu a Bruxelles, il segretario dem Nicola Zingaretti lunedì sera se ne usciva intervenendo a In Onda su La7 con “Io i soldi del Mes li prenderei. Deciderà il governo ma ci converrebbe prenderli. È veramente una cosa importante” riaccendendo i riflettori su uno strumento che di fatto, con i miliardi in arrivo dal Recovery avrebbe dovuto essere archiviato.
Così la Lega vuole aiutare i poveri proprietari di seconde case
In vista del voto sullo scostamento del bilancio il Carroccio rilascia una nota in cui chiede di impegnare l’intero ammontare in tagli di tasse. Dopo aver detto per mesi che erano importanti la scuola, la cassa integrazione e l’occupazione. Non sono meravigliosi? Il governo ha intenzione di portare la prossima settimana in Aula il voto sullo scostamento di bilancio per un ammontare totale di 25 miliardi che servirà, nelle intenzioni dell’esecutivo, a portare incentivi sotto forma di taglio dei contributi per chi riporterà i dipendenti al lavoro dalla Cig o per chi farà nuove assunzioni, per la ripartenza in sicurezza della scuola, per dare ossigeno a Comuni e Regioni con le casse vuote per l’emergenza, e per ridurre il peso delle tasse di marzo, aprile e maggio rinviate al momento a settembre.
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Manca Totò alla tavola dei Fondi Ue
La pappa non è ancora arrivata ma un sacco di gente si è già seduta a tavola. E vista la fame di questi tempi, il finale di Miseria e nobiltà, con Totò che si infila in tasca gli spaghetti, sarà nulla a confronto. Parliamo del Recovery Fund, la montagna di miliardi che il premier Giuseppe Conte si è sudato in una delle trattative europee più faticose di sempre. A sentire Salvini si tratta di soldi del Monopoli, ma al segretario leghista non crede più neppure lui stesso, e dunque figuriamoci la solita folla di capitalisti “de noantri”, boiardi, prenditori, Confindustrie varie, persino i partiti e le manine che fanno e disfano nei ministeri. Il Pd, per dire, ha appena proposto una Commissione parlamentare per metter becco sui quattrini, mentre in una Roma semi deserta per il caldo e la paura del Covid si assembrano aspiranti componenti di task force ed esperti nella spesa (tanto quelli capaci di farci guadagnare si trovano quanto gli idraulici a ferragosto). Per mettersi in vista, c’è da scommetterci, questi pavoni faranno a gara nell’esporre le loro piume in lunghe articolesse sui giornali, incuranti del fatto che su quelle stesse colonne fino a pochi giorni fa si diceva peste e corna del capo del Governo e delle sue possibilità di spuntarla al tavolo negoziale con l’Europa.
No al Governissimo dei Potentati. La malattia morale e politica di chi invoca il ritorno di Berlusconi
Il “passato che non trapassa” è sempre sintomo di un male oscuro. In qualche misura di perdita della speranza da parte del popolo che ne è affetto. Per questo la notizia del ritorno in gioco – anzi, dovremmo dire del “richiamo in gioco” – di Silvio Berlusconi, non da parte dei suoi soliti amici ma di alcuni suoi “vecchi nemici” come Romano Prodi e Carlo De Benedetti o di esponenti di quel mondo dell’informazione che dovrebbe vigilare sul buon costume nella vita pubblica, è un pessimo segnale. Foriero di guai. Parla di una grave malattia morale degli uomini che se ne fanno promotori. E di una diffusa malattia politica della società che l’accetta passivamente, come si accetta una carestia. Una classe dirigente di cinici e un popolo di smemorati non offrono di sé una bella immagine, in un mondo che già guarda a noi con diffidenza e poco rispetto. Silvio Berlusconi è, senza dubbio, una parte della nostra storia. Una delle peggiori, in un’autobiografia della nazione piena di ombre. Le sue vicende giudiziarie parlano da sole: una catena di reati già gravi in sé, ma imperdonabili per chi fa politica, come la frode fiscale, il falso in bilancio, l’appropriazione indebita, la corruzione di testimoni e di parlamentari, contestati dalle procure di mezz’Italia, in molti casi giunti a processo e a sentenza di primo o secondo grado, spesso prescritti o decaduti per la modifica delle norme da parte dei governi da lui presieduti. In alcuni casi con i processi ancora in corso. Uno, infine, il cosiddetto “Processo Mediaset”, concluso con condanna definitiva a quattro anni per (appunto!) “frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita”.
