“Vi scandalizzate per Amazon ma vi siete dimenticati di noi, postini precari sfruttati da Poste Italiane”
Poste Italiane assume 1.000 postini, ma 800 saranno precari: "È un metodo studiato, ci sfruttano e poi ci buttano via". I postini precari di Poste Italiane sono pagati, di fatto, 6 euro l’ora, meno di un corriere Amazon e meno di un rider. Lavorano infatti almeno dieci ore al giorno, molto oltre l’orario di uscita e quindi sprovvisti di assicurazione, perché fanno da tappabuchi da una zona sottorganico all’altra delle nostre città. Saltano la pausa pranzo perché altrimenti non riuscirebbero mai a finire il loro giro e consegnare tutta la posta in giacenza. In tempi di Covid-19, a differenza delle api operaie delle grandi multinazionali delle consegne, di solito non hanno in dotazione un palmare ma una bic per far firmare le raccomandate ai clienti.
Il cane morto fulminato mentre passeggia in strada col suo padrone
Stava attraversando la strada col suo padrone e ha poggiato la zampa su un tombino: in un attimo è stramazzato al suolo, già privo di vita. Tragedia martedì sera a Cesano Boscone, in provincia di Milano, dove un cagnolino è morto fulminato in strada a causa di una "fuga di corrente" dovuta - stando alle prime informazioni - alla fitta nevicata delle ore precedenti. A raccontare l'accaduto, con un video in diretta sul proprio profilo Facebook, è stato il sindaco Simone Negri, che si è detto particolarmente dispiaciuto per l'animale e il suo padrone. Teatro del dramma, avvenuto verso le 19, è stato l'angolo tra via Roma e via Tommaseo e - stando alle parole del sindaco - nella stessa giornata si sono verificati altri quattro episodi identici in altri comuni del Milanese. "Le nevicate fanno sì che acqua, neve e ghiaccio finiscano nei tombini e che si creino dei ponti - ha spiegato il primo cittadino -. Appena i cani mettono le zampe nell'acqua vengono fulminati. È una cosa che non dovrebbe succedere perché questi impianti dovrebbero essere isolati. Sono cose oggettivamente molto fastidiose e cercheremo di capire cosa è successo", ha assicurato il sindaco.
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La Meloni se ne vanta, ma a chiedere i poteri speciali per Roma Capitale sono sempre stati i Cinque Stelle. E l’ex M5S De Vito torna a spronare il Governo
Dopo anni di silenzi, torna alla ribalta il tema dei poteri speciali per Roma. “Nella giornata di ieri la Camera ha approvato due Ordini del giorno proposti da FdI e dal M5S – che ringrazio insieme a tutti gli esponenti politici che hanno approvato – che impegnano il governo a dare maggiori risorse e poteri speciali alla nostra Capitale” ha spiegato in una nota il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, eletto nei Cinque Stelle e poi successivamente sospeso dal Movimento. Si tratta di “un tema fondamentale e ineludibile, che dal 2008 è sempre stato contrassegnato da una colpevole inerzia di tutti i governi e legislatori che si sono succeduti, ma a cui mi auguro, come chiedo da anni, che venga dato seguito con risposte concrete” ha aggiunto il presidente dell’Aula Giulio Cesare, secondo cui a queste “buone intenzioni, il Governo deve dare risposte con provvedimenti legislativi che riportino la nostra Capitale al rango che merita. Ho sempre ribadito con forza questo concetto in numerosi atti consiliari in questi anni” ha proseguito il presidente parlando della battaglia che, da sempre, vede in prima fila la sindaca Virginia Raggi.
LA GRAN BRETAGNA NELL’OCCHIO DEL CICLONE COVID
Gli scienziati hanno per formazione l' abitudine di usare le parole con cautela. Se un epidemiologo come Andrew Hayward, professore del University College di Londra e consulente scientifico del governo, arriva a parlare di «catastrofe», la situazione è gravissima. Nella giornata di ieri il Regno Unito ha stabilito un nuovo record: 53.135 nuovi casi di Covid in sole 24 ore. Gli ospedali del Paese sono pieni. In Inghilterra sono più di 20.000 i malati ricoverati a causa del virus. Ad aprile, quando era stato raggiunto il picco della prima ondata, i ricoverati erano duemila in meno. Per Hayward, così come per la maggior parte della comunità scientifica, i numeri parlano chiaro. Le restrizioni in vigore al momento - con livelli diversi a seconda dei casi - «non bastano a contenere il Covid», che nella sua nuova incarnazione, la cosiddetta variante inglese, sembra molto più contagioso. «Dobbiamo imparare dall' esperienza», ha sottolineato. «Abbiamo visto che quando arriva il momento di adottare nuove misure non si guadagna nulla ritardando, anzi, si finisce con la necessità di affrontare un lockdown più lungo e pesante».
