Alessandria d’Egitto sta sprofondando: è la prima vittima del riscaldamento globale
L’allarme lanciato dal ministero delle Risorse idriche e dell’Irrigazione egiziano. Negli ultimi vent’anni il livello del mare cresciuto di 2,1 millimetri all’anno. La città fondata da Alessandro Magno, 2300 anni di storia, sopravvissuta alle invasioni arabe, turche, alla spedizione di Napoleone e al terribile bombardamento della flotta britannica nel 1882, rischia di essere la prima vittima del riscaldamento globale. L’allarme è stato lanciato dal ministero delle Risorse idriche e dell’Irrigazione egiziano, che ha calcolato come negli ultimi vent’anni il livello del mare sia cresciuto in media di “2,1 millimetri all’anno”. Ma è l’accelerazione a essere impressionante. Il livello è cresciuto di 1,8 millimetri all’anno fino al 1993, poi di 2,1 millimetri fino al 2012, e poi è arrivato a 3,2 millimetri all’anno e ha cominciato a mettere in pericolo le fondamenta delle case.
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Crisi: Salvini e Meloni disertano le consultazioni con Conte. La Lega non lascia la presidenza delle commissioni
Il premier riceve la delegazione di FdI e Lega, ma senza i due big. Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte ha ripreso a Palazzo Chigi le consultazioni con i partiti in vista della formazione del nuovo governo. Alle 9,30 ha ricevuto la delegazione di FdI, con il capogruppo al Senato Luca Ciriani e il vicepresidente del gruppo alla Camera, Tommaso Foti, ma senza Giorgia Meloni. "Fdi sarà all'opposizione, senza sconto alcuno", ha chiarito Ciriani. A seguire Conte ha incontrato gli esponenti della Lega (senza Salvini), poi toccherà a Fi, Pd e M5s. "Speravamo di poter avere una discussione per capire se si troveranno i voti e noi come Lega speriamo che i voti in aula non si trovino per tornare al voto", dice la sottosegretaria uscente della Lega al Mibac Lucia Borgonzoni.
Le giravolte dei progressisti che adesso santificano Conte
I media progressisti che prima criticavano il premier adesso lo osannano. Il vento è cambiato repentinamente. Il premier Giuseppe Conte, grazie al governo giallorosso, non solo ha mantenuto la sua poltrona, ma improvvisamente è migliorata anche la sua immagine personale. Il governo giallorosso sembra aver giovato al premier Giuseppe Conte che, non solo ha mantenuto la sua poltrona, ma anche in termini di immagine personale. Da "burattino di Salvini e Di Maio", come lo definì l'eurodeputato liberale Guy Verhofstadt, Conte, soprattutto dopo il suo j'accuse a Matteo Salvini a Palazzo Madama, pare aver assunto il ruolo di grande statista.
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“Trappola commissioni”, 11 restano alla Lega. Il Pd: “Chi sono quelli attaccati alle poltrone?” Il Carroccio: “Dovevate pensarci prima”
I leghisti guidano 11 organismi tra Camera e Senato che per regolamento non potranno essere rinnovati almeno fino a primavera. E i democratici attaccano: "Perché non vi dimettete?". Il capogruppo salviniano Romeo: "Si dovrebbero dimettere loro da parlamentari e vergognarsi per il ribaltone". I leghisti non mollano. Anzi, in qualche caso si preparano a fare quasi da “scudi umani” nei confronti dei provvedimenti della maggioranza nascente, formata dagli ex amici dei Cinquestelle insieme ai nemici di sempre del Pd. Il Carroccio difende infatti le sue undici presidenze di commissione che – come ha anticipato ieri dal Fatto Quotidiano – che potrebbero diventare un ostacolo non da poco nei percorsi parlamentari delle leggi della maggioranza nascente. “Dovevano pensarci prima di fare il ribaltone” ha tagliato corto ieri Claudio Borghi, che presiede la commissione Bilancio della Camera.
