Feltri: "I meridionali sono inferiori". De Giovanni lo porta in tribunale
Lo scrittore, con Sandro Ruotolo, ha chiesto all'avvocato di agire in sede civile e penale. Pd contro il direttore di Libero: "Le tv lo fermino". M5s: "Parole indecorose". “Io non credo nei complessi di inferiorità, credo che i meridionali, in molti casi, siano inferiori”. Hanno suscitato molta indignazione le parole pronunciate da Vittorio Feltri nel corso della trasmissione Fuori dal coro di Mario Giordano. L’Usigrai e l’ordine dei giornalisti della Campania hanno fatto un esposto all’ordine dei giornalisti della Lombardia. Ma il direttore di Libero dovrà rispondere delle sue parole anche in tribunale. “Lo scrittore Maurizio De Giovanni e il Senatore Sandro Ruotolo hanno conferito mandato all’Avv. Prof. Francesco Barra Caracciolo di promuovere ogni azione giudiziaria sia in sede civile che penale (con riferimento alla Legge Mancino n. 122/1993 che punisce le manifestazioni di odio anche verbale nei confronti delle persone) a tutela dei diritti fondamentali delle persone della Campania e del Meridione d’Italia gravemente lesi dal giornalista Vittorio Feltri nel corso della trasmissione televisiva di Rete4 del 21 aprile 2020, condotta da Mario Giordano”, afferma in una nota Nicola Fratoianni.
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Tutta la verità sul 5G
Il filmato che accusa rimosso da Google. Qualcuno sostiene che sia l'origine dei nuovi problemi del mondo ma non c'è un solo studio scientifico serio che lo dimostri. E spesso ci si concentra sulle onde millimetriche, "fonte di letalità" (tutta da dimostrare) che per ora nessuno adopera. Insomma, una storia infinita, dove la ricerca della verità è scarsa e la voglia di cospirazionismo è tanta. Vediamo perché.
Numeri da riscrivere: "Morti per il virus in Italia 10.000 in più di quelli ufficiali"
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Coronavirus, Rezza (Iss): “Per noi il rischio accettabile è 0, per gli economisti 10. La politica faccia sintesi”
“Non si puo’ pensare a un ‘tana liberi tutti’ dal 4 maggio. È chiaro che un Paese non regge un lockdown completo per piu’ di due mesi, non ci vuole un economista per capirlo, ma per noi epidemiologi naturalmente non sarebbe mai ora di ripartire. Saranno i politici a doversi fare carico di questa decisione, tenendo conto di tutte le sfaccettature del problema. Mi sembra logico che alcune attivita’ comincino a ripartire in maniera graduale e parziale, ma si dovra’ tener conto del fatto che il virus continuera’ a circolare, pertanto dovremo tenere in piedi perlomeno le misure di distanziamento sociale”. Lo dice l’epidemiologo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto superiore di Sanita’, nel corso di un’intervista via Skype rilasciata all’agenzia Dire.
Sul virus ascoltiamo la scienza. Ma gli esperti si bastonano. Per il Premio Nobel Montagnier il virus è nato in laboratorio. Solo dopo giorni di silenzio qualcuno l’ha smentito
Lo sappiamo tutti: il rischio di cadere nel facile e sciocco complottismo, in momenti di emergenza generale, è sempre dietro l’angolo. L’abbiamo visto con gli attentati terroristici, con l’Isis, con i vaccini. Impossibile evitare questo pericolo nel momento in cui siamo tutti toccati da una pandemia che ci accompagnerà ancora a lungo. Ed è in questi casi che sarebbe quantomeno fondamentale che la comunità scientifica fosse unita, si pronunciasse in maniera unanime, non litigasse e offrisse certezze in un panorama in cui regna l’incertezza. E invece. E invece accade che tra virologi super-star, immunologi defilati, premi Nobel snobbati dalla comunità scientifica per tesi a volte bislacche, la comunità scientifica è quasi più rissosa di quella politica (e ce ne vuole). LO SCONTRO DI CASA NOSTRA. Partiamo dalla querelle di due illustri scienziati italiani: da parte Roberto Burioni, stimato virologo, professore alla Cattolica di Milano, renziano e star sui social; dall’altro Giulio Tarro. Di lui si dice che sia stato candidato al Nobel. Non è vero, dicono in tanti, dato che le vere candidature al Nobel vengono rese pubbliche dopo 50 anni dall’anno di premiazione. Nel frattempo i giornali che hanno scritto che nulla (o quasi) di quello riferito a Tarro sia vero, sono stati dallo scienziato querelati. Resta, però, un dato certo: Tarro è un virologo noto all’estero, discepolo di Albert Sabin – padre del vaccino contro la poliomelite – di cui ha diretto il laboratorio dopo la scomparsa.