Senato, chi sono i “responsabili” che potrebbero aiutare il governo: spunta il progetto Italia23
Mentre dalle parti del governo il clima si fa sempre più pesante, tra i ricatti di Matteo Renzi e il tempo che corre per la stesura del Recovery plan, in Senato c’è chi si prepara al piano B. Sono i cosiddetti responsabili, più volte invocati nei retroscena dei giornali, e che al momento di un voto di fiducia sul governo Conte 2 potrebbero decidere di correre in sostegno del premier. Negli ultimi giorni, come scrive il Foglio, è spuntato anche un progetto dal nome Italia23 che aspirerebbe a essere quella lista di “società civile” pronta a sostenere Giuseppe Conte alle prossime elezioni. E se il tempi per le urne sono troppo prematuri, intanto potrebbero essere loro a correre in aiuto del premier in caso Italia viva decidesse una volta per tutte di farsi da parte. Italia23 al momento è solo un’associazione, anzi per il momento un sito internet, scrive il Foglio, promossi dal senatore Raffaele Fantetti. Quest’ultimo solo a ottobre scorso ha deciso di lasciare Forza Italia, partito grazie al quale è entrato in Parlamento, e passare al gruppo misto in quota Maie (Movimento associativo italiani all’estero). E proprio il Maie è considerato molto filogovernativo visto che il fondatore Ricardo Merlo è sottosegretario agli Esteri. Italia23 è nato l’11 dicembre scorso e al momento c’è solo il proposito di Fantetti di trasformarla in un “think tank”. Ma intanto sul sito c’è una sezione “sospetta” che si intitola “gruppo parlamentare”. E quella potrebbe essere l’etichetta capace di riunire i centristi pronti a dare una mano al governo Conte 2 per evitare le elezioni anticipate. Un’operazione che, secondo il Foglio, ha come registi tra gli altri Bruno Tabacci e Gianfranco Rotondi. Ma chi sono i senatori che potrebbero entrare nel gruppo dei responsabili? Intanto gli ex M5s come Elisa Ragusa e Gloria Vizzini, fresche di adesione alla compagine Centro democratico. Ma anche gli ex grillini Gregorio De Falco, Gianni Marilotti, Luigi Di Marzio. Poi i centristi Paola Binetti, Antonio Saccone e Antonio De Poli. Ma anche i senatori vicini a Toti come Berutti, Quagliariello e Romani. Che potrebbero attrarre alcuni potenziali fuoriusciti di Forza Italia (Bergamini, Napoli e Polverini).
Cosa succederà dall’1 gennaio a chi avrà un “conto in rosso”
Dall’1 gennaio 2021 entreranno in vigore nuove regole previste dall’European Banking Authority (EBA), l’Autorità bancaria europea, per la definizione di default che le banche europee, e quindi anche quelle italiane, dovranno applicare alle posizioni dei loro clienti. In sostanza si tratta dei criteri – più stringenti rispetto alle attuali norme italiane – in base ai quali le banche possono stabilire che un cliente, titolare di un conto corrente, non sia più in grado di ripagare il proprio debito. Negli ultimi giorni sui giornali si è parlato di queste nuove regole soprattutto in relazione ai cosiddetti “conti in rosso”, cioè la situazione in cui un correntista si trovi in una posizione di debito nei confronti della banca. Secondo alcune interpretazioni, in questo caso la banca bloccherebbe tutti gli addebiti automatici, i cosiddetti RID, come ad esempio quelli delle carte di credito o delle bollette delle utenze di casa, con il risultato per il correntista di diventare insolvente nei confronti dei fornitori del servizio. Alcune associazioni di imprese, come Unimpresa, hanno segnalato come ciò comporterebbe grossi problemi per le imprese con una liquidità già ridotta a causa della crisi causata dalla pandemia da coronavirus.
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Un duro inverno attende Verdini. In molti sono andati a trovarlo.
La barba lunga, lo sguardo stanco, in tuta, Denis Verdini incontra l'onorevole Polverini davanti alla sua cella a Rebibbia alla vigilia di Natale: "Renata, le condizioni delle carceri italiane sono incivili! Noi del centrodestra abbiamo sbagliato a non affrontare mai la questione”. "Ma parla per te!", lo rintuzza ridendo la deputata di Forza Italia, che anche quest'anno ha distribuito i panettoni nelle galere. "Guarda qui", le dice Verdini, allargando il braccio sul corridoio rumoroso di voci. "È dura sia per i detenuti che per le guardie carcerarie. Avremmo dovuto fare una grande battaglia politica". Verdini, con quell'aria da attore, facondo e guascone, era una delle maschere della Seconda Repubblica. Tutto in lui era eccessivo, un potente, per giunta ricchissimo, che viaggiava in Maybach, e adesso ha trascorso le feste in una cella di pochi metri quadri. Dal 3 novembre sconta una pena a 6 anni e mezzo per il crack del Credito fiorentino. Ma l'affetto degli amici non è venuto meno. Sono andati a trovarlo Matteo Salvini, che è il compagno della figlia Francesca, Matteo Renzi, Luca Lotti, Maurizio Lupi, e altri ancora.
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HANNO PAURA DI UN PREMIER ONESTO E VANNO IN VISITA DA UN DELINQUENTE?
