Salvini getta la maschera e parla come Berlusconi: “Riformare giustizia, no a una repubblica giudiziaria”
I giudici come avversari e la giustizia da riformare. Non è Berlusconi: è Salvini, che promette che la riforma del settore sarà un impegno del prossimo governo, il suo s’intende. “non viviamo in una repubblica giudiziaria”, dice. Su questo punto il governo Conte si era arenato una decina di giorni fa: uno dei punti di maggior contrasto in maggioranza. I giudici come nemico e la giustizia da riformare a ogni costo. Matteo Salvini, a meno di 24 ore dall’apertura via comizio della crisi di governo seguita alla presentazione della mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte, sembra ripercorrere strade già attraversate da Silvio Berlusconi.
Quel lapsus (?) di Salvini: "Il governo va avanti altri quattro mesi"
Il 19 aprile il ministro dell'Interno, a margine dell'incontro a Milano con il figlio del presidente del Brasile Jair Bolsonaro, incappa in una gaffe "da Cassandra". Il 19 aprile scorso Matteo Salvini disse che il governo sarebbe andato avanti per altri quattro mesi. Un lapsus, che oggi fa sorridere. La crisi di governo è ufficiale: la Lega ha presentato in Senato la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E le elezioni anticipate in autunno sono all'orizzonte: resta da scegliere solo la data.
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Mozione di sfiducia a Conte. Capigruppo convocati lunedì. Borsa in rosso, su lo spread. Salvini ci ripensa: non è detto che correremo da soli
Il giorno dopo le tensioni politiche e l’inizio della crisi di governo, la Lega presenta in Senato una mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte. «Troppi no fanno male all’Italia che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona», afferma il partito guidato da Matteo Salvini. Che aggiunge: «Sento che ci sono toni simili tra Pd e M5S. Sarebbe incredibile un governo Renzi-Di Maio. Sarebbe un governo inaccettabile per la democrazia». Timori che hanno spinto il leader leghista a rivedere una decisione annunciata nella serata di ieri, ovvero quella di correre da soli. Oggi a Termoli, parlando delle nuove elezioni, Salvini è parso più cauto: «Non si è deciso nulla se correremo da soli. Abbiamo un'idea di Italia per i prossimi cinque anni che sottoporremo a chi la condivide con noi».
1998: quando Matteo Salvini si proclamava comunista e voleva l’erba libera
In vista della discussione alla Camera della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis fioccano le prese di posizione di tutti i leader politici. Tra quelli che si stanno battendo con maggior rigore sul fronte proibizionista c’è senza dubbio Matteo Salvini. Il leader della Lega ha definito «allucinante» il dibattito sulla legalizzazione, aggiungendo che la Lega Nord dirà sempre di No ad ogni ipotesi che vada in questo senso. Ma da giovane Matteo Salvini la pensava all’esatto opposto e affermava: «Noi ci rapportiamo alle tematiche classiche della sinistra, dalla forte presenza statale alla liberalizzazione delle droghe leggere». Correva l’anno 1998 e così parlava il futuro leader leghista al giornale “Il Sole delle Alpi”.
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Crisi di governo, Conte a Salvini: “Il mio non è stato esecutivo dei ‘no’, noi non eravamo in spiaggia”
“Confido che il passaggio parlamentare contribuirà a fare piena chiarezza sulle scelte compiute e sulle responsabilità che ne derivano“. Lo dichiara il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi. “In Parlamento a tutti gli italiani dovremo dire la verità e non potremo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche e slogan mediatici”.
Il leader No Tav Perrino: ‘Il Tav a Salvini serve solo a trovare soldi per Lega’
“Salvini ha il problema di trovare i soldi per mandare avanti il partito, cosa pensate che gliene freghi della Tav”. Lo ha detto all’AdnKronos Alberto Perino, storico leader No Tav della Valsusa. “Le grandi opere – ha affermato l’attivista – servono da sempre per finanziare i partiti e anche la mafia e la criminalità organizzata”. Quanto alla lettera inviata dal premier Giuseppe Conte a Telt, Perino ha detto: “Abbiamo recuperato sei mesi, perché lui dice che per sei mesi si sospendono i lavori. Noi vediamo il bicchiere sempre mezzo pieno. Certo non mi entusiasmo per niente”. “I 5Stelle” ha continuato Perino “non potevano fare altro, hanno fatto tanti errori, prima durante e dopo, ma hanno però fatto quello che potevano. D’altro canto non stanno da soli al governo. Certo dovevano sostituire Virano e tutto il cda italiano di Telt. Ora noi stiamo tranquilli, continuiamo a fare le cose che facciamo sempre, la nostra battaglia e il 23 marzo saremo a Roma, per la manifestazione in difesa del clima”, ha concluso il leader No Tav.