Attilio Fontana indagato per i camici e la storia del conto in Svizzera e del bonifico bloccato
Con parte dei soldi di un proprio conto in Svizzera, sul quale nel 2015 aveva fatto uno «scudo fiscale» per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due «trust» alle Bahamas, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana il 19 maggio cercò di fare un curioso bonifico per chiudere la storia dei camici. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana è indagato nella vicenda della fornitura di camici da parte di Dama S.P.A., società di proprietà del cognato Andrea Dini e della moglie Roberta. L’ipotesi di reato è frode in pubbliche forniture sui camici sanitari prima acquistati per 513 mila euro e poi donati dalla società del cognato. E c’è di più: scrive oggi il Corriere della Sera che da un conto in Svizzera dove nel 2015 aveva «scudato» 5 milioni Fontana il 19 maggio cercò di fare un bonifico di 250 mila euro al cognato. Ma la fiduciaria lo bloccò e segnalò a Bankitalia l’operazione sospetta.
Tra i partiti tira aria di inciucio per metter mano ai soldi Ue. Dal Cav a Renzi si chiede di coinvolgere il Parlamento per commissariare Palazzo Chigi
Ad aprire le danze con le recriminazioni, Matteo Renzi ovviamente. Forte del risultato portato a casa dopo i difficili negoziati a Bruxelles, Giuseppe Conte è più che mai deciso a dar vita nel più breve tempo possibile ad una sorta di task force – anche se il modello non sarà quello alla Colao, per intenderci ma quello di “Strategia Italia” – che dovrà decidere come ripartire i 209 miliardi garantiti dal Recovery fund attraverso l’elaborazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza da presentare alla Commissione Ue entro ottobre. Come anticipato dal premier stesso subito dopo la conclusione del Consiglio europeo, vi sarà una cabina composta dai ministri e probabilmente anche da rappresentanti di Comuni e Regioni che avrà si occuperà delle scelte e delle priorità di spesa mentre un organismo tecnico-amministrativo avrà il compito di attuare e redigere i progetti.
Quando il governo con la Lega firmò il regolamento sul diritto all'asilo che oggi la Lega contesta
Renzi risponde a Maroni ricordando chi ha firmato il regolamento di Dublino II, che decide oggi sui richiedenti asilo e il paese di arrivo. E poi ci sarebbe anche quella questioncella dei campi nomadi a Roma… I governatori del Nord protestano per la questione immigrati? “Qualcuno di loro era al governo e scrisse regole che non stanno funzionando”, ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi incontrando la stampa a margine dei lavori del G7. Un riferimento, quello del premier, all’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni. “L’Italia ha scelto una strategia che ha portato agli accordi di Dublino che non funzionano perché lasciano l’Italia da sola. Mi piacerebbe che tutti riconoscessero che il problema dell’immigrazione e’ una sfida di tutto il Paese e cercassero di aiutare a risolvere il problema invece di lucrare mezzo voto”, ha concluso Renzi. A cosa si sta riferendo Renzi? Per capirlo bisogna tornare alle tre versioni del Regolamento di Dublino (I, II e III).
Le Sardine pubblicano la foto di Salvini con Lubamba e attaccano: «Uomo capace di cambiare idea ogni giorno pur di accrescere il consenso»
Affondo delle Sardine contro il leader della Lega Matteo Salvini. In un post sulla propria pagina Facebook, il movimento ha condiviso una vecchia foto che mostra Salvini con una maglietta con scritto ‘Padania is not Italy’ abbracciato a Sylvie Lubamba. Nel testo corredato alla foto si legge:
I 600 focolai di Coronavirus in Italia
Dall’ultimo report di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute emergono infatti i primi scricchiolii in otto regioni. Abruzzo, Friuli, Puglia e Umbria hanno segnalato un’allerta nella capacità di reazione dei servizi sanitari territoriali a qualche emergenza. Ci sono oltre 600 focolai di SARS-COV-2 oggi in Italia mentre i contagi tornano sopra quota 300 (non accadeva da giugno) nell’ultimo report della Protezione Civile su COVID-19 in Italia. Non solo: spiega oggi La Stampa che tra movide selvagge, happy hour e assembramenti, i contagi hanno cominciato a trasmettersi alla fascia più giovane della popolazione. E i numeri dell’Iss lo confermano: a inizio epidemia l’età media era di 61 anni, ora è scesa a 43. Numero che cela sempre più giovani asintomatici, ragazzi che prima o poi trasmettono il virus a genitori e nonni..