La vecchia politica italiana non si smentisce mai, nemmeno in tempo di pandemia. In nessun altro paese europeo sarebbe possibile un pellegrinaggio in carcere da un politico appena condannato ok forma definitiva a sei anni e mezzo di carcere. In Italia, invece, si fa a gara ad a andare ad “omaggiare” Denis Verdini, e i due Matteo sì distinguono, come al solito. Secondo il Fatto Quotidiano addirittura è proprio Denis Verdini a fare da regista agli ultimi giochetti di palazzo, il cui obiettivo è tentare di far cadere Conte. Secondo il quotidiano diretto da Marco Travaglio, far visita a Denis Verdini nel carcere di Rebibbia sarebbero stati Renzi, Salvini, La Russa, Lotti, Lupi, e molti deputati di Forza Italia. Un politico condannato per bancarotta ha la fila fuori dalla porta del carcere, mentre un premier ONESTO fa evidentemente paura a tutti coloro i quali non vedono l’ora di mettere le mani sui 209 miliardi del Recovery Fund. Noi continueremo a chiedere l’isolamento politico di tutti i condannati in forma definitiva come Verdini, e a difendere invece il Presidente Conte, la persona adatta a guidare il Paese fuori dalla pandemia!
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La vecchia politica va a Rebibbia e si inginocchia a Denis Verdini. Salvini e molti altri in fila per omaggiare il senatore. Vergognarsi di un condannato? Cose di altri tempi
Tutti in ginocchio da Verdini, il Denis di quella Lunigiana che si sente più Liguria che Toscana, ed evidentemente ancora riverito e potente, seppure momentaeamente in vincoli nelle patrie galere. Uomo dotto, laurea in Scienze Politiche a Firenze con un professore come Giovanni Spadolini di cui diverrà amico. Ex senatore, Presidente del Credito Cooperativo Fiorentino, una banca della galassia DC e poi politico: PRI, PSI, FI ed infine uomo della Provvidenza del governo Renzi con la sua Ala. Denis è un nome francese che corrisponde all’italiano Dioniso, il dio dell’ebrezza e dell’irrazionalità, celebrato da Nietzsche in contrapposizione all’algido e razionale Apollo. Per la vicenda del Credito Dioniso rimedia sei anni e sei mesi in Cassazione e si auto- associa il 3 novembre scorso al carcere di Rebibbia, periferia est di Roma, un quartiere di sinistra e popolare. Sua figlia Francesca sta con Matteo Salvini. Per la Repubblica italiana Denis, ideatore del Patto del Nazareno, è un condannato con sentenza definitiva. Per una parte della politica italiana è invece una icona cui tributare il proprio saluto e manifestare il proprio rispetto. Qualche anno fa sarebbe stato un disdoro mostrare buoni rapporti con un detenuto, ma ora in questa Italia alla rovescia che detiene da anni molti record mondiali negativi sembra divenuto un merito, una medaglia da appuntarsi fieri sulla giubba lisa dei professionisti della politica e così prima del Natale, il 23 e il 24
dicembre, abbiamo assistito allo sconcertante pellegrinaggio dei Re Magi al carcere di Rebibbia. Si parte ovviamente dai parenti ad iniziare dal “genero” quel Matteo, tutto legalità, Patria, Dio e Famiglia (anche se con la sua Francesca non è sposato). Segue un altro “magio”, Matteo Renzi, che fu beneficiato dall’appoggio del transfuga Mr Woolf nella scorsa legislatura, anche se il sospetto che dietro all’inciucio ci fosse l’ex Cavaliere non è mai venuto meno. E poteva mancare il terzo Magio – coinvolto nel caso Consip insieme a Dioniso – l’ex ministro dello Sport Luca Lotti, amico di Renzi, ma rimasto prudentemente nel Pd? Ovviamente no. IL BACIO DELLA PANTOFOLA. Ovviamente la pletora degli omaggianti non si esaurisce qui. Ad incontrare l’ex banchiere, che ora fa sfoggio di un sontuoso barbone bianco da eremita, roba da far ingelosire Mauro Corona, ci sono stati precedentemente anche i frati e le sorelle minori di osservanza destrorsa, oltre che i frati priori. Nell’ordine: Ignazio La Russa, Maurizio Lupi, Daniela Santanchè, Cosimo Ferri, Renata Polverini, ma anche Sua Sanità, l’imprenditore-editore forzista e deputato Antonio Angelucci, Roberto Giachetti, Micaela Biancofiore. Tutti in disciplinata fila a baciare la pantofola di Denis: una scena che ricorda quel grande affresco della politica italiana che fu Todo Modo, film profetico diretto da Elio Petri con Gian Maria Volontè.
Costanzo a 5 Stelle vota per la sindaca Raggi?
In Campidoglio dicono che l'amore sia scoccato durante l'ultima ospitata, a fine ottobre, quando la sindaca è stata protagonista per una serata del suo show. E che ora i due, Virginia Raggi e Maurizio Costanzo, siano inseparabili: «Si sentono spesso, c'è intesa». Un feeling profondo. La prima cittadina grillina, assolta e in piena campagna elettorale per il bis, sta accogliendo di buon grado le proposte del celebre conduttore televisivo. Una dietro l'altra. Prima la trovata del bus a due piani con la musica dal vivo di Ambrogio Sparagna e la sua Orchestra popolare: " Facciamo finta che... tutto va ben!". Oggi la replica con il nuovo progetto per il rilancio del Bioparco, messo in ginocchio dal Covid. E lui? Consiglia la pentastellata, le è vicino e la supporta. Può diventare lo spin doctor che a Raggi mancava e forse cercava. Costanzo, si sa, ha lo straordinario talento di saper leggere le emozioni del grande pubblico. Può intercettarne i bisogni e i desideri, magari traducendo il malcontento in buone idee e pratiche politiche.
