Il via libera sempre più scontato alla ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma smuove l’encefalogramma – piatto stando ai sondaggi – di Italia Viva. Un colpo di defibrillatore scaricato da un tweet di “Luciaone” Nobili, deputato di Italia Viva e Gran Renziano: “Buffa l’idea di alleanza elettorale fra Pd e Cinque Stelle rilanciata oggi da Franceschini, con Conte candidato premier. Ho solo una domanda: sul sindaco di Roma, quindi, che fanno? Candidano la Raggi? Auguri, noi no”. EFFETTO DOMINO. A parte che il mancato supporto di Italia Viva alla Raggi è solo un favore, una grazia (elettorale) piovuta dal cielo, Nobili, con ritardo, è arrivato a capire che il laccio, la trappola, si stava stringendo implacabilmente alla caviglia dei renziani che come candidato, non disdegnerebbero affatto Carlo Calenda, l’“uomo in cerca di un ministero” da quando ha perso il suo allo Sviluppo Economico. Infatti, la sentenza di assoluzione in appello per Virginia Raggi ha avuto l’effetto di uno sblocco, di uno scambio ferroviario per la sua ricandidatura in quanto, in automatico, il Partito democratico non ha altra possibilità che sostenerla. Almeno che non accetti il rischio di correre da solo. Con la prospettiva, oltre a quella di una sconfitta praticamente scontata, di consegnare la Capitale alle destre. Questo è il tema del giorno anche perché si inserisce nel discorso nazionale del rapporto conflittuale tra Matteo Renzi e il governo Conte stesso. Come noto, Renzi sta provocando in continuazione e minacciando crisi al buio per lucrare qualche altra poltrona in più, giocando il suo bluff con carte che valgono poco, appena il 2.5 %. Numeri che dovrebbero produrre vergogna in chi ha governato con il 40% e dava del “tu” ad Obama, che lo invitava alla Casa Bianca.
I negazionisti del Covid sul lettino dello psicoanalista
Qual è la spinta psicologica profonda che porta una persona a negare le realtà evidenti dell'epidemia di COVID-19? È un classico meccanismo di difesa legato alla paura, che la psicoanalisi – la disciplina che l'ha studiato più di ogni altra – definisce "diniego psicologico". Se ne occupano esperti di salute pubblica, studiosi di comunicazione del rischio, psicologi e anche influencer. Ma per affrontare con efficacia il negazionismo su COVID-19 – negare che la malattia sia poi così grave, negare l’utilità degli sforzi per prevenirla o, all’estremo, negare addirittura che il virus esista – bisognerebbe arruolare anche un’altra categoria: gli psicoanalisti. "La non adesione di massa alle raccomandazioni mediche negli Stati Uniti è un fatto unico nella storia moderna. Mai prima d’ora tanti cittadini hanno avuto un tale accesso all’informazione e, allo stesso tempo, hanno rifiutato le raccomandazioni di salute pubblica con una negazione così accalorata dei dati di fatto", scrivono su "Lancet" Austin Ratner, che a New York è uno scrittore ed esperto di psicanalisi laureato in medicina, e Nisarg Gandhi, specializzando al Saint Barnabas Medical Center di Livingston, in New Jersey. In questo rifiuto, i due vedono la manifestazione di un classico meccanismo di difesa psichico noto agli psicoanalisti: il diniego psicologico.
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Il costruttore dona 50mila euro al partito di Giorgia Meloni. E FdI si batte per il suo appalto
Un'enorme area dismessa in centro a Lodi ospiterà un ipermercato Esselunga: un affare milionario approvato dall'amministrazione di centrodestra e contestato da opposizioni e comitati cittadini. L'Espresso ha scoperto i bonifici dell'azienda a favore di Fratelli d'Italia. Che ha organizzato anche una raccolta firme. Trovare un donatore così generoso in questi tempi di crisi per quasi tutte le aziende è davvero una rarità. È quindi facile immaginare la felicità di Fratelli d'Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni, che nel giro di poco più di un mese ha visto il versamento sul proprio conto di due bonifici dall'importo totale di quasi 50mila euro. Versamenti perfettamente legali e, come tali, registrati e segnalati agli uffici competenti. Il generoso donatore non è un'azienda qualunque e, a giudicare dagli affari al momento in sospeso, non sembra neanche del tutto disinteressato. Si tratta infatti della società “Attività edilizie pavesi”, ditta di costruzioni di Pieve del Cairo in provincia di Pavia, controllata dalla Bucaneve Spa della famiglia di costruttori Dallera. Secondo i documenti della Camera dei Deputati, la Attività edilizie pavesi Spa ha versato 25mila euro a Fratelli d'Italia il 21 settembre del 2020, a cui ne ha aggiunti altri 24mila e 500 il 23 ottobre. Per un totale di 49.500 euro.
