Tra i parlamentari sembra certo uno scenario: nel momento in cui si dovrà trovare posto per uno (o più) renziani per scongiurare venti di crisi, tanto vale metter mano concretamente e a fondo alla squadra di governo. Tanto vale, in altre parole, portare avanti un rimpasto che sia degno di questo nome. I giochi, sebbene assicurano vari interlocutori saranno successivi soltanto all’ok del Consiglio dei ministri al Recovery Plan (ok che, salvo imprevisti, arriverà oggi), si stanno portando avanti da tempo. “Si è capito da tempo che l’obiettivo di Renzi era quello di guadagnare più peso all’interno dell’esecutivo”, è il pensiero condiviso tanto nel Movimento quanto nel Pd. Ed è per questo che nella maggioranza le richieste incrociate durano ormai da settimane. A dover saltare quasi certamente è un nome caro al Pd di Nicola Zingaretti: Paola De Micheli. L’operato della ministra, d’altronde, non ha mai pienamente convinto i Cinque stelle. E, ad appesantire il tutto, c’è il fatto che Iv vuole proprio quel dicastero. Che sia Maria Elena Boschi a prendere il posto dell’ex compagna di partito? Per i pentastellati è letteralmente impossibile. “Va a finire che ci ritroviamo poi il Ponte sullo Stretto”, sibila qualcuno. Non è detto – anche se su questa casella i giochi sono ancora in alto mare – che possa emigrare in questo dicastero Lorenzo Guerini (anche se è più probabile che lo rivedremo al Viminale).
Il Colle sbroglia la matassa. Renzi cede sul Recovery Plan in cambio delle poltrone che dice di non volere. Il dem Bettini lo infilza: “Ha le idee confuse”
Il Quirinale mette Renzi con le spalle al muro sul Recovery Plan che arriva stasera in Consiglio dei ministri per il via libera. Ma all’ex premier va bene pure così, pur di ottenere quelle poltrone che giurava di non volere. “Approviamo questo benedetto Recovery plan”. Matteo Renzi è consapevole che non può passare come colui che ostacola l’approvazione del piano per il rilancio del Paese con le ingenti risorse provenienti da Bruxelles. Complice la moral suasion esercitata dal presidente della Repubblica. Obiettivo di Sergio Mattarella è mettere in sicurezza il Recovery plan prima ancora che parta la verifica di governo. Un traguardo che Renzi lascia intravedere e che Andrea Orlando sembra benedire: “Sul Recovery siamo contenti che sia passata la nostra linea, l’importante è che questo tema sia stato messo al riparo dai rischi della crisi”, dice il vicesegretario del Pd. Che su tutto il resto manifesta però prudenza: “L’accordo in generale non lo darei per fatto, ci sono molte questioni aperte”. E infatti l’ex premier rilancia, giusto per mantenere alta la tensione: “Iv attende risposte sul Mes, sulle infrastrutture, su Autostrade. Il premier si dia una mossa. Conte può stare al suo posto quanto gli pare, ma il punto è che senza risposte non restiamo al nostro posto noi”. Il leader di Rignano non ha intenzione di mollare e continua a bombardare Palazzo Chigi con penultimatum per far capire che, subito dopo il Cdm convocato stasera per il via libera al Recovery plan, il rischio che si apra la crisi resta.
Massimo Giannini: Gli sciamani d'Italia e la mia risposta alla Meloni
L’insurrezione di Capitol Hill ci riguarda. Trump ci riguarda. Il populismo ci riguarda. “De te fabula narratur”, al cento per cento. La conferma è in questo. Dopo il mio editoriale di ieri (“Noi, l’America e l’ondata dei populisti”), Giorgia Meloni ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook. Nel testo (che trovate nelle pagine interne del giornale) la presidente di Fratelli d’Italia contesta in radice le mie tesi e mi pone alcune domande, alle quali rispondo molto volentieri. La prima contestazione riguarda la formula “Sciamani d’Italia”, che ho usato per definire le reazioni di Matteo Salvini e della stessa Meloni al quasi golpe di Washington. Il riferimento è all’ormai tristemente noto Jake Angeli, il “Trump fighter” vestito con pelli e corna di bufalo che ha guidato l’assalto al Campidoglio. «Cosa intende dire esattamente? Vuol fare intendere ai cittadini che siamo pericolosi perché potremmo assaltare le istituzioni in modo violento? Che siamo folklore? Che andremmo arrestati anche noi? Che siamo violenti, impresentabili, pericolosi? Che sarebbe bene oscurarci su Fb, Tw, Instagram?», mi chiede la leader della destra italiana. No, onorevole Meloni. Quando parlo di lei e di Salvini come degli “Sciamani d’Italia” non intendo affatto suggerire ai cittadini che siete pericolosi perché un giorno potreste inscenare un’altra Marcia su Roma. Non vi considero folklore, non voglio farvi arrestare o farvi oscurare sui social. Mi attribuisce intenzioni fasulle, e questo mi pare solo un modo per buttare la palla in tribuna. Se volessi limitarmi a una replica “facile”, le risponderei con una foto che ha fatto il giro del Web, e che abbiamo pubblicato sul giornale di ieri a pagina 3. Quella della signora Clara Pastorelli, assessore allo Sport di Perugia. Una militante di Fd’I, che sui social ha postato un selfie in cui si immortala con la pelliccia di bufalo e con la scritta “Forza Usa”. Evidentemente nel suo partito lo Sciamano Jake e i suoi simpatici golpisti hanno fatto proseliti.
Leggi tutto: Massimo Giannini: Gli sciamani d'Italia e la mia risposta alla Meloni
Air Force Renzi, l’aereo fu preso in leasing per 168 milioni in otto anni. Ma comprarne uno uguale ne sarebbe costati 7. Non scordiamolo!