Tutte le bufale sul vaccino anti covid
È iniziata in Italia la campagna di vaccinazione contro il coronavirus. Entro fine marzo il nostro Paese vuole raggiungere la cifra di 13 milioni di vaccinati, dice oggi il ministro della Salute Roberto Speranza in un'intervista rilasciata a La Stampa in cui spiega anche perché abbiamo ricevuto così poche dosi rispetto alla Germania, mentre la sottosegretaria Sandra Zampa dice che presto toccherà ai dipendenti pubblici e il professore di statistica medica dell'università Bicocca Giovanni Corrao spiega come funzionerà la graduatoria e chi saranno i primi ad essere chiamati alla profilassi. Con la possibilità di vaccinarsi, sottolinea l'Iss (Istituto superiore di Sanità), "arriva un'arma fondamentale nella lotta all'epidemia, che va ad aggiungersi a quelle di cui già disponiamo, a partire dal distanziamento sociale, dall'uso delle mascherine e dall'igiene delle mani". Tali misure non possono essere abbandonate prima che sia vaccinato un numero sufficiente di persone a creare un'immunità di comunità, sottolinea l'Iss che sul proprio sito ha pubblicato le principali faq (frequently asked questions) e le fake news sul tema, con alcuni miti da sfatare.
In Campania prima De Luca e poi gli altri. Il Governatore si è vaccinato. De Magistris: “Inqualificabile e indegno abuso di potere. La sua dose sottratta a chi rischia la vita”
“Mi sono vaccinato. Dobbiamo farlo tutti nelle prossime settimane. E’ importante per vincere la battaglia contro il Covid-19 e tornare alla vita normale. Senza abbassare la guardia e rispettando le norme”. E’ quanto ha scritto sul suo profilo Facebook il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, annunciando di aver ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid. “Trovo davvero inqualificabile e indegno l’abuso di potere del presidente De Luca – ha commentato, criticando l’annuncio di De Luca, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris – che approfitta del suo ruolo istituzionale per vaccinarsi quando il vaccino, nelle prime settimane, deve essere destinato esclusivamente, considerate le pochissime quantità disponibili, a medici, infermieri, operatori sanitari ed anziani delle Rsa”. “La salute del presidente De Luca – ha aggiunto il sindaco di Napoli – viene purtroppo prima del popolo campano. Si dovrebbe vergognare e chiedere scusa! Poi verrà, invece, il momento in cui tutti dovremmo vaccinarci e allora sarà giusto che tutti diano l’esempio, a cominciare da chi ricopre incarichi pubblici ed istituzionali. Ora non tutti, purtroppo, possono ancora vaccinarsi, mentre De Luca appare come un privilegiato della casta arrogante che abusa strumentalmente, a fini di propaganda, del suo ruolo istituzionale. La sua dose viene purtroppo sottratta a chi opera in prima linea e rischia la vita ogni giorno”.
Reddito di cittadinanza, con il Covid è boom di famiglie beneficiarie nelle grandi città: a Milano e Roma +36% rispetto a un anno fa
A livello nazionale l'incremento si è fermato al 19%. A Palermo +24%, a Bari +17%, a Napoli +30%. In Veneto i percettori sono cresciuti solo dell'8%. E i dati sulle città del Nord scontano il fatto che la soglia di redditi da lavoro sotto la quale si ha diritto al sussidio è uguale in tutta Italia e non tiene conto del diverso costo della vita. Anche per questo l'aiuto medio al Sud è più elevato. Crollate nella classifica sulla qualità della vita, nell’anno del Covid le grandi città italiane scalano quella delle nuove povertà. Dopo le immagini della fila per gli aiuti alimentari del Pane quotidiano a Milano e l’allarme della Caritas di Roma sull’aumento degli accessi nelle mense, a confermarlo sono anche i numeri dell’Inps sulle richieste di reddito e pensione di cittadinanza. Un confronto tra i dati aggiornati al 4 dicembre di quest’anno e quelli relativi al dicembre 2019 mostra come il capoluogo lombardo – dove la vita costa cara e i redditi di molte categorie sono crollati a causa dell’emergenza sanitaria – abbia registrato un forte aumento dei nuclei beneficiari del sussidio: +36%. A pari merito con la capitale Roma. A livello nazionale invece l’incremento si è fermato al 19% e oggi le famiglie che ricevono l’aiuto sono 1,2 milioni per un totale di 2,8 milioni di persone, al netto di quelle per le quali è scattato il mese di sospensione previsto dopo un anno e mezzo dal primo versamento.