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Quando il Carroccio era No Tav
C’era un volta la Lega nord contro l’Alta velocità in Val Susa. Accadeva alla fine degli anni Novanta ed è durata, tra continue giravolte, fino alla fine del 2005. Erano i tempi del Carroccio di Roberto Cota, all’epoca segretario regionale piemontese, e Mario Borghezio, già europarlamentare, che partecipavano alle manifestazioni dei valsusini No Tav, parlando con gli abitanti della zona, con la speranza di cogliere quel voto dei territori che è sempre stato caro al leader Umberto Bossi.
Perchè Salvini fa cadere questo governo?
Sapete perché il SALVINI sta facendo cadere il governo ? Il 9 settembre era prevista l'ultima votazione per tagliare 345 parlamentari ed i costi della Casta. A settembre si sarebbe votato per la riforma della Giustizia per togliere la prescrizione dopo il primo grado e garantire tempi rapidi e pene certe. A settembre sarebbe stata vicina l'eliminazione del Bollo Auto e si sarebbero aperti i lavori per il Salario minimo e la revoca delle concessioni ad Autostrade. A settembre sarebbero partiti definitivamente i Navigator e la fase 2 del Reddito di cittadinanza ed iniziavano i lavori per il taglio del cuneo fiscale. Io non mi arrendo e finché crederò in quello che ho fatto in questi anni affianco al Movimento 5 Stelle l'unica forza politica che ha sempre lavorato per il popolo italiano io combatterò sempre. Onore a Luigi Di Maio e a tutti i nostri parlamentari che in un anno hanno portato a casa provvedimenti storici per i nostri cittadini. A voi le conclusioni.
Chi troppo vuole, nulla stringe!
Salvini spieghi agli italiani il motivo per cui ha mandato all'aria il Governo più amato dagli italiani, che stava impostando misure sacrosante, tra cui, per citarne solo alcune: - riforma della Giustizia, per dimezzare i tempi dei processi e avere la certezza della pena. - taglio di 345 Parlamentari (ultimo voto definitivo il 9 settembre). - forte riduzione della pressione fiscale per lavoratori dipendenti ed imprese. - salario minimo a 9 euro lordi all'ora. Perché tutto ciò? Chi troppo vuole, nulla stringe! Caro Matteo, mi sa che non hai tenuto la foto dell'altro Matteo (Renzi) sul comodino...
Così le mafie si stanno mangiando Roma
Italiani e stranieri hanno trasformato la capitale in una grande piazza di spaccio, è in questo contesto che si è consumato il delitto di Fabrizio Piscitelli. È Ponte Milvio il «core business» della droga per il clan degli albanesi, come emerge dalle carte dell’inchiesta su Mafia Capitale: il gruppo faceva soldi con lo spaccio di droga. Ed è proprio a Roma nord che nasce il legame tra questi e Fabrizio Piscitelli, l’ex capo ultras della Lazio freddato con un colpo di pistola alla testa due sere fa nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana, quadrante sud della Capitale.
La rassegnazione del Colle: nessun intralcio alle elezioni
Incontro Mattarella-Conte. Entrambi d'accordo sulla parlamentarizzazione della crisi. Allarme sui conti. Finito, morto. Cotto. Dunque anche Sergio Mattarella si è «rassegnato»: l'alleanza gialloverde si è rotta, il governo è ai saluti e le elezioni anticipate sembrano inevitabili. Ma la crisi, che nei fatti è già aperta, resta ancora fuori dal palazzo del Quirinale; sospesa in uno strano limbo di incertezza, non formalizzata, congelata in attesa dell'esito dell'ultimo braccio di ferro, per certi versi aperta a qualunque sorpresa. Matteo Salvini chiede infatti che il premier si dimetta subito e che le Camere vengono sciolte la prossima settimana, Giuseppe Conte invece vuole resistere a oltranza e lo mette agli atti.
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Salvini cala il sipario: “La maggioranza non c’è più, andiamo al voto”
Il vicepremier punta al voto anticipato: "Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza". Matteo Salvini accelera e cala il sipario sull'esperienza di governo con il Movimento 5 Stelle: "Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di "Signor No"". I rimpasti di governo non c'entrano nulla. Il punto è che governare così è impossibile. Le differenze sono troppe e riguardano l'economia, la politica interna e pure quella estera.