Governo, diretta: Conte premier incaricato. Primo giorno di consultazioni, domani i big. M5S fa quadrato intorno a Di Maio. E Salvini diserta i colloqui
Governo, il presidente Mattarella ha affidato a Giuseppe Conte l'incarico di formare un nuovo governo. Conte, come è prassi si è «riservato di accettare» dopo i colloqui con le forze politiche che permetteranno di elaborare un programma. Le consultazioni, cominciate oggi, proseguiranno domani con i partiti che hanno più seggi in Parlamento. Salvini ha annunciato che non farà parte della delegazione della Lega che incontrerà Conte. Parte quindi il tentativo per il Conte-bis. Mattarella ha chiesto al dimissionario Conte di riprendere le redini del governo in base all'intesa politica certificata nelle consultazioni da Cinque Stelle e Dem. I nodi ora riguardano, più che il programma, i ruoli e il consenso interno, a cominciare dall'incarico di Di Maio e dal voto sulla piattaforma Rousseau.
Satellite Ama per scovare i furbetti
Dal 1° settembre l'azienda mapperà il territorio. È guerra senza frontiere quella dell’Ama contro i «furbetti» dei rifiuti, ovvero contro chi incivilmente getta in strada qualsiasi tipo di oggetto, dagli ingombranti a materiali edili, creando delle vere e proprie discariche a cielo aperto, soprattutto nelle periferie e lungo le consolari. È questo il senso del progetto pilota e sperimentale che nasce dalla collaborazione tra Ama; e-GEOS, una joint venture tra Telespazio, Gruppo Leonardo e Agenzia Spaziale Italiana; e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), per l’acquisizione e l’analisi di immagini da satelliti ottici e dai satelliti radar della costellazione COSMO-SkyM...
Matteo Salvini: “Conto, entro i prossimi mesi, di chiudere accordi di espulsione e di riammissione con almeno 10 paesi con cui ancora non ci sono”.
A un anno dalla formazione del governo Conte abbiamo chiesto al Ministero dell’Interno di fornirci dei dati sull’eventuale stipula di nuovi accordi. A oggi 4 giugno 2019 non risultano firmati nuovi accordi. Dall’inizio del governo Conte sono entrati in vigore due accordi con Macedonia del Nord e Bosnia Erzegovina che erano però stati firmati rispettivamente dal governo Renzi e dal governo Gentiloni.
Matteo Salvini: “Se vado al governo via le sanzioni alla Russia”.
Le sanzioni riguardanti gli scambi con la Russia in settori economici specifici sono state rinnovate, il 5 luglio 2018, all’unanimità dal Consiglio europeo, contraddicendo quanto promesso da Salvini e ribadito nel Contratto di Governo. La promessa è quindi non mantenuta.
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Matteo Salvini: “Ho incontrato al Ministero i pastori sardi, obiettivo: risolvere il problema entro 48 ore.”
A metà febbraio 2019 la categoria dei pastori sardi ha protestato, in maniera anche veemente, a seguito del crollo del prezzo del latte di pecora dagli 85 centesimi al litro del 2017 ai 60 centesimi al litro attuali; la protesta durava già da alcuni mesi, ma ha ottenuto risalto nell’ultimo periodo a causa delle manifestazioni prima in Sardegna e poi direttamente davanti a Montecitorio dei pastori sardi. Le associazioni di categoria erano molto preoccupate perché questo prezzo non sarebbe bastato nemmeno a coprire i costi di produzione e pertanto avrebbe messo a rischio l’esistenza stessa della maggior parte delle piccole imprese del settore. Il premier Conte ha incontrato una delegazione di agricoltori durante una visita istituzionale a Cagliari, fissando un tavolo di incontro per il 21 febbraio. Il ministro Salvini invece ha ricevuto lunedì 12 febbraio, direttamente al ministero, un’altra delegazione promettendo una soluzione entro 48 ore; le soluzioni sul tavolo sono di fissare un tetto minimo di 75 centesimi al litro per legge, di stanziare circa 25 milioni di euro a sostegno dei produttori o di calmierare la produzione mediante un taglio che farebbe innalzare la domanda e pertanto il prezzo.
Tutte le promesse NON mantenute da Salvini.
Alcune erano semplici boutade, altre vere e proprie promesse elettorali. Sta di fatto che la Lega in fatto di “annuncite” ha già ampiamente superato Renzi. Ecco un elenco....