Palle di Natale. Ovvero gli annunci dei catastrofisti tremendisti apocalittici che sbeffeggiavano Conte, Speranza e Di Maio.
La notizia che i primi vaccini Pfizer sono partiti dalla Germania per l’Italia in tempo per il Vaccine Day europeo del 27 ha colto di sorpresa soltanto chi aveva creduto ai catastrofisti tremendisti apocalittici che sbeffeggiavano Conte, Speranza e Di Maio, “rei” di annunciare i primi vaccini entro fine anno. Più o meno gli stessi che davano per scontato il fallimento dei Dpcm contro la seconda ondata e per certi gli aumenti esponenziali dei contagi, l’overbooking degli ospedali, la strage nelle carceri e naturalmente un bel lockdown bis di qui all’eternità.
Milioni spariti del Carroccio. Altre accuse al tesoriere della Lega. A parlare con i pm è il commercialista Scillieri. Chiamato in causa Centemero, fedelissimo di Salvini
Dopo aver deciso di vuotare il sacco coi pm sulla vicenda della compravendita gonfiata di Cormano, il commercialista Michele Scillieri è diventato un fiume in piena. Nell’interrogatorio di lunedì, durato oltre 10 ore, il fiscalista vicino al Carroccio e nel cui studio è stata domiciliata la “Lega per Salvini premier” ha continuato a fare ammissioni e a far mettere a verbale inedite circostanze. L’ultima di queste rivelazioni è quella secondo cui, alla fine del 2016, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, revisori contabili della Lega in Parlamento e ai domiciliari nell’inchiesta sul caso Lombardia Film Commission, gli avrebbero proposto di creare con loro due e con il tesoriere del Carroccio, Giulio Centemero, uno studio associato. Una proposta che, come sostenuto davanti al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pubblico ministero Stefano Civardi, Scillieri assicura che “furono loro tre a farmi” ma che, in un secondo momento, decise di rifiutare. Del resto il progetto stava andando avanti tanto che, sempre secondo l’indagato, tra i professionisti era stato tutto definito con l’individuazione dell’immobile, al quartiere Isola di Milano, ed erano persino stati scelti gli arredi. Ma poi il progetto naufragò e fu proprio Scillieri a tirarsi indietro anche se ai magistrati non ha voluto spiegare le ragioni di questo repentino quanto inatteso dietrofront.
Cosa succede se Trump si rifiuta fisicamente di lasciare la Casa Bianca dopo il giuramento di Biden?
Ora che Joe Biden ha ufficialmente incassato il voto dei grandi elettori manca pochissimo al suo insediamento alla Casa Bianca, previsto per il 20 gennaio 2021. Sulle pagine social del neo eletto presidente e della sua vice, Kamala Harris, è partito il conto alla rovescia, ma intanto si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui Donald Trump non sarebbe intenzionato a lasciargli campo libero a mezzogiorno del 20 gennaio, termine ufficiale di scadenza del suo mandato. Il Tycoon potrebbe rifiutarsi di lasciare fisicamente la residenza presidenziale di Pennsylvania Avenue abitata per quattro anni, nell’ennesimo tentativo di negare il risultato delle elezioni e affermare la sua versione dei fatti: e cioè che lo spoglio dei voti sia stato “truccato” e il risultato “rubato”, come ha provato a dimostrare attraverso i vari ricorsi presentati alle corti statali e alla Corte Suprema, puntualmente respinti.
Cashback, c'è un problema: cos'è questa storia del rimborso massimo di 43 euro
I 228 milioni di euro stanziati per fino al 31 dicembre potrebbero non bastare per tutti. Ma da Palazzo Chigi rassicurano: per ora l'importo accumulato in media è di soli 7 euro. I soldi stanziati per il cashback di Natale rischiano di non bastare. Lo scrive oggi SkyTg24 che sul bonus natalizio prova a fare i conti in tasca al governo. Per i rimborsi da erogare nel periodo compreso tra l’8 e il 31 dicembre - il così detto extra cashback di Natale - l’esecutivo ha messo sul piatto 228 milioni di euro. Ma non è detto che basteranno, anzi. L’incentivo a quanto pare ha avuto un successo superiore alle attese. Al 21 dicembre risultavano iscritti al programma 5,3 milioni di italiani, mentre l’App Io è stata scaricata 9 milioni di volte. I conti sono presto fatti: dividendo i 228 milioni per il numero di italiani che hanno aderito al piano Cashless, si ottiene un rimborso medio di 43 euro a testa. Come stanno le cose? Intanto non è detto che tutti coloro che hanno registrato la propria carta raggiungeranno le 10 transazioni necessarie a far scattare il bonus. In secondo luogo non va dimenticato che i famosi 150 euro sono la somma massima rimborsabile. In molti casi il bonus potrebbe essere inferiore. E in effetti da Palazzo Chigi rassicurano: per ora l’ammontare dei rimborsi è pari a soli 7 euro.
