Quando questa mattina, dopo l’ultimo Consiglio dei ministri del Conte-2, il premier salirà al Colle per rassegnare le dimissioni, i danni prodotti da questa crisi al buio aperta da Matteo Renzi saranno sotto gli occhi di tutti gli italiani. Con le dimissioni del presidente del Consiglio in carica, infatti, e fino al giuramento di un nuovo Esecutivo nelle mani del Capo dello Stato, il Governo uscente rimarrà in carica esclusivamente per il disbrigo degli affari correnti. Come ad esempio l’emanazione di decreti legge in casi di necessità ed urgenza, tra i quali rientra l’aggiornamento delle misure di contenimento della pandemia. Per il resto, sarà paralisi totale. In mancanza del rapporto fiduciario, una volta aperta formalmente la crisi, si fermerà infatti l’attività parlamentare. Eccetto, anche in questo caso, per gli atti urgenti come, ad esempio, la conversione dei decreti legge in scadenza. L’attività delle Camere riprenderà solo quando un nuovo Esecutivo (Conte ter o altri) avrò incassato la fiducia di entrambi i rami del Parlamento. Insomma, una pericolosa fase di vacatio in uno dei momenti più delicati della storia della Repubblica. Nel pieno di una pandemia e di un braccio di ferro con le case farmaceutiche per la ritardata consegna delle dosi che rischiano di compromettere il Piano vaccinale. E non solo. Perché in ballo c’è anche la definizione del Recovery Plan da sottoporre all’Unione europea per non vanificare i 209 miliardi di aiuti Ue che il Governo Conte era riuscito ad ottenere in sede di contrattazione con le istituzioni europee. Cosa succederà a partire da oggi?
Conte al Quirinale. Per l’Italia l’ora più buia della crisi. Una nuova squadra per ripartire. L’ultima carta per far fuori Italia Viva
Costruttori adesso o mai più. Oggi il premier sale al Colle per dimettersi, ricevere il reincarico e tentare la sfida del Conte ter. Così i giallorossi provano a stanare i responsabili per dare vita ad un nuovo Governo libero dai diktat di Renzi. a situazione a tratti è paradossale: soltanto fino a pochi giorni fa nessuno avrebbe mai pensato che Giuseppe Conte potesse essere in bilico. Dopo il voto di fiducia conquistato sia alla Camera sia al Senato (seppure con la maggioranza relativa) sarebbe stata solo questione di tempo – era questa la vulgata maggiore all’interno sia del Movimento cinque stelle che del Pd – e un nugolo di senatori pronti a sostenere il presidente del Consiglio sarebbero stati trovati. E invece nulla di tutto questo è avvenuto. I cinque senatori che avrebbero dovuto allontanarsi da Italia viva e da Matteo Renzi sono rimasti fedeli al loro segretario. Ed esattamente lo stesso è avvenuto in Forza Italia con Silvio Berlusconi. Ecco allora la decisione, sofferta, presa nella giornata di ieri ma che di fatto – come La Notizia aveva scritto già sabato – era nell’aria sin dalla scorsa settimana: l’unica carta rimasta sul tavolo per salvare Giuseppe Conte è quella di andare al Quirinale, dimettersi, ricevere verosimilmente un incarico esplorativo di modo che possa essere lo stesso presidente del Consiglio a incontrare i cosiddetti “responsabili”. Questo è quello che, salvo sorprese, accadrà nei prossimi giorni. Insomma, non più semplice rimpasto – come avrebbero preferito soprattutto i pentastellati – ma un effettivo passaggio dal Conte-bis al Conte-ter.
ATTENZIONE ALLE TELEFONATE TIM CHE VI PROMETTONO FIBRA INTERNET MIRACOLOSA !
Ho ricevuto una telefonata da una agenzia della TIM (così si sono presentati) che mi ha proposto fibra ad altissima velocitàdi tipo FTTH, chiamate illimitate gratuite ai cellulari, senza penale per disdetta in qualunque momento, possibilità di diritto sospensione nei primi 14 giorni, modem incluso, al prezzo COMPLESSIVO iva inclusa di 29,90€ per sempre. Io ho chiesto di poter visionare il contratto. NEGATIVO, dovevo accettare a scatola chiusa. Per poter andare avanti ed avere copia del contratto dovevo dare loro numero di telefono, copia del mio documento, codice migrazione del mio attuale gestore. Si sono fatti forte anche di un loro controllo qualità che mi avrebbero confermato le prime informazioni e dato copia del contratto. Mi è stato inviato via email una sintesi contrattuale (NON IL CONTRATTO!) con i seguenti dati: TIM SUPER FIBRA 24,90€, OPZIONE VOCE 5€ DAL SECONDO MESE, MODEM TIM 5€ per 48 MESI, GOOGLE NEST HUB (cosa è?) 1€ per 48 MESI, DURATA CONTRATTUALE MINIMA 24 MESI, SOSPENSIONE DEL DIRITTO DI RECESSO, COSTO DI DISATTIVAZIONE DI 5€, IN CASO LA FIBRA DENTRO CASA NON FOSSE POSSIBILE ATTIVAZIONE DI ALTRO TIPO DI COLLEGAMENTO (come lo stesso che ho già), e in caso di RECESSO: PAGAMENTO DEL COSTO DI ATTIVAZIONE DI 240 € E DEL COSTO DI 240€ DEL MODEM, E DEI 48 € DI GOOGLE NEST HUB. CIOE' 528 € DI PENALE..!! Senza scordare che telefonicamente mi hanno promesso un Tablet di ultima generazione gratis...