A Roma Italia Viva non la vota. Così la Raggi ha una chance in più. Iv non sosterrà la sindaca. Ma chi glielo ha chiesto? E ora il Pd non ha più scuse: deve appoggiare Virginia
Covid, in Italia più morti nella seconda ondata rispetto alla prima: ecco perché
Anche la dottoressa Martina Vignani è tra i ventiquattromila che sono sospesi. «Molti di noi hanno fatto rinunce e sacrifici importanti, e ora ci ritroviamo in una situazione assurda». Chi se li ricorda, i giovani medici specializzandi? Erano diventati eroi in un Paese che allora aveva bisogno di eroi. Nella lunga notte di marzo e aprile, avevano tappato le falle del sistema sanitario dovute all’assenza di personale. Erano stati impiegati come operatori di tracciamento, arruolati nelle neonate Unità speciali di continuità assistenziale, introdotte dal decreto del 9 marzo, proprio quello che chiudeva l’Italia, per fare fronte al disastro della medicina territoriale. Con la prima emergenza, è passata anche la riconoscenza dovuta a chi ha scelto di dare una mano, mettendo da parte esperienze più importanti per il proprio percorso formativo. Poi è arrivata la domanda numero 87, a tenerli nel limbo, mentre si continua a invocare la necessità di arruolare camici bianchi. Un quesito forse sbagliato alla prova d’accesso dello scorso 22 settembre, con una radiografia che riproduceva un femore destro invece del sinistro, ha generato una pioggia di ricorsi al Tar. I nuovi medici che secondo il ministro Roberto Speranza dovrebbero diventare la colonna portante della campagna vaccinale sono stati per oltre quattro mesi ostaggio della burocrazia, e verranno liberati solo il 12 gennaio quando finalmente inizieranno le loro attività. Succede quasi ogni anno, ma questo non è un anno come gli altri. «Dopo tanti discorsi sulla necessità di forze fresche» dice Martina, 27 anni, laureata a Pisa, «si richiama gente dalla pensione mentre i giovani vengono tagliati fuori».
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Fallita la congiura per non finire disoccupati. Adesso i renziani frenano. Le minacce di crisi erano un bluff. Scaricato da tutti, a Matteo non rimane che la ritirata
Invece di mordere, alla fine Italia Viva smette di abbaiare. Dopo settimane di penultimatum arrivano i primi segnali di retromarcia sulla sfiducia a Conte. Dopo averlo sentito abbaiare per giorni sempre più forte, in tanti erano pronti a scommettere che, alla fine, Matteo Renzi avrebbe azzannato la presa. Restava solo da capire quando avrebbe assestato il morso letale a Giuseppe Conte. Ma dopo aver monopolizzato il dibattito politico, con la grancassa di opinionisti e commentatori pronti a puntare sulla spallata al governo che avrebbe favorito l’avvento dell’osannato Draghi a Palazzo Chigi, da ieri non solo l’ex premier sembra aver rinunciato ad addentare l’osso, ma pare abbia pure smesso di abbaiare. Sui social in mattinata il leader di Rignano aveva rilanciato sulla necessità di attivare il Mes. L’ennesima provocazione, dal momento che al Salva Stati il M5S è contrario e che Conte su questo ha già dichiarato di ritenere irresponsabili gli aut aut. Ma a sera si ode un’altra musica. Mentre a Palazzo Chigi sono in corso le consultazioni, avviate dal premier, sul Recovery con i partiti (ieri M5S e Pd, oggi tocca a Iv e Leu) Ettore Rosato dichiara: “Qualcosa è cambiato. Il presidente del Consiglio ha convocato una serie di riunioni. Mi sembra un fatto positivo”. Non solo. A sentire il renziano il premier “ha ripreso in parte alcune questioni che avevamo posto”.