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IL CINEMA RITROVATO FUORI SALA Il progetto per “riscoprire” almeno 15 film al mese
Contrariamente al luogo comune sulla perenne crisi del cinema, quello di film è, da diverso tempo, il principale consumo culturale e ha superato abbondantemente quelli di musica, libri, teatro, sport, musei e mostre, ecc. In crisi è il sistema delle sale cinematografiche. Secondo una ricerca del 2018, Sala e salotto, patrocinata dall’Anica, la principale associazione delle imprese cinematografiche e audiovisive, in Italia solo il 2% degli atti di visione di un film avviene in una sala cinematografica e rappresenta la piccola punta della piramide stratificata della visione. Di fatto il 98% dei film si vede sulle tv generaliste o su canali digitali gratuiti, sulle tv a sottoscrizione, tramite piattaforme online, in abbonamento o con pubblicità, ricorrendo alla pirateria, mediante dvd o acquistando singoli spettacoli. Questa è la situazione. La chiusura delle sale dovuta alla pandemia ha quindi accentuato non provocato un fenomeno già esistente da anni per cui, nel 2020, è quasi certo che la percentuale di visioni di film in sala sarà attestata sotto l’1%.
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Fratelli d’Italia o fratelli di ‘ndrangheta? La Meloni e tutti i suoi “mafiosi” calabresi
A Reggio Calabria si respirava un’aria “nuova” all’interno del partito di Fratelli d’Italia. Infatti, dopo l’operazione “Libro Nero” che aveva portato all’arresto del consigliere regionale Sandro Nicolò, la Meloni aveva mandato in riva allo Stretto un cavallo di razza per riordinare e riportare la legalità nel partito che si rifaceva ai principi di patria, famiglia e legalità. Pertanto era stato nominato l’ex missino, colonnello dei carabinieri nonché deputato Edmondo Cirielli. Il deputato vanta una lunga storia politica ricca di successi e cariche prestigiose. Il buon Cirielli ricopre l’incarico di Presidente della Provincia di Salerno, consigliere regionale della Campania ed è stato deputato per varie legislature. Ma al nostro moralizzatore mancava qualcosa nel Curriculum vitae per essere un politico di levatura nazionale: un’ indagine… Che in Italia non si nega a nessuno. E infatti facendo una piccola ricerca in rete il nostro onorevole risulta indagato per corruzione aggravata con voto di scambio politico mafioso/camorrista. Ma guarda un po’ il caso… il moralizzatore di Reggio è peggio dei suoi conviviali!!!
Sgarbi: “Per questo governo attendo soltanto la forca”
“Per questo governo attendo soltanto la forca”. Vittorio Sgarbi alla Camera interviene durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta alla Camera sulla legge di Bilancio e “sbrana”, letteralmente, il premier Giuseppe Conte e l’esecutivo. Alzatosi dallo scranno, il deputato eletto con Forza Italia e ora nel Gruppo Misto, passa in rassegna i “buchi neri” della manovra. “Un’oscena esibizione di marchette, dando danari agli amici; il richiamo grottesco ai cittadini per legittimare un’azione sistematica di obbligo al non lavoro nel momento di massima produttività delle aziende turistiche italiane con la prima industria che è il turismo;
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Marco Travaglio: Artiglio Fontana
Miseramente fallito come presidente di Regione, Artiglio Fontana diventa editorialista del Corriere, diretto dal suo omonimo Luciano Fontana, che anziché correre all’anagrafe per cambiare cognome gli pubblica una lettera in cima alla pagina dei commenti. Spazio ben meritato, viste l’autorevolezza del mittente e l’acutezza dell’analisi. L’incipit è folgorante: “Caro direttore, il Covid ha cambiato il mondo”. Perbacco. “Ha stravolto il nostro modo di vivere”, tipo quando rischiò di strozzarsi con una mascherina. “Bisogna immaginare la Lombardia e l’Italia del domani”, dal che si deduce che la Lombardia non è in Italia (infatti lui i soldi li aveva alle Bahamas e i conti in Svizzera). “Sarà dura per tutti quando finiranno le misure che vietano i licenziamenti”: tipo il suo e quello di Gallera, peraltro già consentiti. “Occorre mettere mano alla legislazione dei contratti e degli appalti”, perché ora “servono tre anni solo per aggiudicare un’opera” (ma per suo cognato bastano un paio di giorni). Sennò addio “opere per le Olimpiadi Invernali del 2026”: e questo, visto che mancano 6 anni, più che mettere mano alle leggi, è mettere le mani avanti.
La politica secondo i due Mattei: sotto l’ego, niente. In comune hanno molto. Entrambi stanno rovinando l'Italia, uno dalla maggioranza l’altro dall’opposizione
Siamo in un’epoca strana in cui i due Mattei giocano allo sfascio dell’Italia. Matteo Renzi e Matteo Salvini infatti sono sodalizzati a lucrare sulle spalle degli italiani. Il primo, il Matteo padano, guida il primo partito d’Italia e il secondo, Matteo Renzi, guida l’ultimo dopo aver però guidato il primo, quel Partito democratico che raggiunse la sua massima espansione con un 40% dei consensi alle Europee. Fu Matteo I a far cadere il primo governo di questa legislatura, quello strano cromatismo ideologico, il giallo-verde, che si era dato l’ambizioso progetto di cambiare tutto, ma che cadde a causa della megalomania del leghista, tinta di oscuri presagi dittatoriali, quella richiesta di “pieni poteri” che evocava il “discorso del bivacco” tenuto da Benito Mussolini il 16 novembre 1922: “Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli…”. Si sa come è andata a finire, con il padano che in pochi giorni ha perso il ministero, il governo e bruciato dieci punti di consenso in pochi mesi.