E' questo il servizio chiaro e limpido che la TIM offre ai suoi Clienti ??? PREZZO DIVERSO, CIOE' MAGGIORE, E CARATTERISTICHE A SFAVORE DELL'UTENTE. SEMPRE SENZA AVERE COPIA DEL CONTRATTO! Grazie TIM.
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Mercati in fibrillazione. I giochi di Renzi ci costano miliardi
Ogni limite ha la sua pazienza diceva Totò, e a questa regola non sfugge nemmeno un Presidente del Consiglio paziente come Giuseppe Conte, al cui posto qualunque leader politico con lo stesso consenso popolare avrebbe già raccolto baracca e burattini e agevolato le elezioni anticipate tanto volute dalle destre, o per lo meno da una loro parte. Da capolista dei Cinque Stelle, con un suo partito o alla testa di un’alleanza giallorossa, Giuseppi ha davanti ampie possibilità semmai vorrà continuare a fare politica, cosa che tra l’altro non è neanche scontata. Dunque dovrebbe pensarci bene chi sta tirando oltremodo la corda, tenendo sulla graticola il Paese prima ancora che l’unico Esecutivo possibile in questa legislatura. Le fantasie di Renzi e di qualche Pd, che sognavano la stessa maggioranza di ieri ma con un altro premier, o dei poteri forti con i loro giornaloni, a cui interessa solo sedersi a capotavola al banchetto del Recovery Fund, non tengono conto della stessa pazienza arrivata al limite nei 5S e nel Paese. I grillini pur di restare in Parlamento faranno accordi con i nazisti dell’Illinois, dice Calenda, ma visto quanto poco ci azzecca in tutte le sue previsioni non c’è da essere affatto sicuri che le cose stiano così. Anche perché all’orizzonte si sta preparando una tempesta perfetta, con la combinazione delle piazze arrabbiate per gli effetti economici della pandemia e dei mercati a cui non pare vero di poter tornare a speculare sull’Italia.
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«Berlusconi al Quirinale, assolutamente sì». Ma su Facebook attaccava il Pd perché era «al governo con un condannato»
Le parole di Matteo Salvini a Non è l'Arena e il suo cambio di passo rispetto al 2013. Dalla pagina Facebook secondo Matteo, capitolo 2013. La Lega era un partitino da 4% e il suo leader cercava disperatamente di ritagliarsi una finestra nell’agone politico del momento, dominato dai cosiddetti partiti tradizionali e dal rampante Movimento 5 Stelle, alla sua prima – soddisfacente – prova a livello nazionale. In un post di inizio agosto su Facebook attaccava il Partito Democratico, dopo la condanna di Silvio Berlusconi: «Adesso sono curioso di sentire come faranno i Kompagni del PD, sia in Parlamento che su Facebook, a giustificare il fatto che sono al Governo con un Condannato». Sette anni e mezzo dopo, a Non è l’Arena, lo stesso Matteo Salvini (non vi sembra incredibile) propone in maniera assolutamente convinta Silvio Berlusconi presidente della Repubblica. Berlusconi presidente della Repubblica, l’idea di Salvini. «Se mi state chiedendo se nelle riunioni che abbiamo con i nostri alleati ne parliamo, vi dico di no – ha dichiarato Salvini a Non è l’Arena, il programma di Massimo Giletti -, ma se volete una mia opinione personale su Berlusconi che può aspirare a diventare presidente della Repubblica vi dico: assolutamente sì».