Recovery Plan, il governo italiano ha inviato la bozza a Bruxelles
L’Italia nei giorni scorsi ha inviato alla Commissione europea una bozza del Recovery Plan, ovvero del piano di riforme da 208,6 miliardi per spendere il Recovery Fund. A riferirlo questa mattina, nel corso di un incontro online con la stampa italiana, è stato il commissario al Bilancio europeo Johannes Hahn. La nuova versione della bozza del piano, costituita da 130 pagine e quattro capitoli, è stata pubblicata dal sito Affaritaliani.it ed è datata 9 dicembre. Dopo l’annuncio del commissario al Bilancio Hahn, la portavoce della Commissione europea Marta Wieczorek tuttavia ha precisato: “Siamo stati in contatto ormai da tempo con tutti gli Stati membri, inclusa l’Italia, sulla preparazione dei piani di ripresa e resilienza, e questi contatti si sono ovviamente intensificati molto”, ma “per noi non è ancora arrivato il momento di commentare i dettagli dei piani”. “Con l’entrata in vigore della regolamentazione” sul Recovery Fund “i Paesi membri saranno anche in grado di presentare formalmente i loro piani, che oggi vanno ancora considerati come un lavoro in corso”, ha aggiunto Wieczorek. Intanto, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha definito “ottimo” l’accordo tra Parlamento e Consiglio sul Recovery and Resilience Facility. “Sblocco definitivo di Next Generation Eu, pre-finanziamento al 13% con 6 miliardi in più per l’Italia, possibilità di trasferire fondi Rrf a InvestEU. Complimenti” al Parlamento europeo e alla presidenza tedesca di turno “per il risultato, bravissima Irene Tinagli” (presidente della Commissione Affari Economici del Parlamento Europeo), ha scritto Gualtieri su Twitter.
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Un Governo che fa in silenzio
Conte e Di Maio “sono una barzelletta, hanno fatto una figura di m… mondiale, speriamo che il ministro degli Esteri se lo tengano in Libia”. A scrivere queste e altre simili amenità è stato ieri il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè (Forza Italia), festeggiando a modo suo la liberazione dei pescatori di Mazzara del Vallo. Invece di nascondersi per non aver fatto un tubo mentre il Governo e la nostra intelligence lavoravano per liberare gli ostaggi italiani, Miccichè ha continuato a fare anche a tempo scaduto la stessa cosa di Salvini e di buona parte della destra più becera di sempre: offendere e chiacchierare, chiacchierare e offendere. In realtà l’ex enfant prodige di Berlusconi in Sicilia avrebbe una quaresima di ragioni per nascondersi: dopo aver campato un quarto di secolo sulle spalle degli italiani prima al Parlamento nazionale e ora a Palazzo dei Normanni, può affacciarsi alla finestra del suo meraviglioso ufficio di Palermo e giudicare da solo se in tutti questi anni il Paese è migliorato o peggiorato grazie a una classe politica di cui sempre Miccichè è tra i più strenui difensori dei privilegi, a cominciare dai vitalizi. E dire che l’alto livello istituzionale delle accuse mosse a chi ha appena fatto tornare a casa diciotto persone sequestrate senza nessun appiglio legale, mostra plasticamente la differenza che passa tra chi opera in modo responsabile e silenzioso da un lato e chi, dall’altro, passa il tempo a denigrare e smontare quel che si è fatto. A costo di avventurarsi nel fantastico mondo delle balle spaziali, come abbiamo visto fare sulla pandemia, quando solo qualche mese fa a destra era tutta una gara a dire che le mascherine non servivano, il virus era morto e il Covid era una invenzione dei poteri forti per imporci la dittatura sanitaria.
Chi ha avuto il Covid-19, si può ricontaggiare?