Cane sordo impara la lingua dei segni per comunicare con il resto del mondo
Una famiglia perfetta per lui. Sailor è un cane sordo che ha trovato finalmente qualcuno che parla la sua stessa lingua. Dopo un passato da randagio, questo cagnolone dagli occhi azzurri è stato portato alla Best Friends Atlanta, dove ha iniziato a imparare i comandi della lingua dei segni. Ed è qui che ha attirato l'attenzione della logopedista Allison Arnold e del suo compagno. «Abbiamo sempre avuto un debole per gli animali, specialmente quelli che sono stati abbandonati o hanno esigenze speciali. Quando abbiamo visto Sailor e saputo che era sordo, abbiamo capito che era lui il cane perfetto per noi». La dottoressa Arnold lavora quotidianamente con bambini sordi e ipoudenti ed era la persona migliore per aiutare il cucciolo a vivere in un mondo senza suoni. Sailor aveva già iniziato l'addestramento in rifugio: «Sebbene all'inizio fosse distratto, ha imparato rapidamente i comandi, soprattutto quando ha capito che c'ero dei golosi premi come ricompensa». E il trasferimento nella nuova casa è stato più facile del previsto.
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Virginia Raggi: nel 2020 Roma passa dal 15° al 4° posto nella classifica delle città più intelligenti e sostenibili
In questi ultimi anni abbiamo fatto grandi passi avanti nell’utilizzo della tecnologia per semplificare la vita dei cittadini. Oggi i romani possono scaricare dal sito del Comune i certificati anagrafici evitando le file agli sportelli, prenotare on line la richiesta della Carta d’Identità Elettronica, installare sul proprio telefonino le web app interattive per avere informazioni su quanto accade in città o fare segnalazioni in tempo reale. Il riconoscimento arriva anche dal quarto posto nell’ICity Rank 2020, la classifica delle città intelligenti e sostenibili presentata da Forum PA. Pensate che, solo nel 2019, Roma era al quindicesimo posto: ora siamo tra le città più digitalizzate d’Italia.
COSA DICE LA LEGGE "Chi non si vaccina rischia il licenziamento"
Raffaele Guariniello, ex magistrato ed esperto di sicurezza sul lavoro: "Il datore è obbligato a predisporre misure organizzative per tutelare la salute, ma se questo non è possibile si rischia la rescissione del rapporto". Chi non si vaccina contro il coronavirus Sars-CoV-2 rischia il licenziamento. Lo spiega oggi l'ex magistrato Raffaele Guariniello, esperto di diritto alla salute, in un'intervista al Fatto Quotidiano in cui spiega che il fondamento della sua convinzione risiede nell'articolo 279 del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, che "impone al datore di lavoro di mettere a disposizione “vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico, da somministrare a cura del medico compe tente”. Il Covid-19 rientra tra gli agenti biologici, peraltro compreso nel gruppo dei più insidiosi, come stabilito da due decreti legge che hanno recepito una direttiva europea. Quindi, a norma di legge, essendo – come speriamo tutti – ora a disposizione un vaccino per il Covid (l’agente biologico), il datore di lavoro è tenuto a mettere “a disposizione” vaccini efficaci. Stiamo parlando di milioni e milioni di persone, dipendenti (e non) privati e pubblici".
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Salvini protesta, ma nuovamente a tempo scaduto. Matteo agita la piazza per lo stop ai voli dalla Gran Bretagna. Ma la Farnesina ha già provveduto
Matteo Salvini non è nuovo a boutade come quando voleva buttarsi col paracadute su Arezzo e tutto finì all’italiana, anzi alla padana, e cioè a tarallucci e vino con il leader leghista che capita la pericolosa rodomontata si defilò alla chetichella. Ora ci risiamo. Salvini aveva infatti ieri tuonato: “Centinaia di italiani che vivono e lavorano a Londra e nel Regno Unito, dopo aver fatto costosi tamponi, sono stati bloccati e abbandonati mentre erano già in aeroporto, con carta d’imbarco in mano e in attesa del volo”. SEMPRE IN TRINCEA. Salvini voleva fare un sit-in di protesta contro il governo reo di aver la lasciato i nostri connazionali negli aeroporti inglesi in balia della variante britannica del virus, ma è stato smentito dallo stesso ministro degli Esteri Luigi Di Maio: l’Italia sta approntando un rapido piano di ritorno. Ancora una rodomontata e peraltro subito smentita. Diciamo che al capo gallico non gliene va più bene una da quando si è giocato il governo giallo-verde e il suo posto da ministro dell’Interno. Il discorso però è più serio. Che credibilità può avere un centro-destra che vive di espedienti mediatici, che insegue fatti contingenti, che lucra sul dramma di migliaia di persone che non riescono a tornare in Italia e che inoltre sono giustamente spaventate per la variante inglese del virus.