ISOLATO IL VIRUS NELLE LACRIME
Lo hanno fatto i ricercatori dello Spallanzani, dimostrando così che esso, oltre che nell’apparato respiratorio, è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive. Il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia COVID-19, è attivo anche nelle secrezioni oculari dei pazienti positivi al virus: è quanto emerge da una importante ricerca pubblicata dalla rivista Annals of Internal Medicine e realizzata dai ricercatori dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma. Partendo da un tampone oculare prelevato tre giorni dopo il ricovero da una paziente positiva al virus, ricoverata presso l’ospedale Spallanzani alla fine di gennaio e che presentava una congiuntivite bilaterale, i ricercatori dello Spallanzani sono riusciti ad isolare il virus, dimostrando così che esso, oltre che nell’apparato respiratorio, è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive.
Il loro giovane proprietario muore in montagna, i suoi cani lo vegliano consolandosi a vicenda
Uniti anche nella tragedia. Tonka e Little P hanno accompagnato il loro proprietario Kris Busching, 33 anni, e il suo amico Mark in un'escursione in montagna, finita nel peggiore dei modi. I due giovani si sono divisi e Kris si è perso con i suoi due cani: ha trascorso dopo due notti all'aperto poi, stremato, nel tentativo di superare un canyon per raggiungere una fonte d'acqua, è caduto ed è morto sul colpo. I suoi Pit Bull hanno vegliato il corpo del loro compagno di vita, uno accanto all'altro, senza muoversi di un passo, sino a quando, l'indomani, sono arrivati i soccorsi guidati nelle ricerche da Mark. L'amico sopravvissuto si è preso carico dei due cani per riportarli alla famiglia di Kris, a Long Island, New York, che ha preferito affidarli a degli esperti per superare la situazione e le ferite riportate.
Così dal 4 maggio riaprono i parchi: passeggiate con i bambini e ritorno dei runner
Dal 4 maggio cancelli aperti con le prescrizioni delle mascherine e delle distanze. Lo sblocco del lockdown dal 4 maggio porterà con sé una novità molto attesa dai genitori: la riapertura dei parchi. I giardini pubblici recintati sono stati finora interdetti al pubblico, causa emergenza Covid, e le norme dettate da Palazzo Chigi sui bambini si sono rivelate alquanto restrittive, con la possibilità – neppure concessa in tutte le regioni – di far fare ai più piccoli solo brevi scorrazzate intorno a casa. Di lì gli appelli a rivedere queste regole. Adesso, con la ripartenza, l’orientamento è quello di riaprire i cancelli di parchi e giardini e di concedere ai bambini, ovviamente accompagnati dai genitori (probabilmente uno solo), la possibilità di uno sfogo in un periodo in cui non ci sono lezioni scolastiche.
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Le mascherine d’oro della Regione Sardegna: quattro milioni di pezzi per 18 milioni di euro. L’ospedale di Sassari lo stesso giorno le compra a un terzo. Risparmiando più di 9 milioni di euro!