Tutte le promesse non mantenute da Matteo Salvini
In principio furono la Padania e la secessione con il resto d'Italia. Quindi la minaccia reiterata, l'ultima volta nel 2007, di una rivolta fiscale se Roma non avesse abbassato le tasse agli imprenditori del Nord. Dopo 12 anni, è possibile affermare che le tasse sono aumentate costantemente, tanto che la pressione fiscale sfiora ormai il 50%. La Lega ha una lunga tradizione propagandistica di promesse mai mantenute. Un dimenticatoio nel quale sono via via scivolati tutti gli slogan urlati con rabbia da Umberto Bossi prima e da Matteo Salvinipoi. In questo ripostiglio ora rischiano di essere abbandonate, per non vedere più la luce, anche la flat tax, i minibot, il taglio delle accise e molto altro. Proviamo quindi ad avventurarci in questa selva, impolverata, di promesse che hanno piantato le proprie radici nella fiducia degli elettori senza essere mai fiorite in legge.
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Sul Nazareno sventola bandiera bianca. Calenda se ne va, Renzi non si presenta alla Direzione che dice ok a M5S.
E Zingaretti prende l'applauso su una linea che non era la sua. Sullo sfondo, un partito terribilmente preoccupato. Carlo Calenda se ne va. Matteo Renzi non si presenta nel giorno cruciale del via libera all’accordo con i 5 stelle. E nel frattempo la Direzione nazionale del Pd approva una linea, che nei fatti, ribalta quanto sostenuto fino a poche settimane fa dal suo segretario, Nicola Zingaretti. Alla fine di una giornata lunghissima e al cardiopalma, il Partito democratico arriva sfibrato, dilaniato, alla meta che precede la nascita di un Governo Conte bis. Neppure Zingaretti, che ha raccolto una standing ovation che non si sentiva da tempo e un voto quasi unanime (solo Matteo Richetti in dissenso), può dirsi soddisfatto.
Aumento IVA: 19 dei 23 miliardi li ereditiamo dalla prima manovra di Renzi per il 2015
La prima legge di Bilancio giallo-rossa, se mai si farà, sarà una manovra in deficit. E se era scontato pensarlo con il governo pentaleghista, spingersi su fino alla soglia del 3% troverà d' accordo anche i nuovi possibili alleati. Di sicuro i Cinque Stelle che con Di Maio festeggiarono - era il 27 settembre del 2018 - dal balcone di Palazzo Chigi il deficit al 2,4% e la sconfitta della povertà. Salvo poi fare marcia indietro a metà dicembre e riscrivere la manovra in pochi giorni secondo le indicazioni di Bruxelles, con un deficit al 2,04% (e lo zero era solo "estetico"). All' epoca il Pd gridò alla «sceneggiata» e coniò sui social l' hashtag #pagailpopolo. Il capogruppo pd al Senato, il renziano Andrea Marcucci, disse che si trattava di «una manovra folle, da irresponsabili, uno spot contro l' Europa». Marcucci ieri sedeva al tavolo con i grillini per stendere il programma. E certo la strada che si delinea per la prossima manovra è ancora quella: il deficit. Non ce ne sono molte altre, visto che l' unico punto condiviso da tutti è impedire all' Iva e alle accise sui carburanti di aumentare dall' 1 gennaio. Servono 23,1 miliardi solo per questo, di cui 19 ereditati dalla prima manovra di Renzi per il 2015 e 4 dal governo Conte. E altri 2,7 miliardi per le politiche invariate da rifinanziare come le missioni militari.