A oggi, in Italia, i guariti ufficiali dal Covid-19, cioè coloro a cui è stata diagnosticata la positività al virus e poi la sua scomparsa, superano il milione. Il 61% coinvolge la popolazione nell'età più produttiva, dai 20 ai 59 anni, il 26% dai 60 anni in su, il 13% dai 19 anni in giù. Il 51,5% sono femmine, il 48,5% maschi. Tutte queste persone possono essere considerate immuni? Numerosi studi ormai concordano: quando si contrae il Covid, il 93% dei contagiati produce gli anticorpi neutralizzanti. La loro funzione è quella di impedire al virus di penetrare nelle cellule. Ciò succede tra i 6 e i 20 giorni dal contagio, e il meccanismo è questo: dopo l'infezione si attivano i linfociti B che producono gli anticorpi IgM, IgG e IgA. Un loro sottoinsieme (IgG e IgA) è quello che poi riesce a rendere innocue le nuove particelle virali. Gli anticorpi neutralizzanti, a loro volta, si accompagnano all'attivazione delle cellule killer (linfociti T), specializzate nel riconoscere e nel distruggere il virus. Tutta questa spiegazione è utile a capire perché quando il Covid attacca, la risposta immunitaria è doppia (linfociti B e T). Una volta superata l'infezione, nelle settimane o nei mesi successivi, gli anticorpi calano: non c'è più il virus, non c'è più bisogno di loro. Nell'organismo però restano le cellule memoria, pronte a intervenire in caso di necessità. L'ipotesi che il calo di queste «difese» esponga quindi a un nuovo contagio, viene smentita.
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Finisce sotto inchiesta l’eredità delle Olimpiadi del 2006
Perquisizioni negli Uffici del Comune, della Fondazione 20 marzo 2006, quella che gestisce l’eredità del patrimonio olimpico invernale e della società Parcolimpico sono scattate nella giornata di ieri. Otto gli avvisi di garanzia notificati dalla Procura a soggetti economici e funzionari pubblici. Tra i nomi più altisonanti c’è quello di Giuseppe Ferrari, vice-direttore generale del Comune, già coinvolto in altre vicende giudiziarie. Due gli episodi finiti sotto la lente degli investigatori, coordinati dal pm Gianfranco Colace. In primis la sua nomina come presidente del consiglio di amministrazione di Parcolimpico, la società che materialmente gestisce gli impianti. La società è costituita da Fondazione 20 marzo 2006 (al 10%) e da un socio privato, Get Live2 (che ha il 90% delle quote). La nomina di Ferrari, nel luglio 2020, è stata indicata dalla Fondazione. Questo è il modus operandi da sempre, spiegano nell’ambiente: il presidente del cda di Parcolimpico è nominato dalla Fondazione su indicazione dei soci e in particolare dalla Città di Torino. La Città Metropolitana indica il presidente del collegio dei revisori. E la Regione uno dei revisori. Così è successo per Ferrari, che la Città di Torino prima aveva segnalato come consigliere della Fondazione e poi come presidente del cda della società. Per quest’ultimo incarico ora il vice direttore si ritrova indagato per ‘turbata libertà del procedimento di scelta del contraente’. Per la stessa vicenda è sotto accusa anche Elena Fiorenza, direttore generale della Fondazione, assistita dall’avvocato Alberto Mittone.
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Il concetto di abitazione secondo le FAQ del governo
Le FAQ (Frequently Asked Questions) dovrebbero servire per fornire chiarimenti su tematiche fondamentali e su cui occorre un alto livello di comprensibilità per tutti i cittadini. Insomma, risposte semplici a domande che riguardano la quotidianità. Eppure il governo italiano riesce a far confusione anche su questo. L’ultimo caso riguarda il concetto abitazione inserito all’interno delle specifiche sugli ultimi accorgimenti e restrizioni previste per il periodo natalizio nel nostro Paese. Leggiamo esattamente come sul sito del governo si prova a spiegare il concetto abitazione ai cittadini. La domanda (la FAQ) recita: «Il dpcm del 3 dicembre 2020 prevede che, nonostante i divieti, dal 21 dicembre al 6 gennaio si possa comunque far rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Cosa si intende con questi tre termini?». E nella risposta si da una definizione giuridica dei concetti di residenza e domicilio. E questo era il compito più semplice. Ma quando si vuole definire il concetto di abitazione, ecco che sorgono le prime perplessità: «Il concetto di abitazione non ha una precisa definizione tecnico-giuridica. Ai fini dell’applicazione del dpcm, dunque, l’abitazione va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuati, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza (per esempio in alcuni giorni della settimana per motivi di lavoro, di studio o per altre esigenze), tuttavia sempre con esclusione delle seconde case utilizzate per le vacanze. Per fare un ulteriore esempio, le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si riuniscono ad esso con regolare frequenza e periodicità nella stessa abitazione, potranno spostarsi per ricongiungersi per il periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 nella stessa abitazione in cui sono soliti ritrovarsi». Insomma, vale tutto e vale niente. E la FAQ che doveva fornire una risposta chiara e certa offre uno specchio di interpretazioni talmente ampio da generare ancora più confusione. Perché prendendo per buona la definizione fornita dal sito del governo italiano, il concetto resta vago e indefinibile.