Le carte del manager che bloccò l’affare e i due i contratti, non uno, tra Etihad, Alitalia e il ministero della Difesa. Di fatto lo Stato italiano aveva versato tramite Alitalia soldi dei contribuenti a Etihad perché quest’ultima acquistasse un aereo - fino a quel momento solo in affitto - che poi sarebbe stato preso in leasing e usato dal capo del governo italiano a un prezzo 26 volte il normale. Le ipotesi sono tre e nessuna di esse è edificante. Prima ipotesi: ci sarebbero strani giri di danaro sulle capienti ali dell’Air Force One caparbiamente voluto da Matteo Renzi quando era capo del governo. Qualcuno ad Abu Dhabi, che era il Paese fornitore dell’aereo, o in Italia o in entrambi i luoghi, potrebbe essersi messo in tasca un bel po’ di soldi. Seconda ipotesi: i quattrini per il pagamento dello stratosferico contratto di leasing (168 milioni di euro per 8 anni di esercizio) rientrerebbero in una specie di scambio di favori tra Alitalia – che a quel tempo era privata – e una delle parti firmatarie del contratto, Etihad, la compagnia dell’Emiro di Abu Dhabi diventata socia della stessa Alitalia grazie soprattutto all’intervento di Renzi. Poco tempo prima della stipula dell’accordo per l’Air Force, la compagnia di Fiumicino aveva emesso un’obbligazione per un importo quasi identico a quello del leasing, circa 200 milioni di dollari, interamente sottoscritti da Etihad.
Altro che disperati, c’è anche un amministratore delegato tra le persone arrestate per l’assalto al Campidoglio
Si chiama Brad Rukstales ed è il Ceo di una compagnia di marketing di Chicago. Ma non è l’unico: alla rivolta di Washington hanno preso parte avvocati, ex broker, professori universitari. Può essere rassicurante pensare che ad aver preso d’assalto il Campidoglio il 6 gennaio c’erano soltanto personaggi come lo sciamano Jake Angeli (che di nome fa Jacob Chansley) e altri seguaci della setta QAnon, ma in realtà non è così. Lo dimostra la storia di Brad Rukstales, Ceo di una compagnia di marketing, Cogensia, di Chicago, tra le persone arrestate negli ultimi giorni. Uno dei volti più “rispettabili” dell’insurrezione, un esempio vivente dell’eterogeneità del trumpismo, che serve anche da monito rispetto a spiegazioni che tendono ad archiviare i fatti dell’altro giorno – in cui sono morte cinque persone, tra cui un ufficiale di polizia – come la rivolta del popolo contro le élite. Come la maggior parte dei rivoltosi, Ruckstales, uomo d’affari di mezza età, era andato a Washington dall’Illinois per partecipare alla manifestazione promossa da Trump per contestare la certificazione del voto delle presidenziali. Come ha dichiarato in un’intervista a CBS Chicago, non aveva previsto che la protesta sarebbe presto degenerata, diventando violenta. La trasferta a Washington era il compimento di un percorso di fede che lo aveva portato a donare oltre 30 mila dollari a cause repubblicane nel corso dell’ultimo anno, di cui circa 12 mila dollari direttamente a Trump.
L'ultima teoria complottista: "Mattarella agente segreto inglese" contro Trump
“Quello che mi è stato detto è che l’Italia è l’ultimo pezzo del contrattacco alla guerra della Nato contro gli Stati Uniti, guidata dal Regno Unito. Il Presidente italiano mi è stato detto che era un agente del MI6 (servizi segreti britannici)” e starebbe cospirando “contro il presidente degli Stati Uniti”. L’ultima folle teoria complottista, che vede Donald Trump essere vitta di congiure mondiali, tira in ballo anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Come riportato da La Stampa, il video è stato pubblicato su BitChute per poi essere comparso su Parler. Tutti siti dove la stragrande maggioranza degli utenti iscritti è vicina all’estrema destra statunitense, filo trumpiana e pronta a ipotizzare qualsiasi idea che sveli un grande complotto globale contro gli Usa. L’avvertimento è arrivato da un signore, il quale all’interno del suo studio mette in allerta i suoi fan riguardo il protagonismo di Mattarella che, sotto le vesti di agente segreto britannico, avrebbe manipolato il voto elettorale di novembre scorso che ha portato Joe Biden alla Casa Bianca. Il tutto documentato da voci (“quello che mi è stato detto”) che presuppongono la cospirazione, testimoniata da una foto dal dubbio valore e poco chiara che ritrarrebbe Mattarella con il segretario di Stato americano, Mike Pompeo.
Leggi tutto: L'ultima teoria complottista: "Mattarella agente segreto inglese" contro Trump
Salvini si iscrive a Parler, il social dove Mattarella è agente inglese anti Trump. Poco dopo Parler è offline
Salvini si è iscritto a Parler. Forse un gesto di protesta contro Facebook giudicata sinistrorsa e contro Twitter giudicata mondialista, comunque contro le piattaforme forse ora giudicate nemiche del popolo. O forse quello di Salvini è un gesto di omaggio e solidarietà a Donald Trump che sulla stessa piattaforma, Parler appunto, si vede ospitato dopo che Facebook, Twitter e Amazon e tutti gli altri di quello che deve essere oppressivo pensiero unico hanno tolto dalle mani di Trump l’arma social. Tolta per evidenti motivi di ordine pubblico e salute pubblica. Il caso vuole che il giorno dopo l’iscrizione di Salvini, Parler sia stato messo offline. Parler è offline. Aggiornamento ore 11.15 Il social network conservatore Parler è stato messo offline, stando a quanto indica un sito specializzato di monitoraggio del web, all’indomani del monito di Amazon, Apple e Google con l’annuncio che non avrebbero più ospitato il social network sulle loro piattaforme.
Attilio Fontana: "Lombardia si sta avviando verso la zona rossa"
In Lombardia “la scorsa settimana l’Rt si è improvvisamente innalzato a 1,24 e tenendo conto dei nuovi parametri ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa”. Lo ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana a Sky TG24. “Mi auguro che questi numeri si invertano” ha aggiunto, ma se non avverrà il rischio della zona rossa è più che concreto. E in questo caso, la zona rossa prevede “la chiusura delle scuole”. “Stiamo peggiorando in tutti i parametri” spiega Fontana, “la situazione deve essere monitorata e tenuta sotto controllo con grande attenzione. Mi auguro sempre che questi numeri si invertano, che l’indice Rt e quello dei ricoveri in ospedale si abbassino. Questo è un auspicio. Se così non dovesse essere.. zona rossa”. Il governatore critica “l’ondeggiamento fra zone” di colore diverso, “abbiamo potuto accertare con abbastanza sicurezza che ci sono dei comportamenti che non possiamo più permetterci. L’ondeggiamento fra zone gialle, arancioni e rosse - ha osservato - non porta a una stabilità. Credo che con i nostri tecnici dovremmo concentrarci sull’individuazione di quei comportamenti che sono assolutamente da escludere, di quelle attività che sono da non svolgere e ciò consentirebbe forse un comportamento più equilibrato, non così altalenante. Così si può sapere con alcuni mesi di anticipo - ha concluso - cosa si può fare e cosa no”.