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Pierferdinando Casini, l'uomo chiave della maggioranza: numeri alla mano, cespugli decisivi
Più che delle poltrone, Pd e M5S farebbero bene a preoccuparsi del pallottoliere. I numeri, infatti, sono impietosi. E certificano che, da soli, democratici e pentastellati non hanno la forza per dar vita a un governo giallorosso. Per far tornare i conti sarà necessario rivolgersi ai "cespugli", i piccoli partiti "nascosti" nel gruppo misto e in quello delle autonomie. Cosa che, però, renderebbe la maggioranza molto più ballerina. Il problema, come sempre, è il Senato, aula dove è più difficile ottenere la fiducia. Vediamo la situazione nel dettaglio. Il principale gruppo di Palazzo Madama è quello del Movimento Cinque Stelle, composto da 107 senatori. Ma ieri Gianluigi Paragone ha fatto sapere che, «per coerenza», non sosterrà l' inciucio. E così si scende già a 106. Il Partito democratico porta in dote 51 voti, che fanno arrivare il conto a quota 157. E qui iniziano i guai.
Conte, "l'amico della Boschi". Quella voce maliziosa Legittimo sospetto sul premier: così è nato l'inciucio?
Oggi è il giorno di Giuseppe Conte, che alle 9.30 al Quirinale riceverà dal presidente Sergio Mattarella l'incarico-bis da premier. Dopo 14 mesi alla guida di un esecutivo con Lega e M5s, l'ormai ex avvocato del popolo cambia con disinvoltura casacca e al verde sostituisce il rosso del Pd. E allora torna alla mente la vocina "maligna" che si era diffusa nella primavera 2018, quando il suo nome era iniziato a circolare a sorpresa come candidato a Palazzo Chigi. "Fanno premier Conte, quello amico della Boschi?". Era un virgolettato rubato a niente meno che Matteo Renzi e riportato da vari quotidiani, dal Giornale a La Stampa.
La “trappola” per M5s-Pd alle Camere: le 11 commissioni a guida Lega. E lo saranno fino a dicembre 2020
Problemi giallorosé. I presidenti in carica lo rimarranno altri 15 mesi: solo applicando il regolamento possono far impazzire la maggioranza. La strada per formare un governo tra Pd e 5 Stelle sembra ormai imboccata e, al netto delle dure trattative sui posti e sul programma che sono in corso, la parte difficile arriverà dopo e cioè quando quel governo dovrà… governare.
Ecco il manuale segreto della mafia nigeriana: “Pena di morte per chi tradisce la fratellanza”
Il libro con codici e regole dell’organizzazione Maphite: «Occhi aperti e bocca chiusa. Nella vita contano solo i soldi». Ferree regole e punizioni che suonano come campane a morte per chi sgarra. Rigide gerarchie che attingono a piene mani dal gergo militare (Capitani, tenenti, sergenti e soldati), ancestrali riti di affiliazione, obblighi di versare una royalty alla casa madre per ogni profitto criminale e imperativi di assistere le famiglie dei carcerati per almeno tre mesi successivi all’arresto.
Oggi l’incarico a Conte. I paletti di Mattarella su ministri e programma
Per il Quirinale spetta al premier scegliersi i collaboratori. Il presidente attende l’incaricato da lunedì con un progetto preciso. Alle 9,30 di stamane, nel salotto presidenziale, Sergio Mattarella conferirà a Giuseppe Conte l’incarico di mettere in piedi il suo secondo governo. Ma non sarà una semplice stretta di mano e via. Al Quirinale si prevede un colloquio non breve né banale. Il presidente illustrerà all’ex “Avvocato del popolo” tutto quanto si attende questa volta da lui. Gli dirà, o farà rispettosamente intendere, come tante cose siano cambiate rispetto a 14 mesi fa quando Conte era stato catapultato nel ruolo più impegnativo della politica senza la minima esperienza nel ramo, oltretutto stretto come un vaso di coccio tra due ingombranti vice.
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In calo i consensi per Salvini
Il ministro leghista paga la scelta di aver aperto la crisi a Ferragosto. Mattarella in testa all’indice di fiducia, il 43 % per un esecutivo contro il 33 che propende per il voto subito.