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Renzi, piccoli partiti grandi ricatti
Il leader di Italia viva minaccia Conte con gli stessi argomenti che avrebbe sfoderato l’Udeur di Clemente Mastella o il Psdi di Pietro Longo. Esistono partiti piccoli che pensano in grande; e poi ci sono piccoli partiti, nel senso di piccini in tutto e per tutto. I primi rappresentano visioni politiche, in qualche caso utopie rispettabili, per nulla sminuite dallo scarso seguito elettorale. Aristocratici del pensiero, si diceva una volta. Pochi ma buoni. Magari avanguardie che corrono a presidiare un crocevia della storia dove con molto ritardo transiteranno i partiti di massa col loro carico di vettovaglie. Sconfitte oggi ma vittoriose domani. Ne abbiamo avute di queste minoranze elettriche, intense, spregiudicate, orgogliose del loro zero virgola, che sono il sale della democrazia. Spesso guidate da personaggi intrattabili come potevano essere ad esempio Ugo La Malfa o Marco Pannella, o i liberali alla Mario Pannunzio, o gli eretici del «Manifesto», capaci di puntare i piedi sulle scelte di fondo, disposti a pagare qualunque prezzo pur di testimoniare un principio, a incassare ogni affronto e proprio per questo rispettati dagli avversari, addirittura rimpianti (dopo morti). I piccoli partiti invece rappresentano idee trascurabili; sfruttano mediocri rendite di posizione; sgomitano per raccogliere qualche briciola, scroccare là dove possono. Più infime sono le percentuali elettorali, più insopportabili risultano le loro pretese. Quando esagerano vengono bollati come parassiti. Da Palmiro Togliatti fino a Silvio Berlusconi, i leader di massa li hanno sempre vissuti come una calamità, salvo tenerseli buoni con qualche tozzo di pane finché possibile. E qui sorge attualissima la domanda: in quale categoria rientra Italia Viva, che in piena pandemia minaccia di far cadere il governo? Tra i partiti piccoli da trattare con rispetto o tra i piccoli partiti di cui si farebbe volentieri a meno? L’aut-aut di Renzi al premier, «se non mi dai retta ti rimando a casa», merita di essere catalogato tra le battaglie nobili o tra i volgari ricatti?
Ettore Rosato (ItaliaViva): "Per noi questo governo è finito"
Lapidario il coordinatore di Italia viva: “Ad oggi non c’è più la fiducia tra la maggioranza e il premier. Il premier l’ha sciupata. Bisogna ricostruirla”. Così Ettore Rosato, vicepresidente Camera e coordinatore Italia viva a Sky Tg24. “Questo problema o lo risolve il premier o per noi questo governo è finito”, aggiunge.
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Da oggi stop spostamenti tra regioni, quando si può da un comune all’altro. Ecco tutte le regole fino al 6 gennaio. Attenti all’autocertificazione
Inizia oggi la vita scaglionata dai colori alternati stabiliti dal governo come misura antipandemia. Si parte oggi con lo stop agli spostamenti tra regioni. Ecco quando si può andare da un comune all’altro e chi può farlo: mai nei capoluoghi e sempre entro un numero massimo di chilometri. Tutte le regole da rispettare fino al 6 gennaio. Attenti all’autocertificazione.
1 Oggi posso partire per raggiungere una località di vacanza fuori dalla regione in cui abito?
No. Da oggi al 6 gennaio 2021 è vietato ogni spostamento tra regioni e da/per le province autonome di Bolzano e Trento. Una norma che, ad esempio, renderà impossibile per tanti italiani raggiungere le montagne del nord Italia per le tradizionali vacanze sulla neve. Non è possibile nemmeno raggiungere le seconde case fuori regione.