La regione guidata da Solinas (coalizione di centro-destra) paga 15,1 milioni (più iva) alla Demar Hospital di Reggio Calabria per due milioni di chirurgiche (93 centesimi l'una), un milione di Ffp2 (5,45 euro a pezzo) e un milione di Ffp3 (7,8 euro). "Nessuno era in grado di fornire quei numeri e a quei prezzi in quei giorni", dicono. Ma proprio nelle stesse ore l'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari (che appartiene sempre alla Regione) compra dalla Selvel Hong Kong Limited 100mila chirurgiche a 35 centesimi, 10mila Ffp2 a 2,11 euro e 5mila Ffp3 a 3 euro. Il giorno dopo nuovo ordine - ma alla Shangai New Union Limited - per mezzo milione di Ffp2 a 2 euro. Con le stesse tariffe l'isola avrebbe risparmiato circa 9 milioni di euro. Il 24 marzo scorso, anche la Protezione civile della Regione Sardegna – incardinata nell’ufficio di presidenza del governatore sardoleghista Christian Solinas – deve far fronte al Coronavirus e acquista “con somma urgenza” 4 milioni di mascherine. Spesa totale: 18,5 milioni di euro Iva compresa. Con una semplice firma del responsabile della Protezione civile e con affidamento diretto. Nessuna gara, insomma. Lo permette un’ordinanza del governo Conte.
UE – Berlino, deputati tedeschi manifestano a sostegno dell’Italia alla vigilia del Consiglio. Schulz: “L’Europa ha bisogno di titoli comuni”
La manifestazione davanti all’ambasciata italiana di Berlino alla vigilia del vertice decisivo sugli strumenti anti-Covid dell'Europa. L'ex presidente del Parlamento europeo e parlamentare Spd: "I coronabond non arriveranno subito, quindi il Recovery Fund è un buon punto di partenza". In Germania è sempre più insistente il fronte che chiede un passo verso la posizione di Roma. I deputati tedeschi manifestano davanti all’ambasciata italiana di Berlino per esprimere solidarietà all’Italia alla vigilia del decisivo Consiglio europeo che dovrà stabilire quali strumenti l’Ue metterà in campo per aiutare i Paesi più colpiti dal coronavirus. Angela Merkel ha “esitato” e si è sollevata l’impressione sbagliata, ma adesso ha imboccato la strada giusta, dicono i parlamentari.
Tolleranza zero contro chi specula sull’emergenza. Il Nas sequestra oltre 390mila mascherine non a norma e 57mila confezioni di finti gel igienizzanti
Oltre 390 mila mascherine non a norma e 57mila confezioni di disinfettanti, igienizzanti e cosmetici, vantanti qualità antimicrobiche e disinfettanti non possedute, sono state sequestrate dai Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute nell’ambito dei controlli avviati dal Nas in seguito all’emergenza Coronavirus. Solo nell’ultima settimana gli specialisti dell’Arma hanno compiuto oltre 2.600 ispezioni negli esercizi commerciali (supermercati, farmacie, aziende produttive, imprese all’ingrosso ed importatori) “al fine di appurare il rispetto degli obblighi imposti dalle misure di contenimento, la regolarità della vendita all’ingrosso ed al dettaglio di beni alimentari, dispositivi medici, nonché prodotti sanitari e cosmetici”.
Coronavirus, l’esperto: “In fase 2 serviranno 40 milioni di mascherine al giorno”
Il fabbisogno dell'Italia è 40 milioni di mascherine al giorno, avverte l'esperto del Policlinico Sant'Orsola di Bologna. E "bisogna studiare anche lo smaltimento, altrimenti saranno come i sacchetti di plastica". Ben 40 milioni di mascherine (chirurgiche) al giorno. Che non solo prima bisognerà produrre ma poi anche smaltire, nell’ordine di 300 tonnellate di rifiuti quotidiani. E’ la sfida che attende l’Italia per affrontare la fase 2 dell’emergenza coronavirus secondo Francesco Saverio Violante, docente dell’Alma Mater e direttore della Medicina del lavoro del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, che guida il laboratorio messo in piedi sotto le Due torri per eseguire i test di validazione delle mascherine chirurgiche proposte dalle aziende che hanno deciso di riconvertire la loro produzione.