Lombardia "rossa" per errore. Fontana accusa, ma una mail sembra smentirlo
“Quando ci hanno chiesto di riconoscere un errore che non era nostro, mi sono davvero... meglio, sono rimasto perplesso”. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, intervistato dal Corriere della Sera, torna sulla vicenda della Regione in zona rossa per un errore nei calcoli. “La responsabilità è chiara” dice il governatore, “noi abbiamo sollevato il caso e il Governo sta provando a ribaltare le responsabilità”. Ieri però il Tg3 ha mostrato in esclusiva la mail inviata dal Pirellone all’Iss. Il 19 gennaio il dg dell’Assessorato al Welfare della Lombardia Marco Trivelli ha scritto al presidente dell’istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro per chiedere la revisione del Rt in base alle “modifiche definite a livello tecnico”. A riportare la missiva è stato il Tg3. “Con la presente - si legge - a seguito dell’odierna interlocuzione, si richiede che venga eseguito un calcolo dell’indice Rt sintomi recependo le modifiche definite a livello tecnico relative al conteggio dei pazienti guariti e deceduti”. Per il governatore Fontana, il tentativo di ribaltare le responsabilità è “un’operazione che mi indigna. Forse è l’algoritmo che determina il colore delle zone a dimostrare limiti. Noi, come governatori, pensiamo che questo sia un argomento vivo e delicato che non possa essere affidato a un freddo algoritmo”.
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Il M5S contro gli attacchi al ministro Alfonso Bonafede
Era già una crisi di governo immotivata e incomprensibile agli occhi di tutti, in un momento in cui bisognerebbe solo pensare a fare, adesso mettono in mezzo la giustizia. Il MoVimento 5 stelle sta con Alfonso Bonafede e ogni attacco a lui è un attacco al MoVimento, al governo e alla maggioranza che lo sostiene. L’Italia oggi ha una legge anticorruzione all’avanguardia, riconosciuta a livello internazionale; norme che impongono la trasparenza a partiti e fondazioni collegate; il codice rosso che tutela le donne e i più piccoli; una stretta ulteriore al voto di scambio politico-mafioso; una vera regolamentazione per la class action. Da Bonafede, dal ministero da lui guidato e dal governo, sono arrivate anche le riforme del processo civile, di quello penale, del Csm e dell’ordinamento giudiziario, ferme alle camere per il sopravvenire della pandemia che ha monopolizzato l’attività parlamentare. E a chi ancora parla della prescrizione, diciamo solo di andarlo a chiedere alle famiglie delle vittime della strage di Viareggio a cui poco più di un paio di settimane fa tutta la politica ha dato loro solidarietà. L’attacco al nostro Alfonso Bonafede è un attacco a tutti noi. Continuiamo a essere orgogliosamente scomodi.
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Il Movimento e le mani sporche
Il Movimento si è dovuto sporcare le mani fin dal 4 marzo per riuscire a realizzare le sue idee. Ma un conto è sporcarsi le mani, un altro la coscienza. Il Movimento è stato costretto a scendere a patti con la vecchia politica per colpa di una legge elettorale escogitata apposta per frenare la sua ascesa. Prima con la Lega, poi con Pd e compagni e adesso pare perfino con manciate di transfughi. Ormai il Movimento si è fatto il callo ma per l’intellighenzia nostrana questa crisi è l’ennesima occasione per attaccarlo e strillare il consueto mantra che siamo tutti sporchi uguali, evviva. La solita solfa. In qualunque paese civile il progetto democratico del Movimento sarebbe stato applaudito ed incoraggiato, in un paese marcio ed ipocrita come il nostro non hanno ancora smesso di provare a distruggerlo. Certo, nessuno avrebbe voluto vedere il Movimento sopravvivere al governo grazie ad una manciatina di fantomatici “costruttori”, ma basta sollevarsi un pochino i paraocchi per capire come stanno davvero le cose. Non siamo in circostanze ordinarie ma nel bel mezzo di una pandemia globale con centinaia di morti al giorno e una terza ondata alle porte. Provare a tenere in piedi un governo che tra l’altro sta facendo egregiamente il suo dovere, più che senso di responsabilità significa avere un minimo di sale in zucca oltre che un briciolo di cuore. Questa crisi sciagurata è poi frutto di un secondo assurdo Papeete ed è pacifico che il Movimento tenti di resistere all’ennesimo tradimento ed onorare fino in fondo il mandato elettorale ricevuto.