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SALVINI VALUTA RITIRO MINISTRI
Crisi sì, crisi no, crisi forse. Tra le ipotesi in ballo, Matteo Salvini, nelle ultime ore, starebbe valutando di ritirare dal governo i ministri leghisti. A quanto apprende l'Adnkronos questa opzione sarebbe subordinata al passo indietro del premier Giuseppe Conte. Se lui non lascia, ritiriamo i nostri ministri dal governo, sarebbe il ragionamento sul tavolo, con uno scenario atteso tra oggi e domani. Ieri sera, dal palco di Sabaudia, era stato lo stesso Salvini a dire sibillino che "i ministri della Lega sono a disposizione".
Segnatevi questa data: 20 agosto
Mentre i retroscenisti dei giornaloni si affannano per cercare di capire le reali intenzioni del Colle, dal Quirinale in queste ore fanno trapelare di aver fissato una nuova data limite per chiedere la crisi di governo: quella del prossimo 20 agosto. È questa, infatti, a quanto si apprende, la nuova deadline da non superare se si vuole votare entro metà ottobre. Insomma, Matteo Salvini è avvertito. Il Capitano leghista sarà poi contento di sapere che la crisi potrebbe avvenire anche senza un formale passaggio parlamentare, diversamente da quanto sostenuto dal Premier Giuseppe Conte nelle scorse settimane: al Quirinale si rendono conto della complessità della situazione e non vogliono renderla ancora più difficile. Certo, ciò non toglie che prima di indire eventuali elezioni il Capo dello Stato non proceda alla verifica di nuove possibili maggioranze parlamentari.
Ong: parla l'ex 007 tedesco: "C'è chi vuole sovvertire l'Ue"
Hans-Georg Maaßen, guida dei servizi tedeschi e rimosso dalla Merkel nel 2018, parla del nodo dell'immigrazione. “Le Ong fanno parte del modello di business dei trafficanti di esseri umani”. Parola di Hans-Georg Maaßen, dal 2012 al 2018 alla guida dei “servizi” tedeschi, cioè l’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione. Nato a Mönchengladbach, 56 anni, Maaßen, fu chiamato al vertice dei servizi per sostituire il socialdemocratico Heinz Fromm. È stato rimosso nel settembre 2018 dopo un incontro a tre a Berlino tra la cancelliera Angela Merkel, il ministro dell’Interno Horst Seehofer e la Andrea Nahles, a causa di uno scontro verbale con la stessa Cancelliera Merkel inerente le proteste anti immigrati a Chemnitz e per presunte simpatie per l’AfD.
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"Non allontanatevi per le ferie". Giallo sull'sms di Salvini ai suoi. Per la Lega la crisi di governo è a un passo
La crisi di governo è a un passo. Basta ascoltare le parole pronunciate in Aula dal capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, per capire che il voto di oggi sulla Tav ha seriamente minato i rapporti tra i due azionisti di governo. Tanto che, secondo quanto fa trapelare il Corriere della Sera, Matteo Salvini avrebbe inviato a tutti ui suoi parlamentari un messaggio su WhatsApp in cui consigliava loro "vacanze romane". "Non allontanatevi per le ferie", avrebbe scritto il leader del Carroccio. Il condizionale, però, è d'obbligo perché secondo l'agenzia LaPresse non sarebbe mai stato inviato.
Il silenzio di Di Maio mentre esplode la crisi
Dopo il voto del Senato sulla Tav, il leader politico del Movimento 5 Stelle tace. E attende le mosse di Matteo Salvini. La Tav apre l'ennesima crisi di governo un altro fronte per Luigi Di Maio. Lega e Movimento 5 Stelle si trovano sulle opposte barricate, con il Carroccio che ha votato a favore della mozione del Patrtito democratico sulla Tav Torino-Lione, mentre i Cinque Stele, fedeli alla base contraria all'alta velocità in Val di Susa, hanno detto no. Un governo spaccato, con Giuseppe Conte che adesso deve gestire una delle crisi più difficili degli ultimi mesi. Una crisi che molti pensano possa essere l'ultima di un governo agli sgoccioli, ma c'è anche chi crede che la crisi possa non condurre alle urne.