Leggi tutto: Attilio Fontana: "Lombardia si sta avviando verso la zona rossa"
Scuola, Azzolina: "La Dad non funziona più, sono preoccupata"
Nel giorno della protesta, la ministra Azzolina parla a Radio Rai, appoggia gli studenti e dichiara senza mezzi termini: "La Dad non funziona più". Si dice preoccupata e molto. Spiega: "E' difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui". Così la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina a Radio Rai 1. "Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c'è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica". E sullo sciopero: "Capisco i ragazzi: il diritto all'istruzione è essenziale, sarei anch'io arrabbiata. Io ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che doveva per il rientro a scuola. A maggio 2020 i medici mi scrivevano per chiedere di lasciare chiusa la scuola e così è stato, oggi ricevo lettere di tanti medici che mi chiedono di aprire le scuole: vedono le difficoltà dei loro figli. Ieri sera ho ricevuto la lettera di un anestesista". "Il ministro sta lavorando" in vista della maturità.
Leggi tutto: Scuola, Azzolina: "La Dad non funziona più, sono preoccupata"
L’intervista di Alfonso Bonafede al Fatto Quotidiano
A un nuovo presidente del Consiglio non vuole neppure pensarci: “Lo dissi al Fatto già mesi fa, mettere in discussione Giuseppe Conte è fantascienza”. E predica pace: “Martedì dobbiamo approvare in Consiglio dei ministri il Recovery Plan e poi lavorare per un patto di legislatura”. Però il Guardasigilli e capodelegazione del MoVimento 5 Stelle, Alfonso Bonafede, deve dirlo: “Ognuno ora dovrà assumersi le proprie responsabilità, evocare la crisi agli italiani pare una cosa da marziani”. 𝐃: 𝐋𝐚 𝐫𝐢𝐮𝐧𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝𝐢̀ 𝐬𝐮𝐥 𝐑𝐞𝐜𝐨𝐯𝐞𝐫𝐲 𝐏𝐥𝐚𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐥𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐮𝐬𝐚. 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐞 𝐧𝐞 𝐞𝐬𝐜𝐞? R: L’unica rotta possibile è quella del lavoro. Il contributo del Movimento è sempre stato sui contenuti, e per questo sarà molto importante il Consiglio dei ministri sul Recovery Plan di martedì prossimo, dove il piano andrà approvato per poi essere portato in Parlamento e aperto al contributo di tutti. 𝐃: 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐚 𝐦𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀? 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝𝐢̀ 𝐚𝐥 𝐭𝐚𝐯𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐯 𝐡𝐚 𝐫𝐢𝐭𝐢𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐢𝐥 𝐏𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨... 𝐍𝐨𝐧 𝐥’𝐡𝐚 𝐬𝐨𝐫𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨? R: No, visto che anche in altre riunioni il tema era stato sollevato. Ognuno ha le sue legittime priorità ma non credo che il Ponte ora sia fra le priorità degli italiani. 𝐃: 𝐈𝐯 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐌𝐞𝐬. 𝐂𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐮𝐧 𝐩𝐫𝐞𝐭𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐨𝐦𝐩𝐞𝐫𝐞? R: (Sorride, ndr) Interpretare Iv per me è arduo. Di certo la posizione del MoVimento 5 Stelle sul fondo salva Stati è chiara, e sia il Mes che il Ponte non rientrano nell’ambito del Recovery Plan. Non erano temi all’ordine del giorno. Dopodiché penso che continuare a ostentare tensione sia profondamente sbagliato. La gente ci chiede soluzioni, non certo una crisi che oltretutto non verrebbe compresa a livello internazionale.
Leggi tutto: L’intervista di Alfonso Bonafede al Fatto Quotidiano
Le notizie migliori
Lo stratega. “Gli ultrà di Trump accusano l’Italia: ‘Avete rubato le elezioni a Donald’. Per i complottisti l’incontro Obama-Renzi del 2016 servì a preparare il piano. Complici in ambasciata e satelliti Leonardo per assegnare il voto a Biden” (Stampa, 10.1). Tranquilli, ragazzi: quello non riesce nemmeno a far prendere il 2% a Scalfarotto in Puglia. Lo sciamano. “Salvini grida: ‘Ora basta, andiamo in piazza’” (Libero, 7.1). Avete visto qualcuno? Censura buona. “Twitter silenzia Donald: non chiamatela censura” (Gianni Riotta, Stampa,10.1). Giusto: chiamatela Johnny. L’amico dei clochard. “Mi autodenuncio. Se la scelta del governo sarà che il giorno di Natale non si può neanche portare una coperta o un piatto caldo a chi dorme in strada e ha freddo, io lo farò lo stesso, come da anni sono abituato a fare: portare dei doni ai bambini, pranzare insieme ai clochard. Non potete chiudere in casa il cuore degli italiani” (Matteo Salvini, Lega, Facebook, 25. 12). “Alessandra Locatelli, salviniana di ferro, è il nuovo assessore lombardo alle Politiche sociali. Nota per le posizioni intransigenti contro migranti e senzatetto, fece parlare di sé per l’ordinanza che proibiva di dar da mangiare ai clochard” (Fanpage, 8.1). È la volta buona che Salvini finisce dentro.
Nessuno dice come stanno davvero le cose: Facebook e Twitter hanno censurato Trump unicamente per tutelare i loro interessi
Premessa: questa analisi farà arrabbiare presumibilmente tutti. Chi ritiene che Facebook e Twitter abbiano rimosso gli account di Trump per corrette ragioni “politiche” e chi è convinto che si sia trattato di un’ingiusta censura, da perseguire con la legge. Con la cancellazione degli account e dei tweet, Facebook e Twitter hanno fatto una scelta dettata da convinzioni presumibilmente molto più semplici: il mercato. Qualunque azienda si muove, nel mercato, spinta dall’incentivo di creare valore per i propri consumatori, investitori e dipendenti. Questa mission è chiara a chiunque abbia lavorato almeno un giorno della propria vita in un’azienda, e questa condizione esclude probabilmente la maggior parte dei politici e commentatori che in questi giorni hanno affollato testate e social media con le loro analisi. Per perseguire la propria mission, le aziende possono anche mettere in atto azioni di responsabilità sociale d’impresa, scelte considerate “etiche” che premiano le società migliorando la loro reputazione, aumentando le vendite, riducendo rischi d’impresa e molto altro. Le azioni di responsabilità sociale hanno il duplice vantaggio di creare esternalità positive per il pubblico, e, potenzialmente, generare vantaggi per le aziende. In questo caso, i due colossi social hanno probabilmente agito con questo duplice obiettivo: ricevere il plauso di almeno una fetta (consistente) di utenti e di opinione pubblica e poter conservare i propri profitti.