Luigi Di Maio: «Abbiamo detto a Mattarella che c’è l’accordo col Pd con Conte presidente»
Luigi Di Maio, al termine delle consultazioni M5S al Quirinale, ha confermato che l’accordo con il Partito Democratico è forte e lo ha detto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E il nome dell’incaricato sarà proprio Giuseppe Conte, nome su cui – alla fine – è arrivato anche il sì del Pd dopo una lunga trattativa tra lui e Nicola Zingaretti. Ha poi svelato di aver ricevuto dalla Lega l’offerta di guidare un nuovo esecutivo gialloverde nell vesti di presidente del Consiglio, ma ha rispedito la richiesta al mittente, pure ringraziando. «In politica ci sono due categorie, quelli che la fanno e quelli che se ne approfittano. M5s non si sottrarrà ai propri impegni – ha proseguito Luigi Di Maio dopo le consultazioni M5S -. Gli italiani nel 2018 avevano votato per vedere risolvere i propri problemi, non per risolvere i problemi di qualche partito. C’è un accordo politico con il Pd per fare un governo con Giuseppe Conte presidente. Sulla testa degli italiani è arrivata una crisi inaspettata. Si è deciso di far saltare tutto e oggi il M5s non si sottrae alle sue responsabilità. Non esistono soluzioni di destra o di sinistra, ma soluzioni. Questi schemi sono stati ampiamente superati. Sono i programmi veri protagonisti della politica».
PD-M5S, OK ALL’AVVIO DI UN GOVERNO CONTE 2. Di Maio: “Prima il programma, poi vengono i nomi. Lega mi aveva offerto di fare il premier, ho detto no”
Via libera a un nuovo esecutivo da pentastellati e dem. Il leader grillino: "Destra e sinistra schemi superati". Sul tavolo resta il nodo del ruolo che dovrà ricoprire Luigi Di Maio, ma lui: "Si parla di me, ma la Lega mi aveva offerto la presidenza del Consiglio e ho detto no". L'altra questione aperta è il voto su Rousseau, M5s: "Si farà e avrà ultima parola". Il leader della Lega: "Premier indicato dal G7, arriva il Monti bis. Bisogna votare". C’è l’accordo politico tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle per il Conte 2. Entrambe le delegazioni lo hanno comunicato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
La Cina va a caccia di jihadisti. Ora li va a prendere in Turchia
In Turchia vivono decine di migliaia di uiguri fuggiti dallo Xinjiang. In questa regione cinese autonoma, la più occidentale e più estesa della Cina, ci sono circa 22 milioni di persone, il 46% dei quali di etnia uigura, cioè una minoranza etnica musulmana riconosciuta da Pechino. Il governo cinese ha sempre cercato di sinizzare gli uiguri, imponendo loro costumi e usanze locali e, al tempo stesso, limitando le pratiche legate alla religione musulmana. Negli anni scorsi Pechino ha inasprito il controllo sulla regione a causa della piaga del terrorismo islamico, e adesso, grazie alle nuove tecnologie, tra cui telecamere a riconoscimento facciale e applicazioni in grado di schedare ogni singolo cittadino, la morsa delle autorità centrali è diventata più asfissiante.
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Brexit, la Regina autorizza lo stop richiesto da Boris Johnson: il Parlamento inglese si ferma fino al 14 ottobre!
La proroga della sospensione delle Camere consentirebbe al primo ministro di trattare con l'Unione europea senza condizioni, anche mettendo sul piatto il 'no deal'. La procedura, definita una "forzatura inaccettabile" dall'opposizione alla Brexit, è prevista dalle leggi britanniche ed è una prerogativa della Regina su richiesta di Downing Street. La sterlina per l'1% dal dollaro e dall'euro. Una petizione anti-sospensione sul sito del Parlamento britannico ha superato le 250.000 firme (ne bastavano 100mila) e ora la discussione è obbligata. La Regina Elisabetta ha acconsentito alla richiesta del primo ministro britannico Boris Johnson di sospendere il Parlamento inglese per cinque settimane, dalla seconda settimana di settembre e fino al 14 ottobre.