Merito di un gene? Covid: quelli che non si infettano anche se vivono con un positivo
E' tutto merito del sistema immunitario, ma i meccanismi della protezione vanno ancora studiati a fondo. Non se ne sa abbastanza. Alcune persone non si contagiano anche se convivono con un positivo al Sars-CoV-2. Com'è possibile? Da tempo c'è l'ipotesi che esistano geni che rendano alcune persone più protette dal contagio secondo un team di lavoro di scienziati e genetisti di Tor Vergata, che con un consorzio internazionale sta analizzando i casi. Covid: vivere con un positivo senza infettarsi. Persone che mangiano, vivono, dormono insieme. Uno si infetta e l'altro no. Come è possibile? C'è un gene che conferisce una protezione dal Covid? Il dubbio è che esista davvero un gene che rende alcune persone resistenti. Va aggiunta una categoria oltre gli asintomatici, alle persone con sintomi lievi, a chi ha bisogno solo di ossigeno e chi di ricoverto in terapia intensiva? Quella dei "resistenti”? Il dibattito è aperto e la scienza ha necessità di tempo. C'è la storia ad esempio di Valeria Fabbretti e Alessandro Antonini, riportata oggi dal Mattino, coppia di Terni che vive a Milano. Lui un anno fa si ammala, ma pensa sia polmonite, lei gli sta accanto per curarlo e accudirlo, ma senza infettarsi. Scopriranno che era Covid solo mesi dopo con un test sierologico. Solo uno dei due ha sviluppato gli anticorpi.
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Renzi contro la revoca ai Benetton: un motivo in più per tenerlo fuori dal governo
La settimana scorsa è uscita una notizia sulla strage di Genova che avrebbe meritato maggior risalto ma che è passata in sordina nel bel mezzo della crisi di governo più infame che si ricordi. I pm che stanno indagando sul crollo del Ponte Morandi hanno ipotizzato un nuovo reato nei confronti dei vertici di ASPI, la società autostradale che fa capo alla famiglia Benetton. Si tratta della “rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro”. È l’articolo 437 del Codice penale e prevede pene da 3 a 10 anni di carcere se la rimozione o l’omissione dei sistemi di sicurezza provochi disastri o infortuni. Dalla procura di Genova, insomma, ipotizzano che vi sia stato del dolo nel non aver sostituito i sensori di controllo e aver, dunque, pregiudicato il monitoraggio del ponte. È l’ennesimo reato che viene contestato ai manager della società dei Benetton e si aggiunge a quelli già ipotizzati: “attentati alla sicurezza dei trasporti”, “crollo di costruzioni o altri disastri dolosi”, “omissione di atti d’ufficio”, “falso” e “omicidio colposo plurimo”. Alcuni giornali, tra cui TPI, ne hanno scritto, ma l’ennesima vergogna che macchia la condotta di ASPI non ha trovato spazio nei talk di approfondimento politici, occupati dalle querelle scatenata dalle dimissioni delle ministre renziane Bonetti e Bellanova. Le due questioni, ovvero il futuro del governo ed il dovere, da parte della politica, di intervenire sulle concessioni autostradali a prescindere da quel che sarà il giudizio della magistratura, sono legate. Io sostengo la nazionalizzazione delle autostrade.
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Compagni di merende del sistema
Che triste destino per i prodi capitani del Centrodestra, saliti al Colle venerdì sera per dire a Mattarella che il Governo è troppo debole e invece costretti a presentarsi loro più deboli, addirittura con uno dei leader, il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa (nella foto), defenestrato per un’inchiesta di ndrangheta. Cose che capitano in una federazione di partiti nemmeno sfiorati dall’idea di affrontare la gigantesca questione morale che ne coinvolge la classe dirigente. Così in questi giorni davanti al Capo dello Stato si sono presentati un premier che ha preso la maggioranza assoluta alla Camera e a cui mancano appena 4 voti per fare lo stesso al Senato, e i signori Salvini, Meloni e Tajani da cui sono appena andati via un po’ di parlamentari, e diversi altri starebbero per seguirli. Anche con l’auto-eliminazione di Renzi, la maggioranza che sostiene Conte è dunque la più forte possibile, e se già nelle prossime settimane si rafforzerà come sembra, potrà salvarsi anche dal Vietnam minacciato da Italia Viva nelle Commissioni. Non male visto l’enorme lavoro che c’è da fare per tirare il Paese fuori dalla pandemia e rimettere in moto le imprese. Il valore aggiunto della compagine senza lo statista di Rignano è per lo meno la chiarezza sugli obiettivi da raggiungere fino al termine della legislatura, sicuramente meno difficili se a lastricare il percorso di mine non è un alleato della stessa coalizione. Per questo non si può correre il rischio di passare dalla padella di Renzi alla brace dei rinforzi in odore di rapporti con le mafie.