Parler: che cos'è il nuovo social network "pro-Trump" (Salvini si è già iscritto)
Inaccessibile al momento su tutti gli smartphone l'app diventata popolare tra i membri di gruppi estremisti statunitensi. Ma la galassia di strumenti a disposizione di chi vuole a tutti i costi restare aggiornato sulle più disparate teorie cospirazioniste trumpiane è comunque vasta. Il leader del Carroccio monitora la situazione e si rivolge agli "amici". Esiste, ma trovarla è quasi impossibile per utenti con competenze tecnologiche ridotte all'osso: stiamo parlando di Parler, l'app di un social network diventata negli scorsi mesi parecchio popolare tra i membri di gruppi estremisti statunitensi, alcuni dei quali hanno partecipato all'assalto al Congresso di mercoledì 6 gennaio 2021. Ma la galassia di strumenti a disposizione di chi vuole a tutti i costi restare aggiornato sulle più disparate teorie cospirazioniste è comunque vasta. Parler: il social network che piace ai conservatori. Il "piccolo problema" è che non è più così semplice da scaricare. Infatti Amazon, Apple e Google le hanno dichiarato guerra. Non si trova nè sull'AppStore né sul PlayStore. Un portavoce di Apple ha detto a TechCruch che "sulla nostra piattaforma non c’è posto per minacce di violenza e attività illegali". Prima aveva concesso 24 ore per attuare una politica di moderazione. Invano. Amazon ha disattivato invece domenica sera i server sul suo cloudhosting per incitamento alla violenza. Amazon Web Services (AWS) ha comunicato di aver segnalato nelle ultime settimane a Parler un centinaio di “post che chiaramente incoraggiano ed incitano alla violenza”.
Leggi tutto: Parler: che cos'è il nuovo social network "pro-Trump" (Salvini si è già iscritto)
Il Governo appeso agli appetiti di Renzi. Le condizioni per evitare una crisi in piena pandemia. Italia Viva non punta alle elezioni ma vuole saziarsi col Recovery fund
Non è vero che Conte mi ha offerto il Ministero degli esteri o dell’economia. Non è una questione di posti, noi le poltrone le lasciamo. Lo ha dichiarato ieri sera Matteo Renzi a Stasera Italia, mentre il vertice a Palazzo Chigi tra il premier e le forze di maggioranza era ancora in corso, e questa volta viene voglia di credergli. La vera partita, quella che da tre settimane sta facendo traballare pericolosamente il Governo, non sembra infatti una battaglia per qualche posto al sole in più. O almeno non principalmente per questo. Il braccio di ferro sembra tutto interno al Recovery fund: sull’Italia dovrebbero piovere addirittura 222 miliardi di fondi europei, una maxi finanziaria, e un partito come Italia Viva, che in base agli ultimi sondaggi non arriverebbe al 3%, sembra deciso a giocarsi il tutto per tutto per cercare di ottenere la gestione della più ampia fetta possibile di quelle risorse. IL CONFRONTO. I renziani, già prima dell’inizio dell’incontro a Palazzo Chigi, hanno sostenuto che il Conte 2 può considerarsi giunto al capolinea. Non sono soddisfatti nonostante la revizione del Next Generation Eu compiuta dal ministro Roberto Gualtieri, da loro richiesta, e c’è da capirli. Le risorse da destinare alla sanità sono state aumentate da 9 a 19,7 miliardi, alla coesione e lavoro da 17,1 a 27,6, all’istruzione da 19,2 a 27,9, alle infrastrutture da 27,7 a 31,9, al turismo da 3,5 a 8, con il paradosso che quelli che dovevano essere i due pilastri su cui costruire un piano per risollevare il Paese devastato dalla pandemia, digitalizzazione e green economy, si sono visti ridurre gli stanziamenti. Il maggior denaro da distribuire è tutto però destinato a settori in cui nell’attuale esecutivo Iv non tocca palla.
Twitter censura Trump, ma non i regimi in Cina e Iran. Perchè?
Sta suscitando aspre polemiche la decisione di Twitter di chiudere definitivamente il profilo di Donald Trump. Molti commentatori accusano il social network di usare due pesi e due misure: viene censurato il presidente uscente degli Stati Uniti, mentre non si prende alcuna iniziativa, ad esempio, contro l’ayatollah Ali Khamenei, dal cui account sono partiti messaggi che evocavano la distruzione di Israele. Twitter ha annunciato la chiusura del profilo di Trump nella serata di venerdì 8 gennaio 2021 (quando in Italia era già notte), a poco più di 48 ore dall’assalto al Campidoglio di Washington lanciato dai sostenitori del tycoon in protesta contro i presunti brogli – denunciati dallo stesso Trump ma finora non provati – nelle recenti elezioni presidenziali Usa. Proprio mentre era in corso il blitz dei manifestanti – culminato con 5 morti e decine di feriti e arrestati – Twitter aveva bloccato per 12 ore l’account del presidente statunitense. Poi, la decisione di chiudere definitivamente il suo profilo.
Leggi tutto: Twitter censura Trump, ma non i regimi in Cina e Iran. Perchè?
Trentadue vittime dimenticate. A Viareggio non è successo niente. Dopo il treno deraglia rovinosamente anche la giustizia
Trentadue vittime e circa cento feriti del deragliamento di un treno merci alla stazione di Viareggio il 29 giugno 2009 non avranno giustizia. Il convoglio trasportava gpl, liquido notoriamente molto infiammabile, le cisterne si rovesciarono a causa di un pezzo di ferro corroso e il gas fuoriuscì esplodendo in un inferno di fuoco. Ieri la doccia fredda in Cassazione (leggi l’articolo): scatta per gli imputati la prescrizione per il reato di omicidio colposo grazie alla caduta dell’aggravante della violazione sulle norme sulla sicurezza sul lavoro. Si celebrerà quindi un nuovo processo d’appello solo per il disastro colposo, anche per l’ex Ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti. Una beffa? Di più. IMMENSA DELUSIONE. Il processo di primo grado si era aperto nel novembre del 2013 a Lucca. I capi di imputazione più gravi erano quelli di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e violazione delle normative sulla sicurezza. Poi l’appello di Firenze nel 2019 ed infine la Cassazione nel 2020. Una lunga attesa per cosa? Per niente.