SI DEL PD ALLA NASCITA DEL GOVERNO CONTE 2. Zingaretti: “Accettiamo che il M5s indichi il premier. Non è staffetta, ma una nuova sfida da cominciare”
Secondo giorno di consultazioni al Quirinale. Il M5s atteso alle 19. La delegazione dem ha dato l’ok all’iniziativa per un nuovo esecutivo: “Abbiamo il coraggio di tentare”. Ultimo round di consultazioni al Quirinale. Il Pd dà il via libera a un nuovo esecutivo, ma ribadisce la necessità di "discontinuità". Quindi, niente doppio vicepresidente. Sul tavolo resta il nodo del ruolo che dovrà ricoprire Luigi Di Maio: "Invece di attaccare me, pensino a soluzioni". L'altra questione aperta è il voto su Rousseau, M5s: "Si farà e avrà ultima parola" Il Partito democratico al Quirinale di fronte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto sì a un nuovo governo con Giuseppe Conte premier. Come deciso dalla direzione dem e anticipato da Andrea Orlando, il Pd “ha accettato la proposta del M5s di indicare in quanto partito di maggioranza relativa il nome del presidente del Consiglio dei ministri”, come ha spiegato Nicola Zingaretti dopo la consultazione al Colle.
Governo Pd M5s, il totonomi: otto ministri al M5S e otto al Pd. Gualtieri o Reichlin in Europa
Otto ministri a M5S, otto al Pd. Vicepremier Dario Franceschini, con delega ai Rapporti con parlamento, Luigi Di Maio alla Difesa, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora. Agli Esteri due ipotesi: Pasquale Salsano (ambasciatore in Qatar) o Enzo Amendola (Pd), anche se non è tramontata ancora la scelta di Paolo Gentiloniche, in alternativa, potrebbe fare il commissario europeo. Ancora: il bersaniano Vasco Errani alla Sanità; al Lavoro Nunzia Catalfo (madre del reddito di cittadinanza, M5S) o Graziano Delrio (se il ministero andrà al Pd). Lo schema più accreditato, per ora, soprattutto dalle parti del Pd, è questo. La richiesta di Luigi Di Maio di sostituire Matteo Salvini al Ministero dell'Interno viene ritenuta irricevibile dai Dem.
Virginia Raggi torna ad acquistare bus: «Passi avanti decisivi»
In queste ore di caos politico, Roma può godere di una «Buona notizia». A darla è la sindaca Virginia Raggi, che sui social network ha annunciato l’acquisto di altri 97 nuovi bus per potenziare il trasporto pubblico della capitale. La speranza dei pendolari è che non vada a finire come con gli autobus israeliani. Non è passato molto da quando esplose il caso dei bus israeliani a Roma. A giugno emerse infatti che i 70 bus che Atac aveva noleggiato e fatto arrivare da Tel Aviv non potevano circolare per le strade della Capitale, perché avrebbero violato le normative comunitarie sulle emissioni inquinanti. Non proprio un dettaglio da poco, che aveva scatenato l’ironia e il disprezzo dei romani, e non solo.
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Il titolo choc di Libero: «Grillini da vergini a escort»
Libero Quotidiano ci ha sempre abituato a titoli forti per riassumere una situazione. E lo fa, spesso e volentieri (se non quasi sempre), quando c’è da attaccare un qualcosa che va contro la propria linea editoriale e politica. Dopo qualche mese di toni sempre accesi, ma senza vette, oggi il giornale diretto da Vittorio Feltri torna a fare notizia per la sua apertura: «Grillini da vergini a escort». Il tutto accompagnato da un «Si concedono a pagamento», facendo riferimento alla trattativa per un governo giallorosso con il Partito Democratico. E proprio per questo, dopo la fine dell’esperienza nel letto della Lega, Libero ha deciso di fare il paragone «Grillini escort». Il titolo forte accompagna l’articolo di Renato Farina che tenta di fare una cronistoria del Movimento 5 Stelle. La verginità, a cui si allude nel titolo, va in contrapposizione con l’aver smussato gli angoli di quello che non si è mai definito un partito ma che, dal voto del 4 marzo 2018, ha iniziato a comportarsi come tale. Ed ecco che, senza alcuna delicatezza dialettica, arriva il paragone grillini escort: la contrapposizione tra quel che erano e quel che sono diventati.