Ecco come la Lombardia è diventata rossa per sbaglio. Sala contro Fontana: “Mostri i dati invece di buttarla in rissa. Indice di contagio è fatto tecnico non politico”
Ecco cosa è accaduto tra il 13 e il 23 gennaio. Tutto ruota attorno a una riclassificazione dei casi, ma i vertici del Pirellone attaccano l’Iss: “Algoritmo non funziona”. La risposta: “Più volte segnalate anomalie nei loro dati”. Il sindaco di Milano contro le polemiche del governatore. Il sindaco di Milano sulle accuse del Pirellone dell'Istituto superiore di Sanità: "Il sistema è collaudato, essendo in funzione da mesi, una sola Regione (la Lombardia per l’appunto) sostiene che l'algoritmo di compilazione ha una falla mentre per tutte le altre Regioni ha sempre funzionato senza problemi. Possibile che ci abbia visto giusto solo la nostra Regione?". Lunedì flash mob di protesta sotto il Pirellone. Beppe Sala rompe il silenzio sui dati errati che hanno portato la Lombardia in zona rossa per una settimana, quando non avrebbe dovuto subire le restrizioni massime per prevenire il contagio. Il sindaco di Milano è netto: “La Lombardia faccia vedere i dati”. E ancora: “Buttarla in rissa non fa emergere la verità”, perché il calcolo dell’indice Rt è un fatto eminentemente tecnico, non politico!”, scrive su Instagram commentando la presa di posizione della Regione che respinge la ricostruzione dell’Istituto Superiore di Sanità sulla “rettifica” chiesta dal Pirellone.
Le accuse (sbagliate) di Enrico Mentana ai "furbastri" del vaccino
Enrico Mentana scrive con orgoglio di non avvalersi di un social media manager per la sua pagina Facebook: "La curo direttamente". Forse - azzardiamo, se non è lesa maestà! - farebbe bene invece a farsi dare una mano da un esperto, o quantomeno da qualcuno che vagli ciò che il direttore del tg di La7 "passa" e scrive sui social mediamente ogni due ore, se non altro per evitare una figuraccia come quella che ha fatto oggi sui numeri delle dosi di vaccino somministrate finora in Italia e sui presunti "furbastri" che hanno saltato la fila (tre su dieci, dice). O forse farebbe bene a continuare a curare la sua pagina Facebook da sé, ma verificando le notizie prima di gridare allo scandalo: sarebbe il minimo, dopotutto, per un direttore così esperto e seguito anche sui social.
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La congiura contro Conte e la fine del renzismo
Adesso o si scatena un Vietnam parlamentare che porterà alla caduta di Conte oppure la maggioranza si assesterà e la congiura di palazzo ai danni del premier avrà come unico effetto l’estinzione definitiva del renzismo. Nel paese il renzismo è in realtà politicamente già estinto da tempo, il fallimento della congiura suggella giusto l’estinzione di quello che ne rimane nei palazzi e nei media. Al di là del pallottoliere, a far naufragare la sciagurata congiura contro Conte è stata soprattutto la tenuta del Pd che ha sbattuto definitivamente la porta in faccia al renzismo invece di abboccare. Un fatto politico rilevante. Il renzismo è stato una vera e propria calamità naturale per il Pd causandogli addirittura due sostanziose scissioni. Prima quella che ha portato alla fuoriuscita di Bersani e compagni, poi quella della mossa italomorente. Il renzismo ha trascinato il Pd a destra facendogli tradire la sua storia e il suo elettorato che ha contraccambiato riducendolo ai minimi storici nelle urne.
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Governo, i responsabili non si trovano. Orlando: “Sento il voto molto più vicino”
Sono passati appena tre giorni dalla fiducia incassata dal governo Conte al Senato, che apriva alla possibilità di allargare una maggioranza fragile ma ancora presente con dei “responsabili”. Eppure l’ipotesi del ritorno al voto sembra già più vicina. Se da una parte Matteo Renzi ribadisce: “siamo pronti al confronto”, Pd e Movimento Cinque Stelle ribadiscono la volontà di chiudere definitivamente le porte a Italia Viva, ritenuta poco affidabile dopo il ritiro delle ministre che ha aperto alla crisi di governo. Lo scandalo che ha colpito l’Udc e il suo segretario Lorenzo Cesa, indagato per ‘ndrangheta, è un ulteriore ostacolo per il premier. “Sono pronta a tutto per salvare la legislatura”, dichiara oggi la senatrice centrista Paola Binetti al Messaggero, ma per Giuseppe Conte diventa difficile dialogare con un partito che si trova senza guida. A pesare è anche l’imbarazzo dei 5 Stelle di fronte all’indagine di Catanzaro, dato che il Movimento ha chiuso le porte a “tutti i soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi”.