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Petrolio ai minimi storici, cosa significa e cosa cambia per benzina e consumatori
Eccesso di offerta mondiale: 30 milioni di barili al giorno in più. Sul prezzo del carburante le tasse pesano in Italia per il 61%. In serata la quotazione del petrolio - che era già crollata nel pomeriggio - accusa un calo senza precedenti. Il Wti (il greggio prodotto in Texas, riferimento per il mercato americano) crolla sotto un dollaro al barile accusando una flessione vicina al 95 per cento. Quindi - prima volta nella storia - chiude addirittura in territorio negativo. Il contratto con consegna a maggio è stato negoziato - sulla piattaforma Nymex - a meno 37,63 dollari. E adesso il calo è del 305 per cento. Una flessione senza precedenti che ha diverse motivazioni. Intanto la crisi da coronavirus abbatte la domanda di energia, dunque penalizza il prezzo del petrolio. Come nota Bloomberg, poi, il contratto a maggio del Wti è in scadenza e questo ne assottiglia i volumi, esacerbando il crollo dei prezzi mentre il mercato si riposiziona sul contratto a giugno.
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Entro la settimana il piano del Governo per ripartire. Conte: “Lo applicheremo dal 4 maggio. Riaprire tutto ora sarebbe irresponsabile”
“Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio”. Si conclude così un lungo post su Facebook del premier Giuseppe Conte, che nel giorno dell’informativa alle Camere fa il punto sull’impegno dell’esecutivo in vista della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. “In queste ore – ha detto il presidente del Consiglio – continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’equipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus”. “Come già sapete – aggiunge Conte -, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme”.
Ecco perché l'app Immuni non può farcela
L'app Immuni nasce senza quel necessario tessuto di unità necessario per stimolarne l'installazione sul 60% dei dispositivi a livello nazionale. Si dice che l’app Immuni sia sicura, blindata, non comporti problemi, non abbia alcun profilo di pericolo per l’utente finale e per i suoi dati personali. Ma si dice anche che tra i proprietari ci siano alcuni nomi legati alla politica, che la scelta possa essere dettata da lobby, che non è esattamente chiaro il meccanismo che ha portato la task force a questa decisione invece di un’altra. Si dice che l’app sia libera, che l’installazione sia volontaria, che si possa tranquillamente farne a meno, che non è sicuramente obbligatorio l’opt-in in virtù della necessità di tutelare la libertà dei singoli. Ma si dice anche che in realtà l’installazione dovrebbe essere obbligatoria, che solo forzandone l’uso si possano raggiungere risultati apprezzabili, che si potrebbero limitare gli spostamenti alle persone qualora non installassero l’app e ne dimostrassero l’utilizzo. Ma si dice altresì che questa ipotesi sia stata poi scartata, che alla fin fine si è scelto di non adottarla.
Triplicata la mortalità per infarto: le persone a rischio hanno paura degli ospedali
E' un problema mondiale, il timore di essere contagiati spinge le persone a rimandare l'accesso all'ospedale. Il cardiologo Marenzi: "I pazienti arrivano in condizioni sempre più gravi". La mortalità per infarto acuto è quasi triplicata dall'inizio della pandemia di Coronavirus. Ma l'aumento di decessi per infarto non è direttamente imputabile al Covid-19, ma alla paura che il virus ha portato con sé, e che spinge le persone, anche se a rischio, ad evitare di recarsi al pronto soccorso. Lo confermano i dati di uno studio sull'esperienza clinica del Centro Cardiologico Monzino: dall'inizio dell'emergenza la mortalità per infarto acuto è quasi triplicata e sono diminuite del 40% le procedure salvavita di cardiologia interventistica perché la gente evita gli ospedali. Inoltre se questa tendenza dovesse persistere, la mortalità per infarto arriverebbe a superare di gran lunga quella direttamente associata all'epidemia.
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Coronavirus: la ricerca Usa-India: "Si annida e difende nei testicoli, ecco perché muoiono più uomini"
Uno degli aspetti del coronavirus ancora poco chiari e che pare confermato dalle cifre è il fatto che uccida più gli uomini rispetto alle donne. E ora una possibile risposta a questo fenomeno arriva da uno studio condotto negli Stati Uniti dal Montefiore Health System e dall’Albert Einstein College of Medicine, in collaborazione con l’Ospedale di Malattie Infettive Kasturba a Mumbai in India: sarebbe tutta "colpa" dei testicoli. Stando ai ricercatori, infatti, le ghiandole sessuali maschili costituirebbero una specie di "roccaforte" per il Covid-19, all'interno della quale il virus si rifugerebbe quando si trova sotto attacco e che, va da sé, nelle donne non esiste: le ovaie, a differenza dei testicoli, non presentano la proteina ACE2, il recettore a cui il Covid-19 si lega per invadere le cellule umane.