M5s e Lega sul filo della crisi nel giorno della verità sulla Tav
Approvate dal Senato tutte e quattro le mozioni favorevoli alla Tav, delle sei in discussione il 7 agosto nell’Aula di Palazzo Madama. Oltre a quella del Movimento 5 stelle, esprime contrarierà all’opera anche il testo preparato da LeU, a prima firma De Petris che però è stato assorbito nella mozione grillina senza essere votato. Favorevoli, con motivazioni e accenti diversi, le mozioni Pd (prima firma Marcucci), Forza Italia (Bernini), FdI (Ciriani) e quella a prima firma Bonino, sottoscritto tra gli altri anche da Nencini, Casini, Unterberger, De Falco e Monti. Bocciata in Aula al Senato la mozione M5S No Tav con 181 no e 110 voti favorevoli, passano tutte le altre mozioni a favore dell’opera: il Senato ha approvato quella del Pd con 180 sì, 109 contrari e un astenuto. La mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto. Quella di FdI è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto. Infine quella di FI ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti.
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Ong, la ricetta estrema dell'ammiraglio De Felice: "Gli arresti non bastano, come si fermano i barconi"
Come si fermano i barconi delle ong? Certo, le politiche di Matteo Salviniaiutano. Ma un parere autorevole a tal riguardo arriva dall'Ammiraglio di divisione Nicola De Felice. In un'intervento su Il Tempo, infatti, stila il decalogo per fermare le navi delle organizzazioni non governative. Obiettivo, "evitare che l'Italia diventi l'unico scalo d'alaggio europeo". Punto primo, "convocare immediatamente l'Ambasciatore dello Stato di bandiera nel momento dell'ingresso si una nave Ong nel Mediterraneo centrale. Punto secondo, raccomandare allo Stato di bandiera della nave Ong di far dirigere l'imbarcazione verso il porto indicato dallo Stato che coordina il soccorso, "altrimenti - rimarca De Felice -far dirigere la nave verso un porto tunisino qualora fosse più vicino.
Ecco i bilanci d'oro dell'Ong. Così produce utili milionari
I bilanci fanno invidia ad una azienda: svelati i conti della Ong. La nuova protagonista della grande commedia delle Ong nel Mediterraneo si chiama Ocean Viking, la nave di 69 metri di Sos Mediterranee. Un gigante del mare, un colosso da 14mila euro al giorno. Per portarlo fino in Libia l'associazione ha dovuto affittarlo, modificarlo, attrezzarlo e via dicendo. I costi sono ingenti. Ma i bilanci pubblicati dall'associazione e ricostruiti dal Giornale.it dicono che i fondi non sono un problema. Non in questo momento, almeno. Visto che negli ultimi due anni la Onlus nel complesso ha prodotto un utile da diversi milioni di euro. Cifre da far invidia a qualsiasi azienda italiana. Sos Mediterranee è un'associazione particolare (leggi qui come è nata). Non ha un'unica bandiera, ma è come una rete formata da una federazione di "filiali" europee. Le sue sedi sono a Marsiglia (la prima e più grande), Milano, Berlino e Ginevra. Ognuna ha un bilancio proprio e raccoglie le donazioni in maniera autonoma.
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Resa dei conti sulla Tav, iniziata la battaglia delle mozioni. Salvini ai 5S: “Così non si può lavorare”
Al via nell'Aula del Senato alla discussione sulle sei mozioni sulla Tav. L'ordine dei lavori prevede che si proceda all'illustrazioni di ciascuna mozione, per poi proseguire con le dichiarazioni di voto e infine con le votazioni che dovrebbero arrivare intorno all'ora di pranzo. Sono sei le mozioni sulla Tav in discussione. Oltre a quella M5S, esprime contrarierà all'opera anche il testo preparato da LeU, a prima firma De Petris. Favorevoli all'opera, con motivazioni e accenti diversi, le mozioni Pd (prima firma Marcucci), Forza Italia (Bernini), FdI (Ciriani) e quella a prima firma Bonino, sottoscritto tra gli altri anche da Nencini, Casini, Unterberger, De Falco e Monti.
M5s, Bugani lascia segreteria Di Maio: “Non c’è più fiducia in me. Non mi ha perdonato per una intervista, non sono attaccato alla poltrona”
Ne sono successe tante, forse troppe. E lo strappo con il capo, con Luigi Di Maio, si è dilatato, diventando una voragine. Così Massimo Bugani, bolognese di 41 anni, veterano del M5S, ha deciso che è ora di uscire da quella porta. “Mi dimetto da vice-caposegreteria di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi, e lascerò anche i ruoli di referente del Movimento in Emilia Romagna e dei sindaci”. Rimarrà consigliere comunale a Bologna, l’amico di vecchissima data di Beppe Grillo e dei Casaleggio, “perché sono convinto di aver svolto un grande lavoro in Comune”. Ma è pronto anche a un altro addio: “Se dovessi rendermi conto che la mia permanenza nell’associazione Rousseau può diventare un problema per Davide Casaleggio, non avrò problemi a farmi da parte. Voglio troppo bene ai miei soci e all’associazione”. Bugani spiega, precisa, e lo ripete più volte: “Non sono attaccato alle poltrone”.