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Giustizia, Recovery Plan e ora la grana Udc. Ma Conte non si ferma. Dieci giorni di fuoco per l’Esecutivo. La priorità è blindare i numeri
Accelera su tutti i fronti il premier. Entra nel vivo il dibattito sul Recovery plan: Giuseppe Conte vedrà oggi i sindacati, lunedì le imprese, martedì sindaci e governatori. Ieri ha incontrato una delegazione di ex pentastellati, oggi si terrà una riunione dei componenti della commissione Affari costituzionali della maggioranza alla presenza anche del governo per accelerare sulla legge elettorale di tipo proporzionale. Ma soprattutto ieri sera in Cdm Conte ha ceduto, come aveva promesso, la delega sui Servizi a Pietro Benassi, attuale consigliere diplomatico del presidente del Consiglio. Sa benissimo che il governo si gioca tutto nel giro dei prossimi giorni. E che urge la costituzione di un gruppo consolidato, autonomo, in Parlamento che sostenga l’esecutivo. Salvo rinvii, il 27 si voterà in Parlamento la relazione sulla giustizia del ministro Alfonso Bonafede. Matteo Renzi ha fatto sapere che voterà no e il centrodestra spera di unire i suoi voti a quelli di Iv al Senato per battere il governo. Ma non è detto che finirà come sperano Meloni e Salvini. A sorpresa lo stesso Renzi prova a rientrare in partita: “Siamo ancora in tempo per fermarci, il mio appello è ‘non fate un baratto di singoli parlamentari, tornate alla politica’”. Ma il premier non ha alcuna voglia di trattare con lui. Ecco allora che l’operazione dei costruttori va avanti. Si mira a far nascere una forza centrista, liberale, europeista e anti-sovranista nel segno di Conte.
Europa terrorizzata dalle varianti del virus: "Usate la mascherina FFP2"
Le nuove varianti del coronavirus Sars-CoV-2, sviluppatesi anche in Paesi che hanno lasciato correre l’agente patogeno, come il Brasile, spaventano l’Europa. La situazione è «seria», spiega un alto funzionario Ue, e i capi di Stato e di governo dell’Ue ne parleranno domani sera, a partire dalle 18, nella nona videoconferenza sulla Covid-19 dall’inizio ufficiale della pandemia sul territorio europeo, ormai undici mesi fa. I leader faranno il punto, dopo le vacanze di Natale, sull’andamento dei contagi e sulle misure restrittive introdotte dagli Stati membri per contenerli. Una parte della videoconferenza sarà dedicata a sottolineare la «serietà» della situazione con particolare riferimento alle «nuove varianti» del Sars-CoV-2, sia quella britannica che quella sudafricana, come pure quella brasiliana. Tutte e tre preoccupano, per la loro maggiore contagiosità (nell’ordine del 50-70% in più secondo la Commissione, tanto che cominciano a circolare raccomandazioni di utilizzare mascherine altamente protettive, come le Ffp2), ma soprattutto per il timore che qualcuna possa presentare mutazioni tali da sfuggire ai vaccini sviluppati. Non ci sono prove che così sia, ma con il Sars-CoV-2 non si sa mai e l’Ue si prepara in vista di eventuali brutte sorprese. I vaccini possono comunque essere modificati in caso di necessità, tanto che ieri la Commissione ha invitato nero su bianco l’Ema e le case farmaceutiche che sviluppano i vaccini a prepararsi a questa eventualità. La Commissione ha anche sottolineato l’importanza di aumentare la capacità di sequenziare i campioni virali provenienti dai test con esito positivo, per tracciare la diffusione delle varianti. La variante britannica sarà «una parte importante della discussione» di domani, osserva la fonte Ue, e l’Irlanda costituisce un «caso interessante», per così dire.
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La lista della discordia Conte/Renzi. I 30 commissari per 59 opere
Strade, ferrovie, dighe, porti e caserme: le infrastrutture strategiche che il Governo vuole accelerare. L’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini, ma anche l’ex ad di Rfi Maurizio Gentile e quello attuale della società Vera Fiorani. E poi altri dirigenti delle due società e ancora esperti e figure apicali del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Sono in tutto trenta i commissari straordinari che il Governo ha scelto per realizzare o completare 59 opere pubbliche considerate strategiche: strade, ferrovie, dighe, porti e caserme. Dalla statale 106 Jonica alla metro C di Roma. Huffpost è in grado di pubblicare in esclusiva la lista che il presidente Giuseppe Conte ha inviato al Parlamento per raccogliere il parere delle commissioni competenti in materia. Una lista che non è solo un elenco di nomi, ma che ha anche un valore politico perché lo sblocco dei cantieri è stato uno punti di attrito più forti tra il premier e i renziani.