Meno sonno e più cibo, come cambia la vita degli italiani in quarantena
Ansia per salute e situazione economica. Alimentazione disordinata e riposo difficoltoso. Un report del Politecnico di Milano traccia l'identikit del nostro isolamento. È preoccupato per salute e situazione economica, dorme peggio, mangia di più: è questo l’identikit chi è costretto in quarantena per colpa del coronavirus, secondo un report realizzato da Centro per la cura dei disturbi alimentari Villa Miralago e dalla School of management del Politecnico di Milano, che ha indagato su come l’epidemia da Covid-19 abbia modificato stili di vita e abitudini dopo le prime tre settimane di restrizioni. SI DORME MENO E E SI COMBATTE L’ANSIA COL CIBO.
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Il calvario della cassa integrazione. Più di 5 milioni la aspettano ancora
Conte aveva assicurato che i soldi di marzo sarebbero arrivati "entro il 15 aprile", ma la macchina procede a rilento. La grande colpa delle Regioni, i ritardi delle aziende. Era il 26 marzo e Giuseppe Conte faceva capolino su Facebook così: “Ho chiesto di mettere in campo uno sforzo straordinario affinché i pagamenti siano attivati entro il 15 aprile e, se possibile, anche prima”. La traduzione della promessa: i soldi della cassa integrazione di marzo al massimo entro metà aprile. Al 20 aprile, i lavoratori che hanno ricevuto quei soldi sono appena 3,9 milioni. Altri 2,2 milioni la aspettano ancora. Ma soprattutto ci sono 3 milioni che non solo non hanno ricevuti i soldi, ma sono addirittura invisibili alla macchina dell’erogazione. Questi numeri dicono di una grande falla, di un ritardo spropositato tra la catena di comando e le esigenze del Paese reale. Perché con il Paese chiuso da più di un mese, la cassa integrazione è il solo sostegno su cui possono contare milioni di italiani. La grande colpa delle Regioni Partiamo dagli invisibili, quelli che la relazione tecnica del decreto Cura Italia stima in tre milioni. Sono i beneficiari della cassa integrazione in deroga, una delle tre forme (ci sono anche la cassa integrazione ordinaria e l’assegno ordinario) previste per aiutare chi è fermo e senza reddito. Spetta alle Regioni comunicare all’Inps le liste dei beneficiari. Altro che soldi sui conto correnti dei lavoratori. Siamo ancora fermi a questo primo step. Tre Regioni addirittura non sono pervenute. Alcune, come la Lombardia, ha presentate appena 37 domande.
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"Piano Italia segreto, per non spaventare gli italiani. Rischiavamo 800 mila morti”
“Non c’è stato nessun vuoto decisionale”, dal 20 gennaio l’Italia si è dotata di un “piano nazionale di emergenza” sul contrasto al coronavirus con gli orientamenti programmatici che hanno ispirato le scelte del Governo. A dirlo a Monica Guerzoni, sul Corriere della Sera, è Andrea Urbani, direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, che replica alle critiche sui ritardi nelle decisioni prese, spiegando che in quel documento erano delineati tre scenari per l’Italia, uno dei quali così drammatico che il piano non è stato divulgarlo e anzi, è stato secretato.
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Coronavirus: “Scegli Calabrese”: la campagna del vicepresidente Spirlì coi loghi di Regione e Lega. E la foto di un supermercato finlandese!