Coronavirus: arriva un brutto segnale dalle terapie intensive
Il numero degli ingressi è stabile da inizio dicembre: perché? Nel frattempo i contagi sono tornati a scendere. In netto calo anche il tasso di positività dei tamponi. Il numero dei decessi è ancora molto alto. L'analisi del bollettino. Scendono lievemente i contagi, ma il numero dei decessi resta ancora troppo alto, mentre il numero degli ingressi giornaliere in terapia intensiva è ormai stabile da dicembre. Sono queste a grandi linee le indicazioni che arrivano dal bollettino di oggi, martedì 22 dicembre.
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Italia Viva alza bandiera bianca. Ma spaccia la resa per vittoria. Bellanova esulta: la task force sul Recovery Plan non c’è più. Invece ci sarà perché prevista dall’Unione europea
Matteo Renzi sembra uno di quei bambini che prima fanno i capricci e poi, quando si convincono che è ora di farla finita, devono trovare il modo di “rientrare nei ranghi” senza perdere la faccia. Dunque se, da una parte, abbandona i toni aggressivi e gli ultimatum all’indirizzo di Giuseppe Conte, dall’altra ci tiene a mantenere viva la tensione. Ecco allora che, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi col premier, finalizzato a ridefinire il Recovery plan, la delegazione di Iv si lascia andare a nuovi segnali distensivi ma nello stesso tempo tira un po’ la corda, riproponendo la questione dell’attivazione del Mes. “Il problema di questo Paese non è se Bellanova o Bonetti si dimettano ma dare risposte ai cittadini. La task force nel testo del Recovery non c’è più, dunque avevamo ragione. Ora discutiamo nel merito delle questioni. Oggi si è fatto un passo avanti”, dichiara il capo delegazione Teresa Bellanova.
Marco Travaglio: Raggi e miraggi
L’altra sera a Otto e mezzo Carlo Calenda, reduce da un “tavolo” col Pd, ha dichiarato bel bello: “Il Pd mi ha detto che aspetta la condanna della Raggi per fare l’accordo con i 5Stelle”. Al che mi son detto: “Ora il Pd si affretterà a smentire quell’incredibile affermazione. Altrimenti verrà assalito da torme di garantisti veri o presunti, che avranno buon gioco a denunciare il giustizialismo dei dem e a domandar loro: quando mai abbiano fatto caso alla condanna di qualcuno per eliminarlo dalla vita politica; come facciano a sapere che oggi la Raggi sarà condannata in appello; e, ammesso e non concesso che lo sappiano, cosa si sognano di farlo sapere in giro, mettendo in imbarazzo i giudici che oggi si riuniranno in camera di consiglio e saranno in ogni caso condizionati dal preannuncio del Pd via Calenda: se condanneranno la sindaca, qualcuno dirà che l’avevano già deciso e comunicato al Pd prim’ancora di ascoltare la requisitoria e l’arringa, commettendo un reato; se la assolveranno, qualcuno dirà che han cambiato idea in extremis per smentire la fuga di notizie del Pd”.
Il piano per far rientrare gli italiani bloccati nel Regno Unito
Hanno sfogato la loro rabbia e la loro frustrazione sui social. Hanno gridato e raccontato le loro storie. Sono soltanto alcuni delle migliaia di italiani rimasti bloccati negli scali britannici dopo la sospensione dei voli dalla Gran Bretagna decisa dal governo italiano per limitare la diffusione della nuova variante di Covid. Nel frattempo però qualcosa inizia a muoversi. Il governo ha messo a punto un piano per riportare in Italia i nostri concittadini. "Ci stiamo organizzando. I residenti in Italia devono poter tornare ma tornare in sicurezza e si sta cercando di capire come fare. Ma è una questione di ore, è giusto dare a tutti risposte in tempo reale”, ha detto nel pomeriggio il ministro Francesco Boccia a ‘Tagadà’ su La7.
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Un altro cavillo e il Ruby ter slitta ancora. Rinviato a gennaio il processo a Silvio e alle olgettine. Da febbraio celebrata soltanto un’udienza. E la prescrizione sulle cene galanti continua a incombere
Slitta ancora il Ruby ter. Per un problema relativo ai tempi sulla notifica di un cambio di imputazione a carico di Silvio Berlusconi e delle cosiddette olgettine Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, ieri l’udienza a Milano è stata rinviata al prossimo 27 gennaio. Un processo che vede imputati il leader di Forza Italia e altre 28 persone, relativo a reati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, con le olgettine che sarebbero state ricoperte di denaro per tacere su quanto accadeva realmente nelle “cene galanti” ad Arcore. Nella scorsa udienza, quella del 30 novembre, gli inquirenti in aula hanno ritoccato il valore delle due ville che il Cav avrebbe regalato a Guerra e Sorcinelli, da poco meno di 900mila euro ciascuna a poco più di 1,1 milioni. La modifica dell’imputazione a carico dei tre imputati è stata quindi notificata il giorno successivo e da codice devono trascorrere 20 giorni “liberi” prima della successiva udienza. E ieri ne erano trascorsi soltanto 19.
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