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Di Maio: "Renzi aiuta Salvini e Meloni"
“Il tentativo di spallata” al governo “ha avvantaggiato Meloni e Salvini, non Renzi”, dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’intervista a La Repubblica, parlando della crisi aperta dal leader di Italia Viva. “I numeri ci dicono che il governo ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato. Sono fiducioso, penso che nei prossimi giorni ci sarà un consolidamento della maggioranza proprio intorno al Recovery Plan”, aggiunge. “Voglio fare un appello”, ha detto il ministro, “il Recovery equivale al Piano Marshall del dopoguerra. Allora i padri costituenti si misero insieme non solo per ricostruire l’Italia grazie a quel progetto, ma per contribuire alla costruzione di un’Europa moderna. Dobbiamo sentire, seppur con modestia, quello spirito. Metterci insieme come forze e realtà europeiste per scrivere un Recovery Plan all’altezza della situazione”. “Ci siamo rivolti ai parlamentari animati da uno spirito europeo che però, attenzione, prevede delle sfide”, sottolinea Di Maio, “Dovremo lavorare per superare il patto di stabilità, prorogare ulteriormente il temporary frame, batterci perché la conferenza sul futuro superi la regola dell’unanimità su alcuni argomenti per evitare il veto dei piccoli Paesi. Tutto questo richiede una forza parlamentare maggiore e sono fiducioso che ci sia”. Fino a Forza Italia? “Io in questo guardo alle tante persone che anche in questi giorni hanno voluto osservare qual era il progetto del governo per decidere liberamente se sostenerlo”, ha risposto Di Maio.
2 per mille ai partiti, il Pd resta in vetta ma perde 1 milione. In calo anche la Lega, exploit Fdi (+90%). Azione ha i sostenitori più ricchi. Il M5Stelle lo ha rifiutato
Pd e Lega si confermano ai primi posti con 7,4 e 2,3 milioni, ma perdono rispettivamente un milione e quasi 700mila euro rispetto all’anno prima. Fratelli d’Italia registra un nuovo exploit e incassa l’88% in più rispetto al 2019, superando i 2,1 milioni. La “vecchia” Lega Nord per l’Indipendenza della Padania continua sulla strada di un lento declino e mette a segno 646mila euro, poco più dei Verdi che dopo l’ottima performance registrata nell’anno di Fridays for Future perdono un po’ di terreno. In calo anche il bottino di Forza Italia. Italia viva, nata nel settembre 2019 e appena resasi responsabile della crisi di governo, prende 725mila euro. Sono i dati sul 2 x mille ai partiti politici destinato dagli italiani con le dichiarazioni dei redditi 2020, che in generale mostrano un lieve aumento delle scelte espresse – a mettere la firma sono stati 1,37 milioni di contribuenti, pari al 3,32% – e dunque dei soldi distribuiti alle forze politiche, che salgono da 18 a 18,9 milioni. Nella lista completa (disponibile qui) manca il Movimento 5 Stelle, che come è noto ha sempre rifiutato i finanziamenti pubblici e anche questo contributo che dal 2014 li ha sostituiti.
Regno Unito, record di decessi: 1.820 in 24 ore. In Spagna oltre 41mila nuovi casi. Olanda verso il coprifuoco: è la prima volta dal dopoguerra
Per il secondo giorno di fila la Gran Bretagna fa registrare un nuovo record di vittime giornaliere causate dal coronavirus. Sono 1.820, contro i 1.610 di ieri, i decessi delle ultime 24 ore. Il Paese è alle prese con una variante più aggressiva del virus che il lockdown nazionale sta solo lentamente frenando e che fa sentire ora i suoi effetti sui decessi a un paio di settimane dai picchi sui contagi. Sono invece quasi 39mila i nuovi casi certificati su quasi 580mila test. Ma un altro paese che oggi registra un record negativo è la Spagna, che nelle ultime 24 ore ha contato 41.576 nuovi casi, il numero più alto dall’inizio della pandemia. Il 7 gennaio, nota El Pais, il numero era di 42.360 ma includeva anche i dati del giorno precedente. I Paesi Bassi si apprestano a imporre, da domani, il coprifuoco tra le strette che saranno annunciate oggi in tutto il Paese per limitare la circolazione del coronavirus, secondo quanto riportano i media locali. Si tratta della prima volta che un provvedimento del genere viene intrapreso dalla Seconda Guerra Mondiale. Alcune fonti hanno riferito all’emittente Nos che i ministri stanno discutendo sulla misura che dovrebbe partire dalle 20.30 fino alle 4.30 del mattino. Sul tavolo anche altre restrizioni alle visite domiciliari, nuove limitazioni al numero delle persone ai funerali e un potenziale divieto di volo dalla Gran Bretagna e dal Sudafrica per i timori legati alle varianti del virus. Il premier Mark Rutte ha dichiarato che “nessuno lo vuole. È una misura severa. Nessuno sta esultando. Il divieto arriverà solo se la Camera dei rappresentanti sarà d’accordo”.