"Non possono toglierci la casa ho rubato tanto per costruirla". Ora parlano i rom che vogliono Salvini morto
La sinistra si indigna per il termine "zingaraccia". Ma la rom che vuole morto Salvini ammette di aver passato una vita intera a rubare. "Io sono la zingaraccia...". È con aria sfrontata che, davanti alle telecamere di Stasera Italia(guarda il video), la rom del campo nomadi di via Monte Bisbino, alla periferia Nord di Milano, rivendica il termine affibiatole da Matteo Salvini. È stata lei che, intervistata dal Giornale.it (guarda il video), ha detto che il ministro dell'Interno "si merita un proiettile in testa". E il leghista ha replicato, appunto, che "per questa zingaraccia c'è bisogno di una ruspa democratica", e la sinistra si è subito schierata al suo fianco. Adesso lei si vanta di aver passato la vita a rubare in giro tutto quello che le capitava a tiro. "Ora - dice - sono agli arresti domiciliari".
Tav, in Francia la Corte dei conti boccia il progetto: “Costi alti e ricavi a rischio”
Nel parere fornito al primo ministro Ayrault, i magistrati rilevano il raddoppio dei costi della linea ferroviaria Torino-Lione. E citano studi secondo i quali l'opera non produrrà profitti neppure in uno scenario di ripresa economica. Il 3 dicembre vertice Monti-Hollande. I costi sono aumentati troppo, da 12 a 26 miliardi di euro, e il flusso delle merci è diminuito. Sono alcune delle critiche al progetto dell’Alta velocità Torino-Lione espresse dalla Corte dei Conti francese. Ieri i magistrati contabili di Parigi hanno pubblicato il parere, fornito al primo ministro Jean-Marc Ayrault a inizio agosto, in cui vengono elencati i dubbi sul progetto. Si tratta di un documento importante in vista del vertice sul Tav tra Mario Monti e François Hollande a Lione il prossimo 3 dicembre.
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I libici smascherano le Ong: 'Ho visto contatti con scafisti'
Il comandante della motovedetta libica: "Contatti sul web". Poi l'accusa alle Ong: "Vogliono solo prendere migranti". Il comandante della motovedetta Guardia Coste Ras Lgder libica, una delle tre donate dall'Italia, lo dice senza mezzi termini: "Ho visto personalmente molti contatti su Facebook o Twitter tra Ong e scafisti e vedo molti contatti tra loro". Si muove così una nuova ombra sulle attività delle organizzazioni non governative nel Mediterraneo. Dopo le rivelazioni di Quarta Repubblica, che ha mostrato come gli scafisti assicurino ai migranti la buona riuscita del viaggio grazie alla presenza delle Ong in mare, ora a lanciare l'accusa è un militare libico. Che tra quelle onde opera ogni giorno per tenere in piedi la zona Sar libica.
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Russia: Conte difende Salvini. E i grillini lasciano il Senato
Il presidente del Governo, Giuseppe Conte: "Il signor Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali per componenti di questo governo". Dalle opposizioni diverse interruzioni durante l'intervento del premier. Il presidente del Consiglio interviene in aula, al Senato, per rispondere alle domande dell'opposizione in merito allo scandalo che coinvolge la Lega sul presunto finanziamento dalla Russia. Il premier Giuseppe Conte prima di tutto rivendica il suo impegno nel voler migliorare il dialogo tra Governo e Parlamento. "Sono davanti a voi in ragione del mio ruolo e del fatto che nutro un profondo rispetto nei confronti di questa aula e delle alte funzioni che investono ognuno di voi. Non mi sono mai sottratto all’interlocuzione col Parlamento e non vi sarà sfuggito che ho sempre cercato di potrarre la mia presenza al fine di ascoltare le vostre repliche".