L'ultima trovata di Nino Spirlì, il vice di Jole Santelli e ras di Salvini in regione, si è trasformata in un boomerang. Il passato è d’obbligo perché, dopo le polemiche scatenate, l’esponente leghista ha già fatto sparire dai suoi profili social quelle foto dalle quali ha preso le distanze anche lo stesso Carroccio. Ha invitato a consumare calabrese pubblicando una foto di un supermercato di una catena finlandese. Il tutto mettendoci il logo della Regione e della Lega. È l’ultima trovata di Nino Spirlì, il vicepresidente della Calabria che aveva promosso sui social la campagna Scegli calabrese. Il passato è d’obbligo perché, dopo le polemiche scatenate, l’esponente leghista ha già fatto sparire dai suoi profili social quelle foto dalle quali ha preso le distanze anche la stessa Lega. “Non abbiamo prodotto questa campagna (il logo inoltre non è nemmeno quello corretto)”, si sono affrettati scrivere in una nota i responsabili regionali del Carroccio. Il dibattito era ormai era partito e, dal Pd passando per il Movimento Cinque Stelle, tutti hanno puntato il dito contro Spirlì, giornalista, scrittore, editore, opinionista e autore televisivo, un tempo esponente di Forza Italia – quando a Taurianova ha intitolato un circolo a Dudù, il cane di Silvio Berlusconi – e oggi ras della Lega in Calabria e proprio per questo imposto da Matteo Salvini alla governatrice Jole Santelli.
Gli italiani in difficoltà economica sono 21 milioni
Il governo pronto a introdurre il reddito di emergenza e a estendere gli ammortizzatori sociali. Il decreto di aprile è slittato ancora, intanto il governo ipotizza che tutti i sostegni al reddito, dalla cassa integrazione ai congedi speciali, siano coperti fino a giugno. Introduzione del reddito di emergenza e conferma del bonus per gli autonomi che potrebbe salire oltre gli 800 euro. Nel frattempo uno studio dell’Università della Tuscia intanto evidenzia che circa 21 milioni di persone sono in serie difficoltà economiche, di cui la metà con un reddito quasi nullo.
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Il virologo Crisanti: "Il rischio zero non esiste. Le mascherine se indossate da tutti, fanno effetto"
Il direttore di microbiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova al Quotidiano Nazionale: "Dobbiamo prepararci. I fondamentali? Protezioni, sanificazione, tamponi". “Nella Fase 2 ci saranno molte più occasioni di trasmissione del virus. Venendo meno le misure di contenimento, nuovi focolai verranno fuori sicuramente”. Sono le parole del virologo ed epidemiologo Andrea Crisanti in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale. Il direttore di microbiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, tra gli esperti che hanno guidato l’emergenza coronavirus in Veneto, ha proseguito:
L’ALERT DI PREGLIASCO: “Anticipare le riaperture vuol dire riaprire i rubinetti dei contatti, con rischio di contagio”
Il virologo Fabrizio Pregliasco predica cautela per la fase 2. intervistato durante Circo Massimo, su Radio Capital, il virologo ha dichiarato che avere fretta con le riaperture vuol dire "aprire rubinetti di contatti, con possibilità di incontri e quindi di rischio di contagio". Il rischio, secondo il professore, è "che, aumentando gli spostamenti, possano nascere nuovi focolai", esponendo maggiormente le regioni meno colpite dal ...
Conte inizia la settimana decisiva della trattativa con l'Europa irrigidendo la posizione italiana: evoca il rischio Grecia e attacca Germania e Olanda
Conte inizia la settimana decisiva della trattativa con l'Europa irrigidendo la posizione italiana: evoca il rischio Grecia e attacca Germania (sul surplus commerciale) e Olanda (sul dumping fiscale). Conte mette le mani avanti sul Mes, a quattro giorni del Consiglio europeo decisivo per le sorti dell’economia europea ed italiana. E soprattutto per la sua stessa reputazione, abbarbicato all’idea degli Eurobond, ma che sin qui ha dovuto digerire il Mes con basse condizioni. In Italia il Mes ha una cattiva fama, spiega, dunque, Giuseppe Conte in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung, anticipata dal sito del giornale tedesco. “Non abbiamo dimenticato che ai greci, nell’ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenessero i crediti”, afferma ancora il presidente del Consiglio a pochi giorni dal Consiglio europeo. Il premier fa poi riferimento all’Unione europea e al modo in cui dovrebbe affrontare la crisi portata dal Coronavirus: “L’Ue ha bisogno di tutta la sua potenza di fuoco”, nella risposta alla crisi economica generata dal Covid-19.