Il fallimento di Renzi: voleva silurare Conte, e invece si ritrova all’opposizione con Salvini e Meloni
È stata – ed è – una partita complicata, che si è chiusa oltre il tempo regolamentare, con una proclamazione sospesa e un finale thrilling. Ma, alla fine, Mattei Renzi ha perso la sua sfida. In un’Aula arroventata, dopo la zuffa, la gazzarra, le urla, le polemiche sul computo del risultato, e addirittura dopo la moviola sul voto sul filo di lana del Senatore ex grillino Lello Ciampolillo, la spallata non è riuscita. La scena dei segretari d’Aula che rivedono i video mentre la presidente del Senato Elisabetta Casellati attende per proclamare l’esito finale per un quarto d’ora è un fotogramma cult: una contaminazione quasi grottesca fra la lingua della politica e l’estetica del Var. E poi c’è addirittura il sottofinale: quello che si rivela quando si scopre che dopo Ciampolillo – ammesso in extremis perché è arrivato alle 22.14 – ha votato anche Riccardo Nencini (si potrebbe dire ai supplementari) e che entrambi hanno votato sì. Ora, come è ormai noto ai lettori, Nencini non è uno qualunque: è il proprietario del simbolo che ha permesso a Renzi di costituire il suo gruppo alla Camera. Il che significa che, da domani, Renzi e i suoi potrebbero ritrovarsi come degli abusivi e parcheggiati al gruppo misto. Il risultato finale del governo, che durante la sospensione era fermo a quota 154, migliora perché con questi due ultimi voti sale a quota 156, molto più della maggioranza richiesta (la metà di chi ha espresso un voto): quindi, tolti i 16 astenuti (tutti renziani) i no si sono fermati a quota 140. Come abbiamo scritto prima del voto, l’uomo di Rignano ha perso la sua sfida per un motivo bel preciso: se l’è giocata fino all’ultimo, ma forse è stato battuto peggio di come si poteva immaginare alla vigilia, e non solo per un fattore aritmetico. Per mandare a casa Conte, Renzi aveva bisogno di fare e in modo che il governo finisse in minoranza.
‘Ndrangheta, il segretario Udc Lorenzo Cesa indagato per concorso esterno: “Mi dimetto”
Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione antimafia “Basso profilo” della Dda di Catanzaro. L’abitazione romana del parlamentare è stata perquisita stamane dalle forze dell’ordine su disposizione della procura di Catanzaro. La maxi-operazione con decine di arresti è avvenuta su tutto il territorio nazionale su richiesta della procura antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri e per ordine del giudice. In manette sono finiti maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, nonché di imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali. Lorenzo Cesa conferma di avere “ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017” e spiega: “Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente”.
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Cashback tra superbonus e "taglio": cosa sta succedendo e perché se ne torna a parlare
Cashback, si riparte a pieno regime. Da ieri gli utenti si sono resi conto che sono state recuperate tutte (ma davvero tutte) le transazioni effettuate nel circuito PagoBancomat che non comparivano nell’app IO tra quelle conteggiate ai fini del rimborso. L'aggiornamento del sistema pare essere stato completato, con il conteggio che riporta per tutti gli iscritti (o quasi) la data di oggi 21 gennaio 2021. Cashback: transazioni recuperate e classifica Supercashback. Negli scorsi giorni Bancomat Spa aveva comunicato che "la visualizzazione su App IO delle transazioni a circuito PagoBANCOMAT sarà ripristinata a partire dal 20 gennaio” e aveva quindi precisato che “è garantita la validità di tutte le transazioni effettuate sinora, conformi alle regole di partecipazione al Cashback, che saranno quindi nuovamente visibili al momento del ripristino del servizio". Per avere diritto al rimborso entro la fine di giugno bisogna fare almeno 50 transazioni. C'è anche un'altra novità. La App IO ha anche aggiornato la classifica del Supercashback, il maxi-rimborso da 1.500 euro che intende premiare i 100mila iscritti che al 30 giugno di quest'anno avranno effettuato il maggior numero di transazioni (non conta l'importo totale). La classifica non compare ancora a tutti gli utenti, ma la funzione è in via di implementazione. Cashback: "La quota di piccoli pagamenti è stata estremamente alta". Il governo pare soddisfatto di questi primi due mesi scarsi del progetto.
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- Conte rassicura il Colle. Maggioranza blindata in due settimane. Verifica rapida e allargamento dei numeri in Senato. Poi patto di legislatura e ritocchi alla squadra
- NON CI SCORDIAMO I DANNI FATTI DALLA DESTRA!
- Renzi si rottama da solo. Voleva far fuori Conte finisce come al Papeete. Matteo ha messo a rischio il Paese. Per condannarsi all’irrilevanza
- Salvini e Meloni danno lezioni. Ma loro per vent’anni hanno collezionato disastri. Dal sì al Mes al voto favorevole sul Trattato di Dublino. Ecco i capolavori della Destra nel segno di Silvio
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