Cashback, 222 milioni da rimborsare: ci sono i soldi per tutti? E per la seconda fase serve una nuova iscrizione?
Oltre 222 milioni di euro. Ammonta a tanto il 10 % della spesa effettuata con carte, bancomat e app dai 3,2 milioni di italiani che hanno partecipato all'Extra Cashback di Natale, fase sperimentale del programma che dal primo gennaio è ufficialmente a regime. Numeri «al di sopra delle aspettative», spiegano fonti di Palazzo Chigi diffondendo i dati del periodo 8-31 dicembre: 5,8 milioni di cittadini iscritti, 9,8 milioni di strumenti di pagamento elettronici registrati, di cui oltre 7,6 milioni dall'app IO, e oltre 63 milioni di transazioni effettuate. Non tutti gli iscritti hanno diritto a ricevere il rimborso, per ottenerlo, infatti, servivano almeno 10 transazioni. Sono 3.230.906 i partecipanti che hanno superato questa soglia per complessivi 222.668.781 di euro: riceveranno l’accreditato sul conto corrente entro il primo marzo?
Cosa fanno girare i due Mattei
Se l’ex assessore Gallera era stanco figuriamoci quanto lo sono gli italiani dei balletti dei due Mattei – Salvini al Pirellone e Renzi a Palazzo Chigi – che in piena pandemia fanno girare le poltrone, oltre a quelle altre cose che in questo momento vi sono sicuramente venute in mente. Commissariato per manifesta inefficienza Fontana e cacciato per affaticamento il suo attendente alla Sanità, in Lombardia si torna all’usato sicuro della Moratti, anche se di certo al momento c’è solo una condanna per danno erariale, mentre resta da vedere come conviveranno un governatore azzoppato e la paladina di San Patrignano. A Roma invece è durato fino a tarda sera un vertice delle forze di maggioranza, dove i renziani hanno rispolverato parole grosse, tipo “non bisogna sprecare i soldi europei del Recovery Fund”. Proprio i seguaci di un signore che ha speso un botto per far comprare alla Presidenza del Consiglio un aereo da nababbi fa la lezione di austerità a Conte e ai 5 Stelle, che lasciano allo Stato metà dello stipendio e ad oggi hanno fatto risparmiare centinaia di milioni con i tagli dei vitalizi e dei parlamentari. Anche oggi però Renzi e i suoi molleranno la poltrona domani, a patto di decidere come spartire i fondi Ue, ovviamente facendo la parte del leone, perché Italia Viva peserà pure il due per cento ma volete mettere quanto pesa la Bellanova? Certo fa impressione vedere dirottati miliardi dalle politiche green ai cantieri, esattamente al contrario di quanto si diceva alle Leopolde. Ma all’epoca non c’era Giuseppi che portava a casa i soldi dell’Europa.
Intervista di Lucia Azzolina al Corriere della Sera
▪️Domani le scuole superiori non ripartono in presenza se non in tre regioni. Ci saranno proteste e sit-in: genitori e studenti ce l'hanno anche con lei, ministra. «Rispetto alle superiori il governo ha fatto tutto quello che poteva e gli impegni li ha mantenuti grazie anche al lavoro importante dei prefetti e della comunità scolastica. Vorrei ricordare che il 23 dicembre è stata firmata all'unanimità l'intesa con le Regioni che prevedeva il rientro il 7 gennaio».
▪️Perché avete cambiato idea? «Per me gli accordi sono importanti, se si scrivono devono essere mantenuti. Invece molte Regioni si sono sfilate: sarebbe bene che le famiglie e gli studenti capissero perché. Si chiude prima la scuola perché socialmente è stata messa nel fondo dello sgabuzzino».
Leggi tutto: Intervista di Lucia Azzolina al Corriere della Sera
Giuseppe Conte: io non sono affatto paziente. Al contrario. Sono impaziente.
Il Paese sta attraversando un periodo difficilissimo. L’intera comunità nazionale appare sfibrata da questo lungo periodo (ormai quasi un anno) di pandemia, che sta mettendo a dura prova la nostra economia, la nostra tenuta sociale, persino la nostra tenuta psicologica. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di concentrarci, con la massima attenzione, alla realizzazione del piano di vaccinazione. A proposito, oggi - con circa 550.000 vaccinazioni effettuate - siamo il primo Paese dell’Unione europea per numero di persone vaccinate (la Germania ci segue con circa 500.000 persone vaccinate). È un ottimo risultato che in questa fase iniziale ci conforta e ci deve spingere a continuare su questa strada per essere all’altezza di una sfida che anche nei prossimi mesi si annuncia complessa. Mai come adesso dobbiamo lavorare per introdurre nuove misure di sostegno alle famiglie, ai lavoratori, alle imprese.
Leggi tutto: Giuseppe Conte: io non sono affatto paziente. Al contrario. Sono impaziente.
Spostamenti tra regioni: cosa succede dopo il 15 gennaio e i 7 motivi per muoversi senza rischiare la multa
Quando terminerà il divieto di spostare tra regioni o province autonome diverse? All’orizzonte non si intravedono buone notizie. Il decreto n.1 del 5 gennaio 2021 vieta infatti gli spostamenti fino al 15 gennaio, ma lo stop verrà quasi certamente proprogato con il nuovo Dpcm e/o decreto legge attualmente allo studio dell’esecutivo. La stretta era stata introdotta con il dl n.158 del 2 dicembre 2021 che sanciva, nel periodo dal 21 dicembre al 6 gennaio, l’impossibilità di muoversi liberamente tra le regioni, indipendentemente dal colore dei territori. Una misura poi prorogata con il decreto legge citato ad inizio articolo e che sarà quasi certamente in vigore anche nelle prossime settimane. I “rigoristi” all’interno dell’esecutivo ritengono infatti lo stop alla circolazione indispensabile per rallentare la diffusione del contagio.