Recovery festival delle bugie
Non ne azzeccano una neanche per sbaglio, ma più sono smentiti dai fatti più girovagano per le tv a confondere le acque su quello che è appena successo in Europa. La quasi totalità dei giornalisti fissi nei talk show anziché chiedere scusa per aver sballato tutte le previsioni sul Recovery Fund, da ieri ci spiegano che quella di Conte è stata una vittoria di Pirro, se non addirittura una fregatura. Ora se portare a casa 209 miliardi, per quanto divisi in prestiti e contributi a fondo perduto, è una fregatura, speriamo che il Signore ce ne rifili altri di questi raggiri. Tuttavia il racconto prevalente, certificato dai giudizi a senso unico ora di un leghista, dopo da un direttore a caso della Triplice del buon umore – Libero, Il Giornale e La Verità – e infine da un Calenda qualunque, è che l’Italia al tavolo europeo ha perso perché Conte non conta, i miliardi li vedremo il giorno del poi dell’anno del mai e semmai qualcosa arriverà non sapremo spenderla.
Coronavirus, Francia: mille nuovi contagi. In Spagna 971: “Forse è seconda ondata”. Germania, 2mila casi legati al mattatoio-focolaio.
In Francia il numero dei nuovi casi è aumentato del 26% in una settimana. La Romania è quella che preoccupa di più nei Balcani e nel continente. Il Sudafrica rileva 17mila decessi 'in eccesso' rispetto agli ultimi due anni. Usa superano i 4 milioni di casi, in India più di 1,2 milioni. Crescono le infezioni in Spagna. Dai Balcani all’Europa occidentale la pandemia continua a creare allarme, con nuovi focolai e curve epidemiologiche che segnano tendenze al rialzo dei contagi. È il caso della Francia, dove il numero dei nuovi casi è aumentato del 26% in una settimana: nelle ultime 24 ore ne sono stati registrati più di mille e sono dieci i decessi attribuiti al Covid-19. L’allerta resta alta anche in Spagna, dove la curva continua a salire: 971 i nuovi positivi nell’ultimo giorno, concentrati soprattutto in Aragona, Catalogna e Madrid. “Forse siamo nella seconda ondata, dobbiamo vedere quello che succede nelle prossime settimane”, ha detto María José Sierra, del Centro per le allerte e le emergenze.
Riusciremo mai a spendere i Recovery Funds?
L’Italia nei prossimi anni, per accedere agli ingenti fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea, deve saper dimostrare di saper investire e di saper spendere in ricerca sia pura che industriale. Lo “storico” non è per nulla incoraggiante. L’Italia spende poco e male i fondi Europei. Ci sono intere schiere di ministeriali che sembrano avere come fine ultimo della loro esistenza quello di complicare la già bizantina legislazione italiana rendendo impossibile accedere ai fondi stanziati per le nostre aziende e start up. Burocrazia cieca ed ottusa che rema ormai da decenni contro gli interessi e lo sviluppo del paese. Facciamo l’esempio del credito d’imposta per ricerca e sviluppo.
Sovranisti, ma solo a chiacchiere. Salvini e Meloni fanno solo propaganda e poi non votano sui 209 miliardi di euro concessi all’Italia
Altro che prima gli italiani. Al Parlamento europeo si vota il via libera al Recovery Fund che stanzia 209 miliardi per il nostro Paese, ma Lega e FdI non votano. Cosa non si fa pur di non riconoscere il successo di Conte. Sono parole di grande soddisfazione per l’accordo raggiunto sul Next Generation Eu e in generale sulla tenuta delle istituzioni europee in questa drammatica crisi, ma in parte anche amare quelle espresse ieri dalla presidente della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, intervenuta alla plenaria del Parlamento europeo, chiamato a votare una risoluzione di maggioranza sull’esito dei negoziati su Recovery fund e Quadro finanziario pluriennale (Dfp).
RUTTE sommerso dagli insulti degli olandesi
Mark Rutte, il premier dell’Aia, all’uscita dal vertice ha scritto un semplice tweet: «Un buon risultato che salvaguarda gli interessi olandesi e renderà l’Europa più forte e più resiliente». In poche ore ha incassato quasi duemila commenti dagli elettori (si vota alle politiche fra otto mesi), quasi tutti così: «Vergognati, sei un grande bastardo, un ladro. Per anni abbiamo tagliato su tutto, lavoriamo dieci anni più di italiani e francesi. Regalagli il tuo cane». Oppure: «Marcisci, sporco bugiardo. Impoverisci l’Olanda per corrompere l’Europa del Sud». O ancora: «Pensi davvero che Francia e Italia, dopo essersene infischiate del Patto di stabilità, faranno le riforme?».