Silvio Berlusconi: "Non vedo un nuovo Governo all'orizzonte, tantomeno tecnico"
Il Cav ribadisce che "per il bene del Paese è a disposizione per lavorare con il Governo che c’è". Silvio Berlusconi parla al Messaggero e non vede scossoni all’orizzonte: non vede un nuovo Governo, ma soprattutto non vede Governi tecnici all’orizzonte. Un messaggio da recapitare a Giuseppe Conte, a cui il Cav tende la mano per una maggiore collaborazione. Un messaggio da recapitare anche a Matteo Renzi, che crede possibile una nuova maggioranza in Parlamento in caso di caduta del Conte bis. Per prima cosa Silvio Berlusconi dice che “certamente” si farà vaccinare contro Covid-19, “sono disposto anche a farlo pubblicamente”. Poi, in un’intervista al Messaggero, alla domanda se il Governo sia pronto per la campagna vaccinale, il Cav risponde: “Posso solo sperarlo. Avevamo chiesto al Governo di discutere insieme questa materia, ma l’esecutivo ha ritenuto di fare da solo”. Rispetto alla tenuta dell’esecutivo, deciderà il Capo dello Stato se tornare al voto: “Non credo nei Governi tecnici e non vedo un nuovo Governo all’orizzonte. Forza Italia per il bene del Paese è a disposizione per lavorare con il Governo che c’è, anche se questo Governo non ci piace. Così abbiamo ottenuto nella Legge di bilancio diversi risultati importanti”. Forza Italia, gli viene fatto notare, vuole il Mes, ma Lega e FdI no: un problema per la coalizione? “No. Fare sintesi è responsabilità di chi guida l’esecutivo, dove su questa materia mi pare che prevalgano i veti grillini. Non siamo un partito unico proprio perché siamo diversi, anche per stile. Noi non avremmo mai dato vita a comportamenti come quelli accaduti venerdì in Senato”. Sul Recovery fund Berlusconi riconosce che “Conte è certamente abile nelle relazioni personali, ma il Recovery Fund nasce fondamentalmente dall’impegno del Ppe”.
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Governo, dal Recovery plan al Mes fino alle riforme istituzionali: i temi sul tavolo di Conte che oggi incontra i partiti
Tutti i dossier e gli schieramenti in campo. Il premier sotto assedio accelera sul Recovery plan e rilancia convocando i tavoli di confronto con i partiti di maggioranza. Al via oggi i primi incontri: alle 15.30 Giuseppe Conte, insieme ai ministri dell'Economia Roberto Gualtieri e degli Affari europei Vincenzo Amendola, vedrà la delegazione del M5S. Alle 19 toccherà al Pd. Domani sarà la volta di Italia viva, che ieri ha rialzato la tensione con nuovi attacchi all'esecutivo, e Leu. Per scongiurare la crisi, il presidente del Consiglio è pronto dunque a ridefinire con le forze alleate la governance e le ripartizioni del piano basato sui 209 miliardi in arrivo dall'Europa. Ma sul piatto non c'è solo il Recovery plan: dal Mes al fisco, dalle riforme istituzionali alla ricoversione economica green, sono tanti i dossier in discussione su cui i partiti non la pensano tutti allo stesso modo. Esaminiamoli allora uno per uno, specificando le diverse posizioni delle forze di maggioranza.
Covid-19: perché sono calati i casi di influenza
I sistemi precauzionali per difendersi dal virus avrebbero arginato il numero dei malati rispetto agli anni scorsi. Moltiplicate anche le vaccinazioni. Persistono i Rhinovirus, ma possono essere nostri "alleati". Che fine ha fatto l’influenza? Dopo la prima ondata di Covid-19 gli epidemiologi più accorti avevano messo in guardia dal possibile tracollo invernale del sistema sanitario dovuto alla somma dei casi della prevedibile seconda ondata con il virus influenzale. Una previsione che nelle Regioni più lungimiranti si è tradotta nell’acquisto preventivo di numerose dosi di antinfluenzale. Ora che ci stiamo lentamente addentrando nella stagione più fredda, l’influenza sembra essere la grande assente e la speranza è che rimanga tale. Le premesse, ad osservare ciò che è accaduto nell’emisfero australe, ci sono tutte: nelle aree in cui il periodo aprile-luglio corrisponde all’inverno, Sars-Cov-2 ha di fatto cancellato dai radar l’influenza e molti dei virus ad andamento stagionale. Sparizioni che potrebbero però rappresentare un’arma a doppio taglio. Il ruolo dei viaggi intercontinentali e dei vaccini.