Crisi di governo, ultime notizie. Conte lavora al rimpasto, ma Renzi non si fida: “Il premier conta sui voti di Berlusconi. E si sbaglia”
Rimpasto e nuovo patto di legislatura: questa la nuova strategia di Conte per tentare di disinnescare lo scontro con Renzi ed evitare la crisi di governo. Il presidente del Consiglio tende la mano al leader di Italia Viva, che però non si fida: Renzi continua a ripetere che non gli interessano le poltrone ma il futuro dell’Italia e teme che – dietro le quinte – il premier stia lavorando a un accordo con Berlusconi. La crisi di governo assomiglia così sempre di più a una partita a scacchi, giocata all’ultima mossa. Alla resa dei conti, però, dovrebbe mancare poco. Martedì 12 gennaio (o forse già nella serata di lunedì) si terrà il delicato Consiglio dei ministri sul Recovery Plan nel quale potrebbero arrivare le dimissioni delle ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Famiglia).
Renzi il “becco” le tenta tutte per buttare giù Conte ma dimentica i suoi flop
Matteo Renzi confessa a Tommaso Labate che ha il timore “di finire becco”, e almeno questo sarebbe confortante, un segnale di lucidità. Dice l’uomo di Rignano alla firma del Corriere della Sera: “E poi oh, com’è che si dice, il ‘becco’ che è il modo in cui in Toscana si identifica il marito tradito, è sempre l’ultimo a sapere le cose? Magari hanno già combinato tutto e io non lo so”. Peccato che nello stesso giorno, su La Repubblica, l’ex premier si esibisca invece in un prodigioso saggio di megalomania politica in cui non c’è nessuna traccia del saggio timore del cornuto. Leggere per credere, la sequela delle sparate: 1) “Conosco le aule parlamentari, io”. 2) “Trovo sconvolgente dover spiegare a un professore di diritto che non si possono presentare i testi all’ultimo minuto”. 3) “Capisco che nella cultura del Grande Fratello è difficile da accettare ma i testi di legge non sono post, i decreti non sono tweet, una riforma non è una storia su Instagram”. 4) “Se ci saranno davvero delle modifiche significa che le nostre osservazioni erano giuste”. 5) “Dovrebbero ringraziarci, non attaccarci”. 6) “Il populista (cioè secondo lui Conte, ndr) guarda il numero dei follower e lo share dei messaggi a rete unificata”. 7) “Preferisco essere guidato da persone competenti che provano a cambiare la situazione che non da persone simpatiche che provano a aumentare il proprio gradimento”.
Leggi tutto: Renzi il “becco” le tenta tutte per buttare giù Conte ma dimentica i suoi flop
Renzi si crede indispensabile. L’ex premier invita Conte a non andare in Parlamento. “E’ un errore politico e un azzardo numerico”
“Il governo è immobile: si vive di rinvio in rinvio. Vogliamo sciogliere i tanti nodi aperti, dalle infrastrutture ai soldi per la sanità. Vogliamo chiarezza su scuola, cultura, lavoro. Questo abbiamo chiesto al premier con lettere, sms, documenti, riunioni. La risposta è stata sprezzante e sorprendente: ci vedremo in Parlamento, ha detto Conte. Evidentemente è già convinto di avere i voti in Aula, forse di Forza Italia: mi sembra un errore politico e un azzardo numerico”. E’ quanto ha detto a Repubblica Matteo Renzi, ribadendo le richieste di Italia Viva all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. L’ex premier sottolinea che i numeri per sostituire il suo partito nella maggioranza non ci sono, piuttosto “è più facile che Salvini ne rubi altri tre al M5S che il contrario” e giudica insufficienti le aperture fatte ieri dal Presidente del Consiglio in un lungo post su Facebook (leggi l’articolo).
Richiesta ufficiale di rettifica delle falsità pubblicate da Repubblica sul piano bus a Roma
Il piano trasporti per la ripresa delle attività scolastiche è pronto da settimane. Un lavoro in sinergia e ad esito del tavolo prefettizio con tutti gli enti di competenza. Affermare il contrario vuol dire solo gettare fumo negli occhi dei cittadini, col solo scopo di creare allarmismi ingiustificati. Il nuovo assetto dei trasporti si basa su un radicale potenziamento della rete bus, anche e soprattutto a riguardo della città di Roma: solo con Atac avremo fino a 1.500 corse in più al giorno. L'articolo pubblicato oggi da Repubblica sul tpl è ancora più grave perché non solo colleziona inesattezze e falsità, ma tenta di ingannare i suoi lettori, a discapito di ogni romana e romano. Le gare fatte da Atac per affidare servizi aggiuntivi di tpl sono trasparenti e hanno consentito agli operatori privati di mettere a disposizione ancora più bus rispetto a quelli già in servizio nei mesi scorsi, una risposta concreta ai ragazzi che torneranno sui banchi di scuola. La programmazione del nostro piano, realizzata da Roma Servizi per la Mobilità, ha visto coinvolti più enti e ha permesso di farci trovare preparati in vista dell'inizio delle attività didattiche. Non è stato un lavoro calato dall'alto, ma realizzato con la collaborazione di tutti, frutto di numerosi incontri. Rafforzare la rete bus vuol dire anche ridurre il carico sulle metro, un servizio che, nella nostra città, per essere veramente efficace, richiede una comunicazione veritiera soprattutto da parte degli organi di stampa. Nella nostra comunità ognuno è responsabile su come si contrasta l'emergenza attuale. Le critiche sono sempre legittime. I falsi no, specie in questo momento, sono un'offesa inaccettabile. A seguire la richiesta di rettifica che abbiamo inviato a Repubblica. Smontiamo punto per punto quanto scritto dal quotidiano. Fate girare. Grazie.
Facebook bloccherà Trump fino a fine mandato
Donald Trump è stato bloccato da Facebook fino a fine mandato. La decisione è arrivata dopo l’assalto di ieri al Congresso a Washington, dove si stava tenendo il processo di certificazione della vittoria di Joe Biden. In un primo momento Facebook aveva bloccato il presidente uscente per 24 ore. Mark Zuckerberg, secondo le ricostruzioni di Axios, avrebbe definito la situazione a Washington “un’emergenza” e, in una email ai dipendenti, ha assicurato che si stavano valutando altre misure per tenere la gente al sicuro. Ma nel corso della giornata il fondatore di Facebook ha deciso prolungare lo stop “indefinitamente e per almeno le prossime due settimane fino a quando una pacifica transizione di potere non sarà completata”. Dunque fino all’insediamento di Biden, programmato per il 20 gennaio.