Bisogna ammetterlo, questa volta Conte e la sua squadra hanno giocato bene. Ma ora i soldi non vanno sprecati
La trattativa storica per i fondi post-Covid è andata a segno perché il premier ha fatto le mosse giuste in Europa nei mesi scorsi. E così, dopo tutto, è finita bene la “madre di tutte le trattative”. Intanto perché l’Europa ha evitato di suicidarsi, come invece sarebbe accaduto se fosse prevalsa la dissennata posizione di Mark Rutte e dei suoi miopi alleati “frugali”, che avrebbe dato il via a un accelerato processo di dissoluzione dell’Unione per mancanza dei requisiti minimi di coesione e solidarietà. Anzi, ha fatto un passo avanti assumendo, per la prima volta da Maastricht in poi, un sia pur timido profilo politico. È questo forse il tratto più importante che emerge dal duro braccio di ferro: un nucleo – ancora embrionale – di responsabilità continentale che va oltre il mero dato “di mercato” per lasciar affiorare tracce di solidarietà tra popoli e Stati costitutivi dell’Unione. E anche un ancor sottilissimo e parzialissimo sistema fiscale europeo, condizione per politiche economiche e sociali trasversali e condivise.
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La Fotografia è morta, proprio mentre stiamo vivendo nell'epoca dell' immagine compulsiva che ci accompagna 24 ore su 24 come mai era accaduto... -
Ma quale parità di genere. Le donne più giovani sono svantaggiate in tutto. In una ricerca le ragioni di ogni 8 marzo. Lavoro e diritti: pochi i passi avanti
In una ricerca le ragioni di ogni 8 marzo. Lavoro e diritti: pochi i passi avanti. Una giovane donna, oggi, in Italia, non ha ancora gli strumenti... -
Gioco delle tre carte sul taglio dell'Irpef nel Lazio. Parla il segretario Cgil Roma, Di Cola: "Beffati dalla Regione. Tasse più alte sopra i 28 mila euro”
In bianco e nero. La manovra fiscale annunciata dall’assessore regionale al Bilancio del Lazio, Giancarlo Righini, accoglie solo in parte le... -
Maratonina di Primavera 2024 - Proiezione Gratuita dei vostri Cortometraggi
Come previsto nel bando del Concorso di Cortometraggi “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2024“, nell'intento di valorizzare, promuovere e... -
Approfondimenti Didattici sul Cinema e sui Cortometraggi, per il Liceo Artistico RIPETTA di Roma
Presso la Biblioteca Flaminia a Roma in Via Fracassini 9, si terrà una serie di incontri per Approfondimenti didattici sul Cinema ed il...
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Digitale terrestre: problemi in tutta Italia, come risolvere
Secondo quando indicato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), il programma che dovrebbe portare al nuovo digitale terrestre si è concluso... -
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Non sono stati mesi semplici per WhatsApp quelli che hanno aperto il 2021. Il popolare servizio di messaggistica istantanea è stato infatti travolto da un... -
Lo Stato indipendente chiamato Facebook
Ormai è più di un social network: dalla app di appuntamenti, fino all'e-commerce. E arrivò anche la propria moneta. Era nata coma piattaforma per i... -
Covid: la disinformazione corre sui social
Bufale e disinformazione fanno sì che la covid non venga percepita come una minaccia: per questo chi si informa solo sui social network tende a non... -
Il Fatto e le fake news sul 5G
Oggi il Fatto spiega ai suoi lettori l’isteria da antenne 5G e in particolare le fake news sui rischi per la salute. Il quotidiano spiega... -
Digitalizzazione, Italia ultima in Ue per competenze. “Solo il 13 per cento ha accesso alla banda...
Il nuovo rapporto della Commissione: il 42% della popolazione ha solo una competenza di base, i laureati in discipline Ict sono l'1%. E arranca lo... -
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I problemi di Immuni con i terminali Huawei potrebbero essere prossimi ad una soluzione. La novità giunge direttamente dalla Cina, infatti, e da... -
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Non è la prima volta che vi raccontiamo di malintenzionati e hacker che tentano di sfruttare la situazione difficile in cui la pandemia di... -
Google e la storia del tracciamento COVID-19 su Android
Anche Diego Fusaro si iscrive ai complottisti di Google, Android e del tracciamento COVID-19. Dopo la storia del complotto di Android che ti...