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Variante Covid, l’Oms lancia l’allarme: “Può falsare l’esito dei tamponi”
La nuova variante del Covid scoperta nel Regno Unito può “falsare l’esito dei tamponi”: a lanciare l’allarme è l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che in una nota ha commentato i primi studi effettuati sulla mutazione del virus. L’Oms ha infatti dichiarato sulla base di “segnali preliminari” che “la variante del Covid-19 che si è diffusa in Gran Bretagna può essere in grado di diffondersi più facilmente tra le persone”, sottolineando anche che secondo “informazioni preliminari può influenzare le prestazioni di alcuni test diagnostici”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, però, ha anche specificato che al momento “non ci sono prove che indicano cambiamenti nella gravità della malattia, ma anche su questo aspetto sono in corso valutazioni”. La nuova variante del virus è stata scoperta per la prima volta in Inghilterra a settembre, ma sembra aver avuto un’accelerata nelle ultime settimane. Nell’ultimo giorno, infatti, il Regno Unito ha registrato 36mila nuovi casi di Covid nonostante il recente lockdown. Numeri che preoccupano anche l’Italia, che ha deciso il blocco dei voli dal Paese e tamponi e quarantena per chi è rientrato dal Regno Unito in Italia da meno di 14 giorni. Il boom di casi nel Regno Unito nonostante le restrizioni, per il ministro della Salute Speranza, “è la prova che questa nuova variante ha una capacità di trasmissione molto maggiore della precedente. Per questo non potevamo che decidere subito il fermo dei voli, per permettere ai nostri scienziati di capire di più. Se bisognerà rivedere l’ordinanza lo faremo, ma adesso non avevamo altra scelta”.
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La vergogna in dose giornaliera
Ieri vedendo Vespa che presentava in pompa magna il suo libro in gloria di Mussolini, con special guest Salvini e la Meloni, credevo di essermi preso la mia dose giornaliera di vergogna per questa Italia piena di leccaculo e senza memoria. Mi sbagliavo. Nelle stesse ore al Parlamento europeo si votava il Recovery Fund, cioè un pacchetto che per il nostro Paese significa 209 miliardi, e i deputati della Lega che hanno fatto? Si sono astenuti. Come i cornuti che per fare un dispetto alla moglie si tagliano quella cosa lì, pur di non dare soddisfazione alla von der Leyen gli eletti del Carroccio a Bruxelles hanno detto che dei miliardi dell’Europa non ci frega niente. Una follia, perché il pacchetto di aiuti che vale più del Piano Marshall è un’occasione irripetibile per tutta la nazione, compresa quella parte che vota la destra più becera di sempre, con la bocca piena di slogan tipo “Prima gli italiani”, e poi dietro fa il tifo persino per i polacchi e gli ungheresi governati dagli amici di Giorgia & Matteo. È una fortuna, quindi, che siano finiti i tempi in cui milioni di elettori si facevano orientare da un mammasantissima della tv pubblica che si fa promuovere un libro edito dalla stessa Rai con Mondadori (Berlusconi) invitando quei politici a cui poi dovrebbe fare domande scomode (un rituale che non risparmia la Sinistra e vedremo se sapranno sottrarsi i Cinque Stelle).
Virginia Raggi: Ma io non lascio Roma!
Quello che le ha fatto più rabbia e lo dice con una sincerità feroce e vendicativa pochi minuti dopo l' assoluzione, sono stati questi «lunghi anni di silenzio e di solitudine politica». […] Virginia Raggi ha dovuto sopportare il dileggio degli avversari, scontando l'inevitabile ingenuità di una giovane avvocata prestata alla politica. […] la Raggi ha dovuto subire le insinuazioni, le accuse e le ipocrisie dei suoi compagni di Movimento. […] «Mi avevano offerto delle poltrone per non ricandidarmi - dice a chi le è vicino - ma io non lascio Roma. E potrei anche entrare nel nuovo direttorio dei 5 Stelle». La Raggi si sente forte e può permettersi di alzare la voce, dopo essere stata costretta sin da subito a fronteggiare il «fuoco amico», come lo chiama Alessandro Di Battista. […] Di Battista coglie l' occasione per schierarsi al suo fianco, ma soprattutto per attaccare il Movimento: «Virginia è stata assolta ancora, adesso iniziate a rispettarla. Per quattro anni è stata diffamata, dileggiata, calunniata. È stata colpita dal sistema politico e mediatico per non aver avallato le olimpiadi di Malagò, Montezemolo e Caltagirone e dal fuoco amico partito da chi non sarà mai alla sua altezza».