“La riapertura delle scuole di ogni ordine e grado può provocare un’onda epidemica non contenibile”: lo studio
La riapertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado rischia di provocare un’onda epidemica di Covid “non contenibile”. Più in generale, allentare le restrizioni anti-contagio quando l’incidenza delle infezioni da Sars-CoV-2 è ancora alta “può portare ad un rapido nuovo picco dei casi, e quindi dei ricoveri, anche se l’Rt è inferiore ad 1”. Lo afferma uno studio basato sui dati della cosiddetta prima ondata della pandemia, condotto dai ricercatori di Fondazione Bruno Kessler (Fbk), Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Inail (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro). L’indagine è stata pubblicata oggi, venerdì 8 gennaio 2021, sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science of the United States. L’analisi condotta – precisano i ricercatori – “non permette di distinguere tra infezione trasmessa all’interno degli edifici scolastici e infezione trasmessa durante le attività peri-scolastiche (es. trasporti, possibili assembramenti fuori degli edifici scolastici, attività extra-scolastiche)”. Tuttavia, “riattivare quasi completamente i contatti sociali e le scuole di ogni ordine e grado, come avvenuto in tarda estate, può risultare in un’onda epidemica non contenibile senza severe misure restrittive”. La sola riapertura delle scuole dagli asili fino alle medie, invece, “potrebbe avere un impatto limitato sulla trasmissibilità di Sars-Cov-2 a causa della minor suscettibilità all’infezione dei bambini e ragazzi fino a circa 14 anni di età”.
No, non esiste una lampada Led che uccide il coronavirus (per adesso)
La pubblicità è stata trasmessa anche su La7 durante le feste di Natale. “Nasce Biovitae, la prima lampadina battericida efficace su tutti i batteri e sul coronavirus al 99,8%. I test scientifici lo dimostrano: Biovitae è una luce bianca senza UV, quindi sicura, che mentre illumina sanifica da virus e batteri”. In tanti hanno spalancato la bocca. Davvero le cose stanno così? Biovitae uccide il virus Sars-Cov-" secondo l’azienda di Salerno proprietaria del brevetto. La comunità scientifica non ha queste certezze, non può averle. Manca infatti il parere indispensabile degli esperti delle riviste scientifiche a cui gli studi vengono sottoposti. Se lo studio è valido, si pubblica. Altrimenti no.
Leggi tutto: No, non esiste una lampada Led che uccide il coronavirus (per adesso)
Facebook rimuove le pagine delle associazioni no vax. Burioni: “Anche contro la disinformazione ci vuole un vaccino. Speriamo che sia solo l’inizio”
Non ci sono solo Donald Trump e i suoi supporter complottisti nel mirino di Facebook. Nelle ultime ore il popolare social network ha rimosso, infatti, le pagine di alcune associazioni italiane dichiaratamente contrarie ai vaccini perché “non rispettano gli standard in materia di disinformazione che potrebbe causare violenza fisica”. “A quanto pare – spiega il Coordinamento del movimento italiano per la libertà di vaccinazione che tramite i suoi legali ha presentato già un ricorso contro la decisione di Facebook -, i nostri articoli di approfondimento veicolati su questo social, in particolare quelli sul vaccino Covid-19, violano le regole della community. Più precisamente ‘non rispettano gli standard in materia di disinformazione che potrebbe causare violenza fisica’”. Il coordinamento parla di “censura” nei confronti di “chi cerca di fare informazione in modo meticoloso, rispettoso della verità, utilizzando fonti di informazione certificate e riscontri precisi resta un mistero il significato di queste espressioni”.
Messer Due Per Cento: Perché lo fa?
Più leggiamo le spiegazioni di Messer Due Per Cento sulla crisi di governo, giunte ieri a quota 937, più abbiamo la sensazione che quella vera sia la numero 938. Secondo voi, qual è? Sondaggio a risposta multipla. 1. Conte è presidente del Consiglio e lui no. 2. Conte è primo nei sondaggi e lui ultimo. 3. Tra due mesi e mezzo Conte supera i suoi giorni di permanenza a Palazzo Chigi e lui rosica. 4. Per stare fisso su tutti i giornali e le tv deve minacciare la crisi di governo fissa. 5. Così Iv ha più interviste che voti, persino a Bellanova e Rosato, financo a Bonetti e Scalfarotto. 6. Così, mentre il governo fa le notti sul Covid e sulla scuola, lui sta da Porro a fare il fenomeno. 7. Italia viva è morta e lui non ha un cazzo da fare. 8. Anche le pulci hanno la tosse. 9. Gli han detto che Draghi non vede l’ora di mettersi al suo servizio. E lui ci ha creduto. 10. Gli han detto che, se piazza Guerini all’Interno e Rosato alla Difesa, lo fanno segretario generale della Nato, e pure del Patto di Varsavia. E lui ci ha creduto.
Negazionista si ammala di Covid: “Credevo fosse una recita, ora mi hanno intubato”
Un 54enne originario di Fano si è ammalato di Covid dopo mesi trascorsi a negare la gravità del virus. Daniele Egidi, tecnico informatico, ha raccontato la sua storia al Resto del Carlino dopo giorni trascorsi in ospedale, dove è stato intubato. “Sminuivo il lavoro sanitario, quei medici e infermieri che come palombari curavano i malati. Li credevo più o meno attori magari inconsapevoli di una generale messinscena. Invece è tutto vero”, ha dichiarato Egidi, che ora è ricoverato al San Salvatore di Pesaro a causa della polmonite bilaterale, anche se in fase di ripresa. “Sul Coronavirus non avevo capito niente oppure non volevo capire. Rifiutavo inconsciamente l’idea che questa pandemia fosse grave, minimizzavo culturalmente l’emergenza sanitaria. Mi sbagliavo. Appena arrivato in ospedale, prima di andare in camera, ho visto passare davanti a me sette codici rossi, sette persone gravissime che avevano la precedenza. Lì, in quel momento, mi sono detto che ero stato fuori dal mondo, cieco di fronte alla realtà”, ha continuato. Il 54enne non indossava mai la mascherina perché la riteneva inutile, ma a dicembre la sua saturazione è scesa a livelli così bassi da rendere necessario il ricovero. L’esperienza in ospedale lo ha fatto ricredere e lo ha spinto ad affermare che “per rendersi conto davvero di ciò che stiamo vivendo, bisogna passarci”. “Ho visto che non c’era nulla di inventato in quelle immagini televisive degli ospedali stracolmi, delle terapie intensive al collasso, degli ospedali da campo, della gente che muore. Sto cercando di capire perché rifiutavo di accettare l’allarme per il Covid-19”, ha dichiarato.