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Toninelli: «Rinviate gli scioperi del 24 e 26 luglio». No dei sindacati: «Mancano le condizioni»
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli chiede alle organizzazioni sindacali nel corso di un incontro al Mit il rinvio degli scioperi nei trasporti proclamati per il 24 e 26 luglio. Lo si apprende da fonti sindacali. Il ministro avrebbe quindi proposto l'avvio di un confronto strutturato su regole e contratti di lavoro da estendere anche alle altre compagnie aeree operanti in Italia. No dei sindacati. Filtcgil Fitcisl Uiltrasport «ribadiscono che non ci sono le condizioni per rinviare lo sciopero» di domani e del 26 luglio, «sorto dopo una mancanza di dialogo e convocazioni nonostante i gravi problemi dei trasporti». È quanto hanno confermato le organizzazioni sindacali al ministro, Danilo Toninelli, nel corso della riunione al Mit di questa mattina.
Huawei Mate 20 X 5G, doppio processore e velocità record

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Depilarsi il pube è un grosso rischio per la salute. L'importanza del pelo, a quali malattie ti esponi
È una pratica sempre più diffusa, e sono sempre di più le donne che la scelgono. La depilazione totale del pube, delle grandi labbra e del perineo, è diventata una vera mania, una drastica scelta per eliminare ogni singolo pelo, eseguita per piacere di più al propio partner, per poter indossare costumi super sgambati al mare, od anche per sentirsi più pulite e a posto, senza sapere che questo tipo di rasatura nasconde moltissime insidie e addirittura può essere dannosa per la salute. I peli non sono mai "superflui",
Vecchie lire: un patrimonio non convertibile: bloccati tre miliardi di euro
Nelle "casseforti" degli italiani sarebbe rimasto un ingente capitale in lire, non più convertibile. Il reale ammontare di questo patrimonio è in verità incalcolabile, anche se si stima aggirarsi intorno ai 3 miliardi di euro, rivela Il Giorno. A differenza degli altri paesi che hanno aderito all'Euro, i quali non hanno fissato termini tassativi per la conversione, l'Italia ha stabilito che quanto non fosse stato convertito entro il 28 febbraio 2012 potesse esser ritenuto ormai come pura carta straccia. A parlare in difesa di molti cittadini e imprese italiane, in questa delicata controversia con Banca d'Italia, è l'avvocato veneto Luciano Faraon: "Eppure nel trattato di Maastricht, e in ogni successivo accordo, non vi è alcun termine temporale nè quantitativo alla conversione delle precedente moneta nazionale, fermo restando l' obbligo della distruzione delle vecchie banconote".
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Bufera sui documenti falsificati. E Macron è sotto accusa in Ue. Violazioni per rimandare migranti in Italia
Interrogata la Commissione Ue dopo l'inchiesta del Giornale.it sui respingimenti francesi dei migranti. FdI: "La Commissione Ue ora chiarisca". L'inchiesta sulle violazioni francesi al confine scuotono la politica. E mettono nell'angolo Emmanuel Macron, simbolo (ricordate l'ingresso trionfale con l'inno Ue?) degli europeisti e ora sotto accusa per l'operato della gendarmerie tra Mentone e Ventimiglia. Dopo l'interessamento del Viminale, che sulle attività francesi ha avviato degli "approfondenti", ora il caso approda a Bruxelles. Gli eurodeputati di Fratelli d'Italia, infatti, hanno presentato una richiesta di interrogazione scritta alla Commissione Europea per chiedere conto dei "presunti respingimenti" (che presunti non sono, basta leggere qui) e delle falsificazioni dei documenti dei migranti da parte della polizia d'Oltralpe.
Migranti, accusa choc a Parigi: "La polizia francese è razzista". La Francia fa la morale all'Italia. Ma al confine fa di peggio. I migranti: "Così ci hanno insultato"
La Francia elogia Carola e fa la morale all'Italia. Ma al confine fa di peggio. Le accuse: "Così mi hanno insultato". "Quando la polizia francese ha capito che sono algerino ha iniziato a insultarmi in arabo". Hamid è un migrante, uno dei tanti che incontriamo a metà del ponte che divide la Francia dal Belpaese. È stato fermato sul treno che da Ventimiglia porta a Mentone e costretto dopo mezz'ora a tornare da dove era venuto. In Italia. I gendarmi hanno solo dato un'occhiata ai documenti, hanno compilato in pochi minuti un foglio per il respingimento e poi l'hanno invitato a ripassare il confine nel minor tempo possibile. Le richieste di Hamid sono state stroncate da insulti: "Mi hanno detto 'Fuck your mother'. Sono dei razzisti".
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