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Mattarella ottiene il rinvio del voto su Rousseau. A Conte darà 7 giorni per la squadra e il “caso Di Maio”
Mattarella oggi incasserà il nome e il “perimetro”, poi darà una settimana all’Avvocato per programma e nodo “Luigi”. Il secondo giro di consultazioni è iniziato e sarà quello buono. Nel senso che oggi pomeriggio al Quirinale il capo dello Stato si aspetta dalle delegazioni di M5S e Pd la presenza di un “quadro programmatico comune”. È il fatidico “perimetro” che Sergio Mattarella desiderava già la settimana scorsa, al primo giro di colloqui al […]
Minniti o il tecnico Gabrielli al Viminale Di Maio vuole anche un posto per Spadafora
Alla Farnesina Gentiloni o Moavero, per le Infrastrutture è in corsa Delrio. Accuse reciproche di poltronismo. Addebiti incrociati. «Prima i programmi», si rinfacciano gli avversari e potenziali alleati. Ma prima ancora delle cose da fare, sui tavoli dell'ipotetico governo giallorosso c'è il risiko dei ministri, e soprattutto quello dei vicepremier.
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Pd e M5s: l'inciucio che i dem non vogliono. Slavina nel partito: chi sono i big pronti a lasciare Zingaretti
In caso di alleanza con i Cinque Stelle, per il Pd si metterebbe male. "Se si dovesse trovare l'accordo, restituirò la tessera". Parola di Franco Nicolodi,esponente dem della Val di Non, in Trentino. "Il M5s è un partito di destra e non capisco perché dobbiamo andare noi a togliere le castagne dal fuoco a queste persone - ha proseguito sulle colonne di Italia Oggi -. Dopo tutti gli insulti che ci hanno rovesciato addosso non mi sembra il caso di andare a braccetto. All'interno del Pd ci sono interessi per un ritorno al governo finalizzato alla distribuzione delle poltrone ai soliti noti". E ancora: "Ci scommetto che un posto nel futuro governo sarà riservato a loro. Andranno a governare con Luigi Di Maio e Danilo Toninelli? Io penso che queste persone, figure di tale caratura, andrebbero mandate a casa. Altroché una nuova maggioranza. Io uscirò dal Pd se il Pd stringerà un'alleanza con loro".
Matteo Renzi, il piano per affondare il Pd: dopo la Leopolda, scissione ed elezioni con il suo nuovo partito
Erano lontani i tempi in cui dichiarava al popolo italiano che in caso di sconfitta del referendum sarebbe tornato a casa. Ad oggi Matteo Renzi è tra i protagonisti di questa crisi di governo. Proprio a lui il Pd deve una possibile alleanza con gli ex nemici Cinque Stelle. Per molti Renzi non ha commesso alcun errore: adesso, infatti, è nella posizione di chi può rivendicare la nascita del governo per poi affondarlo con un motivo qualunque. I più informati - svela La Stampa - giurano che l'ex premier abbia già pronta la sua road map: riunione alla Leopolda dal 18 al 20 ottobre, trasformazione dei suoi "comitati civici" in partito, scissione, crisi di governo ed elezioni in primavera col suo nuovo partito. Il piddino ha seguito la trattativa tra M5s e dem (intenti a dar vita a un esecutivo giallorosso) attraverso le sue "quinte colonne" (Marcucci e Ascani prima di tutto), ma senza mai uscire di scena.
Franco Bechis e la trappola ai Cinque Stelle: "Il Pd è disposto a divorare tutto, come ha sempre fatto"
"Questo esecutivo secondo l'ultima consultazione vera, avrebbe contro più del 60% degli elettori italiani e se si metterà a smontare anche i decreti sicurezza e la chiusura dei porti agli sbarchi degli immigrati - come si ventila - rischia di averne contro ancora di più". Franco Bechis mette nero su bianco le sorti dell'Italia: condannata ad avere un governo senza che il popolo lo abbia mai votato (anche se per noi non è una novità). "Pur di restare in piedi anche il M5s si snatura profondamente, perché dopo avere costruito la sua fortuna popolare nel presentarsi come il movimento dei cittadini che non sarebbe andato a nozze con nessuno, ora è diventato il contrario: è disposto ad andare con tutti. È entrato in Parlamento come la vergine della politica, ne uscirà come escort consumata ad ogni esperienza - prosegue la firma del Tempo -.
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