Leggi tutto: Negazionista si ammala di Covid: “Credevo fosse una recita, ora mi hanno intubato”
Trump per la Meloni non ha fomentato nessuno ma ha invitato i suoi supporter a cessare le violenze. Orlando la bacchetta: “Presto o tardi il populismo entra in conflitto con la democrazia. Può accadere anche da noi”
“Seguo con grande attenzione e apprensione quanto sta accadendo negli Stati Uniti, mi auguro che le violenze cessino subito come chiesto dal Presidente Trump. In questi momenti serve grande prudenza e serietà. Mi auguro che la situazione negli Usa possa tornare al più presto alla normalità”. E’ quanto ha scritto, ieri sera, sulla sua pagina Facebook, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a proposito dell’assalto al Congresso Usa da parte dei sostenitori di Trump (leggi l’articolo). “Se si soffia sul fuoco di una cosa che c’è nella società, sul malessere, se non ci sono classi dirigenti che cercano di tenere sotto controllo questo demone presto o tardi il populismo entra in conflitto con le regole della democrazia. Credo sia un monito per tutti” ha detto a Omnibus il vice segretario del Pd, Andrea Orlando. “Mi turba – ha aggiunto l’esponente dem – che la destra italiana che aveva applaudito Trump dica solo basta con la violenza o che l’onorevole Meloni abbia detto ‘seguite le indicazioni di Trump e tornante a casa’, Trump è colui che ha innescato questa cosa… Dobbiamo essere tutti più netti, quello che oggi riguarda l’America può riguardare le nostre democrazie”.
Pagina 17 di 104
- Sei qui:
- Home
Main Menu
Ultime Notizie
-
Le SUPERCAZZOLE di Alessandro Giuli in audizione alla Camera
Ci hanno messo un po’ i parlamentari per capire cosa stesse leggendo Alessandro Giuli. Convocato in audizione, alla Camera, per esporre le linee... -
La Cappella Sistina - L'edificio e la decorazione
La Cappella Sistina costituisce un documento fondamentale dell'arte dell'Umanesimo e del Rinascimento per la decorazione pittorica pensata da subito... -
Maratonina di Autunno 2024 - Proiezione Gratuita di Cortometraggi
Come previsto nel bando del Concorso di Cortometraggi “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2024“, nell'intento di valorizzare, promuovere e... -
La Fotografia? è morta tra selfie, social e smartphone
La Fotografia è morta, proprio mentre stiamo vivendo nell'epoca dell' immagine compulsiva che ci accompagna 24 ore su 24 come mai era accaduto... -
Ma quale parità di genere. Le donne più giovani sono svantaggiate in tutto. In una ricerca le ragioni di ogni 8 marzo. Lavoro e diritti: pochi i passi avanti
In una ricerca le ragioni di ogni 8 marzo. Lavoro e diritti: pochi i passi avanti. Una giovane donna, oggi, in Italia, non ha ancora gli strumenti... -
Gioco delle tre carte sul taglio dell'Irpef nel Lazio. Parla il segretario Cgil Roma, Di Cola: "Beffati dalla Regione. Tasse più alte sopra i 28 mila euro”
In bianco e nero. La manovra fiscale annunciata dall’assessore regionale al Bilancio del Lazio, Giancarlo Righini, accoglie solo in parte le... -
Maratonina di Primavera 2024 - Proiezione Gratuita dei vostri Cortometraggi
Come previsto nel bando del Concorso di Cortometraggi “ILCORTO.IT Festa Internazionale di ROMA 2024“, nell'intento di valorizzare, promuovere e... -
Approfondimenti Didattici sul Cinema e sui Cortometraggi, per il Liceo Artistico RIPETTA di Roma
Presso la Biblioteca Flaminia a Roma in Via Fracassini 9, si terrà una serie di incontri per Approfondimenti didattici sul Cinema ed il...
Login Form
Ricerca
La nostra email è:
Utenti Unici dal 01-01-2020
Scienza & Tecnologia
-
Digitale terrestre: problemi in tutta Italia, come risolvere
Secondo quando indicato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), il programma che dovrebbe portare al nuovo digitale terrestre si è concluso... -
Cosa sa di te WhatsApp? C’è un modo (semplice) per scoprirlo
Non sono stati mesi semplici per WhatsApp quelli che hanno aperto il 2021. Il popolare servizio di messaggistica istantanea è stato infatti travolto da un... -
Lo Stato indipendente chiamato Facebook
Ormai è più di un social network: dalla app di appuntamenti, fino all'e-commerce. E arrivò anche la propria moneta. Era nata coma piattaforma per i... -
Covid: la disinformazione corre sui social
Bufale e disinformazione fanno sì che la covid non venga percepita come una minaccia: per questo chi si informa solo sui social network tende a non... -
Il Fatto e le fake news sul 5G
Oggi il Fatto spiega ai suoi lettori l’isteria da antenne 5G e in particolare le fake news sui rischi per la salute. Il quotidiano spiega... -
Digitalizzazione, Italia ultima in Ue per competenze. “Solo il 13 per cento ha accesso alla banda...
Il nuovo rapporto della Commissione: il 42% della popolazione ha solo una competenza di base, i laureati in discipline Ict sono l'1%. E arranca lo... -
Immuni: pronta la soluzione per smartphone Huawei
I problemi di Immuni con i terminali Huawei potrebbero essere prossimi ad una soluzione. La novità giunge direttamente dalla Cina, infatti, e da... -
Il complottismo fa guadagnare i complottisti
Il complottismo rende perché raccoglie attenzione, produce pagine viste e monetizza l'advertising: ecco come si finanzia chi cavalca l'indignazione. Quanto... -
Zoom: attenzione a ciò che scaricate, in rete circolano versioni infettate da malware
Non è la prima volta che vi raccontiamo di malintenzionati e hacker che tentano di sfruttare la situazione difficile in cui la pandemia di... -
Google e la storia del tracciamento COVID-19 su Android
Anche Diego Fusaro si iscrive ai complottisti di Google, Android e del tracciamento COVID-19. Dopo la storia del complotto di Android che ti...