La rivincita di Virginia Raggi
La colonna sonora della rivincita di Virginia Raggi è il suono del cellulare che non smette mai di vibrare dopo mesi che è rimasto muto. La chiamano in tantissimi e in tantissimi inviano messaggi. Soprattutto del M5S: compagni di partito che devono levarsi di dosso l'immagine dei congiurati, grillini che scommettevano sulla sua condanna per aprire la strada a una possibile alleanza cittadina con il Pd. Sono quelli che «salgono sul carro del vincitore». Troppo facile farlo ora, sostiene Raggi appena uscita dal tribunale, il volto rigato dall' emozione e la voglia di rivalsa da urlare ai microfoni. Il j' accuse non è improvvisato ma studiato parola per parola. E serve soprattutto a lanciare un avviso. Raggi infatti è pronta a candidarsi per un posto nell' organo collegiale che definirà la leadership del Movimento quando la tanto attesa competizione interna avrà luogo, forse a gennaio. È il secondo tempo della sua personale sfida nei confronti di chi le ha fatto pesare solitudine e silenzi. I «tanti - dice - che dovranno riflettere». Non fa nomi, ma è evidente che punta alla classe dirigente del M5S, che non può non includere l'ex capo politico Luigi Di Maio e l'attuale reggente Vito Crimi, Paola Taverna e chi non l'ha sostenuta in anni di feroci conflitti cittadini e nazionali, di cause e lacerazione interne.
Marco Travaglio: Due Raggi e due misure
A volte la cronaca sa essere ancor più ironica della storia. E così accade che in poche ore la mitica Procura di Roma del grande Pignatone e dei suoi allievi, santificata per anni dai turiferari dei giornaloni, venga messa definitivamente in mutande da due eventi giudiziari che parlano da soli: le richieste di rinvio a giudizio per Tiziano Renzi, Alfredo Romeo &C. che Pignatone &C. volevano a tutti i costi far archiviare sul caso Consip; e l’assoluzione anche in appello di Virginia Raggi che Pignatone &C. volevano a tutti i costi far condannare sul caso Marra. Il fatto poi che l’inchiesta Consip sia partita a Roma nel dicembre 2016 e sia ancora impantanata in udienza preliminare, mentre l’inchiesta Raggi è partita nel gennaio 2017 e ha già finito l’appello, è solo la ciliegina sulla torta.
Nuovo ceppo Covid, l’Italia sospende i voli con il Regno Unito. Di Maio: “Dobbiamo proteggere gli italiani”
Anche l’Italia ha deciso di sospendere i voli con la Gran Bretagna a causa della diffusione della variante del Covid-19. Ad annunciarlo, su Facebook, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Il Regno Unito – scrive il ministro – ha lanciato l’allarme su una nuova forma di Covid che sarebbe il risultato di una mutazione del virus. Come Governo abbiamo il dovere di proteggere gli italiani, per questa ragione, dopo aver avvisato il Governo inglese, con il ministero della Salute stiamo per firmare il provvedimento per sospendere i voli con la Gran Bretagna. La nostra priorità è tutelare l’Italia e i nostri connazionali”. Blocco voli fino al 6 gennaio. L’ordinanza di blocco dei voli dal Regno Unito, firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, produce effetti dalla data di adozione, ossia oggi, fino al 6 gennaio 2021.
Era inevitabile tornare ai divieti
I numeri si sa che sono argomenti testardi, e di fronte a 700mila morti solo quest’anno, cioè quanti ne contavamo nel 1944, durante la seconda Guerra mondiale, tutte le chiacchiere su come affrontare la pandemia lasciano il tempo che trovano. Perciò smettiamola col giustificare le povere persone che non ne potevano più di stare a casa nell’ultimo weekend o l’economia che deve girare, e diciamo chiaro che le folle viste in strada per lo shopping hanno dimostrato un’enorme stupidità. La prova provata che non si può fare alcun affidamento sulla responsabilità generale e dobbiamo tornare di corsa ai divieti. E pure a quelli stretti. Una sconfitta della quale possiamo ringraziare chi ha alimentato anche per motivi politici una comunicazione criminale, che tuttora nega o minimizza i pericoli del virus, nonostante sia alla portata di tutti andare a vedere che pressione c’è sugli ospedali. Così al Governo non si lascia scelta e nelle nuove misure che saranno stabilite tra breve, dovremo mettere in conto altri giorni chiusi a casa, sperando che non parta una terza ondata dei contagi e comunque rinviando l’uscita da quest’incubo.