Spostamenti limitati per chi non scarica "Immuni". L'ipotesi del governo per incentivare l'uso della app, che intanto finisce sotto la lente del Copasir
Immuni, l’applicazione selezionata dal Governo per il tracciamento dei contagi da Coronavirus, resterà volontaria, ma chi sceglierà di non scaricarla potrebbe avere delle limitazioni negli spostamenti. Un incentivo per raggiungere quel 60% di adesioni che viene considerato la soglia minima per garantire l’efficacia del sistema. È quanto riporta oggi il Corriere della Sera. La app Immuni, intanto, è finita sotto la lente del Copasir: si tratta di una materia di “sicurezza nazionale” e quindi il Comitato – annuncia il presidente Raffaele Volpi - è pronto a convocare in audizione il commissario straordinario Domenico Arcuri per saperne di più sia sull’“architettura societaria” dell’azienda titolare del progetto che sulle “forme scelte” per l’affidamento e “la conseguente gestione dell’applicazione”. Immuni, creata dalla Bending spoons di Milano, è stata scelta dal Gruppo di lavoro nominato dalla ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, tra le oltre 300 proposte sul ‘contact tracing’ arrivate. Arcuri ha firmato giovedì scorso l’ordinanza che ricorda come la società abbia “manifestato la volontà” di concedere al Commissario ed alla Presidenza del Consiglio “in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua” il codice sorgente e tutte le componenti applicative del sistema.
Coronavirus, rischio seconda ondata: "Ecco come combatterla"
Dobbiamo imparare a convivere con il Coronavirus, perché il rischio esiste e possiamo affrontarlo con gli strumenti giusti, decisamente, senza nascondersi. Questa la filosofia del modello Veneto, una via efficace per spegnere l'incendio sul nascere. Andrea Crisanti dirige la microbiologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova. Da pochi mesi, forte dell’esperienza maturata all’Imperial College di Londra, ha rilevato l’eredità del grande virologo Giorgio Palù. Professor Crisanti, ci dobbiamo aspettare una seconda ondata o l’epidemia perderà forza? “Nella fase 2 ci saranno molte più occasioni di trasmissione del virus. Venendo meno le misure di contenimento, nuovi focolai verranno fuori sicuramente. Occorre prepararsi alle inevitabili conseguenze. I fondamentali? Protezioni, sanificazione, tamponi. E la capacità di reazione immediata che abbiamo messo a punto”.
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Mascherine chirurgiche, fissato a un euro il prezzo massimo La soglia in via di definizione, ma più fonti confermano che non si supererà questa cifra. Allo studio anche i tetti per le Ffp2 e Ffp3
Le mascherine chirurgiche non potranno costare più di un euro. Nei giorni scorsi il commissario straordinario all'emergenza Coronavirus era stato chiaro: “Presto – aveva detto Domenico Arcuri - fisseremo un prezzo massimo. Le vergognose speculazioni a cui abbiamo assistito non devono più ripetersi”. Il tetto ufficiale è in via di elaborazione: ci sono molti fattori che gli esperti stanno vagliando. Oltre ai costi di produzione, infatti, vanno considerati anche i ricarichi che permettono agli intermediari e ai punti vendita finali di non andare in perdita. È tutta una questione di numeri. Quando si arriverà al totale, potrebbe essere anche Palazzo Chigi a emettere un decreto. Un atto più stringente rispetto a un'ordinanza. In ogni caso, secondo indiscrezioni confermate da più fonti, per un singolo dispositivo base di protezione facciale nessuno potrà chiedere più di un euro.
La sindaca di Riccione: "Da metà giugno spiagge riaperte, ma a numero chiuso"
Renata Tosi: "Noi romagnoli siamo gente combattiva che accetta le sfide". "Per la seconda metà di giugno ritengo che ci possano essere i primi tentativi di riapertura delle spiagge ai turisti. E' come se ricominciassimo da zero. Sarà una spiaggia con meno ombrelloni, con meno aperitivi, meno aggregazioni". Lo dice il sindaco di Riccione Renata Tosi in un'intervista a QN-Quotidiano nazionale. Fra le ipotesi, quella del numero chiuso: "Pensiamo di contingentare gli ingressi in spiaggia, magari con tanto di prenotazione. Sarà una vacanza diversa, più attenta e responsabile, ma sarà sempre una vacanza", assicura il primo cittadino.
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Tassazione di favore alle multinazionali: così Irlanda, Lussemburgo e Olanda tolgono 6 miliardi all’Italia
L'Italia perde ogni anno almeno 6,5 miliardi euro di entrate: finiscono nelle casse dei sei Paesi che stando al rapporto dalla commissione speciale sui crimini finanziari TAX3 "facilitano una gestione fiscale aggressiva”. Ci sono anche Cipro, Malta e Ungheria ma olandesi e lussemburghesi sono quelli che ci guadagnano di più impoverendo il resto dell'Unione. La Germania si vede sottrarre addirittura 19 miliardi, la Francia 17. Non si interviene perché le modifiche in materia fiscale richiedono l’unanimità. Più che paradisi, dei veri e propri “buchi neri fiscali”. Questa la definizione dell’ex Commissario europeo all’economia Pierre Moscovici, poco più di due anni fa. Cioè due mesi prima della partenza dei lavori della commissione speciale sui crimini finanziari TAX3. Sette – poi scesi a sei – Paesi che sottraggono risorse ai propri vicini di casa, provocando un danno netto a tutto il condominio, a favore di chi può eludere il pagamento delle tasse.
Le mascherine? Lopalco: “Potrebbero diventare rifiuti inquinanti. Usatele solo se necessario”
Da un corretto utilizzo delle mascherine a quello dei guanti, dalla necessità di lasciare le scarpe davanti l’uscio a quella di far prendere aria sul balcone agli indumenti una volta rientrati a casa, fino al rischio che si corre ogni volta che tocchiamo una superficie potenzialmente infetta, come la tastiera di un ascensore o la semplice maniglia di una porta. In questi mesi di emergenza da Coronavirus c’è stata un po’ di confusione sulle misure di igiene da adottare per la sicurezza personale ma anche per quella degli altri. Per fare un po’ di chiarezza, allora, l’agenzia Dire ha intervistato l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa, soprattutto per capire in che modo (ma anche per quanto tempo) cambierà la quotidianità degli italiani. “Parlare di date è molto complesso - ha detto Lopalco - Sicuramente dobbiamo fare i conti con una nuova quotidianità almeno fino a quando non sarà disponibile un vaccino.
Ai tedeschi tutto è concesso, anche battere valuta. Berlino si conia una moneta da 5 euro valida solo in Germania
La Germania è un Paese ostile all’Italia e quando può si mette di traverso, soprattutto quando si tratta di soldi. Però i tedeschi, che sono convinti che l’Unione europea sia una sorta di corte adorante, quando possono si fanno sempre gli affari loro alla faccia di regole e di sermoni luterani, propinati dalla cancelliera Angela Merkel, peraltro figlia di un pastore. Per confermare questa evidente propensione anarchica che Berlino dimostra ad ogni piè sospinto, la Bundesbank ha trovato il tempo – in piena pandemia – di dotarsi una nuova moneta, sempre euro, però autoctona. Si tratta di un conio metallico da 5 euro prodotto in 2 milioni e 250.000 pezzi e denominati Planet Earth. Anche questa volta si disvela l’aspetto furbesco in salsa renana perché, per salvare le apparenze, 250.000 pezzi forgiati dai discendenti di Odino saranno non solo di “qualità superiore” -manco fosse un prelibato arrosto-, ma saranno ad appannaggio di “collezionisti”. La moneta naturalmente potrà essere utilizzata per pagamenti all’interno dei confini tedeschi. Anche il disegno è in un certo senso inquietante: su un lato la solita aquila imperiale germanica e dall’altro la riproduzione di un bel planisfero. Una abbinata poco azzeccata storicamente visto che pare essere uscita direttamente dalle scenografie della regista Leni Riefenstahl che nel 1935 fece un film. Il trionfo della volontà, per documentare il Reichsparteitag (Raduno di partito) nazista di Norimberga.
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